Zimo&Il Fantabosco2

Post N° 64


Quando le relazioni finiscono, la cosa più dura da capire è che devi imparare che la persona su cui avevi investito il tuo tempo ed il tuo affetto non c'è più per te.Non è semplice, e già il fatto di essere valutata meno dei cinque euro di benzina che avrebbero permesso a costui di venirti a dire in faccia che è finita lo rende meno semplice. Figuriamoci se pensi che a suo parere vali anche meno di una telefonata... per non dire che, nel mio caso, ho dovuto aspettare ore ed ore per un sms! Fortunatamente ho superato la fase paranoica della mia vita in cui mi sarei depressa ed autoflagellata per cotanto comportamento. Diciamo che ora rimango solo profondamente perplessa.Ma sorvolando su tutti i comportamenti vigliacchi di chi non sa lasciare, quello che volevo dire è che raccogliere i cocci di un post-relazione è una cosa che ti può anche portare all'esaurimento. Io, ad esempio, festeggio oggi la mia notte insonne numero sei. Ne sanno qualcosa i miei vicini di villaggio a Travian, giochino on line di guerra, di cui sono ormai il terribile saccheggiatore solitario. Ed ho anche piagnucolato due stecche da dieci di pacchetti di fazzoletti. Ancora: ho finito un barattolino di valeriana senza ottenere risultati apprezzabili. Ho letto un paio di libri per intero. Tutti su morti cruente e dolorose, tanto per tenermi allegra. Sorrido di rado. Insomma, sono ridotta un'ombra. Tutto ciò perché avevo trovato qualcuno, finalmente, che condivideva i miei interessi. Il primo che non mi abbia mai detto che mi piacciono "cose strane", ma che le trovava normali o al massimo si incuriosiva. Mi faceva sentire sicura, era gentile, mi avvolgeva. Parlavamo senza fine, ore ore ed ore. Avevamo in comune la musica, la storia, i libri, la politica, la giustizia, l'antropologia, la scienza, la società, la medicina, la natura, le cose piccole, le culture orientali, la Scozia, i celti, l'arte contemporanea. Ed io non mi posso dimenticare quanto stavo bene e quanto gli voglio bene, puttana la miseria, anche se non dovrei. Adesso mi vorrei dimenticare queste cose per stare meglio. Ma mi riesco a dimenticare solo che è uno stronzo. Solo che, benchè lo dimentichi, rimane stronzo.Mercoledì 22 era il mio ventottesimo compleanno. L'ho passato tranquillamente, senza troppi fronzoli. Avevo voglia di festeggiare come di farmi investire da una mandria di pecore in corsa. Chi mi vuole bene mi ha fatto gli auguri, qualcuno in ritardo, qualcuno in anticipo, ma non importa. Qualcuno che mi vuole bene s'è dimenticato ma so già che, come tutti gli anni, si farà vivo giorni dopo chiedendo scusa. Lui non c'era, ed era l'unico che avrei voluto veramente. A parte i miei "fratelli", s'intende. Ma si vede che deve andare così. In fondo ci si deve rassegnare. Non si può sempre vincere, nella vita. Io finora ho vinto in alcune cose, facendomi il culo, probabilmente questa guerra non è la mia.