SIAMO DA MONDIALE

UN AMICO E UN CAMPIONE!


SS - Brands Hatch: Craig Jones non ce l'ha fattaCraig Jones non c'è più, ha salutato la compagnia improvvisamente, mentre rincorreva sulla pista di Brands Hatch - quella di casa, la sua preferita - la prima vittoria nel mondiale Supersport, che avrebbe potuto proiettarlo verso la vetta della classifica generale proprio davanti al suo pubblico. Se ne è andato a causa di un incidente strano, con una dinamica che definire sfortunata è forse addirittura riduttivo, la moto che si imbarca alla curva Clark, prima del traguardo, il giovane britannico che viene disarcionato, viene colpito dalla sua stessa moto e forse anche dalla pedana di Pitt che lo seguiva in scia e rimane esanime a terra. Subito si è capita la gravità dell'incidente, a nulla è servito il pronto intervento dei preparatissimi medici inglesi coadiuvati da quelli della clinica mobile, trasportato al Royal Hospital di Londra, Jones ha perso la gara più importante della sua vita nella notte. Lo ricordo nel 2006 nel paddock di Monza, il venerdì delle prove, appena ventunenne e con pochissima esperienza correva con la derelitta Petronas, all'ultimo anno nel mondiale delle derivate di serie, nemmeno il ben più esperto Steve Martin, suo compagno di squadra, riusciva a cavare un ragno dal buco da quella moto; lui, costantemente in fondo alla classifica dei tempi, usciva timidamente dal retro box, chiedendo quasi permesso agli appassionati che, numerosi e chiassosi, attendevano i piloti Ducati posizionati un paio di box prima. Lo chiamai per nome, per chiedergli di fare una foto insieme a me, mi guardò stupito, di certo felice, ma anche imbarazzato, diventò quasi rosso, ma si fermò molto gentilmente per lo scatto ricordo.
L'anno dopo, stesso posto, lo vedo arrivare con uno di quegli scooterini con i quali i piloti si muovono nel paddock, per raggiungere il box del team Ekerold, posizionato alla fine della pit-lane come quasi tutti quelli della Supersport: lo seguo di corsa, lui entra nel retro box facendo una gran sgommata, gli faccio un applauso e gli chiedo di autografarmi la foto dell'anno prima, anche qui timido ma cordiale e disponibile mi fa l'autografo, sorridendo ai complimenti che gli faccio. Infine ricordo la splendida pole di Vallelunga, mia prima gara da inviato di Racingworld.it, le pacche sulla spalla dopo la conferenza stampa delle prove e il sorriso che mi fece scendendo dal podio dopo lo splendido secondo posto ottenuto in gara. Il talento stava sbocciando, il 2008 doveva essere la stagione della svolta, i risultati cominciavano ad arrivare, mancava una vittoria a sugellare il tutto, Craig sognava di ottenerla a Brands Hatch, sulla sua pista, davanti alla sua gente. Ciao Craig!