Perchè restare berlusconiani
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No, non dovete pensare che sia finita qui, tra gli insulti degli odiatori, i tradimenti che rendono microscopiche figure già di per loro piccine, le ole e i cori e i berciamenti della folla sciammanata, che non si rende conto della situazione ed esulta per una sconfitta. Ci sono ancora ragioni per essere berlusconiani, e dunque il berlusconismo sopravvive. Anche senza Berlusconi. Forse nonostante lui. Il grande refrain di questi giorni è che il Cavaliere non ha fatto la «rivoluzione liberale» e quindi ha fallito. Può darsi, ma la rivoluzione liberale non è solo un fatto di norme e numeri, è una rivoluzione prima di tutto antropologica e per questo terribilmente difficoltosa da realizzarsi in un Paese nel quale sopravvivono calcificazioni d’interessi antiche e inamovibili. Il progetto berlusconiano è stato un bel sogno mai divenuto realtà (e certamente Silvio e il centrodestra hanno le loro colpe, pure pesanti), ma non può e non deve tramontare adesso, anche se chi lo ha partorito è salito al Colle fra le grida belluine di un parte del popolo pronta al linciaggio. L’Italia ha ancora bisogno di essere cambiata come Berlusconi s’immaginava quando è sceso in campo e le misure che ci vengono imposte in questi giorni lo dimostrano. Se il Cavaliere ha un merito, è quello di aver mostrato una via, di aver contribuito a cambiare la nostra cultura in maniera indelebile, di aver introdotto nel dibattito temi e parole che si agitavano nella testa della popolazione e che nessuno prima aveva saputo esprimere e mettere in fila con tanta chiarezza. La «rivoluzione liberale» è rimasta incompiuta anche (non solo, ma anche) perché costituiva uno sforzo titanico. Ma proprio per questo bisogna continuare a credere che si debba portare a termine. Le istanze del berlusconismo sono ancora valide, le battaglie che Berlusconi ha iniziato sono fondamentali per la nostra sopravvivenza e non vanno abbandonate. L’esigenza di riformare la giustizia continua a essere impellente. Grazie a Silvio, abbiamo cominciato a discutere di responsabilità dei magistrati, dei tempi mostruosi dei processi. Sono questioni ancora aperte, così come grava ancora sulle nostre spalle il micidiale carico fiscale e la riduzione delle tasse deve rimanere una meta da raggiungere.
Francesco Borgonovo, da silvioberlusconifansclub.org
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