Creato da zitelle.e.cornuti il 07/05/2006
Storie vere di un paese inventato

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Recensione di Luisiana Luzii

Post n°5 pubblicato il 01 Novembre 2006 da zitelleecornuti

...tanti romanzi in un solo romanzo 

Burattinaio narratore e manipolatore di destini, l'autore di questo romanzo tira le fila di personaggi tragicomici dal grottesco aspetto, protagonisti di vicende di vita drammatiche che si dipanano stancamente e lentamente ai giorni nostri - così uguali a quelli di cento o di mille anni fa - tra i vicoli polverosi di un paesino che esiste sì, da qualche parte, ma non si sa dove, e che ha un volto del quale non si riescono a distinguere bene i lineamenti, sebbene qua e là spuntino un muretto e qualche ramo di mandorlo fiorito.

La scelta di una non descrizione dei luoghi si contrappone all'accurata rappresentazione fisica e psicologica dei numerosi personaggi: le pallide polpette strizzate da anelli a raffigurare le mani del personaggio caparbiamente dominante del romanzo, ribaltano nell'immediato al lettore l'immagine nitida di un corpo sfasciato e di una mente distorta. L'attenzione descrittiva non si limita alla sola Contessa Mugaci, il personaggio - senza dubbio - di maggiore impatto, ma al quale non si può assegnare il ruolo da protagonista: perché, a fine romanzo, tutti i personaggi sembrano essere primi attori, tutti raffigurati con dovizia di particolari e tutti protagonisti della propria vita, anch'esso un romanzo. E' questa la forza di "Zitelle e cornuti": non è un semplice romanzo, ma un assembramento magistralmente orchestrato di tanti romanzi. Storie d'amore mozzate, corruzioni mai punite, segreti squallidi non svelati ma a tutti noti... piccoli, immani e insopportabili drammi che vengono raccontati con ironia e scioltezza. Scioltezza che si riflette nella fluidità dello stile che è uno splendido connubio tra la rappresentazione del vero, quella del verismo verghiano e ancor più, a livello narrativo, dei fratelli Goncourt, e un linguaggio poetico classicheggiante. Il tutto per dare voce romanzesca alla nostra società, così gretta, debole, invertebrata, che si trascina a fatica tra storie di corna, di zitelle - molto più numerose dei cornuti - e di figli voluti e non voluti, di decisioni non prese, dove gli uomini sono tanti deboli Ponzio Pilato e le donne tante forti Maddalene redente, un po' pentite forse di aver abbandonato la vecchia strada, in un mondo dove i buoni perdono quasi sempre e i cattivi trovano sempre una via di fuga e dove è vero che "i soldi non comprano tutto" ma... quasi. 

L.L. (La Pagina)

 

 
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