W le DONNE

e ora è S E M I F I N A L E ^__________^


Il piatto è servitoITALIA 3 - UCRAINA 0Wurstel o crauti? No grazie, preferisco spaghetti e pizza, molta più sostanza, molto più completi. Potrei aggiungere "chi la fa, l'aspetti" e, visto la pessima qualificazione della Germania sull'Argentina, sono curioso di sapere cosa scrivono oggi i giornali tedeschi sulla prestazione della loro squadra. In questi giorni, ci hanno detto di tutto, catenacciari, antiquati, cavernicoli, ci hanno offeso e infamato. E adesso se la stanno facendo sotto, me li posso immaginare, con le orecchie da cocker, che tremano al sol pensiero di incontrare l'Italia. Ma non voglio dedicare troppa attenzione e spazio agli avversari, non ne vale la pena.Evviva, l'Italia è tra le prime quattro del mondo. Sheva e compagni sono stati messi sotto limpidamente, non senza ricorrere allo stellone quando era necessario. A Dortmund, martedì prossimo 4 luglio, contro la Germania, ci saremo noi e i ragazzi di Klinsmann che, in qualche misura, dovranno scontare i supplementari e i rigori con cui, stremati, hanno piegato l'Argentina, cose queste che, di solito, si pagano a caro prezzo. Dunque, andiamo avanti con due o tre buone notizie. Anzitutto, lo stellone c'è ancora e brilla che è una bellezza. La seconda bella notizia è che si è sbloccato Toni, con una doppietta non esaltante per fattura, ma pregevole sul piano della sostanza. La terza buona notizia ce l'ha data Totti, rimasto in campo per l'intera gara, dosando saggezza e numeri. C'è in fine un altro dato che ci pare significativo, l'Italia un gruppo solido, se il diavolo non ci metterà lo zampino, tutto sarà possibile.Il nostro obiettivo era arrivare fra le semifinaliste, ma adesso che ci siamo, non dobbiamo accontentarci. Il mondiale è una partita infinita, volente o nolente abbiamo l'obbligo di crederci fino alla fine, e poi visto che sta girando tutto alla grande, sfruttiamo il momento favorevole. Stiamo sul pezzo, ragazzi, l'appetito vien mangiando. E sia chiaro, sempre e solo spaghetti e pizza. Di Antonio Cabrini