Creato da zivas il 05/11/2004
Vivere bene la vita amando quello che c'è di buono e condannando duramente quello che c'è di cattivo...

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Domenica 26 novembre 2006...che giornata!

Post n°6 pubblicato il 27 Novembre 2006 da zivas

Sono le 9.15.
Dopo aver smontato le imbottiture da giacca e pantaloni (in fondo sono già 11 gradi e fuori c'è il sole), entro in garage e stacco il caricabatterie, la muccona (BMW R 1100 RT) è impaziente di uscire, lo vedo; ha le gomme nuove nuove e il mono posteriore appena revisionato e con mollone nuovo Hyperpro.
Una breve scaldata e mi avvio lentamente all'appuntamento alle 9.30 con il Tenente, a bordo della V-Strom 650.
In periferia c'è subito la nebbia ad attenderci, ma tempo 15 km e ce ne liberiamo.
A Osteria del Gatto ci fermiamo ad aspettare un'altro V-Strommista e un Transalpista che vengono da Perugia...loro un pò in ritardo causa nebbia, noi puntualissimi.
La prossima tappa è prevista a Fabriano per prelevare il mitico Zancky e la sua Futura.
Dopo una piccola sosta caffè a Cerreto d'Esi, eccoci prendere la strada che ci porterà verso i Sibillini, dal lato che di solito è meno battuto dalla massa dei motociclisti, il lato di Ascoli Piceno.
Il sole splende e l'aria è pulita, i guanti estivi e qualche piccola accensione di manopole riscaldate mi sono sufficienti per godere a fondo del panorama e della strada, già mediamente trafficata.
Appena arrivati a San Severino Marche decido di salire a Sarnano per una strada mai percorsa, attraverso Serrapetrona e Caldarola; strada bellissima e piena di curve, tanto che il Tenente dà i primi segni di squilibrio-libidinoso, sorpassandomi con grande rischio su una serpentina di curve scoperte, con conseguente cazziatone correttivo!
Pochi km di goduria e siamo a Sarnano, dove tanta gente a piedi e qualche motociclista fanno da cornice ad una bellissima e inattesa domenica di sole di novembre.
Una bella sosta per 'cambiare l'acqua', un caffè e qualche chiacchiera con gli altri motociclisti fermi al parcheggio, e decidiamo di proseguire lungo il lato 'nascosto' dei Sibillini.
A breve quindi raggiungiamo Amandola attraverso un tratto di strada che questa volta mi vede di molto davanti a tutti, iniziando a gustarmi le rinnovate doti di agilità del mio bisonte su un misto largo fatto di curve scoperte e ben rialzate.
Da Amandola prendiamo la stradina che ci porta a Montefortino, e poi deviamo per Madonna dell'Ambro, in una stretta gola in ombra, alle pendici del Monte Priora e sotto il Sassotetto, dove gli altri motociclisti appena incontrati ci hanno segnalato esserci un piccolo santuario e qualche posto comodo ed economico per fare uno spuntino; il panorama è spettacolare e il Sassotetto troneggia sopra di noi; ci scappa qualche sosta per fare le foto (grazie Zancky, quando le manda le pubblichiamo pure).
Parcheggiamo quindi le moto nell'ampio piazzale semideserto e troviamo il modo di consumare un relativamente veloce piatto di tagliatelle ai porcini, vino rosso e un caffè, in uno dei tre punti di ristoro presenti.

Siamo ansiosi di riprendere la strada. Ci lasciamo la zona in ombra velocemente e il sole torna a farci godere dei suoi tiepidi raggi.

Da qui in poi non saprei dire, attraverso Montemonaco e Montegallo, fino ad Arquata del Tronto quante curve ci siamo lasciati alle spalle, so solo che per me è stata una simbiosi con la mia bellissima mucca che mi ha accompagnato in una danza in cui ho preso subito il ritmo; il ritmo di una guida fluida abbellita da poche staccate e accellerate, ma con bellissime e forti pieghe, grazie anche alle condizioni dell'asfalto,
che si è rivelato umido solo in qualche curva coperta dagli alberi. Tra una curva e l'altra ho avuto anche il tempo di far volare lo sguardo alle montagne che ci sovrastavano, agli alberi rossicci, marroni e neri, alle valli che si esponevano sul lato sinistro e al Terminillo che si vedeva in lontananza imbiancato di neve.

Lungo la strada, qualche rallentamento e pochi secondi di sosta per attendere gli altri e poi via di nuovo a tuffarsi nelle curve della strada deserta, tutta per noi.
Le pendici del monte Vettore ci accompagnano per l'ultimo tratto di strada, scintillanti e punteggiate di conifere che qua e là fanno un pò paesaggio alpino.
Una piccola sosta per attraversamento pecore contribuisce ad arricchire l'atmosfera bucolica della zona.

Presto, troppo presto, siamo arrivati ad Arquata del Tronto e abbiamo preso la strada per Norcia, intenzionati a rientrare nel minor tempo possibile. Sono già le 15.30.
A Norcia gli altri hanno fatto il pieno, io no perchè ho ancora mezzo serbatoio a disposizione e in poco più di 100 km saremo a casa.
Comincia a fare freschino, accendo le manopole riscaldate a palla.
Scendiamo in Valnerina e ci separiamo da Zancky che rientra dal lato marchigiano, verso Visso.
Noi umbri a S. Anatolia di Narco prendiamo il tunnel per Spoleto, dove al di là troviamo una nebbia paurosa.

Per me non è un problema, alzo il cupolone al massimo, apro la visiera e viaggio tranquillamente a 120 senza avere problemi di visibilità; il Tenente mi sta dietro con qualche sofferenza, i due perugini li perdiamo quasi subito.
Per fortuna vicino a Nocera Umbra la nebbia si dirada (ci avrei giurato, siamo in mezzo ai monti...) e rientriamo a casa in condizioni ottimali.

Sono le 17.45, il contakm segna 350 km in più.

Il sapore che mi rimane in bocca...quello amaro perchè il domani è un giorno di lavoro e non potrà essere uguale alla splendida giornata appena trascorsa, ma anche il dolce di momenti passati in sintonia perfetta con una moto che è un bisonte ma anche una gazzella per la grande agilità che ti regala, il comfort eccellente e le prestazioni secondo me più che sufficienti; il dolce di una bella compagnia di amici che ti segue non appena ti vien voglia di lanciare un'idea per un giro, il dolce di pensare che ci saranno ancora tante giornate come questa, magari in compagnia di tanti altri amici con cui condividere sorrisi ed emozioni.
Per me, al rientro, il dolce di vedere in garage tre compagne di ventura, di dare loro una pacca sulla sella; tre amiche che mi accompagneranno ancora per molto nel mio scorrazzare su e giù per le montagne, qua e là per le valli, alla ricerca di quella serenità e di quella gioia che solo chi ha una moto e la ama davvero può capire.

 
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Addio Angelo D'Arrigo

Post n°5 pubblicato il 27 Marzo 2006 da zivas

E' scomparsa una leggenda

Un personaggio che ha avuto la fortuna e il coraggio di seguire in
prima persona le rotte dei migratori, che ha vissuto a contatto con
loro e che ha seguito le rotte dei rapaci sopra l'Everest e sopra le
Ande, che ha accompagnato le gru dalla Siberia al deserto del
Sahara.
Un personaggio che ha saputo capire la nobiltà e la purezza della

natura,
che ha lottato per dare il suo contributo alla sua
salvaguardia collaborando alla produzione di capolavori come
'IL POPOLO MIGRATORE' e che ha partecipato a programmi di
reinserimento di uccelli nel loro habitat naturale.

E' con le lacrime agli occhi che saluto un grande uomo.

Per quanto potrà mancare su questa terra, d'altra parte sono
convinto
che ora ha raggiunto il cielo puro e libero che ha
sempre cercato in tutta
la sua breve vita e che ora ha quelle
ali che ha sempre sognato di avere
per poter condividere
l'immensità azzurra con i suoi amici preferiti.

Ciao Angelo del cielo.

http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/cronaca/darrrigo/crodarri/crodarri.html

http://www.angelodarrigo.com

 
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Slovenia, la natura, le curve, la moto

Post n°3 pubblicato il 13 Giugno 2005 da zivas

2-5 Giugno 2005

Tornare in moto su dei posti dove si è stati tante volte in macchina, dà una strana sensazione...sembra che quelle strade, quei panorami, tutto sia diverso, tutto nuovo, mai visto.

In effetti godere delle strade slovene su due ruote è un'emozione forte, sia perchè non ci sono quasi mai pezzi dritti, le strade sono tutta una curva, sia perchè i panorami che si godono dalla moto sono strabilianti, sia perchè i profumi che si sentono mentre si va sono tanti e variegati; l'aria pulita (salvo quando si ha la sfortuna di avere un camion o un pullman davanti!!!), il verde dei prati e dei boschi, l'azzurro dei laghi, fanno sì che come in nessun altro posto, più strada percorri e più ne vorresti percorrere.

Tra una strada e l'altra si possono fare cose interessanti come visitare le miniere di Mercurio di Idrija o l'antica città di Ptuj, o ancora farsi un giro rilassante ai laghi di Bohinj e Bled o visitare le spettacolari grotte di S. Canziano (a due passi da Trieste), dove scorre il fiume Reka, nel più grande e profondo canyon sotterraneo d'Europa...sono tante e mai troppe le cose che la Slovenia offre al visitatore.

Per noi a conclusione di 4 bellissimi giorni, 2100 km percorsi, circa 1000 di trasferimento, gli altri scorrazzando per le strette e tortuose strade della Slovenia, in compagnia di due grandi amici.

Mi sembra che sia la sesta volta che torno in Slovenia e non ne ho ancora abbastanza, ho ancora molte cose da fare lì: devo ancora nutrirmi dei suoi profumi, delle sue curve, dei suoi panorami, del calore della sua gente.

A volte basta poco per farsi tornare il sorriso e ricaricare le batterie per un pò...provare per credere.

 
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