Creato da: sguardo76dominante il 10/05/2010
Recupero di un Blog scomparso

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Dicembre 2025 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

Elenaausefest69eimerich70sandro.rosanoreginapam1itala53vinypianomanbeimancolussemburgo1fabiogostriderfdiprimaflavia1993sguardoxdominantefabrizio.m1959smilla19
 

Chi puņ scrivere sul blog

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

 

POST N. 76

Post n°1 pubblicato il 10 Maggio 2010 da sguardo76dominante

Post n°76 pubblicato il 11 Dicembre 2009 da sguardodominante

Chi ha visto il film "Il marito della parrucchiera"  di Patrice Leconte ricorderà che narra la storia, deliziosamente francese, di un'ossessione erotica.



Includerei anche la pratica della sculacciata in questa definizione.
Mi conforta in questo un librino (Jacques Serguine - Elogio della sculacciata - ES, Milano, 1997, pp.94) nel quale si da conto di questa fissazione libidinale.
E la si elogia spiegandoci perché, come, quando e a chi infliggerla;
precisando persino che  deve essere preventiva e non curativa, nascere da un sentimento e non da un risentimento, nutrirsi della propria attesa e della propria ineluttabilità.



Il coraggio di parlarne pubblicamente non è molto antico, se escludiamo libelli e fumetti semiclandestini per appassionati.
Per stabilire una data storica (in Italia) mi riferirei al numero 669 di Panorama che porta la data del 13 febbraio 1979. In copertina un uomo sculaccia una giovane piegata sulle ginocchia di lui, le mutandine abbassate.



Per arrivare a questo bisogna riferirsi ad un numero precedente della stessa rivista (il 653 dell'ottobre 78) in cui compare la lettera di tre sorelle milanesi che recita: “Quando una di noi ritarda o va male a scuola o risponde male, insomma disubbidisce, nostra madre la fa sdraiare sul letto, le solleva la gonna e la sculaccia solennemente dopo averle di solito sfilate le mutandine…”. La lettera termina con un invito a Panorama ad occuparsi dell’argomento.



Il dibattitto, come i sederi colpiti, si infiamma:
La lettrice milanese Giordana Ferrero si limita ad approvare il comportamento dei propri genitori che iniziarono a sculacciarla a diciannove anni per smettere a ventuno dicendo di esserselo meritato.
Fiorella Lamberti, va oltre. Racconta di avere due figlie di 20 e 13 anni e sculacciarle sul sederino nudo. Fin qui nulla di particolarmente originale, ma la signora Lamberti prosegue: “Mi sono sposata molto giovane (ho 39 anni ora) e ho ancora la fortuna d’avere mia madre che ha 60 anni e vive con noi. Bene, nonostante la mia età quando ne combino qualcuna, mia madre mi tratta allo stesso modo; mi fa sdraiare sul letto e mi sculaccia sonoramente. Non mi sono mai ribellata perché lo considero giusto”. Conclude poi: “Una bella sculacciata sul culetto nudo non ha mai fatto male a nessuno, anzi per una donna fa sempre bene, a qualunque età”.


Donatella Rettore, 25 anni, lettrice padovana (un caso di omonimia o uno pseudonimo...) sotto il titolo: “SCULACCIATE? ME LE DÀ MIO MARITO” scrive fra l’altro: “Quando me lo merito mio marito non esita un istante a sculacciarmi sonoramente e questo dopo avermi preso sulle ginocchia e fatto togliere le mutandine”.


Gabriella Gatti, di Roma, scrive "...mentre sto distesa in grembo al mio Giorgio con la gonna alzata e le mutandine … a mezz’asta, e le sto prendendo, sento, sì, male, e anzi piango senza ritegno calde lacrime, però, contemporaneamente mi sento anche sua, sua, terribilmente sua”.


E qui, non c’è più dubbio, siamo nel puro S/m.

Come conferma la successiva lettera di un’anonima sposina ventiquattrenne, sculacciata regolarmente dal marito e, spesso, dalla suocera: “Immaginate cosa possa provare quando mi sento chiamare ed annunciare: Prepara il culetto. Devo togliermi le calze, sollevarmi il vestito a pancia in giù sulle ginocchia di mia suocera, consapevole di mostrarle il sedere, parte del corpo che noi donne vogliamo in genere tenere il più nascosta possibile. Mi vergogno moltissimo in quel momento, ma non posso farci nulla: sono troppo occupata a strillare!”. La signora in questione, sconfina poi nel campo del clistere punitivo a base di camomilla e olio di vaselina somministratole dal marito e dalla suocera congiuntamente. Conclude così: “Ribellarsi? E perché mai? Se sbaglio è giusto che paghi”.



Maurizio Costanzo  dedicò al fenomeno un corsivo sulla prima pagina del Corsera, ipotizzando che l'autore delle lettere fosse un uomo, e facendo addirittura il nome di Alberto Arbasino, che successivamente si schermi', rammaricandosi.
Ne scrissero altrove anche Dacia Maraini e Antonio Porta, oltre a numerosi sociologhi e psicologi.


Periodicamente , si torna a parlare di questa "ossessione".

Ma senza alcun dubbio quell'inverno 79 fu riscaldato anche a sculacciate sul sedere.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2025Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963