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Si fa ma non si dice: il sugo alla trucida


L'intuizione, fulminante, me la diede Barbara, un'amica austriaca. Non era mai contenta della salsa di pomodoro che le preparavo e non sapeva dire perchè. Io sbollentavo, pelavo, privavo dei semi e dell'acqua di vegetazione i pomodori, i migliori che trovavo, poi li cuocevo per un nonnulla con olio, aglio, fresco se possibile se no privato dell'anima, e basilico, coltivato da me. Che fare di più? Ma non andava bene. Cominciai ad aggiungere un pò di concentrato, aumentando man mano la dose: era già meglio ma non ancora ok.Finchè un giorno lei disse: "Ma si, la salsa di pomodoro deve essere un pò pifke". Che è un simpatico termine con il quale i tedeschi del Sud chiamano quelli del Nord, relato (diciamo così) a come i tedeschi del Sud giudicano l'elasticità mentale e la flessibilità di quelli del Nord. Una lampadina si accese. Subito, giusto il tempo di una scappata al supermercato, le preparai una salsa di pomodoro con un barattolo di pelati, 1 punta di concentrato, aglio, olio e basilico. Lei, che aveva visto tutta la preparazione, assaggiò e disse: "bè, però, insomma, sarà un pò trucida ma io sono cresciuta con questo sugo."Da allora faccio, raramente ma faccio, questo sugo, da me ribattezzato "alla trucida", soprattutto in abbinata ad ingredienti grassi, tipo pancetta, cotenne e anguilla. Mai una critica. Due secoli di pomodori in barattoli hanno fatto sì che il loro sapore sia da tutti considerato "giusto" e "vero" qualunque cosa ciò voglia dire, mentre il pomodoro fresco, un prodotto nuovo, non suscita lo stesso entusiasmo.Si può solo confidare nei nipoti....ALLAN BAY