zoe

Per un amico:


Il vocabolo conflitto in italiano è una parola colta che riprende il latino conflictus derivato dal verbo confligere, composto di cum con e di un raro fligere, urtare, sbattere contro. Il prefisso cum stava a indicare che l’urto non era unilaterale, ma coinvolgeva almeno due parti: era cioè anche una lotta, un combattimento, o un contrasto, tutti significati che aveva il termine latino e che ancora oggi conserva la nostra parola conflitto.Il conflitto esiste sempre, anche quando non lo si fa emergere. Farlo emergere è sano ed utile.Il conflitto sano è un confronto tra diversi modi di intendere la vita, tra valori simili o diversi, tra scelte e motivazioni diverse. Il conflitto può anche essere forte, ma è meglio un conflitto forte che un “non conflitto”. Fino a quando c’è conflitto infatti c’è reciprocità, c’è voglia che l’altro ci sia, c’è possibilità di dialogo.Il conflitto serve a stabilire la relazione e, a confrontare le diverse opinioni, anche se per farlo occorresse per estremo, litigare. Se si vive un rapporto o una relazione senza conflitto non vi è confronto: vi è indifferenza o repressione. L’indifferenza è una forma di violenza. “Io non ti calcolo, per me è come se tu non esistessi”. Di fatto si “elimina” l’altro dalla propria vita, non rivolgendogli la parola, e ignorando la sua esistenza anche se vive accanto a noi.Ecco perché è sempre meglio un conflitto che l’indifferenza o il non conflitto.(Varie fonti)
Il non plus ultra è superare il confiltto, difficilmente avviene.Ma per me il non plus ultra è altro:incontrare quella persona che suscita il conflitto,affrontarla,alla fine convenire che il conflitto non è superato,però insieme accettare le altrui ideee e convinzionie continuare a vivere il rapporto insieme,con la consapevolezza di non oltrepassare quel confine che crea il rispetto tra le due parti.E questo in tutti i campi:sentimentale, amicizia, lavoro..........e quando riesci nel campo genitoriale sei al traguardo.zoe.