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L'amore mio non può


L'amore mio non può
Si apre il sipario e la stella di David appare su un grande schermo. Subito dopo seguono fredde immagini di guerra, tratte da vecchi cinegiornali. Poi entra una donna mesta, curva, ma ancora viva, a popolare lo squallido interno di una casa qualunque.A 70 anni dalla promulgazione delle leggi razziali, Manuela Kustermann presenta al Teatro Vascello L'amore mio non può, tratto dal romanzo omonimo di Lia Levi. Lo spettacolo, interamente realizzato dalla Kustermann (che ne ha curato adattamento e regia oltre ad esserne l'unica protagonista), resterà in scena fino al 27 gennaio (Giorno della memoria indetto per non dimenticare le vittime dell'Olocausto e delle stragi naziste. N.d.T.).L'amore mio non può racconta la storia di una famiglia ebrea attraverso il doloroso monologo di una giovane donna: Elisa, dopo la morte del marito, suicidatosi con un salto dal muraglione del Pincio perché rimasto disoccupato a causa delle leggi razziali, resta sola al mondo, costretta ad affrontare le difficoltà della guerra senza l'aiuto di nessuno. Sprovvista di soldi e con l'odio della discriminazione addosso, è costretta a fare la serva in casa di altri ebrei, sopportando umiliazioni continue. L'unico obiettivo che le dà la forza di andare avanti è quello di far sopravvivere la piccola figlia, che anche suo marito amava più di ogni altra cosa e che lei ha giurato di salvare dall'orrore della guerra.Lo spettacolo è un lento ricordare, tra lunghi minuti di disperazione e sprazzi di felicità: il monologo offre alla Kustermann l'opportunità di mostrare i tanti registri della sua interpretazione. Le note delle canzonette dell'epoca e le immagini dei film con Alida Valli proiettate sullo schermo stridono non poco con l'atmosfera che si respira: i gesti lenti, quasi rituali della protagonista (che apre e chiude una valigia di cartone dentro la quale è rimasto solo il coraggio della dignità) vanno di pari passo con il dolore composto, mai eccessivo, espresso dalle parole.Il ricordo di una delle tante dolenti storie consumatesi all'ombra della seconda guerra mondiale è offerto al pubblico con rispetto, quasi fosse un estremo omaggio a tutte quelle vite sacrificate sull'altare dell'insensatezza e dell'odio.L'amore mio non può conferma ancora una volta l'impegno del Teatro Vascello (e dei suoi due instancabili animatori, la coppia Manuela Kustermann - Giancarlo Nanni), sempre in prima linea nell'affrontare tematiche di grande rilevanza etica e sociale. di marzia apice