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IL RIVOLUZIONARIO


il rivoluzionario prodatto da Teatro Novecento  scritto e interpretato da Maurizio Igor Meta diretto da Cinzia Sità
16 e 17 Febbraio 2008 ET Expo Teatro, Roma, Teatro Cometa Off, ore 22.30. 4 Marzo 2008 Off Stage, Prato, Cantieri Culturali Ex-Macelli, ore 21.30.Lo spettacolo Un venditore arrivista, interessato più al suo portafogli che ai rapporti umani, vende oggetti abbastanza inutili, motivato dalla “legittima” pretesa di perseguire l’ideale odierno della ricchezza e della fama. Altro protagonista è un giovane senzatetto che, alle prese con il problema quotidiano di mangiare e di dormire, cerca di lavorare, tenersi informato e migliorare la sua preparazione culturale. C’è, ancora, un grande pugile, partito con uno di quei treni dove esisteva ancora la “terza classe, quella con i sedili di legno duro”, che diventa un campione ai massimi livelli, per poi finire dimenticato e abbandonato. Poi, c'è il tifoso fanatico, con l’obiettivo di diventare uno della Curva, un Fedele, che, fuori dallo stadio, è una persona come le altre, ma che dentro lo stadio diventa uno del branco. Egli fa della violenza non una semplice moda, ma un divertimento, uno stile di vita, una forma d’arte, fino a che tutto ciò non porta a delle conseguenze, inevitabili. Infine c’è uno scrittore rivoluzionario, in apertura e chiusura di spettacolo, profondo osservatore dello stile di vita moderno, dei media, delle corse affannose, del “sistema”, che decide di smettere di scrivere, per non farsi ‘collezionare’. I cinque monologhi, pur presentando una loro autonomia narrativa, seguono una linea drammaturgica comune, valorizzata da un’attenta operazione registica, che li unisce in maniera logica. Cinque personaggi diversi, quindi, che muoiono e rinascono l’uno dentro l’altro. Cinque personaggi che, attraverso tic comici e svolte drammatiche, offrono momenti di riflessione e, quindi, di ‘rivoluzione’, dando vita ad un unico lungo monologo. Il Rivoluzionario è stato pensato e scritto per un’interpretazione caratterizzata da un ritmo incessante, a volte esasperato, che si attenua nei momenti di riflessione, arricchito sia dai giochi di parole presenti nella drammaturgia sia dalla particolare scrittura, anche laddove non vi è uno specifico gioco di parole.