estar vivo exige un esfuerzo mucho mayor que el simple hecho de respirar
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E' passato qualche mese ma resta costante il vizio di correre.
Per una serie di giri del caso ho cominciato a fare uno di quei lavori seri, un lavoro a tempo pieno. Faccio l'impiegata in un ufficio commerciale estero. Ci vado in treno, ogni giorno. Prendo il treno degli studenti, quello che anni fa mi portava alle superiori. Si riaprono pensieri mai chiusi, che avevo solo accantonato crescendo.
Mi affatica pensare alle fatiche degli studenti, agli anni di scuola che li attendono, ai miei cinque lunghi, lunghissimi anni alle superiori.
Li odio e li amo, questi adolescenti. Sono vestiti benissimo, chiassosi e frivoli, sicuri ed insicuri, e tutti bellissimi e pieni di casini sentimentali. Li osservo e non posso non invidiarli un po'.
Nel frattempo scrivo la tesi, una tesi in cui credo molto. Ogni tanto mi reco all'università per qualche incombenza. Vedo le matricole e mi si stringe il cuore all'idea che possano illudersi che il corso di laurea che hanno scelto sia una figata. Sono cinica, lo so.
Tengo la testa in costante allenamento, impegnata ad elaborare una serie infinita di "piani B", tutti più o meno allettanti.
Io vivo per i piani B.
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