Sindaco Marino, vorremmo cominciare chiedendole che cosa le dispiace non aver fatto per Roma e per i romani in questo anno di governo della città?
"Il tema che sento di più è quello della chiusura del ciclo dei rifiuti. Abbiamo iniziato da un punto fermo: chiudere Malagrotta, gestita da un monopolista privato, che ha determinato un sonno della classe dirigente dagli anni Sessanta ad oggi. Mentre tutte le capitali del mondo trovavano nuove tecnologie per trattare i rifiuti, noi buttavamo tutto, compresi i materassi della nonna, in una buca. L'Europa ci ha messo in infrazione e non potevamo chiedere nessun finanziamento. Ma è chiaro che il ciclo dei rifiuti deve essere chiuso. Ci sono 3500 tonnellate al giorno da smaltire e Acea non partecipò nemmeno alla gara. Infatti paghiamo alla città di Brescia lo smaltimento".

Altri rammarichi?
"L'altro rammarico riguarda il fatto che, rispetto a una giunta precedente che aveva avuto la possibilità di cancellare un debito storico di 22 miliardi e di avere 500 milioni all'anno per tre anni, noi invece abbiamo trovato un disavanzo di 810 milioni di euro e abbiamo dovuto investire gran parte del bilancio per recuperarlo invece di finanziare il rifacimento delle strade".

A un mese dalle dimissioni (dell'Assessore alla Cultura) quel ruolo chiave della Giunta è ancora vacante. Nominerà il nuovo assessore prima della pausa estiva?
"Fare l'assessore alla Cultura a Roma è un ruolo paragonabile a quello di un ministro della Cultura in molti Paesi del pianeta. Flavia Barca ha ritenuto esaurito il suo compito. Le due caratteristiche che il nuovo assessore deve avere sono da un lato una visione strategica e dall'altro una solida capacità amministrativa. Faccio un esempio pratico. Ero convinto che utilizzare i Fori anche di notte potesse avere successo e ho voluto coinvolgere Piero Angela per l'iniziativa "Augusto due mila anni dopo". Abbiamo ora alcune centinaia di posti e 13 spettacoli in sei lingue a 15 euro a biglietto. Insomma, da aprile a oggi, il ritorno è stato di oltre 300 mila euro. Bisogna rendere la cultura libera dall'idea che venga tutto dal finanziamento pubblico. Caracalla con il Teatro dell'Opera era in passivo di 10 milioni di euro e ora è tornata in attivo. E prima dell'estate abbiamo già il calendario della stagione 2015".

Palaexpo
"Quando mi sono insediato come sindaco ho provato disagio per il fatto che era chiuso a luglio e agosto. Quest'anno è aperto con la magnifica mostra di Frida Khalo. Ho nominato presidente Bernabé, che ha un grande prestigio negli ambienti economico finanziari, ma è stato anche presidente della Biennale. Ora sta studiano un piano che includerà il Macro".

Metropolitane, un problema di Roma. Arriverà la metrò C a piazza Venezia? E quando?
"Partiamo da quello che ho trovato nell'ufficio del sindaco quando mi sono insediato. Un verbale del giugno 2008 che prevedeva l'arrivo della C a Centocelle nel dicembre 2011, a Lodi nell'ottobre 2012 e a San Giovanni in "data da definirsi". Nel 2013 abbiamo firmato un nuovo accordo con date certe. La metro arriverà a Lodi entro ottobre di quest'anno e 21 stazioni saranno attive. Per la stazione di San Giovanni invece si è dovuta smontare la talpa per il ritrovamento di una villa romana. Per quanto riguarda il proseguimento verso piazza Venezia, è importante per la realizzazione del parco archeologico. E abbiamo già ottenuto oltre 500 milioni di euro".

E che fine hanno fatto il project financing Rebibbia-Casal Monastero e la tratta piazzale Jonio-Bufalotta?
"Con l'assessore alla Mobilità abbiamo immaginato anche un'alternativa alle metropolitane: la realizzazione di 7 reti tranviarie con un costo di realizzazione di 1 a 10 rispetto ai metrò. Tra le altre ci saranno la tratta della Musica, da piazza Ungheria a viale Parioli, via Reni e ponte della Musica, 5,9 chilometri realizzabili in 48 mesi. Poi la linea Tiburtina, 4 chilometri in 36 mesi, quella del Pigneto, 0,3 km in 6 mesi. Ed infine quella dei Fori, da piazza Venezia fino a via Labicana. Questo è un pro¬getto da discutere con il nuovo assessore alla Cultura. Ci sono ormai tram bellissimi e silenziosissimi, potrebbe essere una fantastica passeggiata. Il tram non inquina, non fa rumore e costerebbe 10 milioni di euro".

Ognuno ha un termometro del consenso dentro se stesso. Si sente più o meno popolare di un anno fa?
"Sento che c'è una grande aspettativa e forse nell'immaginario di tutti tantissimi aspetti potevano essere corretti nei primi tre mesi, ma non è così.
Se si chiude Malagrotta e non si sono realizzate tecnologie di smaltimento per 45 anni, ci vorranno due anni per completare il ciclo dei rifiuti.
Se si interviene su Ama, dove tra il 2008 e il 2013 sono state fatte 1487 assunzioni e l'assenteismo è al 20%, per correggere una situazione serve tempo.
È un'azienda dove, quando sono arrivato, i salari di dirigenti e quadri erano secretati. Ora sono su internet.
Stiamo facendo pulizia e cambiando la cultura.
Non si distribuiscono più posti e appalti sulla base di conoscenze, ma per merito.
C'è una parte della città che ha compreso e un'altra, più legata ai salotti buoni, che fa fatica a comprendere.
Ma siamo diventati una casa di vetro".
Consentitemi il punto interrogativo su quest'ultima affermazione ...