Suzuki Roshi disse che la rinuncia non consiste nel fare a meno delle cose
di questo mondo, ma nell'accettare che se ne vadano via.
Tutto è impermanente: prima o poi tutto se ne andrà.
La rinuncia è uno stato di non attaccamento,
di accettazione di questo passare.
L'impermanenza è, in effetti, solo un altro nome della perfezione.
Le foglie cadono; il letame e l'immondizia si accumulano;
ma dal letame nascono i fiori, le piante: cose che pensiamo siano belle.
La distruzione è necessaria.
Senza distruzione, non ci potrebbe essere nuova vita e la
meraviglia della vita, del cambiamento costante
non potrebbe esistere. Dobbiamo vivere e morire,
e questo processo è in sé perfezione.
Tutto questo cambiamento non è, tuttavia, ciò che avevamo in mente.
Non siamo predisposti ad apprezzare la perfezione dell'universo.
Siamo inclini a trovare un modo per durare per sempre nella nostra immutevole gloria...
Chi, notando i primi capelli grigi non ha pensato: Ahi-ahi?
Charlotte Joko Beck
Inviato da: princy.in.paris
il 23/12/2008 alle 16:38
Inviato da: oggisonoioroma
il 24/11/2008 alle 08:18
Inviato da: cassandra792
il 16/11/2008 alle 15:07
Inviato da: cassandra792
il 31/10/2008 alle 22:09
Inviato da: s_berlusconi_1936
il 31/10/2008 alle 11:56