SEDICIBITTE

DONKEY KONG COUNTRY

Una vera e propria rivoluzione nei platform Nintendo...

system: SNES - size: 2,48 mb - release: 1994 - made by: RareWare

I platform Nintendo avevano disperato bisogno di rinnovamento e i videogiochi editi da terze parti, oltre ad essere il più delle volte multipiattaforma, non reggevano il confronto con l’idraulico paffuto.

Del resto, Mario nacque quasi per caso e a Kyoto erano più che mai consapevoli della necessità di ripetere al più presto il miracolo.

Il Megadrive dava filo da torcere con la sua sfilza di capolavori e la console war, adesso come allora, non permetteva passi falsi, e il vecchio Jump Man da solo non era più sufficiente a contrastare l'avanzata di Osaka.

Ma come era nato Mario? L’esordio della mascotte Nintendo avvenne su di un cabinato per sale giochi nel lontano 1981; cabinato, che vedeva un personaggio in tuta da lavoro (e decisamente mal disegnato) correre dietro ad un gorilla che con una mano teneva una graziosa fanciulla - la futura principessa del regno dei funghi - e con l’altra tirava barili infuocati.

Tale gorilla, altri non era che Donkey Kong; avrebbe potuto, il goffo primate, seguire lo stesso destino di Mario? In tal caso avrebbero condiviso i natali… c’era un solo modo per scoprirlo.

Lo scimmione fu ripreso e dotato di nuova vita, gli fu data una storia tutta sua e un’isola su cui spadroneggiare; un nemico da combattere, un nipote e, soprattutto, una cravatta: DK era tornato.

Altra mossa vincente da parte di Kyoto fu affidare lo sviluppo alla RareWare, software house che si era già fatta apprezzare in passato sia su Nes che su Snes (quant’è bello "Battle Toads & Double Dragon" a 8bit), il capolavoro che ne risultò ve lo ripropongo oggi in questa mia nuova recensione.

Dal punto di vista grafico, il gioco rappresenta una vera e propria rivoluzione, quando mio padre mi regalò la cartuccia (uno dei pochi regali azzeccati dal mio parentame) rimasi letteralmente impietrito e, anche adesso, stento a credere che un sistema a 16bit possa arrivare a tanto.

Ma partiamo subito col descrivere il primo scenario, la foresta amazzonica: verdi palmenti vellutati risplendono al sole, mentre muschi e licheni spuntano qua e là sgretolando la roccia, sembra quasi di sentire l’aria farsi più umida quando il tempo cambia repentinamente, passando da un sereno tramonto a una tempesta tropicale.

Non facciamo in tempo a vederne la fine che subito ci avventuriamo in una buia spelonca, dove lacrime di acqua salata staccatesi da stalattiti e stalagmiti rompono il silenzio; ma non temete, riusciremo a sottrarci alle tenebre di quel luogo per immergerci nelle limpide acque di un lago incontaminato.

Ovviamente, non posso raccontarvi tutto il gioco, ma credetemi quando vi dico che la magnificenza delle altre ambientazioni non è da meno: esplorerete antichi templi Maya, villaggi sospesi tra le cime di sequoie millenarie, montagne innevate, sudice raffinerie e grotte di ghiaccio; il tutto, unito ad un level design complesso e impegnativo, con zone nascoste (esploratele tutte per far felice il vecchio Crancky Kong) piene di vite extra, bonus e... banane.

Dalla Kongo Jungle, casa vostra, alle Kremkroc Industries Inc., cupo antro del nemico, passando per la Vine Valley, le Monkey Mines o il Gorilla Glacier; c'è davvero di tutto, fino al Gang-Plank Galleon (THE END?).

Sprites estremamente fluidi e definiti, vi piaceranno soprattutto i coccodrilli palestrati in canottiera e quelli corpulenti armati di granate.

Ben caratterizzati, ovviamente, anche i personaggi principali, che nei momenti di pausa e non solo, vi offriranno fluidissime animazioni, composte da una vera e propria cascata di frames, mentre parallassi ed effetti atmosferici faranno decisamente il loro dovere: splendida la neve che va e viene dando non pochi problemi di visibilità nel livello Snow Barrel Blast.

Altro punto di forza del titolo in parola è sicuramente l’originalità, tutto è ideato in funzione del personaggio principale e così, i numerosissimi oggetti con cui interagirete, non potranno che rispecchiarne l’indole scimmiesca: barili dalle molteplici funzioni, cassette di banane, caschi di banane, fustini di birra e copertoni per auto.

I Kremlings, lucertoloni antropomorfi simili a coccodrilli organizzati a esercito, con forze di terra, di aria e di mare, saranno il vostro incubo peggiore per tutta la durata della quest, fortunatamente, nel vostro lungo viaggio, verrete anche aiutati dagli animali dell’isola che, vi ricordo, sono Rambi il rinoceronte, Enguarde il pesce spada, Expresso lo struzzo, Winky la rana e Squawks il pappagallo; quest’ultimo, tuttavia, vi verrà in aiuto una sola volta, provvisto di una simpatica quanto utile lanterna.

Ad ogni animale che ho citato corrisponde un'effige dorata, di solito posta a mezz'aria: raccoglietene tre per accedere ad uno special stage che vi permetterà di recuperare le vite andate perdute; recuperate una vita anche collezionando tutte e quattro le lettere K-O-N-G disseminate nel quadro di gioco.

Avrete a disposizione due personaggi (elemento del gameplay che resterà inalterato per tutta la serie) dei quali uno - Donkey Kong - è possente ma goffo, sarà in grado di abbattere i nemici più grossi ma non chiedetegli di effettuare salti di precisione; mentre l’altro - Diddy Kong - minuto ma estremamente agile nei movimenti, è capace di spostamenti da cecchino, consigliato in situazioni delicate.

In questo primo capitolo manca il Lost World, mondo che troveremo puntualmente nei sequel, e la possibilità di utilizzare il personaggio inattivo come proiettile o trampolino, cosa che verrà aggiunta da Diddy Kong Quest in poi.

Per quanto riguarda la colonna sonora del gioco, siamo davanti a musiche complesse ed estremamente piacevoli da ascoltare: non mi scorderò mai la prima volta che arrivai al quarto livello del primo scenario (quello ambientato in fondo al lago, per intenderci): una soundtrack veramente incredibile, senza tempo, immensa... davanti a tanta magnificenza sarebbe stato gradito il supporto del Dolby Sorround, presente ad esempio in tutti gli StarWars su SNES, ma assente qui, peccato.

E poi, bisogna citare per forza la track di "Fear Factory", superbo remake neanche troppo velato - il riff in sottofondo soprattutto - di "The Robots" (Kraftwerk).

Anche per quanto riguarda gli effetti audio, siamo nell'eccellenza: grugniti, ululati scimmieschi, risatine isteriche, ma anche il crepitio del fuoco o della pioggia sulle foglie, la goccia che cade a terra, insomma, esperienze sempre diverse e coinvolgenti.

Parlando in ultimo, ma non per importanza, di longevità, nonostante la già accennata mancanza del Lost World (leggasi: livelli segreti di una difficoltà immane) il gioco si mantiene sulle 10 ore abbondanti, mentre la rigiocabilità è più o meno tendente a + infinito.

Giudizio finale...

grafica: 99% - sonoro: 95% - gameplay: 90% - longevità: 95% - globale 95%

Titolo da avere assolutamente, eccelle in tutto: grafica e sonoro strabilianti, meccanica di gioco intuitiva e divertente, è il terzo maggiore successo commerciale su Super Nintendo dopo Super Mario World e Super Mario All Stars, non avete scusanti.

Ma che state ancora qua a leggere?

recensione a cura di Alex64