Avasinis -UD- 2.5.45
Ragionando sul come e sui perché di una strage nazista
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I fatti di Avasinis citati nel libro di Cazzullo "Viva l'Italia"
Post n°112 pubblicato il 24 Ottobre 2011 da braulink
Oggi che è in dubbio perfino la sopravvivenza stessa della nazione, stemperata nell'Europa e nel mondo globale, frammentata dalle leghe, dai particolarismi, dai campanili, Aldo Cazzullo (una delle più prestigiose firme del "Corriere") ha scritto un libro di storia e, insieme, politico: "Viva l'Italia" (Mondadori, 2010). Il racconto - privo di retorica e ricco di tanti dettagli curiosi - dell'idea di patria, dei protagonisti del Risorgimento e della Resistenza, dei combattenti che sono morti gridando “Viva l'Italia”; con un capitolo sulla Grande Guerra - Ungaretti in uniforme, Gadda indignato da “La grande guerra” di Monicelli che considera antipatriottico - e un capitolo sui caduti dell'Iraq e dell' Afghanistan. Accanto al racconto, una forte tesi politica in difesa dell'Unità nazionale e di un dato storico: in epoche diverse gli italiani hanno dimostrato di saper combattere per un'idea di Italia che non fosse solo quella del Belpaese e del “tengo famiglia”. In un testo che ha suscitato interesse e discussioni in tutta Italia, il Friuli è citato (oltre che per le vicende della prima guerra mondiale), per gli eccidi di Porzus, di Avasinis e di Ovaro. Interessante, per le tematiche di questo Blog, riproporre quindi la descrizione che Cazzullo fa dei fatti del 2 maggio 1945: "Ancora il 2 maggio 250 SS, debellate le difese partigiane cui alcune fonti attribuiscono i primi colpi, aprono il fuoco sugli abitanti di Avasinis, sul confine orientale: cadono 51 civili. La strage viene interrotta a mezzogiorno da un ufficiale tedesco, che i superstiti ricordano apparire all'improvviso su un cavallo bianco. Alcuni nazisti si sono procurati abiti civili e si danno alla macchia. Nelle stesse ore s Ovaro i cosacchi in ritirata, respinto un attacco, accerchiano il paese e uccidono decine di partigiani, fra cui otto georgiani che si sono uniti alla Resistenza, e ventidue civili compreso il parroco, don Cortiula. Nei giorni successivi i partigiani si vendicano su nazisdti e cosacchi sbandati". Una sintesi, certamente e, a parte qualche approssimazione, anche corretta (chi, da lontano, si è occupato di queste vicende, ha spesso fornito versioni approssimate e imprecise). Assai interessanti anche le conclusioni che Cazzullo trae da questo tipo di episodi: "Su queste stragi finali la discussione è aperta. Alcune furono gli ultimi fuochi di un esercito feroce e sconfitto, altre rappresaglie contro gli attacchi dei partigiani. E, in effetti, sparare sui soldati in ritirata era spesso inutile militarmente ed esponeva i civili a gravi rischi. Ciò non toglie che la responsabilità dei massacri di donne e bambini ricada innanzitutto su chi li ha commessi. In ogni caso, non è difficile intuire quanto fossero esasperati gli animi di coloro che vedevano finalmente passare la bufera, ma dovevano sopportare indifesi gli ultimi colpi di coda del nazifascismo morente". |
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PER APPROFONDIRE:
- Movimento di Liberazione
- Comune di Trasaghis
- Pro Loco di Avasinis
- Racconto di Paola D'Agaro sul 2 maggio
- Articolo su Patria Indipendente (aprile 2003)
- Articolo sulla stampa tedesca - Karstwehr aus Pottenstein
- Centro Documentazione sul Territorio - Alesso
- Stragi naziste in Italia
- Guerra nel Gemonese
- Articolo "Avasinis, un eccidio con troppi misteri"
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