Creato da anonimoaa il 13/08/2010

Le mie riflessioni

raccolta di riflessioni ed esperienze personali

 

 

Servizio č crescita!

Post n°7 pubblicato il 23 Agosto 2010 da anonimoaa
 

Avevo chiesto un appuntamento per poter parlare senza essere disturbati e ora era lì davanti che mi attendeva seduto ad un tavolo per 2 persone:era Louis, il delegato mondiale che l'amico Max poco prima mi aveva presentato. Ero stato eletto da poco al servizio di AA Italiana e colsi l'occasione di quel meeting AA in Svizzera per chiedere a Louis che cosa secondo lui potevo contribuire a fare per AA Italiana. Mi rispose:”Voi amici Italiani siete stati straordinari, avete tradotto in Italiano tutto ciò che c'era da tradurre di AA, peccato che non vi siate impegnati altrettanto intensamente nella lettura e comprensione di ciò che avete tradotto.”

Allora presi quest’affermazione, anche se fatta in modo garbato, come un'offesa. Da allora però quando leggo molti dei verbali o lavori dei vari Servizi di AA Italiana (Aree e Zone comprese) mi rendo conto che aveva ragione. Quando attraverso i verbali qualsiasi Servizio AA in Italia, cerca di governare, giustificare o suggerire,(imporre velatamente),anche cose giuste o sacrosante, non utilizza mai lo spirito ed il linguaggio che ci è stato trasmesso con la letteratura. So che ancora oggi in Europa ci sono amici che si incontrano per "Studiare" e quindi capire qualche pagina in più del grande libro;noi poiché lo abbiamo tradotto pensiamo di averlo compreso. Da anni, più di 15, il numero dei gruppi in Italia è statico o cresce lentissimamente. Recentemente ho letto la Relazione del Consiglio dei Fiduciari alla XXIII Conferenza, dove a fine pagina 2 ci si rammarica perchè ogni anno qualche migliaio di alcolisti arriva ai nostri gruppi e dopo un po’ spariscono.. Alcuni amici sostengono che non si fermano perchè non hanno toccato il fondo, oppure perchè AA non è per tutti. Personalmente le considero ottime opinioni, ricordando la letteratura, le tradizioni e l'enunciato "L'unico requisito per essere membro di AA è il desiderio di smettere di bere". Non l'essere un alcolista. Potremmo discutere all'infinito e darci continuamente ragione senza modificare nulla se non cercheremo di capire ciò che ci hanno trasmesso attraverso la letteratura i nostri fondatori. Il 7° capitolo del grande libro ad un certo punto suggerisce:" Se non ha intenzione di smettere di bere non perdete tempo a persuaderlo. Potreste sciupare una possibilità futura" più chiaro di così, niente prevenzione,niente evangelizzazione,nessuna riforma. Ricordate l'esperienza del dr. Bob, quando a quell’ alcolista che non voleva saperne di smettere di bere disse di scendere dal letto dell'ospedale perchè quel letto serviva solo a chi voleva smettere di bere? Perchè noi invece insistiamo fino a sciuparci le possibilità future? Forse il dr. Bob aveva torto? Da tempo più sento o leggo del Servizio più chiudo gli occhi e le orecchie. Recupero attraverso il Servizio! Questo lo faceva un medico più di 20 anni fa in Friuli, non era AA ! Con l'autoconvincimento del servizio come metodo di recupero, si è fatta passare l'informazione pubblica per 12° passo, un 12° passo che spesso sfiora la prevenzione e non produce l'informazione giusta; pochi si interessano e ancora meno si fermano. Quando qualcuno mi propose di candidarmi a Servitore mi sentivo e mi sento inadeguato per AA. AA merita molto di più. Si ritiene e si ripete che coinvolgendo e spingendo tutti al Servizio,AA possa crescere numericamente. Se qualcuno mi avesse detto, quando sono entrato in AA, che per crescere o recuperarmi avrei dovuto fare Servizio, beh…adesso non starei scrivendo e certamente me ne sarei stato alla larga da AA. E non è questo il messaggio che attualmente si sta trasmettendo in AA? Perchè qualcuno in mezzo al caos mentale causato dall'alcool dovrebbe fermarsi? Perchè lo stabilisce un verbale? Non sarebbe l'ora ed il caso di prendere tutti assieme in mano il grande libro e chiederci cosa significa: " Potete essere d'aiuto quando nessun altro lo può. Potete acquistare la loro fiducia quando gli altri non possono. Ricordate che gli alcolisti sono seriamente malati........la vita acquisterà un significato nuovo. Osservare persone che si riprendono, vederle aiutare altri, notare come la solitudine svanisca, vedere una fratellanza crescere attorno a voi, avere una schiera di amici: è questa un'esperienza di cui non dovete privarvi. Sappiamo che non vorrete privarvene. Il frequente incontro con i nuovi venuti e tra di noi è l'aspetto gioioso della nostra vita."Questa è AA; queste sono le cose che tutti possono e vorrebbero fare; questo è il SERVIZIO in AA. Questa è la strada maestra per crescere personalmente e come AA anche numericamente. Tutto il resto è sporca e misera TECNICA GESTIONALE, seppur necessaria per la vita di AA. Lasciamola fare per un breve periodo a pochi, a quei Servitori a cui abbiamo concesso TUTTA la nostra Fiducia. Buone 24 ore a tutti,

PM alcolista.

 
 
 

Dio come noi potemmo concepirLo

Post n°6 pubblicato il 14 Agosto 2010 da anonimoaa
 

"La passività e non l'attività."


L'efficacia del recupero personale attraverso il programma di AA è basato tutto sulla nostra concreta capacità di giungere " alla decisione di affidare la nostra volontà e le nostre vite alla cura di Dio come noi potemmo concepirLo".
Molte indicazioni che troviamo nella letteratura dovrebbero farci comprendere questa necessità, spesso però il nostro Ego o Io, singolo o di gruppo, ci distoglie dal seguire i suggerimenti del programma e ci fa preferire la più comoda convinzione di essere in grado di continuare a gestire senza bere le nostre vite e quella degli altri, con la sola nostra ragione.
Pur di non impegnarci nello studio e conseguente applicazione del programma in realtà talvolta argomentiamo la fuga da noi stessi con una falsa preoccupazione per gli altri oppure ci mascheriamo dietro il servizio agli altri, caricando sia la preoccupazione che il servizio di significati e contenuti che non hanno in AA.
Spesso questo nostro atteggiamento lo "vendiamo" come un impegno fondamentale per il recupero, al contrario noi sappiamo che lo utilizziamo per non seguire il semplice programma di AA che ci chiede costantemente di andare contro le nostre pigrizie e sgonfiare il nostro Io.
Annacquando il programma ci illudiamo di poter mantenere la nostra sobrietà e la nostra nuova posizione di non bevitore; giungiamo a chiamare la nostra tendenza ad insegnare o indirizzare gli altri, servizio, anziché sforzarci di comprendere come arrivare ad affidare la nostra volontà e le nostre vite a Dio come noi possiamo concepirLo.
In AA i veri servitori non sono coloro che agiscono ma quelli che ci guidano con l'esempio, se non sono recuperato non posso trasmettere ed "attrarre" verso il recupero. L'attrazione è l'arma fondamentale di AA anche per la sponsorizzazione, tutto il resto sono elucubrazioni, residui di malessere interiore lasciatici dall'alcool.
Nel 5° capitolo del grande Libro si legge: "...Senza aiuto siamo sopraffatti. Ma c'è Uno che è più potente, cioè Dio. Che possiate trovarLo ora!".
Per comprendere quanto importante sia questa affermazione, ho pensato di andare alle origini, cosa che dovremmo fare molto più spesso in AA, sono andato a rileggermi quel libro di William James che Ebby  consegnò a Bill W.; "Varietà di esperienze Religiose", dal quale ho estratto questi passaggi:
"...La passività non l'attività, l'abbandono non la tensione, sarà ora la nuova regola. Rinunziare al senso della responsabilità, lasciate la vostra presa; abbandonate nelle mani delle potenze superiori la cura del vostro destino; siate sinceramente indifferenti a ciò che di esso avviene, e troverete che non solo otterrete una tranquillità interiore perfetta, ma per di più, ben spesso, quegli stessi beni particolari a cui credevate di aver rinunciato. Questa è la salvezza per mezzo della disperazione, la morte per veramente rivivere, di cui parla la teologia Luterana, il passaggio al nulla di cui scrive Jacob Behmen. Per arrivarci, però, un punto critico deve essere oltrepassato, un brusco cambiamento di direzione avviene in noi, qualche cosa deve improvvisamente cedere in noi, un che di rigido e duro struggersi e liquefarsi: e questo avvenimento, come dimostreremo esuberantemente in seguito, è assai frequente, subitaneo ed automatico, e lascia a colui che ne è il soggetto l'impressione di aver subito l'influenza di qualche potenza esteriore."
Non mi sembrano affermazioni strane o diverse da quanto suggerisce il Programma di AA, certamente sono il contrario di quello che si è portati a fare; passività, abbandono, rinunzia, lasciare la presa ma quando mai? Eppure la disperazione della morte quando abbiamo toccato il fondo l'abbiamo vissuta tutti noi alcolisti miracolati.
Quando ho riletto queste indicazioni ho pensato a quanto lontani sono i temi dei nostri seminari sulla Spiritualità, perché non prenderle come tema per le nostre riunioni di gruppo? Quanto avremmo da discutere sulla difficoltà circa "La passività e non l'attività." - " L'abbandono e non la tensione" e così di seguito.
Per parte mia posso confermare che quanto più riesco ad avvicinarmi a quella passività, abbandono e lasciare il mio destino nelle mani del mio Dio tanto più trovo una serenità interiore che mi ripaga anche per quelle cose a cui ritenevo aver rinunciato. Una serenità interiore che diventa rinuncia impossibile per uno scambio con un bicchiere d'alcool.
Desidero adesso aggiungere qualcosa sul "come noi potemmo concepirlo" anche in questo caso mi avvalgo di quanto affermato da William James nel suo libro a tal riguardo.
" ....Devesi nel fatto asserire che le vite di tutti gli uomini debbano mostrarci elementi religiosi identici? In altre parole, l'esistenza di così vari tipi religiosi, di tante sètte e di tanti credo, è una cosa deplorevole o no? A queste diverse domande rispondo risolutamente :" NO". E la ragione che porto di questa mia risposta è che non vedo come sia possibile che creature in posizioni così differenti e con potenzialità così variate quali sono i diversi uomini possano avere esattamente le stesse funzioni e gli stessi doveri. Non vi sono due individui fra noi che incontrino precisamente la medesima difficoltà, talché sia lecito pretendere che elaborino identiche soluzioni. Ognuno dall'angolo visuale suo particolare mirerà una certa sfera di fatti e di preoccupazioni, che egli tratterà in modo che, si può dire, sarà unico nella sua specie. Uno di noi deve ammollirsi, l'altro irrigidirsi; l'uno deve cedere un punto, l'altro mantenersi immobile, onde difendere sempre nel modo migliore la posizione che gli è assegnata. Se un Emerson fosse forzato a diventare un Wesley, o un Moddy dovesse divenire un Widmann, tutta la coscienza umana di ciò che è divino ne soffrirebbe. Divino non significa una data e singola qualità, vuol dire un gruppo di qualità, ponendosi alternativamente a campione dell'una o dell'altra delle quali i diversi uomini possono trovare tutti le missione che per loro è più degna."
Tutti abbiamo la necessità del "Che possiate trovarLo ora!" pertanto se ho compreso bene quello che ha scritto William James, viste le diversità di credo o non credo per poterLo trovare ritengo sia più utile parlare di come ciascuno Lo ha trovato e soprattutto del cambiamento che in noi è avvenuto, non ci è richiesto di stillare graduatorie impossibili. E' evidente che in un paese dove la lingua è l'italiano si sentirà parlare in italiano, se la religione più diffusa è quella Cristiana sarà più facile sentire parlare di quel Dio ma questo non deve ne impedire ne discriminare chi ha altri credo o meno, ovviamente ciò vale anche in senso contrario.
A questo punto la cosa importante diventa la ricerca personale, attraverso le esperienze degli amici in gruppo, del modo migliore per noi di giungere alla rinuncia, alla passività all'abbandono della nostra volontà e della nostra vita nelle mani di Dio, il nostro Dio qualunque sia la nostra idea di Dio, nessuno potrà mai giudicare se è quello giusto o sbagliato, solo la nostra esperienza personale sarà in grado di valutarne i benefici di questo Terzo Passo.
Spesso ci dimentichiamo come termina il commento del Terzo Passo:
Sia fatta la Tua volontà, non la mia.
PM, alcolista.

 

 
 
 

Servizio e Servitori

Post n°5 pubblicato il 14 Agosto 2010 da anonimoaa
 

Mie riflessioni, sul servizio e servitori

 Recentemente ho avuto modo di sentir parlare di servizio e servitori in modo a me sconosciuto da quando sono in AA.
Da tempo è diventata mia abitudine di vita fermarmi ogni tanto e fare un inventario per capire se sto progredendo dall'ultima volta. La stessa tecnica la uso per capire se sono sulla strada giusta per quanto riguarda la concezione che mi sono fatto del Servizio in AA. Questa volta ho deciso di farla per iscritto al fine di poterla condividere meglio anche con tutti voi Amici AA. Con la consueta tecnica mi pongo delle domande e cerco le risposte nella letteratura AA e quindi valuto se sono vicino o lontano dai suggerimenti, ovvio che condivido questo anche con il mio sponsor e il mio gruppo.
--I^ domanda: Che cosa significa Servizio in AA e da dove scaturisce?
-Alcolisti Anonimi - Capitolo 7 - Lavorare con gli altri.
.....La vita acquisterà un significato nuovo. Osservare persone che si riprendono, vederle aiutare altri, notare come la solitudine svanisca, vedere una Fratellanza crescere attorno a voi, avere una schiera di amici: è questa un'esperienza di cui non dovete privarvi. Sappiamo che non vorrete privarvene. Il frequente incontro con i nuovi venuti è tra di noi l'aspetto gioioso della nostra vita...
.....Non dovreste esitare neanche a recarvi nel luogo più sordido della terra a questo scopo. Restate sulla linea del fuoco in questa vita e Dio vi guarderà da ogni pericolo ....
Invece noi pensiamo di aver trovato un modo migliore mandando gli altri nei luoghi sordidi, le istituzioni, sono loro che debbono inviarci gli alcolisti noi siamo gli specialisti, a noi interessa il marketing il business.
Solo se " Siamo giunti a Credere ... se abbiamo affidato la nostra volontà e le nostre vite alla cura di Dio, come noi possiamo concepirlo, se lo preghiamo di aiutarci e proteggerci" possiamo trovare il coraggio per ritornare nell'inferno dell'alcool a tendere la mano a chi ci chiede aiuto indicandogli la strada del programma.  
Per "restare sulla linea del fuoco" ogni volta che arriva un nuovo amico al gruppo cerco di carpire l'astuzia, la finezza e la disponibilità dell'amico da poco recuperato che al termine della riunione avvicina l'ultimo arrivato e cerca di convincerlo a provare, scaricandogli addosso la sua ritrovata gioia di vivere.
Spesso leggiamo in gruppo, suddividendolo per serate, il 7° capitolo del Grande libro. Personalmente lo considero il più grande trattato di psicologia scritto e comprensibile anche da bambini di tre anni (quale mi ritengo essere come alcolista). Quando ho tentato di trasmettere il messaggio di AA secondo la mia personale convinzione e preparazione, data da corsi specifici di comunicazione ai quali la mia azienda mi aveva avviato, ho fallito. Ogni volta che ho seguito quanto descritto nel 7^ capitolo ha funzionato!
A questo punto mi dico va bene per l'alcolista ma che c'entra con il servizio in AA?
--II^ Domanda: Che tipo di Associazione è AA? Io preferirei definirla Fratellanza visto quanto sopra
.
 Nona Tradizione:
.....Qualcuno ha mai sentito parlare di una società che non possa in qualche modo disciplinare i suoi membri e far rispettare le necessarie regole e regolamenti? Quasi tutte le società costituite non danno forse autorità a qualcuno dei loro membri per imporre l'obbedienza degli altri membri e per punire o cacciare i trasgressori? Ogni nazione quindi, e di fatto qualunque forma di società, deve essere un governo amministrato da esseri umani. Il potere per dirigere o governare è ovunque l'essenza dell'organizzazione. Alcolisti Anonimi è tuttavia un'eccezione, Essa non si conforma a questa regola.
--III^ domanda: E allora a che servono i servitori se non hanno nessuna autorità?
La risposta per me sta nella IX tradizione ....Ma noi possiamo costituire dei consigli di servizio o comitati direttamente responsabili verso coloro che essi servono (non dirigono)
5° Concetto: " questi servitori debbono essere sempre pronti a fare per i gruppi quello che i gruppi ovviamente non possono o non dovrebbero fare"
Chiaramente questi servitori debbono render conto a coloro che li hanno eletti.
--IV^ domanda : E le responsabilità?
Qui credo che dobbiamo veramente farci un bell'esame di coscienza un po' tutti, prima personale e poi di gruppo, prima di passare alle responsabilità dei servitori dobbiamo capire le nostre.
IX Concetto: RGSG queste persone sono i diretti funzionari dei gruppi AA.
Nell'eleggere il loro RGSG i gruppi AA dovrebbero perciò tenere a mente questa condizione.
Da qui il bisogno, da parte dei gruppi, di vagliare attentamente il metodo di scelta di queste rappresentanze. Dovrebbero essere evitati metodi approssimativi.
Dal Manuale di Servizio USA : di solito, i futuri RGSR hanno passato due o tre anni di continua sobrietà in AA, e dispongono di tempo libero per riunioni di (Zona Area e Assemblee). Bisogna inoltre tener presente che possono diventare Servitori di Zona o di Area, perciò il gruppo dovrebbe considerare se un candidato ha le qualità e il tempo per possibili futuri compiti.
Per sceglier bene, ogni gruppo dovrebbe conoscere a fondo i futuri compiti del suo RGSG.
Nella Leadership in AA nel IX Concetto ci viene ricordato:...noi abbiamo solo bisogno di cercare queste persone e concedere loro la nostra fiducia.  ( Non tutti servitori, a tutti i costi)
Altro discorso riguarda il periodo ed il modo con il quale si scaricano gli amici nel servizio. La tecnica che impedisce la crescita di AA è quella che definisco a dente di sega. Nessuno nasce maestro quindi tutti abbiamo bisogno di imparare. Eleggiamo un servitore il quale ha bisogno di tempo per comprendere cosa deve fare e quando è giunto a comprendere e quindi è in grado di dare noi lo sostituiamo. Che sia autolesionismo?
Per quanto riguarda le responsabilità dei servitori possono essere di due tipi in base all'incarico, ci può essere una componente legale per gli atti che compie per conto dell'associazione, non viviamo fuori dalla società.
L'altra componente è la responsabilità che deriva dalla IX tradizione: ...direttamente responsabili verso coloro che li hanno eletti. Rendere conto di come e cosa si è fatto per concretizzare la volontà della coscienza del gruppo, e non comunicare la propria regola al gruppo
Ancora dal Manuale di Servizio USA: ...E se un servitore si eclissa? Tre aree su cinque riferiscono che SI loro in questo caso rimpiazzavano senza chiasso quel servitore. Parecchie Aree pensavano che di questo si dovevano occupare i RGSG. Erano i RGSG che sceglievano il loro Rappresentanti. Osservare l'andamento e fare se necessario una sostituzione era compito loro.
Dopo varie soluzioni si cerca di dare l'indicazione verso la 9^ tradizione, saranno coloro che li hanno eletti che valuteranno quale azione intraprendere se far dare le dimissioni o meno.
In Italia abbiamo costruito sulla carta una struttura impeccabile, abbiamo previsto tutto e cosa tutti debbono fare.
---V^ domanda: Perché in ogni parte della struttura mancano i servitori?
Passi per un gruppo piccolo ma gli altri? Inutile spacciare il servizio per parte fondamentale del recupero.
Primo, abbiamo appena letto "questi servitori debbono essere sempre pronti a fare per i gruppi quello che i gruppi ovviamente non possono o non dovrebbero fare". Il gruppo fa il programma per aiutare i membri a Recuperarsi crescendo spiritualmente al fine di trasmettere nel modo migliore il SUO messaggio all'alcolista che soffre ancora. I servitori fanno altro.
Secondo, i Legati che ci hanno lasciati i fondatori sono Tre, ci sarà pure un motivo per il quale uno si chiama Recupero, un secondo Unità e un terzo Servizio, o no?
Dove sta l'inghippo?
-MANTENIAMOLA SEMPLICE,si raccomandava così il Dr. Bob verso Bill W
Recentemente ho letto qualcosa, o forse troppo, sulla Zona, non mi stimola andare oltre. C'è scritto tutto quanto debbono fare gli altri, sembra un manuale per pilotare un aereo, giù i flap, dentro il carrello, motori al massimo ....io che non sono un pilota rinuncio.......al servizio, e penso che molti altri amici siano spaventati più di me.
Quando leggo il manuale di Servizio Italiano mi cresce la preoccupazione, l'ansia, mi sembra il manuale del computer, fare cosi, fare colà, fare relazioni ...(anche se viene usato il condizionale e non l'imperativo), quando mi leggo il Manuale Usa sento una calma e una tranquillità, tutto è indicato o suggerito secondo lo spirito del Programma e delle Tradizioni di AA, e pensare che sorregge da decenni la struttura mondiale di AA e di tutte le AA nazionali che crescono.
Ho avuto l'onore di partecipare come ospite ad una Conferenza Inglese, pur con la difficoltà della lingua ho avuto la sensazione di essere protagonista immerso in una realtà che conoscevo attraverso la letteratura, che sensazione. Là non mancano i servitori e i gruppi non sono pochi.
In conclusione ho la sensazione che per fare il meglio abbiamo dimenticato il Bene.
Si è data preferenza, incensandolo, all'aspetto burocratico del servizio, più che all'aspetto spirituale che caratterizza la nostra AA. E' diventata più importante la forma che la sostanza, dando la possibilità alle personalità di prevalere sui principi. Siamo giunti a spacciare per indispensabile il superfluo. Il comitato del comitato del comitato che parla parla secondo le regole del manuale e non fa nulla. Il guaio è che non è necessario né richiesto dai gruppi, ma fa parte di una struttura imposta, vuota e inadeguata alle reali esigenze dei gruppi. Ci si è dimenticati che in AA contano i PRINCIPI non le regole.
Gli alcolisti come me si sforzano di adeguarsi ai principi del programma e delle tradizioni ma rifiutano le regole.
Ecco perché a mio parere mancano i servitori.
Può essere che mi sbagli, ma non ne sono convinto, da troppi anni non vedo cambiamenti, crescita.
Nel gruppo si "suggerisce di nominare il responsabile di X" in zona si "suggerisce che ci sia il responsabile di X" in area si "suggerisce che ci sia il responsabile di X" ai Servizi Generali c'è "un responsabile di X", tutte fotocopie. Ci siamo mai chiesti se AA ha veramente bisogno di tutte queste fotocopie?
E il RGSG che fa?
Il IX° Concetto ci ricorda che sono i diretti funzionari dei gruppi AA, a che servono le fotocopie quando dovremmo avere solo gli originali?
E la Settima? Se rimborsassimo solo i servitori originali il nostro cappello sarebbe sempre colmo per aiutare chi ancora soffre.
PM alcolista

 
 
 

Quarto Passo e la stima di noi stessi

Post n°4 pubblicato il 13 Agosto 2010 da anonimoaa
 

L’importanza del 4° passo è ben espressa nel libro di William James Varietà di Esperienze Religiose (E’ quel libro che Bill W. pur con una lettura alquanto difficile divorò dalla prima all’ultima pagina, così sta scritto in AA diventa adulta. ) quando parla della confessione del sistema cattolico che la definisce, in uno dei suoi aspetti, poco più che un metodo sistematico per conquistare l’equilibrio mentale di cui si sente di aver bisogno per essere in esatta relazione con la propria divinità.

 

L’equilibrio mentale e la corretta relazione con il mio Dio o Potere Superiore erano certamente due cose che mi mancavano durante il periodo di alcolismo attivo. Pensavo di conoscermi, dopo aver iniziato a fare il 4° passo ho scoperto un’altra persona che ad oggi non conosco ancora completamente. Il filosofo diceva conosci te stesso e conoscerai il mondo. Dopo le prime riscoperte di me stesso mi sono detto: dove pretendi di andare se non ti conosci, che cosa presenti agli altri se non sai neppure tu cosa hai in casa tua? Come pretendi di camminare se non riconquisti un equilibrio mentale e non sei in grado di metterti in relazione con il tuo Dio? Da dove partire? Solitamente le disgrazie i problemi, le avversità, le ingiustizie, tutto insomma era causato dall’esterno, dagli altri, era sempre colpa degli altri, Dio compreso, mai colpa mia. Il commento al 4° passo nei 12 e 12 inizia: “La natura ci ha dotato di istinti per uno scopo. Senza di essi non saremmo esseri umani completi.” anch’io, con l’aiuto dell’alcool, avevo imparato ad usare in modo non equilibrato quegli istinti che hanno causato il disordine del mio alcolismo attivo. Ecco il suggerimento di AA, parti sempre e comunque da te stesso. Non è stato facile scendere dal gradino della perfezione, per non ritornare in fallimento il mio inventario è stato da subito profondo e senza paura, non è mai finito perché con il passare delle 24 ore la crescita spirituale fa diminuire la paura e quindi la ricerca diventa più accurata e profonda. Inizialmente l’inventario è partito dalle passività ossia dai difetti, le cose negative o meglio gli istinti distorti, subito però ho avvertito la necessità di controbilanciare le passività con le attività, sorprendentemente ho scoperto che avevo molta difficoltà a vedere le mie qualità eppure “ La natura ci ha dotato di istinti..” questa è l’evidenza di quanto poco mi conoscevo. L’attenta lettura del 4° passo, oggi dico il continuo studio, il mettere in comune in gruppo e nella vita, sono stati fondamentali per comprendere e continuare a capire molte delle situazioni di disagio, difficoltà che avevo causato e che mi causavano infelicità. Se oggi sono diventato adulto assumendomi le mie responsabilità nella vita è perché ho compreso che non posso più dipendere, pretendere giuda, protezione o approvazione da altri. Non posso imporre i miei istinti agli altri, li renderei sicuramente infelici, allo stesso tempo non posso appoggiarmi pesantemente agli altri la mia pesantezza li allontanerebbe. L’elenco più importante però non è quello dei miei difetti bensì, come indicato nel 4° passo del Grande Libro, l’elenco dei miei risentimenti, elencandoli su un foglio di carta un poco alla volta mi hanno permesso di evidenziare le mie paure e soprattutto la bassa stima che avevo di me stesso.

Raramente in gruppo ci si sofferma e si approfondisce l’argomento della stima di se, eppure un recupero spirituale non può prescindere dall’approfondire ciò che riguarda i sentimenti che ognuno ha di se stesso. Non è a caso che nei quattro esempi del grande libro la parola autostima compaia cinque volte assieme alla parola paura. Bassa stima di se, paura e risentimento sono malesseri dell’animo che causano malattie spirituali. L’errata stima di se genera uno squilibrio mentale poiché ti fa sentire diverso da quello che in realtà sei e non ti permette di esprimerti come sei e quanto vali. Quando bevevo la stima di me era bassa e ciò stava ad indicare che non mi volevo bene e tutti i miei atteggiamenti e le scelte erano indirizzate a subire la vita più che a viverla. Avevo sempre bisogno dell’approvazione degli altri, tendevo a conformarmi alle idee degli altri, anche se non le condividevo, ritenendo che quello fosse il modo giusto di propormi o farmi valere , anch’io sono importante perché sono a fianco di una personalità e ripeto le stesse cose.Solo quando ho compreso che il programma di A.A. mi proponeva di modificare il mio rapporto con me stesso rimettendo dentro di me il giusto ordine, Dio, gli altri e me stesso ho compreso l’importanza di trovare la giusta stima di me stesso.Avere una buona stima di sé non significa mettere i piedi in testa agli altri, ma comprendere il proprio valore e comprendere quale è il proprio posto nella società e nel mondo. In questo modo più ci si stima più ci si vuole bene e facendo leva sulle proprie capacità si raggiungono gli obiettivi, …..il coraggio di cambiare quelle che posso….. La bassa stima di sé crea degli svantaggi in tutte quelle occasioni in cui ci si deve presentare agli altri poiché non si è convincenti nel descrivere e trasmettere le qualità che effettivamente possediamo; difficilmente si riesce ad abbandonare il sentimento di delusione e amarezza perché si ha paura di fallire. Ecco perché il quarto passo che ci permette di conoscerci e riconquistare un equilibrio mentale è fondamentale per il recupero personale. Una delle prime massime che ho sentito ripetere da quando sono entrato in AA è “Fallo per te stesso”. Come potevo pensare di farlo per me stesso, era una bestemmia il massimo dell’egoismo! Eppure funziona! Raggiungere la giusta stima di sé stessi sembrerebbe una cosa importante solo per la persona, al contrario è la base per una solida crescita anche di tutta A.A. Nell’opuscolo, “Il gruppo AA …dove tutto ha inizio” (l’unico e vero manuale del gruppo) c’è scritto che anche il gruppo dovrebbe fare il proprio inventario. Se io non ho una giusta stima di me stesso come posso trasmetterla al gruppo? Come può il gruppo tramite il suo RGSG trasmettere l’autostima all’Area? Come possono i Delegati dell’Area trasmettere l’autostima alla Conferenza? E questa come può essere autoritaria e trasferire a sua volta l’autostima ai servitori dei SGI? E questi all'esterno di A.A.? Perché per essere qualcuno come associazione dobbiamo essere iscritti da qualche parte? Non crediamo fino in fondo in noi stessi e nei principi del programma, la stima che noi abbiamo di noi come associazione è bassa, per questo abbiamo bisogno dell’approvazione o di sentirci protetti sotto l’ala di qualcuno o di qualcosa per ritenerci importanti. Da tempo è aumentata la convinzione che se non cresciamo come associazione è per colpa degli altri, per poca informazione pubblica, poco servizio e poca conoscenza dei Concetti, mentre non ci passa per la testa la nostra poca crescita spirituale, “parti sempre e comunque da te stesso!”.

Se veramente desideriamo il nostro benessere personale sarebbe opportuno crescere in stima di noi stessi, A.A. nel suo insieme ne trarrebbe immediatamente vantaggio. Non è l’informazione pubblica che fa crescere A.A., al massimo la fa conoscere, che fa crescere A.A. è la trasmissione del messaggio che un anonimo alcolista fa ad un altro alcolista che desidera smettere di bere. La forza e l’efficacia della trasmissione del messaggio passa attraverso una crescita di fiducia in ciascuno di noi che conseguentemente viene trasmessa sia all’interno che all’esterno di A.A. Solo se aumenteremo la nostra autostima riusciremo, con l’aiuto di Dio, a trasmettere più efficacemente il messaggio a chi ancora soffre. Con il quarto passo ho compreso che debbo sempre e comunque partire da me stesso non dagli altri.

PM alcolista

 

 

 
 
 
 

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