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Gocce a caduta libera...

Post n°2524 pubblicato il 24 Luglio 2016 da ANIMAdigattaNERA
 

 

 

... è da molto ormai che non faccio alcun progetto, consapevole, che in una manciata di secondi tutto può essere mandato all'aria, vivo alla giornata, nel momento esatto in cui respiro, nulla di meno o di più.
Basta lo squillo di un telefono.
In una delle solite stanze che rasentano il codice rosso, divise da linee sul pavimento spesse e colorate, è strano quando appoggiata alla sponda di una lettino tutto improvvisamente diventi ovattato, il tempo si misura in gocce a caduta libera, tra parecchi respiri profondi, lo sguardo si sposta sistematicamente tra la persona sdraiata di fronte a te, alla flebo, alla solita finestra che cerco in qualsiasi posto io finisca, come fosse l'unica via di fuga, come se quel vetro sottile non bloccasse l'energia, l'adrenalina implosa, e la voglia di urlare anche se (forse)non in attinenza alla situazione. Apparentemente immobile osservo i nuovi arrivati, dolore in ogni forma e parti del corpo, impensabili attimi. infranti come uno specchio rotto, in cui l'immagine si frantuma in altre mille immagini di te, si cerca di raccogliere più schegge possibili, ma non tornerà più come prima, mai più. Voci dalle tonalità acute, lacrime, domande,infinite domande, ed esseri umani che cercano di rispondere, intervenire, salvare...
Prendo la mano di mio padre, tutto sommato lui sta "bene", non ha nulla di così grave rispetto al resoconto fatto dei suoi compagni d' avventura. Un flebile tocco al mio fianco.... mi guarda tra le bende e mi dice, ho bisogno... chiamo al volo il medico, in modo forte tra quel caos, mi guarda come per dirmi che vuoi tu? decisamente infastidito... non raccolgo, ma gli faccio segno, è per lui... sobbalza e interviene, e dopo pochi minuti lo portano via.
Mi sussurra... grazie, gli dico auguri... e mi sento uno schifo, un qualcosa che affonda come fossero sabbie mobili, è quel senso d'impotenza in mezzo a tutto quel dolore, quegli sguardi e lacrime, quell'odore acre di sangue, e disinfettante, non meno di paura, lo riconosco tra mille, è pungente, quasi una violenza, lo leggi negli occhi, nelle mani sudate che stringono sbarre o lenzuola, in corpi ranicchiati immobili, in mondi alternativi creati al momento per sopravvivere a questo.
Poi, dopo ore e ore riesci ad uscire da lì, ormai è già notte, non c'è aria, nessuna stella a cui affidare i sogni, ma, finalmente in macchina, sola, puoi piangere, perchè anche tu hai una nuova paura da un po', che poi è certezza, quella di finire lì dentro e di non avere nessuno a tenerti la mano.
Fermi i pensieri e non le lacrime... in fondo non è stato un giorno di vita perso.


Commenti al Post:
moon_I
moon_I il 24/07/16 alle 19:06 via WEB
...quel senso di impotenza lo conosco bene ed ancora oggi mi tormenta...in macchina non eri sola mentre piangevi, ecco...ciao...G...
 
 
ANIMAdigattaNERA
ANIMAdigattaNERA il 31/07/16 alle 14:39 via WEB
Mi spiace che le mie parole possano essere cosė sentite e condivise, vuol solo dire che hai provato dolore, in un modo che tutt'oggi riesce a farsi sentire... Un abbraccio e grazie di cuore, ciao Nė
 
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