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« Messaggio #35lei sorrise.. »

Vieni a casa mia?

Post n°36 pubblicato il 23 Settembre 2015 da azzurraio26

Cristina disse così quella volta,ci sembrò un buon invito,un pò strano perchè Cristina non era una della nostra "cerchia" ma, acconsentimmo tutti quanti, forse solo per prenderci gioco di lei o per curiosità.Si diceva in paese, che a casa sua ci fossero gli spiriti.

Cristina aveva lunghe trecce castane, spente, come spenti erano gli occhi e sorrideva di rado.Quando la madre la chiamava per rincasare,lei batteva forte i piedi e gridava,come un cane preso per il guinzaglio e trascinato con forza. Adesso, penso che quello per lei consistesse nel suo odio contro quel mondo grigio e puzzoso di piscio e di lisciva sporca,        capisco quanto liberatorio era per lei, quel battere dei piedi.

Da bambini o,forse solo io, non tieni conto di parecchie cose, riguardo a possibili inviti, la più importante fra tutte, quella dei genitori di chi ti fa l'invito:quelli di Cristina erano degli handicappati, per usare un termine felice.

Si perchè il padre aveva due orecchie molto grandi su una testa e un corpo piccolo,aveva inoltre un vocione da orco ma era del tutto innoquo.Minus,con Q.I. 30, così avrebbe scritto una dottoressa di mia conoscenza,visitandolo e facendogli il test sulle capacità mentali.

Pare che fosse superdotato e che sciupasse i soldi con donne di malaffare(così correva voce in paese).Ai miei occhi di bambina e poi di ragazza mi sembrava strano che un tipo come lui si fosse sposato o meglio,che lo avessero ammogliato,credo sia più giusto dire così!

Per il paese lui era l'"aricchiuto "

La mamma di Cristina,una donnina piccina picciò,aveva i capelli legati fortemente dietro,una crocchia bassa,forse era una treccia; faceva le pulizie, tutti la trattavano come un essere inferiore e anche i bambini si prendevano la confidenza di darle del tu.

Cristina era una ragazzina taciturna,sapeva della sua famiglia,sapeva della sorella maggiore data in affidamento a una famiglia agiata del paese e solo il fratello, un ragazzotto abile che stava imparando il mestiere di muratore e che non somigliava nè per carattere nè per fisico ai genitori, stava con Cristina il pomeriggio,atteggiandosi a bulletto del quartiere,stava seduto con lei ai gradini esterni di casa propria.

Quel pomeriggio rimasi io sola con Cristina, mi sembrava brutto lasciarla lì e scappare via, più o meno come avevano fatto gli altri, che rimasero fuori dal portone. Ricordo che il portone, non aveva la maniglia,bensì un buco dove ne usciva un laccio che, tirandolo, si apriva.Gli altri,scappando, avevano  gridato in coro:"Cristina orecchie lunghe"...ridendo forte forte,che matti..Ancora oggi a distanza di tanto tempo, rivedo ancora quel viso, la sua espressione, forse sarebbe più corretto dire: la sua non espressione.Infatti niente.., non aveva espressione..

Dai primi scalini saliti,traballanti e crepati, sentivo dentro una specie di smania, e a poco a poco un pochino di paura che, però aumentava sempre più; guardai Cristina che stava già al piano e feci finta di niente,ci sorridemmo,con delicatezza ma,avrei voluto essere a casa mia, davanti al televisore oppure sul lettone di mia zia, a mangiare pane e uva..

Arrivata accanto a Cristina lei mi disse qualcosa ,mi girai perchè mi sembrò di aver intravisto qualcosa, qualcosa che attirò la mia attenzione..come se mi fissassero.. Mi girai.. dalla parete cadente, il muro perdeva l'intonaco,il gabinetto non aveva la porta, per terra il pavimento era in parte rotto e in alcuni punti mancava addirittura il soffitto e un'odore di muffa e di umidità riempiva la casa

Fu un attimo, e in quell'attimo mi sentii salvata da un benedettissimo topo,grande,grigio e frettoloso..

Iniziai a gridare e istintivamente feci le scale non so come, so solo che, un attimo dopo ero già a casa mia.

Cristina mi è rimasta nel cuore, lei la sua casa, la sua dolce ingenuità, e poi da grande la sua rabbia contro il mondo.

Cristina è stata meno fortunata di me, forse

Ha sposato un uomo che l'ha riempita di figli, credo anche di botte,e che nel giro di niente ha dilapidato l'eredità del nonno paterno di lei,(uomo d'onore, rispettoso e rispettato),senza un vero e proprio lavoro ma gestendo piccole bische clandestine, travestite da sala giochi. 

Quando piove e sento freddo,penso di Cristina.

 

A Cristina, che è rimasta...mentre io scappavo portandomi la rabbia dentro.

BUON ANNO CRISTINA,CHE SIA BUONO DAVVERO.

A Natale sono andata dai miei.Il paese si sta sempre più ingrandendo e mentre al supermercato mi ero incollata due casse di acqua e una confezione di biscotti e non vedevo l'ora di poterne mangiare uno, dietro al reparto delle salse ho rivisto Cristina.Volevo abbracciarla, dirle che la ricordo sempre e magari darle gli auguri...chissà ho pensato:adesso le chiedo se viene in macchina a fare un giro, magari a prendere una granita al limone al porto! Ho cercato i suoi occhi, uno sguardo che potesse farmi avvicinare..ero incerta,poi mi sono avvicinata, stava parlando con un'altra donna, forse una vicina.Parlavano dei figli in genere, e Cristina si lamentava della sua, forse la maggiore, che rincasava tardi la notte e non diceva dove trascorreva il tempo. L'ho vista con una strana espressione, come se anche i figli la trattassero come eravamo soliti trattarla noi, i bulletti del quartiere...l'ho aspettata fuori, mi sono messa a piangere come una fontana, mentre la gente mi passava vicino, qualcuno mi ha guardata. Cristina è uscita con una bottiglia di vino, di quello sciolto e un incarto del supermercato in mano, forse del salame..sono andata vicino a lei e le ho detto:CIAO CRISTINA, TI RICORDI DI ME, DI QUANDO SI GIOCAVA INSIEME..mi ha guardata e mi ha detto: FORSE MI SCAMBIA..ed è andata via, ha attraversato la strada ed è entrata in un portone. Cristina abita lì, lo so, al primo piano.Sono rimasta un pò ferma, im mezzo alla strada..qualcuno mi ha pure gridato dal finestrino della macchina,mentre passava. Ho acceso una sigaretta, l'ho fumata tutta, poi ho pensato che Cristina mi odia, ci odia, lo ha sempre fatto.Quando mi sono iscritta alle superiori, lei mi ha detto che sarei cambiata, che così prima o poi me ne sarei andata, lei aveva finito le medie due anni dopo e non perchè era deficiente..aveva tanta rabbia in corpo che avrebbe potuto far scoppiare l'universo. Alla fine, penso che l'hanno promossa perchè non aveva fatto nemmeno un'assenza, del resto almeno a scuola il pavimento non sarebbe caduto da un momento all'altro, come a casa sua. Vorrei dire solo a Cristina:SCUSA, per quella volta che ti ho accusata e tu eri innocente e quando mi hai visto, io avevo paura che mi avresti picchiata, invece muovevi la testa, le tue code me le sono viste dentro al naso, vicino agli occhi, poi ti sei messa a piangere, a gridare che non era vero..ed è stata la fine, cara Cristina.

Penso che sia stato quello il momento di non ritorno, in cui ho deciso di farmi prendere a calci dal mondo intero..se ci sono riuscita? In parte!!

Quando eravamo piccole, al paese, al curvone avevano da poco tirato su un palazzone, pure con l'ascensore, e non ci voleva nemmeno la moneta per salire e scendere..Ricordo che ci passavamo i pomeriggi a salire e scendere, era la nostra giostra,poi misero il portiere e fu così che dovemmo dire addio all'ascensore. Non fu una grossa perdita, perchè prendemmo ad andare alla spiaggia della fornace abbandonata, a fare i ricci.Quando andammo a casa cotti e rossi come pomodori, mia madre mi diede una dimostrazione di come sono fatte le mani dei contadini...un orecchio mi divenne gonfio e tumefatto nel giro di pochi minuti e quella fu l'ultima volta che mia madre mi mise le mani addosso.Ma quella è un'altra storia.

Ciao Cristina, forse la prossima volta che ritorno, suono al tuo campanello e ti chiedo se mi indichi la via del porto, se per favore sai di quel baretto dove andavamo a rubacchiare all'anziano signore..

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Commenti al Post:
Bizzozzero
Bizzozzero il 24/09/16 alle 19:45 via WEB
...BELLISSIMO...COINVOLGENTE!!!! Complimenti vivissimi. Pino
 
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