Creato da gianor1 il 07/01/2005
Da qualche parte una farfalla batte le ali e mette in moto un meccanismo irreversibile dalle conseguenze imprevedibili.
 

Messaggi di Novembre 2016

Arcobaleno di lacrime

Post n°715 pubblicato il 28 Novembre 2016 da gianor1
 


Le lacrime, velando gli occhi, cambiano i colori del mondo.
Anche il sorriso, illuminando lo sguardo, cambia i colori del mondo.
E in più può cambiare il nostro colore,proiettando dall'essere una radiosità che troveremo rispecchiata negli sguardi altrui. Anche a distanza.
Una questione di scelta da applicare momento per momento.
Per quanto sia faticoso, ne vale la pena. 

 
 
 

Il portafoglio

Post n°714 pubblicato il 25 Novembre 2016 da gianor1
 

Sono ottimisti, loro: per dire oggetti smarriti ci aggiungono...ritrovati. Hanno ragione. Se è vero che nulla si crea e nulla si distrugge, è logico che quanto viene smarrito sia prima o poi ritrovato. Di questo era sicuramente convinta mia nonna e da lei avevo imparato la tenacia da applicare alla ricerca di ciò che si era perso: un pallone tra i cespugli, un giubotto dimenticato in un taxi, un portafoglio...Ecco, il portafoglio: ne avevo denunciato lo smarrimento alla fine di marzo, ovviamente dopo aver cercato dappertutto. Borse, tasche, cassetti, pavimento, senza trascurare la perlustrazione del locale dove avevo trascorso la serata. Niente. Così era iniziata la trafila dei documenti da duplicare: carta d'identità, patente, carta di credito...
Oggi sentivo il primo freddo autunnale e arrendendomi al clima ho indossato il montgomery, ho notato un eccessivo rigonfiamento. Come un mago da cabaret di quart'ordine, ho estratto il coniglio dal cilindro dalla tasca interna, il portafoglio smarrito, che lo aveva misteriosamente accolto e ospitato per tutto questo tempo. Dovrei darmi del babbeo, invece sono contento: non tanto per i 75 euro ritrovati, quanto per la foto della patente che mi ritrae diciottenne, quando la chioma mi lambiva la nuca e la fronte. Già, sebbene mia figlia sostenga che sia meglio adesso, mi piacerebbe essere ancora in grado di scegliere liberamente la lunghezza della capigliatura. Ma in fondo devo fidarmi di Humphrey Bogart che disse:" Chi se ne frega dei capelli in testa, sono i peli sul petto che sono importanti".

 
 
 

Nervoso

Post n°713 pubblicato il 21 Novembre 2016 da gianor1
 

 

Ogni volta che sento l’espressione “parla come mangi”, mi vengono in mente quelli che mangiano cinese, o giapponese, e li collego a un celebre presentatore della tv  che sosteneva bastassero cinquecento parole per parlare un italiano decente.
La mia consideraziione è questa:  cerchiamo di non prendere tutto alla lettera: è che le persone che potrebbero parlare e scrivere come Dio comanda, avendo capacità superiori a quelle del 90% dei propri concittadini, e se ne vengono fuori con le espressioni da sedicenni trogloditi cresciuti a Mars e T9 mi fanno venire un nervoso, ma un nervoso.

 
 
 

Come un cagnolino

Post n°712 pubblicato il 18 Novembre 2016 da gianor1
 

Conoscere una persona è un po’ come accedere in casa sua. A volte capita di trovare la porta aperta, fai un primo passo, poi magari ne fai un altro e un altro ancora, e quasi senza accorgertene ti trovi, col consenso di chi ci abita, a girarla tutta, e ti siedi sul divano, e guardi fuori dalla finestra, e dai un’occhiata nemmeno troppo imbarazzata dentro quel cassetto lasciato mezzo aperto. Capita che visiti quella casa ogni giorno, a volte ti ci fermi a lungo e a volte un po’ meno, resti a mangiare, parli del più e del meno e parli anche di qualcosa che va al di là del come stai e cos’hai fatto oggi. Ma il tempo passa, e non ci sono molte possibilità: o in quella casa ti fermi, oppure, impercettibilmente ma inesorabilmente,  passi dallo starci un giorno a starcene mezzo, e poi tre ore, e poi due e insomma ci siamo capiti. Il cassetto rimane chiuso. Un giorno sull’appendiabito vedi una giacca che non è tua e nemmeno di lei, e allora fai un passo indietro, e poi un altro e un altro ancora, ti inventi un impegno, una telefonata da fare, non vuoi essere di troppo, non vuoi essere inopportuno, non vuoi fare domande. Essere amici, voler bene, e tanto, ad una persona significa saper uscire, pensi. Ed è quello che fai, avviandoti verso la porta.


 
 
 

Disattenzione

Post n°711 pubblicato il 14 Novembre 2016 da gianor1
 



E' notorio che l'orso caccia dappertutto ma non guarda mai nella sua tana. In tal senso, orsi lo siamo un po' tutti quando trascuriamo le opportunità pregne di bellezza e degne d'interesse facilmente raggiungibili, vicine o addirittura adiacenti. Così, capita che solo notando dei turisti  in visita a Cagliari che accedono ai musei della città, si riscoprano angoli e scorci segreti, nicchie dimenticate, spicchi d'oblio e squarci occulti allo sguardo ormai cieco dinanzi all'abituale.
Vittime della trascuratezza sono pezzi di spazio ma anche lassi di tempo, ogni volta che ci si dimentica della grandezza irripetibile di ciascun istante. Sia chiaro: lo scrivo come promemoria e incentivo innanzitutto per me, che con due passi avanti e uno indietro sto piano piano imparando.
Lo sto facendo anche grazie a mia figlia Cris, che m'invoglia a esplorare il qui e ora, stamane sotto forma di luci e colori tra le fronde ondeggianti del parco di Molentargius, con gli occhi felici di sostituire in ogni momento la macchina fotografica.

 
 
 

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L'educazione è una cosa ammirevole,ma è bene ricordare,
di tanto in tanto,che nulla che valga la pena di conoscere
si può insegnare.
Oscar Wilde



PROVERBIO SARDO
Nen bella senza peccu,nen fea senza tractu.
Non c'è una bella senza difetto,nè una brutta senza grazia.


"Il lavoro del maestro è come quello della massaia, bisogna ogni mattina ricominciare da capo: la materia, il concreto sfuggono da tutte le parti, sono un continuo miraggio che dà illusioni di perfezione. Lascio la sera i ragazzi in piena fase di ordine e volontà di sapere - partecipi, infervorati - e li trovo il giorno dopo ricaduti nella freddezza e nell'indifferenza. Per fare studiare i ragazzi volentieri, entusiasmarli, occorre ben altro che adottare un metodo più moderno e intelligente. Si tratta di sfumature, di sfumature rischiose ed emozionanti.Bisogna tener conto in concreto delle contraddizioni, dell'irrazionale e del puro vivente che è in noi. Può educare solo chi sa cosa significa amare".

 

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