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Beato Alano De Rupe

Beatus Alanus de Rupe, B. Alain de la Roche, il Beato Alano della Rupe

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OMELIA SOLENNITA' DI TUTTI I SANTI 1-11-2013

Post n°63 pubblicato il 01 Novembre 2013 da beatoalano
 

1 novembre: TUTTI I SANTI

 

+ Dal Vangelo secondo Matteo(Mt. 5,1-12)

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Parola del Signore

                   

Spunti omelia 2013: La Festa di tutti i Santi è la festa dello sbocco del fiume della vita nel mare sconfinato di Dio: la sorgente di questo fiume è il giorno della nascita alla vita di Grazia nel Battesimo: in quell’immersione l’anima contempla il Cielo e ne vede il suo posto nel disegno della Redenzione, e quella visione diventa una capacità di scelta della nostra chiamata, ovvero la ricerca del nostro posto nella vita. Chi vive la contemplazione nella preghiera di quel posto unico e irripetibile, non respira invidie o gelosie o frustrazioni, per chi si realizza, e neppure vive passivo, ma percorre con decisione il sentiero misterioso ed unico, segnato per lui da Dio.

Ma qual è il luogo di partenza della via del Cielo? Essa è la misera condizione esistenziale terrena, nelle sue varie espressioni: la povertà dell’esistere, che è la solitudine, l’abbandono, la mancanza di dignità, lo sfruttamento; una povertà, però, che è, a immagine di Maria Santissima, illuminata dalla fede (ο πτωχο τ πνεματι): da essa le varie sfaccettature della povertà: il pianto (ο πενθοντες); la mitezza (ο πραες); la fame e sete della giustizia (ο πεινντες κα διψντες τν δικαιοσνην); la misericordia (ο λεμονες); la purezza del cuore (ο καθαρο τ καρδίᾳ); l’essere operatori di pace (ο ερηνοποιο); essere perseguitati per la giustizia (ο δεδιωγμνοι νεκεν δικαιοσνης); essere insultati, perseguitati, e, mentendo, ricevere ogni sorta di male per causa di Cristo (μακριο στε ταν νειδσωσιν μς κα διξωσιν κα επωσιν πν πονηρν καθ' μν ψευδμενοι νεκεν μο). Aggiunge San Luca che questa è la strada unica tracciata da Dio: “Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione.
Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti”: le consolazioni e le sazietà del mondo aprono altrettante strade miseria, dove Cristo apre strade di Cielo.

Ma perché la povertà è una luogo privilegiato da dove si diramano le strade del Signore? Perché la povertà è il luogo privilegiato nel quale Maria Santissima incontrò Dio. Ella nel Magnificat parla di “tapenoisis”, ovvero il luogo di piccolezza e di nascondimento nel quale avvenne questo incontro sponsale, ed è diventato nei Piani misteriosi della Redenzione, il Santuario dell’Essere Redenti.

La Festa di tutti i Santi, allora, ci fa contemplare la strada di tutti coloro che si sono realizzati, e ci fa lodare la Sapienza infinita del Costruttore di sentieri di vita.

Questa strada percorrila, non ascoltare le critiche e i rimproveri, vai avanti, è la tua unica e irripetibile strada che ti porta al Cielo. Scrive l’Imitazione di Cristo: “O beata dimora della città suprema, o giorno spendente dell'eternità, che la notte non offusca; giorno perennemente irradiato dalla somma verità; giorno sempre gioioso e sereno; giorno, per sua essenza, immutabile! Volesse il cielo che tutte queste cose temporali finissero e che sopra di noi brillasse quel giorno; il quale già illumina per sempre, di splendida luce, i santi, mentre, per coloro che sono pellegrini su questa terra, esso splende soltanto da lontano e di riflesso!” (lib.III).

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