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Goab il Deserto Colorato

Post n°5 pubblicato il 25 Ottobre 2011 da Amarganta_silvercity

 

[…]Lo spettacolo che si offrì ai suoi occhi era davvero incredibile: ovunque era sabbia che fluiva lenta come un grande fiume in piena, insinuandosi di qua e di là in stranissimi vortici e correnti, fiotti e cascate, per poi raccogliersi in colline e dune di grandezza e altezza diverse, ma sempre in gruppi dello steso colore. La sabbia azzurro chiaro si ammassava in dune azzurre, quella verde in colline verdi e quella viola in montagne viola.[…]

Ogni altura infatti aveva una sua particolare tonalità, che non si ritrovava in nessun’altra. La più vicina era di un bel blu cobalto, la seguente giallo zafferano, dietro ne luccicava un’altra rosso carminio, e poi ancora altre color indaco, verde mela,azzurro cielo, arancione, rosa pesa, malva, turchese, lilla, verde muschio, rosso rubino, ocra, giallo indiano, rosso cinabro e blu lapislazzulo. E così sempre di seguito, una dopo l’altra, da un’estremità all’altra dell’orizzonte, fino a dove arrivava lo sguardo. Ruscelli di sabbia d’oro e d’argento scorrevano fra le colline e dividevano i colori  gli uni dagli altri.[…]

Poi udì di nuovo quel cupo rombo che faceva tremare il deserto, ma questa volta era vicinissimo. […]

Sulla cima della collina rosso fuoco c’era un gigantesco leone.

Stava proprio contro il sole, così che la sua possente criniera aureolava il muso leonino come una raggiera di fiamme. Ma questa criniera e anche il resto del mantello non erano gialli, com’è di solito la pelliccia del leone, ma di unrosso altrettanto intenso quanto la sabbia su cui posava.[…]

Solo allora il leone volse lo sguardo verso Bastiano e il ragazzo ebbe la sensazione di sentirsi avvolgere da una cappa fiammeggiante, tanto da essere ridotto in cenere all’istante.[…]

<<Io>>, esclamò il possente animale, <<sono  Graogramàn, il padrone del Deserto Colorato, chiamato anche la MorteMulticolore.>>

(tratto da La Storia Infinita di Michael Ende © 1979 by K. Thienemanns Verlag, Stuttgart , Longanesi & C., © 1981)

 

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