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La memoria che si ribella

Post n°162 pubblicato il 03 Marzo 2010 da antilega

 

C’è una memoria che si ribella, proprio ora che sembra tutto perduto, ora che il conformismo e la rassegnazione hanno preso il sopravvento.

E’ il grido di rabbia di chi la memoria la serba stretta come un patrimonio prezioso che bisogna preservare e diffondere.

Ed è sintomatico che ad urlare questa rabbia siano tre vecchi o meglio tre “veci” veneti di estrazione e cultura differenti, tutti preoccupati che la memoria venga cancellata dai nuovi egoismi e che sulle macerie del ricordo si possa costruire un’Italia diversa da quella per la quale hanno combattuto.

E così lo scrittore veneto Andrea Zanzotto parlando della lega arriva ad affermare che la memoria è minacciata “dalla falsa difesa delle radici”.

(http://blog.libero.it/Antilega/7794409.html)

E così l’imprenditore  veneto Gianni Tonin, (http://blog.libero.it/Antilega/8480355.html)  che, andando contro il razzismo dilagante, ospita quattro famiglie rom nel cortile della sua fabbrica, ricorda con forza quando nella sua infanzia, come tanti altri veneti, lui era un povero ma, ricorda con nostalgia «Io e i miei ridevamo e cantavamo sempre, avevamo la fede: poveri i ricchi!»

 

Giuseppe De Marzi ha 74 anni, lo chiamano Bepi secondo la tradizione del suo Veneto. E’ un compositore. Per chi ama le montagne per chi ha pianto un amico, un caro perito sulle cime, Nepi è “il compositore”. Bepi quando aveva ventitre anni scrisse e musicò “Il Signore delle cime” forse il più bel canto di montagna.

Bepi è una persona libera, legato alla storia della sua gente fatta di sacrifici e riscatto, Bepi ha la memoria da preservare, una memoria che non può essere cancellata dai nuovi barbari in camicia verde.

Bepi è presente il 1 marzo a Montecchio (Vi) al corteo a favore degli immigrati nella giornata nell'ambito dell'iniziativa "Un giorno senza di noi", prende la parola e citando un altro vecio veneto, il grande Rigoni Stern dice: “Siamo tutti paesani sia di Montecchio che del mondo. E quando un nostro fratello viene umiliato, ci sentiamo umiliati anche noi.”.

In questi giorni Bepi e sua moglie  stanno lasciando il paese nel quale hanno vissuto per anni. Vanno via da Arzignano perché non possono vivere “dove c’è la lega”, il loro sindaco ha deciso di stare con al lega e questo fa “inorridire” Bepi.

A 74 anni c’è da portare via la propria dignità ed una memoria da salvaguardare. I nuovi barbari possono rimanere soli.

Grazie maestro!!!

 


 

 
 
 
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