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L'inutilità dei Sumeri

Post n°2529 pubblicato il 29 Agosto 2006 da Le.Arabe.Felici
 
Foto di Le.Arabe.Felici

 

I Sumeri (sag-gi-ga) sono un antico popolo della Mesopotamia meridionale, celebri per non aver fatto praticamente un cazzo durante la rutilante storia della loro civiltà. La scrittura cuneiforme sumera, che consisteva nel tracciare una serie di linee fallomorfiche senza alcun significato, potrebbe aver preceduto l’utilizzo della scrittura tramite T9 nei telefonini cellulari moderni.
Il termine Sumero è in realtà un esonimo (un nome dato da un altro gruppo di persone), il cui significato è “Coglioni che non hanno voglia di fare un beato cazzo”. I Sumeri si descrivevano come “la gente dalla testa nera” (sag-gi-ga), per il fatto che adoravano cagarsi in capo,  e chiamavano la loro terra “l’inutile distesa di sterco di alpaca” (Ki-en-gi). Alcuni archeologi hanno anche avanzato l’ipotesi che i Sumeri fossero indigeni delle pianure della Mesopotamia o dei personaggi di Paperopoli scappati dalla propria città subito dopo una epidemia di scolo. La lingua sumera è una lingua isolata perché non appartiene a nessun ceppo conosciuto, sebbene attualmente venga utilizzata da Biscardi o, in alternativa, dai bambini posseduti dal demonio mentre roteano la testa di 360 gradi vomitando zuppa di piselli verde.
I Sumeri abitavano in diverse città-stato, costretti in caravan e roulotte. Ognuna di queste città era centrata su un tempio dedicato al dio della città (di solito una grossa vulva alata) e governata da un re, che per motivi ancora ignoti, di solito era un orsetto lavatore con i genitali amputati.
Alcune tra le più grandi città furono (non in ordine cronologico): Babel, Ninive, Eridu, Kish, Lagash, Uruk, Ur, Topolinia e Nippur. Come queste città cominciarono a crescere, sentirono l’esigenza di primeggiare l’una sull’altra, provocando così un millennio di quasi incessanti guerre sui diritti per l’acqua, le rotte commerciali e la figa.
L’agricoltura sumera dipendeva strettamente dall’irrigazione. L’irrigazione era ottenuta attraverso l’accanita masturbazione dei contadini con spargimento di fiacco ed imbolsito seme sui campi coltivati a maggese. I canali che convogliavano sapientemente lo sperma esigevano frequente manutenzione, e la continua rimozione dello smegma prostatico. Il governo richiedeva agli individui di lavorare nei canali, esentandone le donne che spesso si ingravidavano artificialmente gettandosi nude all’interno dei bacini stessi.
La pianura del Tigri-Eufrate era carente di minerali e alberi. Le strutture sumere erano fatte di mattoni di argilla convessi, non fissati con malta o cemento. Da questo si evince che le loro costruzioni fossero di una bruttezza straziante.
Lo storico Alan Marcus disse: “I Sumeri avevano una prospettiva abbastanza dura della vita. ”. E col pensiero aggiunse “Sono stati veramente un popolo di merda”.
Un Sumero scrive: “Lacrime, tormento, angoscia e depressione sono dentro di me. La sofferenza mi sommerge. La malasorte mi trattiene, e porta con sé tutta la mia vita. Nulla che non possa essere risolto con un pippone malinconico ed una doppio malto”. I Sumeri erano dediti al culto di Sbirulino.
Il declino dei Sumeri, fortunatamente, avvenne ben presto, grazie ad un grosso cetaceo che inghiottì la valle del Tigri ed Eufrate liberandoci per sempre da questo inutile popolo, studiato ancora oggi nelle scuole per motivi che ci sfuggono.
 
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