Creato da Le.Arabe.Felici il 03/11/2005
Riteniamo lo scambismo semplice tradimento ad amministrazione controllata e il bang bussing il modo ideale per un viaggio di piacere
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Distanti e disabili, noi
Cordiali lettrici, cordiali lettori,
alcuni obblighi editoriali governano la mia presenza all’interno di queste pagine che sordidamente imbratto con sollazzevole cordialità. Uno è la rimarcata necessità di adulare e religiosamente adorare gli amministratori di Libero, onde ottenere la rilevanza che ci permette di sovrastare in classifica Blog oggettivamente più meritevoli, contro il cui splendente fulgore di almanacchi e stornelli in vernacolo a nulla varrebbero gli sforzi di un’intera redazione di emeriti stronzi, pur affascinanti, qual siamo.
Diverso e decisamente stoico è, invece, l’obbligo morale di proporre occasioni di riflessione per la tarda mattinata del lunedì, durante la quale si spera che più accattivanti aperitivi, caffè, the, scorze di limone e cornetti, lascino che queste poche righe siano completamente ignorate o che un’accidentale lettura delle stesse sia prontamente seguita dalla lettura di un Post su Valentino Rossi, Grande Fratello, Amici di Maria, onde riportare allo stato vegetativo qualsiasi forma neurocelebrale.
La distanza è un termine ormai anacronistico e molti sono gli eventi che si intrecciano e producono effetti su vite tra loro in apparenza distinte. L’incertezza del prezzo del mais nell’Illinois spegne i sogni di una nuova famiglia in Campania. La caccia ad un anfratto ancora inviolato in Afghanistan genera un immane spreco di risorse e lascia in strada i senzatetto a Detroit. Variazioni del clima polare impoveriscono il potere d’acquisto delle nostre pensioni minime.
Tutto ciò che succede è come se fosse dietro l’angolo, rapidamente lo si apprende, inesorabilmente determina un cambiamento.
L’essere prossimi al tutto è comunque un gran vantaggio. La disponibilità è illimitata, il movimento è ridotto all’essenziale, lo scambio è frenetico, la conoscenza è diffusa, la velocità è altissima.
Possiamo comprare in Giappone, vendere in Australia, comunicare con l’Indonesia, argomentare in Brasile, protestare in Birmania e giocare a Las Vegas. Senza muoverci da una scrivania, disponendo di un computer ed una connessione ad internet, il principale acceleratore di questo strabiliante sistema di trasporto.
Chi è distante oggi?
Mentre scrivo e da Roma in un lampo mi leggono, c’è qualcuno che fissa la porta, stretta, di un ascensore e pensa a quanto sia distante, fisicamente, il terzo piano, la sua casa.
Con un click compro quadri dal Belgio, e qualcuno a Bari o Milano, è distante, fisicamente, per colpa di un marciapiedi.
Senza muovere un passo da casa, vedo un film, un concerto, un evento. E qualcuno, invece, mai fermo, combatte la distanza, fisica, e spinge con vigore quattro piccole ruote.
Qualcuno che ogni giorno si impegna per avvicinare, per ridurre, per partecipare. Non al superfluo, al divertente, ma all’essenziale ed all’indispensabile.
Solo chi ogni giorno, ogni minuto, lavora per colmare la distanza conosce la soddisfazione della meta.
Solo chi incontra la distanza in ogni luogo comprende il valore dell’essere vicino.
Solo chi affronta la distanza per vivere e non per dimostrare, sa che l’agire è un privilegio prima che un dovere.
Per i disabili è questa la difficoltà: una società, distante, che non conosce, non comprende, non sa agire.
Non parcheggi riservati, non corsie preferenziali, non prime file ai concerti e alle partite.
Ma libertà. Ridurre le distanze, permettere il confronto e garantire dignità.
Pensiamo sia solo un problema di spazi. Pensiamo sia solo un problema di mezzi. Pensiamo sia solo un problema di altri. E ad arte mettiamo una finta distanza. Ci rendiamo disabili. Ci nascondiamo alle spalle di governanti disabili. Ci conformiamo a costumi di cittadini disabili. Con frenetico ritmo umiliamo chi è lento.
E con un click, rapidissimo, cambiamo argomento.
Cordialità
Yossaryan
Ciao Gigio!Prendi la dovuta distanza da questo turpe lupanare!
Ma se invece ci ritieni degni della tua compagnia, resta con noi!
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