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Poesie di B.Z. n. 18 e 19

Post n°13 pubblicato il 07 Settembre 2016 da ilblogdibruzu
 

Poesie di B.Z.  n. 18 e 19   I tradimenti  -  I Topi umani

 

I TRADIMENTI

 

Sono i tuoi figli

che vigliaccamente sparano

 alle spalle, in vili attentati,

mascherati da falsi proletari.

Tu lu hai educati:

la resistenza, i falsi miti,

le celebrazioni, inutili, gli orpelli

e le bugie ingigantite.

Di delinquenti ne hai creato eroi

gli assassini sono stati decorati.

Ora pagano con la stessa moneta

I tuoi macabri insegnamenti.

Coccodrillesche  lagrime vengono

versate sul sangue di vittime innocenti

come allora: e come allora

devi giustificare i tradimenti.

Lassù, uomini veri aspettano

Il giorno che i fratelli, non dimentichi,

bucheranno le notti tempestose

con il raggio della verità

 

 

I TOPI UMANI

 

A lungo ho taciuto;

lunga notte , fosca, ha coperto

per anni , come pietra che

nasconde il silenzio, o come

oceano che nasconde i suoi abissi;

ma da quale delle molte porte

che si aprono, la luce intensa

che penetra accecando i topi

umani pronti ad uscirne,

colpirà ed illuminerà

i ciechi per far trovar loro

la strada abbandonata?

Usciron  lenti e mesti

Come predati in guerra,

come prigionieri di un tempo lontano.

I si affollarono intorno,

urlando, imprecando, alzando

bandiere,  pugni chiusi e rutti

immondi che appestavan l’aria.

Come la violenza dell’inferno,

la grande furia che ancora

grondante e madida nel corpo,

si asciugava  al dardeggiar cocente;

ma non la mente ancora umida e bagnata

di tutta la ruggine accumulata

nei lunghi anni tetri

nascosti dalla pietra;

e ancora non vedevano, ma

stravolti, dall’accecante luce del giorno,

vagavano cercando un appiglio, un appoggio

e molti ancora cadevano calpestandosi,

mentre da tutte le gole erompe il

grido d’angoscia, come un

lamento incessante, crudele.

E dopo l’accanimento dei pipistrelli,

ecco volteggiare e piombare voracemente

sulla marea, gli uccelli predatori,

avvoltoi e falchi rapaci pronti a togliere

dalle orbite quegli occhi bruciati

dall’accecante bagliore,

ma pronti ad aprirsi  alla verità della terra.

Ancora tanti restaron ciechi,

ed il sangue scorreva a rivoli,

come si tagliassero le vene del giorno.

E noi ancora impotenti

A fermare la carneficina,

mentre la lama si abbatteva

ancora violentemente e

storpiava, squarciava,

mutilava orrendamente.

 

 

 

 

 

 
 
 

Poesie di B.Z. n. 16,17

Post n°12 pubblicato il 07 Settembre 2016 da ilblogdibruzu
 

Poesie di B.Z.  n. 16,17  A mia madre - Poundiana


A MIA MADRE

 

Sei rimasta sola, mamma

E nella tua solitudine

Hai potuto ricostruire

Passo per passo, giorno

dopo giorno, la tua esistenza

e quella dei tuoi cari.

Forse vi è stato un momento

felice nella tua vita,

non vado a cercarlo io.

Io con tè ho potuto conoscere

tutto il tragico bagaglio che può

accompagnare la vita;

ma orgogliosamente

e dignitosamente hai superato

le sferzate di un avverso destino.

Forse nell’altra vita potrà

arriderti la gioia di ritrovare

quella presenza di chi

ti lasciò troppo presto.

La terra dei tuoi ultimi anni

che avrebbe dovuto darti

il raccolto da te seminato

ha riservato, nel tuo peregrinare,

frutti se non amari

nemmeno dolcissimi.

Ogni uomo nella sua esistenza

Deve passare attraverso prove

che lo consumano

e che gli danno in un tempo futuro

la vera dimensione della vita.

 

 

POUNDIANA

 

Nascosto lì dietro, con il “pack”

un gelido richiamo per scaldare

il deserto dei pensieri e delle notti.

Chiama Marcuse,  quando scorpione

si congiunge con Venere e la rabbia

si costruisce con merda.

e la pseudo rivoluzione in provetta,

robot viaggiante dalle torri del cremlino

ci porta nell’incommensurabile nirvana

della distruzione totale. Là dove

ci chiamano i feticci, Lenin, Gramsci,

la distesa dei teschi,

le steppe ucraine,

le foibe titine,

i massacri “radiosi”,

le strade di Ho-ci-min

e co il ticket si viaggia

sino ai paradisi cambogiani e vietnamiti.

Ma qui, già pronti a liquare per il

falso profeta e per il mistificante

cantautore borghese capitalista,

che blenorragia e sifilide rossa

portano nelle sgangherate e immonde

immagini trasudanti  e

longicome antenne.

Dove, con il pedagogo invertito

il mellifluo unguento è pronto a

cospargere Petronio, per i suoi

luridi progetti con Berlinguer pronto

come roffia ad imbrattare di pus

virulento e fetido le metastasi della società.

E li omini di Ezra

pronti a ripulire con melaina.

Dal forese con forcule e forcelle

a passar di spazio, sui lambrecchini

e le psefite abbandonate.

Gli stucchi e gli orpelli,

centrosinistra, libertà,

comunismo, democrazia,

pluralismo, convergenze,

Sciascia, Laiolo, Andreotti,

bacherozzi, serpi, veleni,

rabdoceli, sparsi in ogni posto,

scioperi, sindacalisti ,

ruffiani, ministri,

prostitute, lenoni,

ridicoli accaparratori,

socialisti ambigui

e rigurgito di vomito

di donne incinte.

 

 
 
 

Poesie di B.z - 14,15,.

Post n°11 pubblicato il 07 Settembre 2016 da ilblogdibruzu
 

Poesie di B.Z  n. 14,15,. -Tempo perduto - Humus -


TEMPO PERDUTO

 

Quando il tuo sguardo corre lontano,

e nello stesso tempo si porta là,

nella zona trepidante,

in cui amore e martirio sono gemelli

tu mi aspetti,

ed io cerco di arrivare puntuale

all’ appuntamento onde,

nel punto d’incontro

trovarci e  perderci

e ritrovare assieme dopo i dolci,

lunghissimi spasimi

delle nostre membra,

quella inebriante  e sottile

atmosfera di appagamento

che si può sentire nell’ aria

e che riporta l’aroma

di legni e di meli, di frutti

dolcissimi, di terra scavata,

di anfore antiche, di chiostri lontani,

di mare pescoso, di tempo perduto.

 

 HUMUS

 

Mia tenera e dolce signora,

abbiamo dovuto recuperare il tempo,

e a ritroso nel tempo

abbiamo recuperato le nostre vite.

Raccogliemmo da un luogo nascosto

ciò che abbiamo dato senza gioia,

scoprendo la strada segreta

del piacere e dell’amore

a noi improvvisamente rivelatosi.

Come in una ricerca affannosa

Ci siamo scontrati e raccolti,

ci siamo percorsi ansiosi,

abbiamo cambiato tante volte

cercando di trovare i nostri orpelli,

le vecchie medaglie,

le delusioni, i trionfi  e tutto ciò che

avevamo gettato

nel fondo del mare.

E l’abbiamo ripescato;

ritornato in superficie

ha ritrovato  la sua lussureggiate

condizione di humus favorevole.

Ora fiorisce, germoglia

in tutta la sua rigogliosa

sensualità, lascivia, abbandono.

Trasporta amore, languidezza,

con ritmi travolgenti e

spasmi acuti che raccoglie

tutto il nettare che il fiore

nella sua turgidezza, riesce

ogni volta e sempre più

prepotentemente, a gettare

nel grande fiume che lo raccoglie

e lo trasporta verso il mare.

Letto grande ed accogliente.

 

 

 
 
 

Poesie di B.Z. - n. 11,12,13

Post n°10 pubblicato il 07 Settembre 2016 da ilblogdibruzu
 

Poesie di B.Z.   - n. 11,12, 13 La lunga Strada - Profanazione,  - Schiava

 

LA LUNGA STRADA

 

La lunga strada del fiume

mi portava te come una

rutilante autostrada.

Cercavo, affannosamente

La tua bocca, affinché

il calore e la tua generosità

non venissero fermati;

sentivo la mia anima

a cascate, scendere e

palpitare gorgogliando,

mentre nasceva la gran febbre

e le cose grandi si facevan  piccole

e giganti le piccole cose e tutte insieme

si avvolgevano, si perdevano

nella terra di versilia

in una lunga esasperante

disperazione.

 

PROFANAZIONE

 

Ti ero ancora vicino,

sulla spiaggia ardente

e il tuo corpo bruciava;

la mia mente tormentata,

sconvolta, vagava nei

misteriosi abissi dell’uomo.

Cercava la rabbia,

la delusione, l’oblio,

il perdersi nel nulla.

Il tuo corpo nudo,

color del bronzo brunito

palpitava, come negli

ardori del letto,

cercando nella rena sottile

il piacere intenso

della struggente profanazione,

che preghiera e

misteriose fattucchiere

lontano nel deserto

del pensiero

trafiggevano nel ventre,

per tenerla lontana

dalla violenza e dalla

stupidità delle cose.

 

 

 

SCHIAVA

 

Tu sei la mia schiava;

per quando ho sete, per quando ho fame,

tu porti tutti frutti generosi della tua terra;

tu li conservi gelosamente

affinché io mi possa nutrire;

tu li rendi più teneri più

appetitosi per le mie brame.

Tu mi fai bere nel calice

più profumato e prezioso;

tu semini il terreno

con i miei chicchi di grano;

ed io, dopo la lunga traversata

nel deserto, ti trovo nell’oasi

e assieme al cammello,

possiamo rifugiarci

dalla tempesta di sabbia,

nella tua tenda.

 
 
 

Poesie di B.Z. n, 8,9,10

Post n°9 pubblicato il 07 Settembre 2016 da ilblogdibruzu
 

POESIE DI B. Z -  - N. 8,9,10 -UOMINI E MOTORI -AGHI DI PINO -AUTUNNO

 

UOMINI E MOTORI

 

Non voglio girare  intorno

a una ruota che altri ha creato:

sola comodità

una semplice tenda,

dove in modo acuto il rombo

e la solitudine si insinuano

e le mani ritrovano

il loro mezzo,

quando immersi nel fango

uomini e motori

scavano l’umanità.

 

 

 

 

 

AGHI DI PINO

 

Come lunghi aghi di pino

i miei occhi trafitti dal pianto

si immergevano nel buio

della notte calda e sensuale

della tua terra.

Il rompersi delle onde

sugli scogli portava

dentro di noi il sapore

del sale a lungo aspirato.

E lo sciogliersi dei nostri pensieri,

accompagnato dai lunghi silenzi,

si congiungeva assieme

a dolciastre volute di fumo.

 

 

 

 

 

AUTUNNO

 

Sento la dolcezza dell’autunno

Sfiorarmi dolcemente con i suoi

colori caldi e morbidi-

Foglie ingiallite che il vento

leggero innalza

e poi fa lentamente cadere.

Ricordi di ieri,

momenti di vita.

Forse è questo l’abbandono

o il ritrovar se stessi

per affrontare con rinnovato vigore,

le angosce, i perigli,

le gioie, gli affanni,

le vittorie e le sconfitte,

di ieri, di oggi e forse

di domani.

 

 

 
 
 
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