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BREAKING NEWS         15cenne impazzito o Killer spietato?

AGGIORNAMENTO delle ORE 17.00  Oggi, sotto la casa del giovane arrestato, i giornalisti hanno tentato di raccogliere le dichiarazioni di qualcuno dei membri della famiglia travolta da questa tragica vicenda. Ma invano, hanno atteso d’avanti al portone del palazzo.  L’appartamento del quindicenne è situato nelle case popolari di via Madonna della Scala. Questa mattina, in paese, i nicoteresi hanno assaltato le edicole per accaparrarsi una copia dei giornali locali, andati a ruba. Forse per capire se le voci, che si sono diffuse tra la gente alla velocità della luce, fossero fondate.

Ieri, durante la perquisizione, la polizia scientifica ha raccolto elementi definiti “interessanti”, ed individuato materiale rilevante, ai fini dell’indagine sull’omicidio Minniti. Tuttavia, durante la perquisizione nell’appartamento del ragazzo, effettuata dai carabinieri, non è stata trovata l’arma del delitto. Il giovane alto 1.65 cm, è incensurato, non tossico dipendente, apparentemente non legato alla criminalità organizzata. Il padre prima ricopriva la mansione di bidello presso una scuola del luogo, adesso svolge qualche lavoro saltuario. Uno dei fratelli del 15enne è stato implicato in un omicidio una decina di anni fa. Non è ancora chiaro cosa abbia potuto armare la mano del ragazzo. Forse la necessità di reperire denaro a causa delle difficili condizioni economiche della famiglia.

La stampa locale e nazionale non ha rivelato il cognome della famiglia coinvolta nella tragica vicenda. Perchè secondo l'articolo 7 del Codice deontologico dei giornalisti, che espressamente richiama la Carta di Treviso, e secondo il codice di procedura penale, gli organi d'informazione, non possono divulgare dettagli ed informazioni idonee ad identificare un minore coinvolto in un reato. Pertanto anche noi ci atteniamo alle norme del Codice di Deontologia.

Ma come si è giunti all’identità del giovane studente? Sicuramente non grazie alla collaborazione dei cittadini nicoteresi, imbavagliati dall’omertà. Un contributo importante è giunto dal lavoro investigativo della polizia scientifica, che ha ricostruito, tassello dopo tassello, l’intera vicenda. Il 15enne sarebbe giunto alle 19.30 nel tabacchino di Minniti, vestito di nero e con il viso coperto da una sciarpa nera. Battendo il pugno sinistro sul bancone ha ordinato al tabaccaio di consegnare tutti i soldi dell’incasso. Minniti, dopo aver svuotato il cassetto, dentro cui vi erano solo 200 euro, è stato raggiunto da tre colpi di pistola al petto ed è morto sul colpo. La Scientifica ha analizzato i bossoli ritrovati sul pavimento, i quali appartengono ad una pistola calibro 7,65.

Il giovane killer è poi uscito dal tabacchino, con ancora la pistola in mano, camminando lentamente, senza dare nell’occhio. Si è poi dileguato tra la folla di gente che ogni sera si raduna, in via Roma, in quella centralissima piazza del paese, dirigendosi,  verso la “fontana dei monaci”. Ad orientare i sospetti verso il minorenne sarebbero state le sue caratteristiche fisiche, quali l’andatura leggermente ondulatoria e la rigidità del braccio destro. Particolari che, insieme alla corporatura esile del rapinatore, sarebbero stati notati dalle decine di persone che la sera dell’omicidio erano in piazza. Si cerca ancora di capire se qualcuno ha aiutato il giovane killer o è stato mandato da terzi alla tabaccheria Minniti, trasformando così un ragazzo, come tanti altri in un assassino.

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