Creato da: Soul_Edge il 31/10/2007
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Libertà di razzismo in quel di Barcellona...

Post n°13 pubblicato il 24 Novembre 2007 da Soul_Edge
 
Foto di Soul_Edge

Sembrerebbe una conferenza culturale come molte altre quella che andrà in scena stasera a Barcellona. La classica presentazione di un libro politico discusso dal politico autore. Solo che lo scrittore in questione non è il Vespa o il Pansa catalano, ma bensì David Duke, ex deputato repubblicano della Louisiana ed ex "gran visir dei cavalieri" del Klu Klux Klan (la foto è di quando era ancora un giovincello che bruciava i non-bianchi). Oltre che gran sostenitore dell'apartheid, o "separatismo bianco", come preferisce chiamarlo. Ovviamente la questione non è passata inosservata nella penisola iberica e si è scatenato un macello. Oltre a varie manifestazioni di protesta di gruppi anti razzisti, anche numerosi politici, giornalisti ed intellettuali hanno cercato in tutti i modi di impedire la presentazione de "la supremazia ebraica. La mia scoperta della questione ebraica, il potere ebreo nell'ombra", ma la magistratura ha bocciato ogni ricorso e ha dato l'ok alla discussione sulle panzane razziste del cinquantasettenne americano. Hanno comunque disposto che il dibattito dovrà avvenire sotto controllo delle forze armate che avranno il compito di interrompere in qualsiasi momento la conferenza se questa dovesse prendere derive antisemite e razziali (cosa abbastanza prevedibile visto il soggetto e vista la qualità dell'oggetto, il libro). Inoltre l'intero dibattito sarà registrato e trasmesso per intero all'autorità giudiziaria, che procederà alla denuncia nel caso di cui sopra. Ah già, la libreria dove avverrà il tutto ha consigliato alle persone che assomiglino molto ai naziskin (ovvero i naziskin) di non partecipare affatto, per non creare disordini.

Resta da chiarire come si possa permettere a certa gente avente un curriculum del genere (ricordo che era un boss del KKK e già questo dovrebbe dire tutto) di imbastire conferenze su argomenti palesemente razzisti. Specie in Spagna dove da poco si sono avute violente manifestazioni dell'estrema destra, concluse con feriti gravi tra poliziotti e manifestanti, in seguito all'omicidio di un diciassettenne. Mah..come gettare benzina sul fuoco...

 
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Li abbiamo voluti far rientrare?! Pensavate fosse finita qua?

Post n°12 pubblicato il 21 Novembre 2007 da Soul_Edge
 
Foto di Soul_Edge

La notizia è recentissima... I simpaticissimi ex regnanti italiani, i Savoia, hanno avuto la bellissima idea di recapitare, tramite i propri avvocati, due lettere contenenti richieste di danni al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio dei Ministri. In queste lettere Padre e Figlio chiedono allo stato Italiano un risarcimento dei danni morali causati dai 54 anni di esilio forzato che si sono fatti dopo la fondazione della Repubblica. La cifra chiesta è alquanto pesante (di quelle che farebbe voglia di ridergli in faccia): Vittorio Emanuele chiede 170 milioni di Euro, il figlio Emanuele Filiberto invece si accontanta di 90 milioni, ha meno pretese... 260 milioni in tutto (interessi esclusi), senza contare inoltre che rivogliono indietro anche tutti i beni espropriati dallo Stato Italiano dopo la loro cacciata.

Verrà accolta la richiesta? ma ovviamente no (oddio...si spera!)... Anzi si potrebbe anche chiedere a loro i danni per 20 anni di fascismo, di cui 3 di guerra mondiale e 2 di occupazione nazista. E penso che il conteggio dei danni sarebbe superiore, e di molto, a 260 milioni. 

 
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Ogni tanto tutti facciamo qualcosa di buono...

Post n°11 pubblicato il 16 Novembre 2007 da Soul_Edge
 
Foto di Soul_Edge

Sono contento di annunciare finalmente la morte ufficiale di Identità, Tradizione, Sovranità; il gruppo del Parlamento Europeo che più a destra non c'è (e ora non c'è per davvero!). E sono contento di dire anche che il killer in questione è un italiano. Anzi, un'italiana per la precisione. Analizzando più a fondo si scopre inoltre che, paradossalmente, l'italiana di cui si parla non è che Alessandra Mussolini, fiera nipote di colui che ha finito la sua vita nelle tristi sembianze di una provola appesa dal macellaio. Il simpatico gruppo di fascisti di mezza Europa nasce circa 300 giorni fa, il 15 gennaio 2007, per l'unione nel Parlamento Europeo di sette deputati del Fronte Nazionale (Francia), tre di Interesse Fiammingo (Belgio), tre di Attacco Unione Nazionale (Bulgaria), uno del Partito delle Libertà (nome insolito per le caratteristiche ideologiche del partito, comunque Austria), uno anche per l'Indipendente (U.K.), due italiani ma appartenenti a diversi partiti (Mussolini per Alternativa Sociale e Romagnoli per Fiamma Tricolore) e cinque del Partito della Grande Romania (Romania, ovviamente..). Pare infatti che siano state le dispute interne "Italia-Romania" a far esplodere il partito. Alla base di tutto ci sono alcune dichiarazioni molto diplomatiche della Mussolini che, seppur conscia di aver romeni nel gruppo parlamentare, dichiara cavalcando l'onda xenofoba che si è formata dopo l'omicidio Reggiani: "Violare la legge è divenuto un modo di vita per i romeni, si allontani come indesiderabile l'ambasciatore romeno da Roma". Ciò ovviamente non è andato giù all'ultra destra romena che da canto suo ha accusato la Mussolini di essere "una portavoce del razzismo fascista! Ci ricorda suo nonno, il dittatore fascista", come se prima non sapessero chi fosse. Dopo questo allegro scambio di battute, i romeni decidono di lasciare in blocco il gruppo facendo crollare i partecipanti a questo a 18. Peccato però che non si può, per regolamenti interni al Parlamento Europeo, costituire un gruppo parlamentare con meno di 20 deputati, quindi gruppo sciolto e tutti a casa, tra gli applausi del Parlamento stesso. Vabbeh, tutti a casa purtroppo no, dato che manterranno lo status di parlamentare fino alla scadenza del mandato. Ma sono comunque costretti a rifugiarsi nel gruppo misto, rinunciando però a vari diritti. Non potranno infatti ricevere contributi europei, non potranno nominare portavoce (quindi altri soldi in meno) e non potranno più far campagne "politiche" (virgolette più che mai giuste). Conteranno quindi quanto il jolly a scopone.

Finalmente la Mussolini fa qualcosa di giusto nella sua vita. Le siamo grati per ciò.

 
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Il libertarismo di Nozick

Post n°10 pubblicato il 12 Novembre 2007 da Soul_Edge
 
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Robert Nozick elabora una teoria liberalista all'interno di una prospettiva normativa che per molti versi si avvicina all'anarchia. La sua corrente politica è infatti denominata come "libertarismo", un indirizzo etico, politico ed economico che propugna la difesa e la radicalizzazione del liberalismo classico. Lo scopo di questa corrente di pensiero è quello di limitare al massimo l'intervento dello stato, riducendone ai minimi termini le funzioni, specie quelle economiche che dovrebbero essere annullate per lasciar libero corso alle logiche di mercato.

Nel suo "Anarchia, Stato, Utopia" (1974) pone come punto di partenza per un'analisi della società gli individui con i loro diritti. Essi sono liberi e padroni di se stessi, e i diritti che possiedono sono assolutamente indipendenti da contratti o accordi di qualsiasi genere, e per questo intangibili. Questi individui, trovandosi in uno stato di natura, farebbero a meno di imboccare la strada del contratto, ma per ovviare ai mali della loro situazione e per costruire uno stato legittimo ricorrerebbero alle leggi di mercato. Per garantirsi la propria sicurezza gli individui cominceranno dapprima a costituire associazioni di mutua protezione e poi, con la divisione del lavoro, ad acquistare protezione da compagnie costituite da altri individui per vendere questo servizio. I problemi derivanti dalla pluralità di queste compagnie avranno come conseguenza che prima o poi restera sul mercato solo una compagnia di protezione dominante. L'adesione a questa compagnia sarebbe volontaria, quindi molti individui potrebbero decidere di starne fuori, ma ciò comporterà problemi di difficile soluzione nel caso di controversie tra gli affiliati e gli indipendenti. Quindi, per garantire ai propri clienti sicurezza e corrette procedure di risoluzione dei conflitti, la compagnia dominante dovrà impedire agli indipendenti di farsi giustizia da soli. Ciò, secondo Nozick, non violerebbe i loro diritti, o almeno non lo farebbe se la compagnia di protezione, come risarcimento per la proibizione, li includerà tra i propri clienti in modo gratuito. Viene a nascere cosi lo stato minimo, il quale è legittimo in quanto non viola i diritti di nessuno.

Nozick con questa teoria vuole dimostrare costruire uno stato senza la formulazione di un contratto, ma, l'inclusione forzata degli indipendenti nello stato, per quanto venga risarcita, sembra in contrasto con l'impostazione libertaria della sua stessa teoria.

Un altro punto in cui gli studi di Nozick si soffermano è la critica verso i principi egualitari di Rawls: se una persona è infatti libera e padrone di se stessa è automaticamente anche padrona del suo talento e di conseguenza anche di ciò che grazie ad essi riesce a produrre. L'imposizione delle tasse per principi redistributivi, come ipotizzava Rawls, è perciò fortemente ingiusta per Nozick, in quanto sarebbe una violazione dei propri diritti di autoappartenenza. Lo stato "giusto" non dovrebbe quindi assumersi compiti diversi da quelli di garante della sicurezza e di amministratore della giustizia, in caso contrario, come avviene con la tassazione, sarebbe uno stato illegittimo. Per Nozick la teoria della giustizia accettabile è solo quella del "titolo valido": ognuno possiede legittimamente ciò che ha acquisito attraverso una giusta acquisizione iniziale o attraverso un libero trasferimento del bene.

Mi sembra superfluo aggiungere che, se alcuni punti del liberalismo Rawlsiano mi appaiono condivisibili con le mie idee, il libertarismo di Nozick mi pare completamente scorretto (basti pensare che uno dei difensori di questa corrente politica è Ronald Regan...e l'altro è Margaret Thatcher...). Il ragionemento critico alle teorie egualitarie e distributive di Nozick infatti funziona solo in due casi: ovvero se è possibile pensare ad una genesi legittima dello stato senza passare per il contratto; e se le proprietà e le ricchezze possedute siano effettivamente il risultato di acquisizioni iniziali giuste e di legittimi trasferimenti. Tutti e due i casi sono quasi impossibili da dimostrare, specie il secondo, dato che si dovrebbe vedere l'effettiva cronologia di un "bene" e scrutarla per (non) trovare violazioni alla teoria del titolo valido, cosa nella realtà impossibile.

 
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Indovinate chi, anche quest'anno, non pagherà le tasse?

Post n°9 pubblicato il 09 Novembre 2007 da Soul_Edge
 
Foto di Soul_Edge

Due giorni fa si è svolta in Senato la seconda giornata di votazioni sulla finanziaria. L'Unione, fortunatamente, è riuscita a tenersi salda malgrado il clima tempestoso, ed è riuscita a far passare i primi due articoli della manovra. I punti approvati sono vari, quelli più importanti invece sono 3:

- ICI: Sconto fino a 200 euro per i proprietari della prima casa, ad esclusione di ville, palazzi storici e abitazioni di lusso

- Affitti: Sono previste delle detrazioni IRPEF per gli inquilini a basso reddito, 300 euro in meno per chi ha come reddito 15.500 e 150 euro se il reddito è di 30.000. Lo sconto inoltre sarà maggiore per i cosidetti "bamboccioni", ovvero i giovani di 20-30 anni che vivono ancora nella casa dei genitori. Per loro è previsto un bonus di quasi 1.000 euro se affittano una casa e hanno un reddito basso.

- Tasse: Gran parte del tesoretto di quest'anno andrà a a ridurre le detrazioni dei lavoratori dipendenti

Fin qua non si sono avuti grossi problemi e i primi passi che sta compiendo la manovra sembrano anche abbastanza condivisibili, tanto chè la maggioranza pare decisa a non porre la questione di fiducia per la finanziaria, a meno che l'opposizione non faccia ostruzionismo. L'unico momento di crisi al Senato si è verificato quando i due sanatori "indipendenti" si sinistra (ma de facto appartengono all'opposizione) Rossi e Turigliatto, hanno presentato un emendamento per lo sgravo totale dell'ICI sulla prima casa. La CdL ha colto la palla al balzo e ha votato compatta si, sperando in questo modo di far andare sotto l'Unione almeno una volta. Ed in effetti ci è andata molto vicino dato che la votazione si è conclusa con 158 no e 157 si, solo un voto di scarto quindi. Dopo questa votazione le altre non hanno avuto grossi intralci, fino a quando non si è arrivati a parlare del perchè i porporati debbano ancora evadere l'ICI legalmente. Sull'argomento il gruppo dei socialisti, con in testa Angius e Montalbano, ha presentato un emendamento all'articolo 2 della finanziaria. Emendamento in verità severissimo, dato che prevedeva l'annullamento dell'esenzione da l'ICI anche per le attività del Vaticano non a fini di lucro, tra le quali figura anche la Caritas, ad esempio. Com'era prevedibile in aula scoppia il casino: accuse di "anticlericalismo di principio", di "dibattito ottocentesco" e di "laicismo deteriore" echeggiano da destra a sinistra a palazzo Madama, fino a quando il relatore della finanziaria, Legnano, invita Montalbano a ritirare l'emendamento. Montalbano com'era ovvio non segue il consiglio e lascia l'emendamento, ma decide comunque di ammorbidirlo togliendo il riferimento alle strutture non a fini di lucro, ma lasciandolo l'annullamento per quelle a fini commerciali. La situazione purtroppo non cambia di molto, anzi non cambia affatto, e il momento del voto lo conferma: con ben 240 voti contrari (Cdl ed Unione), 48 astenuti (la sinistra radicale) e 12 favorevoli la proposta affonda che nemmeno il Titanic.

In effetti la bocciatura dell'emendamento era abbastanza prevedibile, consci del fatto che siamo in Italia. Ma una batosta così grande non me l'aspettavo affatto. i 48 astenuti della sinistra (ricordo che l'astensione in Senato è praticamente uguale al voto contrario) portano come scuse il fatto che la loro scelta è stata data per ragioni di responsabilità, seppur approvino il contenuto della proposta. Inoltre pare che ci siano già degli accordi Stato-Vaticano per risolvere il problema, come ricordano gli esponenti più sinistroidi del PD (esclusi i "teodem" dell' ex-Margherita quindi, i quali probabilmente sarebbero anche felici di non far pagare assolutamente nulla al clero, benzina e luce compresi). E, a quanto pare, sembra questa la strada che i partiti della Sinistra e i componenti pro-laicità del PD (praticamente gli ex Ds) hanno scelto per porre rimedio al problema. Sia chiaro, sono contrario a far pagare l'ICI anche a tutte le strutture senza fini di lucro che, in effetti, svolgono un ottimo lavoro di solidarietà come appunto la Caritas o altre associazioni no-profit gestite dalla chiesa, tipo alcune comunità di recupero. Mi sembra ovvio che queste debbano effettivamente continuare ad avere l'esenzione, se non altro come premio per il servizio che svolgono. Ma se penso che tutte le altre attività della chiesa, come le varie radio, i vari giornali diocesani o le "bancarelle" di proprietà del Vaticano, con le quali egli accresce il suo già pingue patrimonio, resteranno allegramente fuori dalle tasse alla faccia di chi si sbatte al lavoro per pagarsi l'ICI mi fa incazzare. E due giorni fa si è persa un'altra occasione per rimediare a questo errore, senza contare che al potere ci dovremmo essere noi. O almeno chi ci dovrebbe rappresentare. E dimenticando allegramente per l'ennesima volta che lo stato Italiano, come recitano gli articoli 7 e 8 della nostra Costituzione, dovrebbe essere uno stato laico.

Per fortuna che l'Unione Europea non ragiona con la logica dell'inginocchiarsi di fronte al clero e, già tempo fa, ha inviato una lettera nella quale si richiedeva chiarezza circa le agevolazioni date allo stato Vaticano da parte di quello Italiano, che puzzano tanto di finanziamenti illeciti. Speriamo che qualcosa si muova, se non dall'interno (a quanto pare è impossibile) almeno dall'esterno...

 
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