Creato da Angie1970 il 15/09/2006

Bet Midrash

Cultura ebraica

 

Le origini del sionismo e la nascita del kibbutz (1881-1920).

Post n°25 pubblicato il 30 Ottobre 2006 da Angie1970
 
Tag: LIBRI

Le origini del sionismo e la nascita del kibbutz (1881-1920), di L. Cremonesi, con prefazione di Arrigo Levi, Firenze, La Giuntina, 1985, pp. 265. 

Lorenzo Cremonesi è nato nel 1957 a Milano, dove si è laureato in Lettere e Filosofia. Attualmente è corrispondente del Corriere della Sera da Israele.

Come nacque il sionismo, questo movimento di liberazione nazionale composto da immigranti, uniti da un retaggio comune ma spesso guidati da progetti diversi, che si proponevano di ricostruire un popolo prima di dargli l'indipendenza su una propria terra? E cosa fu il kibbutz? Strumento di colonizzazione o archetipo di un ideale società senza classi? A queste e ad altre domande cerca di rispondere questo stimolante saggio di Lorenzo Cremonesi.

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Insediamenti agricoli israeliani di tipo collettivistico ispirati al sionismo Costituiti in Palestina a partire dal 19091910, trassero le proprie origini dalla constatazione del fallimento dei primi insediamenti fondati su criteri puramente economici. Diversamente dal moshav (villaggio cooperativo in cui i soci conservano la proprietà dei singoli appezzamenti, ma gestiscono in comune gli acquisti e le vendite), il kibbutz è caratterizzato dalla proprietà collettiva della terra.I suoi membri ottengono su basi ugualitarie vitto, alloggio, vestiario e servizi sociali in cambio del proprio lavoro.
La loro attività (agricola e industriale) nel complesso non è redditizia e si regge sui contributi dello stato e delle organizzazioni sioniste internazionali. La loro perdurante influenza si deve al fatto che molti dirigenti politici (per lo più di sinistra, ma anche dei partiti di destra e religiosi) sono ancora membri di kibbutz ...

Recensioni:

http://www.giuntina.it/recensioni.asp?VolumeId=26&RecId=53

Domandina per verticalpoint: mai havuto modo di leggere questo saggio?

 
 
 

Comunicato TV

Post n°24 pubblicato il 29 Ottobre 2006 da Angie1970
 

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Nella puntate di "Sorgente di vita" che andrà in onda questa notte (29 Ottobre) all'1, 20 su raidue:

Israele arte e vita: 150 opere di pittura, scultura e grafica, per raccontare una storia artistica nata ancora prima della fondazione dello Stato ebraico, in mostra a Milano nel Palazzo Reale. L’occasione i 100 anni dell’Accademia Bezalel, officina di arti e mestieri, nata a Gerusalemme e laboratorio  d’eccezione dove si sono formati i maggiori artisti israeliani, da Menashe Kadishman a Dani Karavan, presenti all’inaugurazione. Cinema per la pace: nella grande festa all’Auditorium di Roma sono stati presentati alcuni cortometraggi proposti dalla Cinemateque di Gerusalemme. Filmati brevi, opera di studenti liceali israeliani e palestinesi che ogni anno partecipano a un progetto educativo lavorando insieme, imparando a conoscersi e a dialogare per superare i reciproci pregiudizi. 

Essere ebrei in Italia oggi: i quarantenni della generazione venuta dopo la Shoà, e dopo la fondazione dello Stato d’Israele, dopo il ‘68, si raccontano interrogandosi sul tema dell’identità ebraica. L’intervista a Lia Tagliacozzo che nel libro “Melagrana” propone una riflessione sull’essere minoranza, sulle innumerevoli declinazioni dell’identità, sul  contributo che l’esperienza ebraica può offrire ad una società multiculturale.

 
 
 

Settembre 2006, XX Convengo dell'AISG

Post n°22 pubblicato il 24 Ottobre 2006 da Angie1970
 

Si è appena concluso il xx convengo dell'Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo,tenutosi quest'anno a Ravenna nei giorni 11-13 settembre,con il patrocinio del Dipartimento di Storie e Metodi per la Conservazione dei Beni Culturali,Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

CONVEGNO TEMATICO SU: L'ANALISI DEI TESTI EBRAICI. METODI E PROBLEMI FRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE.

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Ho approfittato dell'occasione per visitare il centro storico della città e i suoi preziosissimi mosaici. Ravenna è città d'arte e cultura, "città del mosaico", ed è stata riconosciuta patrimonio mondiale da parte dell'UNESCO.

 
 
 

Israele. Arte e vita 1906-2006

Post n°21 pubblicato il 22 Ottobre 2006 da Angie1970
 

La parola Omanùt in ebraico significa Arte. Per questo è stata scelta per il logo della più ampia mostra mai allestita sull'arte israeliana. Un percorso artistico-culturale per entrare in contatto con la realtà di Israele. Un grande evento mai realizzato prima per celebrare un secolo di vita dell'arte israeliana presentata attraverso le opere dei suoi maggiori protagonisti.immagine

La mostra include 100 anni di arte e cultura israeliana - dal 1906, data d'inaugurazione dell'Accademia d'Arte Bezalel a Gerusalemme - fino all'arte contemporanea delle giovani generazioni.

Attraverso la presentazione dell'arte israeliana, di questa peculiare esperienza umana ISRAELE-Arte e vita 1906-2006, si propone dunque di raccontare un secolo di storia d'Israele e di vita del suo popolo, rendendo consapevoli i visitatori.

Mostra itinerante in Italia e in Europa, sarà inaugurata a Milano nella prestigiosa sede di Palazzo Reale, uno dei poli culturali più importanti della città, e aperta al pubblico dal 18 ottobre 2006 al 7 gennaio 2007.
La mostra Israele. Arte e vita 1906 – 2006 racconta Israele attraverso alcune delle opere più significative della sua arte, nata cento anni fa nel 1906 con l’apertura dell’Accademia d’Arte Bezalel a Gerusalemme, voluta per caratterizzare precocemente la cultura del futuro Paese, non ancora nato. È uno dei pochi casi, se non l’unico, in cui l’arte nasce prima dello Stato.
L’arte israeliana è un laboratorio di sintesi fra culture di tutto il mondo, alla continua ricerca di un equilibrio tra l’Occidente e il Medio Oriente. In un secolo di vita l’arte israeliana, oggi apprezzata internazionalmente, pur nella varietà d’ispirazione, ha trovato la propria essenza, dando alle proprie produzioni un’impronta originale e un carattere comune. Racconta i luoghi, la società, la storia politica e religiosa del Paese, dimostrando come le difficoltà possano incrementare la creatività, ma in molti casi rappresenta semplicemente lo sforzo creativo di esprimere le grandi tematiche dell’arte e dell’uomo. 

Per maggiori informazioni:

 
 
 

Il messianismo ebraico

Post n°19 pubblicato il 17 Ottobre 2006 da Angie1970
 
Tag: LIBRI

Annotazioni personali:
In genere quando si tratta di correnti messianiche,il pensiero dei cristiani va immediatamente a Gesù di Nazaret, il cristianesimo infatti ne costituisce certamente uno degli esempi più fortunati e significativi. Ma non l'unico. Ne corrisponde affatto al vero che il cristianesimo fu l'unico movimento messianico nella storia d'Israele che spiritualizzò la figura del Messia. Per chi desidera conoscere questo aspetto meno noto della storia del messianismo ebraico vale la pena leggere tali saggi.

Il messianismo
Banon David ; La Giuntina
€ 10,33

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Questo saggio espone e spiega le grandi trasformazioni di un'idea che ha fecondato non solo la storia di Israele ma quella dell'umanità nel suo insieme:l'attesa e le speranza del Messia dalle origini ai nostri giorni,attraverso lo studio delle fonti ebraiche. Il saggio analiza il messianismo antico, quello razionalista, quello politico, quello mistico, quello secolare...e i soprassalti del messianismo (il neo-messianismo e lo pseudo messianismo di Habad).



Mistici messianici
Autore Idel Moshe
Prezzo € 55,00
Editore Adelphi


Il libro di Idel ripercorre tutta la storia del concetto di Messia nel giudaismo, dalla caduta del Secondo Tempio fino ai giorni nostri. Lo studioso israeliano, noto come esperto della kabbalà estatica, traccia una completa teoria dell’idea messianica nell’ebraismo, con un metodo in cui espone i modelli di Messia che l’ebraismo ci ha proposto nei duemila anni dell’esilio.


Nel 1280 il grande cabalista aragonese Avraham Abulafia giunge a Roma per incontrare il papa Niccolò III e per comunicargli la sua visione della "redenzione finale" del mondo, il pontefice rifiuta di dargli udienza e il cabalista viene arrestato. Abulafia è solo uno dei tanti mistici-Messia della tradizione ebraica, maestri che diedero spesso origine a veri movimenti di massa. Questo saggio è una ricostruzione del misticismo messianico dalla "Qabbalah estatica" medievale sino alla modernità, con un'analisi della varietà di modelli impiegati nell'attività di redenzione da quello mistico ed estatico, attraverso quello teosofico-teurgico fino a quello magico-cabalistico.


 
 
 

Approccio ebraico alle Scritture

Post n°18 pubblicato il 17 Ottobre 2006 da Angie1970
 

Trovo sempre delle importanti considerazioni a proposito dell'esegesi ebraica e, il materiale che esamino mi permette di osservare al meglio gli elementi dialettici dell' ermeneutica rabbinica e l'ampio pluralismo degli approcci esegetici...

Fiumi di parole sono stati versati su quel Nome rivelato da D_o a Mosè in occasione della teofonia sul monte Oreb preso il roveto ardente: "ehye aser ahye", espressione assolutamente enigmatica che, la tradizione rabbinica, ha letto in moltissimi modi...alcuni di questi verrano riportati in questo nuovo intervento.

L'ebraismo non è dogmatico circa l'interpretazione delle proprie Scritture,al suo interno conta molteplici correnti di pensiero inerenti l'applicazione e l'osservanza dei precetti e alla loro interpretazione.Tra una corrente e l'altra può anche esistere una certa distanza ideologica,come quelle delle scuole di Hillel e Shammay ma per la tradizione ebraica,entrambe sono nel giusto,entrambi trasmettono la parola del D_o vivente:

"Una parola ha detto D_o,due ne ho udite"(Salmo 62)

Il dono della Torà è offerto a Israele e a tutta l'umanità.
Un commento rabbinico (Esodo Rabba V,9)ci spiega perchè nel testo ebraico dopo la proclamazione dei dieci comandamenti al monte Sinai è detto:
"E tutto il popolo percepiva le voci..."
(al posto di voci,la Cei riporta tuoni e lampi).

"Perché 'le voci'?"
Perché la voce del Signore si trasformava in 7 suoni, da questi in 70 lingue di fuoco, per cui ogni singolo israelita potè cogliere e comprendere la parola di D_o nella sua propria mentalità, proprio come conferma il salmo 68,12: "Il Signore dice una parola, le messaggere che la proclamano sono una grande schiera".

La "Torah ha 70 volti diversi" è un detto assai famoso che significa che ci sono molti modi validi di comprendere lo stesso verso.

A partire da Mosè la Torah è stata donata agli uomini,soltanto gli uomini possiedono il diritto di intepretarla, e il Cielo non ha più alcuna voce in capitolo,poichè la Torah non sta più in Cielo,non risiede più lassù,l'uomo dovrà dunque comprenderla,decifrarla e trasmetterne i precetti:

"Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire sì che lo possiamo eseguire? Non è di là dal mare, perché tu dica: Chi attraverserà per noi il mare per prendercelo e farcelo udire sì che lo possiamo eseguire? Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica..."
Deuterenomio 30,12-14.

 
 
 

Un pò di humor!

Post n°17 pubblicato il 13 Ottobre 2006 da Angie1970
 
Tag: HUMOR

Da un Newsgroup "it.cultura.ebraica" una barzelletta ebraica:


L'antico Midrash:

Vivevano un di' due fratelli ai lati opposti di una collina; l'uno aveva una bella moglie e deliziosi figli, l'altro invece era scapolo.

Al momento del raccolto, il fratello sposato penso': "Io ho tante braccia che mi aiutano, ma mio fratello e' solo come un cane". E nottetempo si reco' di nascosto nel granaio del fratello per lasciargli dei sacchi di grano.

Il fratello scapolo penso' invece: "Io devo mantenere solo me stesso, ma mio fratello ha tante bocche da sfamare". E nottetempo si reco' di nascosto nel granaio del fratello per lasciargli dei sacchi di grano.

La cosa prosegui' per diverse notti - non e' che una persona possa portare da sola molto grano - finche' i due fratelli non s'incontrarono per caso sulla cima della collina.

Capirono quello che stavano facendosi a vicenda, e li' si abbracciarono. Su quella cima sarebbe stato poi costruito il Tempio di Gerusalemme.


Il nuovo Midrash:

Vivevano un di' due fratelli ai lati opposti di una collina; l'uno aveva una bella moglie e deliziosi figli, l'altro invece era scapolo.

Al momento del raccolto, il fratello sposato penso': "Io ho tante bocche da sfamare, ma mio fratello deve mantenere solo se stesso". E nottetempo si reco' di nascosto nel granaio del fratello per rubargli dei sacchi di grano.

Il fratello scapolo penso' invece: "Mio fratello ha tante braccia che lo aiutano, ma io sono solo come un cane". E nottetempo si reco' di nascosto nel granaio del fratello per rubargli dei sacchi di grano.

La cosa prosegui' per diverse notti - non e' che una persona possa portare da sola molto grano - finche' i due fratelli non s'incontrarono per caso sulla cima della collina.

Capirono quello che stavano facendosi a vicenda, e li' si azzuffarono. Su quella cima sarebbe stato poi costruito il Parlamento di Gerusalemme.

 
 
 

Scrittori israeliani

Post n°16 pubblicato il 11 Ottobre 2006 da Angie1970
 
Tag: LIBRI

Amos Oz è nato a Gerusalemme nel 1939.A quindici anni, è andato a vivere in un kibbutz. Ha studiato filosofia e letteratura all'Università Ebraica di Gerusalemme. Autore di narrativa per bambini e adulti, saggista, è stato tradotto in molte lingue ed è famoso in tutto il mondo. Vive ad Arad e insegna letteratura all'Università Ben Gourion nel Negev. La scrittura di Amos Oz trae la propria forza dalla storia tormentata della sua terra d'origine. Nelle sue opere ritroviamo un attento esame della natura umana, con la sua fragilità e straordinaria varietà. Con parsimonia di parole, Oz racconta il popolo di Israele, il suo travaglio politico, il suo paesaggio biblico.

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Contro il fanatismo
Giangiacomo Feltrinelli Editore
Pagine: 80
Prezzo: Euro 4,5

"Come curare un fanatico? Inseguire un pugno di fanatici su per le montagne dell’Afganistan è una cosa. Lottare contro il fanatismo è un’altra. Completamente diversa. L’attuale crisi mondiale in Medio Oriente o in Israele/Palestina non discende dai valori dell’Islam. Non è da imputarsi, come dicono certi razzisti, alla mentalità araba. Assolutamente no. Ha invece a che fare con l’antica lotta fra fanatismo e pragmatismo. Fra fanatismo e pluralismo. Fra fanatismo e tolleranza.
Il fanatismo nasce molto prima dell’Islam, del cristianesimo, del giudaismo. Viene prima di qualsiasi stato, governo o sistema politico. Viene prima di qualsiasi ideologia o credo. Disgraziatamente, il fanatismo è una componente sempre presente nella natura umana, è, se così si può dire, un gene del male."
Amos Oz

Le altre opere

 
 
 

Ajax, la leggenda ebraica

Post n°14 pubblicato il 09 Ottobre 2006 da Angie1970
 
Tag: STORIA

Alcuni mesi fa, seguivo alla tv, su raidue, a "sorgente di vita", un breve dossier sull' "Ajax, la leggenda ebraica", ovvero la squadra del ghetto...siccome il calcio è uno dei miei sport favoriti,  non ho potuto fare a meno di ascoltare attentamente ciò che veniva detto, e che ovviamente ignoravo!

Vedere sventolare bandiere con la stella di David in uno stadio europeo ha del sorprendente, se si pensa alle croci celtiche e ai cori antisemiti che rappresentano la triste regola di molti, troppi gruppi di ultrà. Capita all'Amsterdam Arena, e ogni volta che gioca l'Ajax, ma non solo lì.

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Negli anni trenta l'Ajax era la squadra più amata dagli ebrei di Amsterdam. Ogni domenica le bancarelle del pittoresco ed animato mercato ebraico, chiudevano in anticipo perchè bisognava andare allo stadio, lì dietro. La partita era uno sventolio di bandiere, alcune coi colori dell'Ajax e la stella di David che veniva chiamata la stella dell'Ajax. L'ala destra Eddie Hamel, un ebreo newyorkese bravo e bello che oggi ricorderebbe Beckham, era un motivo in più per passare la domenica allo stadio. Nel 1940, l'occupazione nazista mise fine anche a questo. Hamel (che all'epoca aveva già lasciato la squadra) morì ad Auschwitz, e con lui tanti dei suoi tifosi. Fu deportato e ucciso anche l'ebreo Han Hollander, primo radiocronista calcistico del paese.

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Anche in Italia i due allenatori delle squadre più forti del periodo furono costretti a lasciare il loro incarico a causa delle leggi razziali.

Ma perché l’Ajax è considerata una società ebrea al punto che i suoi tifosi esponevano la bandiera di Israele? La risposta è nascosta nella storia dell’Ajax del dopoguerra.

All'inizio degli anni sessanta,la ricostruzione della squadra,avviene grazie al supporto del  presidente Jaap Van Praag, un negoziante di dischi ebreo sfuggito ai rastrellamenti stando per due anni nascosto nel retrobottega di un fotografo; Maup Caransa, anch'egli ebreo ma salvato durante la guerra dal suo matrimonio con una donna cattolica, all'epoca eccentrico petroliere miliardario, e i fratelli Freed e Wim Van Der Mejiden, due imprenditori edili meglio noti come "costruttori di bunker" per i servigi resi ai nazisti, e per questo processati dopo la liberazione.
E' uno strano terzetto,che tuttavia creò  il mito dell’Ajax. Rafforzato poi da massicci investimenti di altri ebrei in una squadra i cui calciatori erano considerati ebrei, anche se non lo erano.

Cruijff, per esempio: essendo figlio di un commerciante morto giovane e un ottimo uomo d’affari con qualche parentela ebrea acquisita dalla moglie, per tutti gli ebrei di Amsterdam è ebreo anche se non è vero. Le identificazioni forti si costruiscono anche così!

Per saperne di più,vi suggerisco  il libro di Simon Kuper, "Ajax, la squadra del ghetto" che tratta di  calcio e la Shoah. Reperibile anche on line,su Ibs.it a questo indirizzo.

 
 
 

Il Calendario Ebraico

Post n°13 pubblicato il 08 Ottobre 2006 da Angie1970
 

Dedicato a Verticalpoint!

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E Dio disse: “Vi siano delle luci nel firmamento del cielo per distinguere il giorno dalla notte e siano come segni per le stagioni, per i giorni, per gli anni”
Gen. I, 14

Il calendario ebraico non è solare, ma lunare-solare: i giorni, i mesi e gli anni sono calcolati in base al tempo impiegato dalla luna per completare la sua rivoluzione intorno alla terra, mentre le stagioni sono fissate in base al tempo impiegato dalla terra per completare la sua orbita intorno al sole.

Siccome l'anno lunare è di circa 11 giorni più breve dell'anno solare, se non si intervenisse con delle correzioni, nel corso degli anni le festività non coinciderebbero più con le stagioni cui si riferiscono.

Per esempio Nissàn il mese della Pasqua ebraica, in base a quanto a scritto nella Torà deve cadere al plenilunio di primavera (Deuteronomio capitolo XVI); analogamente Sukkoth (la “festa delle capanne”) detta anche festa del raccolto autunnale, deve cadere nel periodo corrispondente.

Circa sette volte in diciannove anni, subito dopo il mese di Adar, viene aggiunto un tredicesimo mese (detto Veadàr o Adàr Shenì).

Quando gli Ebrei venuti in contatto con la civiltà greca adottarono il così detto Ciclo Metonico. Intercalando un tredicesimo mese al 3°, 6°, 8°, 11°, 14°, 17° ed il 19°  anno, del ciclo di diciannove anni, era possibile mantenere costanti le date delle ricorrenze rispetto all’alternarsi delle stagioni. L'anno di 13 mesi è chiamato "embolismico".

I mesi del calendario ebraico sono: Tishri, Heshvan, Kislev, Tevet, Shevat, Adar, Nisan, Iyar, Sivan, Tammuz, Av, Elul.

Tishrì è il primo mese dell’anno,e cadono in questo mese: 
Rosh Ha-Shanà (il Capodanno Ebraico,celebrato quest'anno il 23 e il 24 Settembre); Yom Kippur (il giorno dell’Espiazione,celebrato quest'anno il 1 Ottobre), Sukkoth (Festa dei Tabernacoli,che ricorre quest'anno il 7 e l' 8 Ottobre);ed infine Simchàth Torà (il 15 Ottobre).

 
 
 

Babi Yar 

Post n°11 pubblicato il 06 Ottobre 2006 da Angie1970
 
Tag: STORIA

Babi Yar  è il nome di un fossato nei pressi della città Ucraina di Kiev.

I tedeschi raggiunsero Kiev il 19 settembre 1941.

Il 28 settembre, giorno di Kippur vennero affissi per la città manifesti con cui si convocava gli ebrei presso il cimitero della zona,e tutti gli ebrei che non avessero seguito queste istruzioni e quelli trovati altrove sarebbero stati fucilati sul posto. Gli ebrei si radunarono presso il cimitero, aspettando di essere caricati sui treni,credendo che sarebbero stati deportati.

La folla era tale che molti degli uomini, donne e bambini non capivano cosa stesse accadendo e quando udirono il rumore delle mitragliatrici, era troppo tardi per fuggire.

Il massacro andò avanti fino al 3 ottobre. Oltre 100.000 corpi caddero gli uni sugli altri nel burrone.

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Esecutore del massacro fu lo Einsatzgruppe C, supportato da membri del battaglione Waffen-SS e da unità della polizia ausiliaria ucraina. La partecipazione di collaborazionisti ucraini in questi eventi, oggi documentati e provati, è tema di un pubblico e doloroso dibattito in Ucraina.All'avvicinarsi dell'Armata Rossa, nell' Agosto del 1943 i Nazisti cercarono di occultare le prove del massacro.

Almeno 60.000 persone, inclusi rom e prigionieri di guerra russi vennero uccisi in seguito in questo stesso sito.

 
 
 

Sukkoth - La festa delle Capanne

Post n°10 pubblicato il 05 Ottobre 2006 da Angie1970
 

Sukkoth in ebraico significa "capanne" e sono appunto le capanne a caratterizzare questa festa gioiosa che ricorda la permanenza degli ebrei nel deserto dopo la liberazione dalla schiavitù dall’Egitto: quaranta anni in cui abitarono in dimore precarie, accompagnati però, secondo la tradizione, da "nubi di gloria".

Nella Torà (Levitico, 23, 41-43) infatti troviamo scritto: "E celebrerete questa ricorrenza come festa in onore del Signore per sette giorni all’anno; legge per tutti i tempi, per tutte le vostre generazioni: la festeggerete nel settimo mese. Nelle capanne risiederete per sette giorni; ogni cittadino in Israele risieda nelle capanne, affinché sappiano le vostre generazioni che in capanne ho fatto stare i figli di Israele quando li ho tratti dalla terra d’Egitto".


La capanna deve avere delle dimensioni particolari e deve avere come tetto del fogliame piuttosto rado, in modo che ci sia più ombra che luce, ma dal quale si possano comunque vedere le stelle...la sukkà non è valida se non è sotto il cielo: l’uomo deve avere la mente e lo spirito rivolti verso l’alto.

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Un altro precetto fondamentale della festa è il lulàv: un fascio di vegetali composto da un ramo di palma, due di salice, tre di mirto e da un cedro che va agitato durante le preghiere.

Altri nomi della festa sono "Festa del raccolto" e anche "Festa della nostra gioia", poiché cade proprio in coincidenza con la fine del raccolto quando si svolgevano grandi manifestazioni di gioia. Questa festa è detta anche "festa dei tabernacoli" e il precetto che la caratterizza è proprio quello di abitare in capanne durante tutti i giorni della festa.

 
 
 

Rosh Hashanàh

Post n°9 pubblicato il 24 Settembre 2006 da Angie1970
 

Rosh Hashanàh, letteralmente il "Capodanno" è anche il "Giorno del Giudizio", il giorno della rinascita, il tempo del rinnovamento.E’ una festa della durata di due giorni, sia in Israele che nella diaspora (celebrata per un solo giorno dai riformati).Da inizio ai "dieci giorni penitenziali", quelli del ritorno (teshuvàh), chiamati anche giorni terribili,ovvero yamim noraìm.

Nel testo biblico non troviamo nessun evento che giustifichi la celebrazione di Rosh Hashanàh. Leggiamo in Levitico 23:24-25:

"Il settimo mese, il primo del mese sarà per voi riposo assoluto, ricordo del suono, sacra convocazione. Non farete alcun lavoro servile e presenterete un sacrificio da ardersi col fuoco al Signore".

Senza il minimo riferimento storico, senza rapporto con una legge sociale, Rosh Hashnàh è classificato tra i decreti divini, i chukkim (singolare: chok). I rabbini però, dettero un senso al "ricordo del suono", la terùa. Leggendo infatti la Bibbia, vediamo che il suono è sempre legato a un evento importante per la collettività di Israele: la Rivelazione del Sinai, il Giubileo, la chiamata alla battaglia, la riunione e lo spostamento delle tribù, la fine dell’esilio, ect…Il suono dello shofar annuncia sempre una liberazione. All’inizio dell’ anno, la liberazione dalle sue passioni, dalla sua cattiva inclinazione.

La mitzvàh caratteristica di Rosh Hashanàh è il suonare lo shofar durante il servizio liturgico,il corno di montone che venne suonato sul Sinai.

In una serie di immagini presi a prestito dagli antichi babilonesi, Dio si siede in questo periodo dell’anno sul suo Trono del Giudizio,i Cieli divengono un’aula di tribunale,gli angeli fungono da pubblici ministeri e difensori e le azioni buone e malvagie di ciascun individuo, vengono soppesate!

Questa costituì a lungo la visione popolare di Rosh Hashanàh.

In realtà, il Dio del Giudizio rappresenta la coscienza; Rosh Hashanàh diventa un momento di auto-esame e di impegno alla crescita e al mutamento delle abitudini.

La dichiarazione di fede ebraica è che noi siamo in grado di cambiare.Dio ci invita  simbolicamente in questo periodo dell’anno, ma di fatto in ogni momento, a divenire uomini di gran lunga migliori, sia moralmente che spiritualmente.Questo richiede da parte dell’uomo una costante disponibilità ed apertura al cambiamento e alla crescita.

Le solennità delle preghiere di Rosh Hashanàh non dovrebbero far dimenticare che questa è anche una festa di gioia. Gli ebrei si scambiano reciprocamente gli auguri per un anno “buono e dolce”.

Il tema della dolcezza viene trasferito anche ai pasti: il pasto di Rosh Hashanàh ha inizio con la challàh e le mele intinte di miele. Oltre a questi vengono mangiati altri cibi preparati con il miele.

Shanah Tovah!

 
 
 

Cerchi moglie?

Post n°8 pubblicato il 18 Settembre 2006 da Angie1970
 
Tag: HUMOR

Metodi sperimentati per trovare moglie

Trova una bella prigioniera, portala a casa, rasale la testa, tagliale le unghie, e dalle vestiti nuovi. Poi è tua. ( Deuteronomio 21:11-13)

Trova una buona donna (in QUEL senso) e sposala. (Osea 1:1-3)

Trova un uomo con sette figlie, e stupiscilo abbeverandogli il gregge. Mosé (Esodo 2:16-21)

Acquista un terreno, e ottieni una moglie come omaggio. Boaz (Ruth 4:5-10)

Imbucati a una festa. Quando le donne ballano, prendine una al volo e portatela a casa come moglie. Beniaminiti (Giudici 21:19-25)

Fai in modo che il Signore ti crei una moglie mentre dormi (nota: può costare caro). Adamo (Genesi 2:19-24)

Lavora sette anni per avere la mano di una ragazza. Fatti imbrogliare, e prendi quella sbagliata. Poi lavora altri sette anni per quella giusta. 14 anni di ricerca per una moglie. Giacobbe (Genesi 29:15-30)

Taglia i prepuzi di 200 nemici del tuo futuro suocero e ottieni sua figlia. Davide (I Samuele 18:27)

Anche se non c'é nessuno in giro, cerca un po' e troverai qualcuno (tutto è relativo). Caino (Genesi 4:16-17)

Diventa imperatore e organizza un concorso di bellezza. Serse, ossia Ahashverosh. (Ester 2:3-4)

Quando vedi una che ti piace, vai a casa e di ai genitori: "Ho visto una donna, datemela" Se i tuoi genitori obiettano, ripeti "Datemela. Lei è quella giusta". Sansone (Giudici 14:1-)

Ammazza qualcuno e prendi sua moglie. Davide (2 Samuel 11)

Aspetta che tuo fratello passi a miglior vita e sposa la vedova. Non è solo una buona idea, è obbligatorio. Onan e Boaz.

Non essere schizzinoso, supplisci alla qualità con la quantità. Salamone (1 Re 11:1-3)

Arye L.

http://www.morasha.it/umorismo/index.html

 
 
 

Bereshit...la creazione incompleta e migliorabile?

Post n°7 pubblicato il 18 Settembre 2006 da Angie1970
 

Questa è la chiave di lettura che ci offre la tradizione ebraica che non ha mai smesso di interrogare le proprie Scritture Sacre.

"All'inizio creò il Signore il cielo e la terra... (Bereshit 1,1)"
"E il Signore prese l'uomo e lo posò nei giardini di Eden per lavorarla e custodirla"... (Bereshit 2,15)

D_o affida alluomo un compito: completare la creazione divina, trasformarla e custodirla.

C' è un passaggio famoso nel Midrash Tanchuma su di un dibattito tra Rabbi Aquiba e Tinneus Rufus, un console romano; Rufus chiede ad Aquiba cosa sia più grande: il lavoro di D_o o il lavoro dell'uomo?
Aquiba porta un covone di frumento e una pagnotta di challah davanti al pagano e afferma:"la challah,il lavoro dell'uomo è più grande!". 

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Sia D_o che l'uomo sono coinvolti nella creazione.
Il covone di frumento grezzo non è affatto commestibile, l'uomo deve attualizzare il potenziale che è nel frumento, usando le sue capacità per trasformarlo in tutto ciò che esso può divenire.

Diciamo la benedizione dell'azzima sopra le pagnotte, non sul frumento, e il kiddush sopra il vino e non sull'uva.
La benedizione durante le feste richiede che vi sia stata una "transazione".

Il romano chiese: "Se D_o desiderava che l'uomo fosse circonciso perché non lo creò così? "
A ciò Rabbi Aquibà rispose che il motivo per il quale D_o aveva creato l'uomo con un'imperfezione simbolica era affinché egli si coalizzasse con l'Onnipotente nel perfezionarsi .
In questo modo l'uomo diventa un partner di D_o nella creazione.
La vera perfezione si ottiene soltanto quando l'uomo associa i suoi sforzi con le opere divine diventando in tal modo un partner con Ha-shem nella creazione.
La perfezione della creazione si ritrova nella associazione tra il Divino-naturale e l'azione umana.
Ha-shem richiama l'uomo ad unirsi a Lui e completare la Sua opera .

 
 
 

IL MIQWE'  DELLA GIUDECCA DI SIRACUSA

Post n°4 pubblicato il 15 Settembre 2006 da Angie1970
 
Tag: STORIA

Ebbene, io ho avuto modo di visitarlo lo scorso anno in occasione del convegno dell'AISG tenutosi proprio alla Giudecca di Siracusa, e quest'anno per la settima edizione della giornata europea della cultura ebraica del 3 settembre,erano previste visite guidate gratuite per tutto il giorno ai Bagni Ebraici e a S. Giovannello alla Giudecca.

Tale sito, centro della vita spirituale giudaica, testimonia l’esistenza di una comunità ebraica siracusana tra le più antiche di tutto il Mediterraneo. Il miqwé, bagno di purificazione rituale, situato a 18 metri sotto il livello pedonale ed alimentato da acqua pura sorgiva, è fra gli unici bagni rituali in Europa che conservi a tutt’oggi la sua integrità e il suo fascino.

 
 
 

Storia del pensiero ebraico nell'età antica

Post n°2 pubblicato il 15 Settembre 2006 da Angie1970
 
Tag: LIBRI

E' un testo che mi sento di consigliare per la sua brevità...una sintesi del pensiero ebraico antico, ben curata!

Al pensiero biblico ed inter-testamentario, produzione dell’ebraismo ellenistico, universo di fede, di idee e di tradizioni del Talmud, riflessione mistica sviluppatasi nel periodo talmudico e gaonico, viene di solito dedicata scarsa attenzione quasi non costituisca un momento fondamentale ed indispensabile del pensiero ebraico che si andrà sviluppando successivamente. Nel libro viene esposto a grandi linee il pensiero di Israele così come è venuto manifestandosi ed esprimendosi in un arco di tempo che va dal periodo biblico al IX secolo. Un pensiero, che, partendo dall’idea monoteistica e attraverso l’esperienza della profezia, conosce momenti di contatto con realtà culturali esterne che, anziché snaturarlo, lo arricchiscono di spunti e contenuti senza mutarne l’originalità e l’identità di fondo. Vengono analizzati ed esposti, in sequenza cronologica, i contenuti del pensiero biblico, ellenistico, apocalittico, talmudico, mistico in un arco temporale di oltre duemila anni.

Autore Giuseppe Laras

Prezzo 13 euro

 
 
 
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MATERIA GIUDAICA, Rivista dell’AISG, L'Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo,a periodicità semestrale. 

http://www.humnet.unipi.it/medievistica/aisg/AISG_05Materia/AISG_Materia.html

 

STORIA DEGLI EBREI D'ITALIA

Storia degli Ebrei d'Italia 

Una presenza che dura da 2000 anni in 15 avvincenti capitoli

dal sito Morashà

 

Sorgente di vita è la rubrica televisiva di vita e di cultura ebraica che viene realizzata in collabrazione tra la RAI e l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.va in onda a settimane alterne su RAI DUE la domenica sera alle O1,20 circa e viene replicato due volte: la sera successiva alla stessa ora e otto giorni dopo, il lunedì mattina, alle 9,30 circa. Nel corso degli anni SORGENTE DI VITA ha realizzato centinaia di programmi in Italia e all'estero sui più diversi temi. Tra gli altri, la vita e la storia delle comunità in Italia e i loro problemi, aspetti della tradizione ebraica anche legati a temi di attualità, ricorrenze del calendario ebraico, reportage sulle comunità all'estero, inchieste su Israele, antisemitismo, razzismo, neonazismo, tutela dei beni culturali ebraici, dialogo interreligioso.

 

E' l'unica rivista che, accanto a temi generali di cultura ebraica, si occupa degli aspetti storici e culturali che interessano l'ebraismo italiano.La Rassegna ha pubblicato, in particolare, raccolte di articoli sulla cultura sefardita, su quella ashkenazita, sulla letteratura israeliana, sulla poesia ebraica italiana, sul mondo yiddish, sul Risorgimento e minoranze religiose, testimonianze sulla Shoah, e una numerosa documentazione sulla storia dei vari gruppi ebraici in Italia.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI:

http://www.ucei.it/areeAttivita/rassegnamensiledisrael/RassegnaMensileIsrael.asp

 

MUSICA KLEZMER

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E’ in Renania che quasi mille anni fa nasce il canto popolare yiddish da una tradizione musicale vecchia di 2500 anni.

E’ però intorno al XV secolo che gli Ebrei dell’Europa orientale cominciano a organizzare piccoli gruppi musicali che vagabondano di paese in paese celebrando le varie ricorrenze religiose o sociali. La musica dei klezmer, musicisti ebrei professionisti o semi professionisti, è la musica strumentale tradizionale degli ebrei dell’Europa Orientale di parlata yiddish e le sue origini si perdono nel medioevo.

La parola yiddish klezmer significa letteralmente "musicante" e deriva dall’ebraico antico kli, "strumento" e zemer, "canzone".

I klezmorim (musicanti klezmer) non hanno una formazione musicale qualificata: non esistono infatti conservatori o scuole di musica, ma i musicanti imparano a suonare gli uni dagli altri.La loro passione li porta a comporre anche arrangiamenti scritti che essi provano e riprovano sino a raggiungere esecuzioni perfette. I membri di questi piccoli gruppi sono dotati di particolare talento e di fertile immaginazione; la musica è per loro contemporaneamente divertimento e virtuosismo. Non godono però di grande considerazione nella società. Considerati quasi dei fannulloni, vengono infatti invitati a suonare in occasioni di feste e di banchetti e non mancano mai ai matrimoni, addirittura impensabili senza di loro, ma il compenso pecuniario è minimo e in genere ricevono solo da mangiare. Per questa ragione, quasi tutti sono costretti a cercare delle occupazioni parallele per poter sbarcare il lunario. Molti di loro sono barbieri, calzolai o sarti e si esercitano quando non hanno clienti o ricevono i clienti quando non si esercitano.

I klezmorim sono ingaggiati nelle ricorrenze tipiche del culto ebraico la Simcha Torà (inizio e fine del ciclo annuale con lettura della Torà), la benedizione di una nuova Torà, la prima notte di Channukka (festa delle luci) e il Purim, festa che celebra la storia di Ester. Le orchestrine dei klezmorim suonano anche negli ostelli, nelle case da ballo, nei cortili e, quando si sviluppa il teatro yiddish alla fine del XIX secolo, i klezmorim trovano un ulteriore campo di attività.

Per chi non avesse avuto modo di ascoltare questo genere musicale segnalo questo link:

http://www.badeken-di-kallah.de/mp3/05mp3.mp3

 

RICETTE KASHER

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Alla base di ogni pietanza cucinata seguendo lo stile della tradizione ebraica, c'è il rispetto in primo luogo della Kashèrut ovvero l'insieme delle regole alimentari ebraiche, che indica generalmente "l'essere adatto".
Quando un determinato prodotto è chiamato Kashèr - valido, adatto, buono - vuol dire che corrisponde a precisi requisiti di idoneità alle prescrizioni bibliche. Se un cibo è Kashèr significa che può essere consumato poichè è stato preparato nel rispetto delle norme alimentari ebraiche.

ALCUNE RICETTE TRATTE  DAL SITO MORASHA'

 

GIORGIO PERLASCA

Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Giorgio Perlasca è mandato come incaricato d'affari con lo status di diplomatico nei paesi dell'Est, a Budapest per comprare carne per l'Esercito italiano.

Quando i tedeschi prendono il potere  i nazisti ungheresi, iniziano le persecuzioni sistematiche, le violenze e le  deportazioni verso i cittadini di religione ebraica. Giorgio Perlasca grazie a un documento che aveva ricevuto al momento del congedo in Spagna trova rifugio presso l'Ambasciata spagnola, in pochi minuti diventa cittadino spagnolo inizia a collaborare con Sanz Briz, l'Ambasciatore spagnolo che assieme alle altre potenze neutrali presenti (Svezia, Portogallo, Svizzera, Città del Vaticano) sta già rilasciando salvacondotti per proteggere i cittadini ungheresi di religione ebraica.

A fine novembre Sanz Briz deve lasciare Budapest, e dal dicembre 1944 al gennaio 1945, per 45 giorni Perlasca come diplomatico regge pressoché da solo l'Ambasciata 
spagnola, organizzando l'incredibile "impostura" che lo porta a proteggere, salvare e sfamare giorno dopo giorno migliaia di ungheresi di religione ebraica.

In totale riesce a portare in salvo 5218 ebrei ungheresi.

Dopo l'entrata in Budapest dell'Armata Rossa, Giorgio Perlasca viene fatto prigioniero, liberato dopo qualche giorno, e dopo un lungo e avventuroso viaggio per i Balcani e la Turchia  rientra finalmente in Italia. Da eroe solitario diventa un "uomo qualunque": conduce una vita normalissima e chiuso nella sua riservatezza non racconta a nessuno, nemmeno in famiglia, la sua storia di coraggio, altruismo e solidarietà

Grazie ad alcune donne ebree ungheresi, ragazzine all'epoca delle persecuzioni, che attraverso il giornale della comunità ebraica di Budapest ricercano notizie del diplomatico spagnolo che durante la seconda guerra mondiale le aveva salvate, la vicenda di Giorgio Perlasca esce dal silenzio. Giorgio Perlasca è morto nel 1992. Sepolto nel cimitero di Maserà (Padova) ha voluto essere sepolto con al fianco delle date un'unica frase: "Giusto tra le Nazioni", in ebraico. 

IL 09 GIUGNO 1988 YAD VASHEM HA RICONOSCIUTO GIORGIO PERLASCA GIUSTO TRA LE NAZIONI .

http://www.lager.it/giorgio_perlasca.html

 
 
 

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