Creato da ex_pre il 16/03/2006

Cuore e regole

Ex, ex, ex-tante-cose e fino a quando non diventerò anche ex vivo sarò in via di definizione, sempre coerente con me stesso; sempre io

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UN TEST CHE MI RAPPRESENTA


Which angel are you?
You are a balanced person, you may be bad at times, and good at others, but your a good balance. You can be on the receiving end or the giving end but no matter what, you always seem to come out balanced. You give good advice and direct people to lead a good balance of life. Your the ying and the yang. Your level-headed and rarely fail in life. You can be in the crowd and not seen, but you have the ability to shine aswell.
Molto carino anche questo:
for some reason you have felt very distant from everyone else and you try to follow your own path. throughout the years you have seen a lot of freaky shit and sometimes it overcomes you and you get stuck in the rabbit hole trying to figure out what it is. All you know is that humans aren't the only ones out there and there is something about yourself that is still a myster. 
What is your true nature: the psychiatrist
You take the problems of others with you wherever you go. In your spare time you try to think of some way to resolve the dilemmas of your friends. You have an attraction to those who are in need and you feel that you always have to contribute in some way to make those around you like you. The respect of others is important to you.
 

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Importanza della conoscenza

Post n°322 pubblicato il 13 Marzo 2012 da ex_pre

°°° prendere visione e organizzarsi un po'


- Perché è importante dare una forma al demone?
E’ importante perché dobbiamo circoscriverlo, dobbiamo identificarlo e riconoscerlo per poterci lavorare. Può darsi che ce ne sia più d’uno, è importante riconoscerli. Riconoscendoli sappiamo che certe azioni provengono da uno e non dall’altro. Spesso possiamo riconoscere alcuni più piccoli e altri più grandi, a volte li troviamo collegati tra loro e dipendenti l’uno dall’altro. Questa pratica serve a dissolvere la confusione che c’è dentro di noi.

- Quindi identificandoli noi possiamo affrontarli uno ad uno?
Esatto! Non possiamo vincere  lottando contro tutti, dobbiamo per forza lavorare con uno alla volta. Più è definito il nostro demone meglio sappiamo affrontarlo.

- Bisogna quindi meditare sui nostri demoni?
Esatto, dobbiamo evocarli affinché si manifestino.

- Questo però fa un po’ paura!
Già, molte persone temono questa cosa e non lo fanno e invece non bisogna temerli ma osservarli e ricordare ogni loro dettaglio perché esso ci rivela la loro natura. 

- Insomma evocandoli, cercando di vedere quanti e come sono fatti, le relazioni che ci sono tra loro ecc ci permette di fare un piano d’azione?
Già, non si può lavorare nella propria interiorità senza aver definito su cosa si vuole lavorare, non si può rimanere sul vago perché così non si va da nessuna parte. Non può affrontare un diffuso e impalpabile senso di malessere o essere sopraffatto da emozioni, moti interiori, reazioni  che affiorano senza che tu sappia da cosa dipendono.

 
 
 

Il demone e l'ombra

Post n°321 pubblicato il 19 Ottobre 2011 da ex_pre



°°° portare alla luce il demone

- Come si manifesta il demone?
Il demone si manifesta come impedimento al raggiungimento di una meta, di un desiderio, dell’adempimento di un qualche compito, al raggiungimento della propria realizzazione e in definitiva il raggiungimento della felicità. Non possiamo essere felici perché una parte di noi sfugge al nostro controllo e ci succhia la nostra energia vitale.

- Quando non riusciamo a realizzare qualcosa è segno che siamo preda di  un demone?
Esatto, e questo è il primo indizio per capire di che demone si tratta.

- Perché è importante capire di che demone si tratta?
Perché è la manifestazione di una cosa specifica che ci portiamo dentro. Quanto più chiaramente riesci a vedere il demone tanto più lo puoi controllare… ricordati che lui ama stare nell’ombra e nell’ombra a tua insaputa nutrirsi della tua energia.

- E come in concreto lo faccio uscire dall’ombra? Cosa dovrebbe succedere?
Ogni demone ha un suo aspetto.

- Vuoi dire che lo vediamo?
In un certo senso si, siamo noi a dargli la forma. Anzi, è necessario dargli una forma perché quella è la sua identità.

- Come sarebbe? Con le corna, rosso, con i denti, arrabbiato …
Può essere di qualsiasi forma, dimensione, colore con qualsiasi espressione …ogni demone ha una propria caratteristica, è unico.

 

________________

Certo, da tanto non scrivevo sul blog ma vedendo la difficoltà che ho nel formattare il post mi è saltato in mente uno dei motivi del perché mi sia disaffezionato.


 
 
 

I fili del burattinaio

Post n°320 pubblicato il 08 Gennaio 2011 da ex_pre
 





°°° I demoni e l'inizio della lotta 

- Va bene, ti ascolto, dimmi come si fa a lottare contro i demoni.
Innanzitutto, ti dicevo che i demoni non sono qualcosa di esterno ed estraneo a noi. Essi sono connessi profondamente alla nostra esistenza, alla nostra storia personale, essi ci appartengono. 

- Vuoi dire che essi non provengono da Satana?
E'un discorso complesso; noi siamo abituatati a vedere il male come un qualcosa di estraneo a noi, un influsso esterno. Il male è un qualcosa che dobbiamo rifiutare e basta. In ambito cristiano la tentazione e il vizio sono qualcosa che va sradicato senza compromessi. 

- E invece?
Facendo così non si affronta la vera radice del problema ossia il fatto che abbiamo prodotto da soli i nostri demoni.

- Tanto che cosa cambia, comunque dobbiamo lottare contro di essi!
Sai cosa cambia? Se siamo noi stessi a crearli allora vuol dire che non sono più forti di noi. Se invece provenissero da Satana allora sentiremmo di non poterli sconfiggere perché li crederemmo più forti di noi e non li conosceremmo perché sono altra cosa da noi. Questo tipo di impostazione da una parte ci rende passivi perché pensiamo di non poter fare niente e dall'altra ci deresponsabilizza mentre i veri protagonisti in tutto ciò siamo noi!

- Allora fammi capire, Satana cosa c'entra?
 Tu vuoi farmi parlare di cose che ora non sono importanti, vedo però che hai bisogno di capire. Se vogliamo riprendere l'idea di tentazione diabolica allora si può dire che Satana usa questi nostri demoni interiori come fili con i quali manovrarci. Siccome questi demoni sono parte di noi allora siamo noi stessi ad acconsentire di essere manovrati.

- Già, una tentazione non ci aletterebbe se non avesse a che fare con noi.
Esatto, la tentazione ha sempre a che fare con ciò che ci piace, con i nostri desideri, con i bisogni o con le nostre ferite. Ognuno di noi è indifferente a certe cose mentre è molto vulnerabile su altre.

- In pratica uccidere i demoni vorrebbe dire recidere i fili con i quali Satana ci manovra!
Si, se si vuole mantenere questa prospettiva cristiana si potrebbe affermare questo, ma, lasciando da parte l'influsso diabolico che ora non ci interessa, va detto che i demoni sono quelle realtà che non ci permettono di essere liberi. I demoni non ci permettono di raggiungere la Vetta della Montagna Sacra. Infatti se noi non siamo completamente liberi dai legami non ci verrà mai permesso di oltrepassare la varie cinte murarie che ci separano dalla Montagna.

- Come inizia la lotta?
Inizia con l'affrontare il demone senza paura, egli si presenta come una potenza spaventosa. Il demone è quello che noi più temiamo, quello che noi non vorremo ci appartenesse, egli infatti è quella parte di noi che noi rifiutiamo, quella parte che cacciamo nell'oscurità. Noi temiamo e  il nostro demone perché riteniamo che egli sia più potente di noi.

- Già, è per questo che noi obbediamo al demone, egli ci controlla con la paura e noi lo temiamo e pensiamo di non poter sfuggire da lui!
Non solo, ti dirò che la maggior parte delle persone non è neppure cosciente di essere controllata  da uno o più demoni. Costoro sono ancora più indifesi e in balia del suo potere. 

- Quindi se uno è a conoscenza di essere controllato da un demone è in vantaggio rispetto a chi lo ignora?
Esatto, tutto ciò che ignoriamo, tutto ciò che cacciamo nell'oscurità è al di fuori dal nostro controllo! 

- Questo significa che bisogna portarlo alla luce?
Si, è così che inizia la nostra lotta!



 
 
 

Lotta impari

Post n°319 pubblicato il 29 Novembre 2010 da ex_pre


°°° Lottare contro i demoni


- Dici che bisogna lottare contro i demoni ma che non vanno sconfitti?
Già, essi non possono essere sconfitti!

- Ciò che dici è assurdo, vuol dire che dobbiamo rimanere sotto il loro potere?
Sconfiggere un demone è una cosa prestarsi ad essere sottomessi da lui è un'altra.

- Beh, sai cosa, io non ci capisco più niente!
Ci credo, ehehe, riguardo a queste cose ci sono pochi insegnamenti e la gente fa confusione. Vedi, i demoni non sono un qualcosa di estraneo a te, essi ti appartengono e sono degli aspetti della tua persona.

- Vuoi dire che io in parte sono un demone?
Beh si potrebbe dire che alcune parti della tua personalità assumono un aspetto demoniaco in quanto vanno contro di te. Essi ti legano, ti rendono meno libero.

- E come fanno a tenermi legato?
Essi si nutrono delle tue energie senza darti nulla in cambio. Essi hanno bisogno delle tue energie, delle tue motivazioni, intenzioni, volontà. Essi le sviano, le portano verso se stessi e si nutrono di questo lasciandoti incapace di muoverti, disorientato e spossato.

- E perché è impossibile da sconfiggerli?
Perché se tu lotti contro di loro essi raggiungono il loro obiettivo prendendo l'energia che scagli loro contro. Non puoi sconfiggerli perché in fondo tu non puoi annientare te stesso, ricordati che i demoni sono parte di te!

- E se li ignoro?
Se li ignori essi lavoreranno contro di te e continueranno la loro azione.

- Beh, allora come si fa?
Te l'insegnerò!

 
 
 

Dentro la prima cinta

Post n°318 pubblicato il 25 Maggio 2010 da ex_pre
 



°°° 26) Sui demoni 

- Va bene, mi metto in cammino... ehm, cosa posso aspettarmi in questa prima parte?
In questa prima fase troverai i personaggi che ti dicevo prima: venditori, mercanti e giocolieri.  

- Chi sono?
Sono demoni.

- Mi possono fare del male?
Dipende, essi sono qui per affascinarti, per farti fare cose piacevoli, per distrarti, per farti fare buoni affari.

- Non devo temerli allora!
I demoni non si devono temere, essi vanno affrontati.

- Vuol dire sconfiggerli?
Affrontare un demone non è sconfiggerlo.

- Non capisco! I demoni devono essere sconfitti, essi sono il male!
Capirai con l'esperienza quello che devi fare. Vai ora, mettiti in cammino, se ti verrà qualche dubbio torna pure, io sono qui. 


 

 
 
 

Odiare il mondo

Post n°317 pubblicato il 13 Maggio 2010 da ex_pre
 



°°° 25 Sui legami (b)

Posso capire magari il benessere economico o la carriera, a volte richiedono compromessi tali che è un bene lasciarli, questo è nella logica religiosa che raccomanda di abbandonare il materialismo; ma gli amici, i genitori, gli affetti e addirittura la salute... queste non sono cose negative!
Si, infatti non sono cose negative di per se. Queste cose però diventano negative perché non permettono di progredire, ti tengono legato. Non sono le cose ad essere positive o negative ma il tipo di legame che abbiamo con esse.

Amare, accogliere l'amico, sentirsi compreso,spendere tempo ed energia per le persone, la gratitudine ecc sono cose positive però, non ci possiamo trasformare in misantropi distaccati dal mondo!
Infatti non solo non si deve odiare il mondo o le persone ma bisogna amarle.

Quindi non è possibile tagliare i rapporti!
I rapporti ci sono, anzi debbono esserci, attraverso quelli noi cresciamo e ci evolviamo.  

Beh, allora io non ci capisco più nulla! Prima dice che essi vanno recisi perché non ci fanno progredire nel cammino verso il Monte e poi dice che ci fanno evolvere!
Infatti, come ho detto, non sono le persone in se stesse a cambiare qualcosa ed essere positive o negative. Nella Cittadella non contano le persone, le attività, le cose contiamo solo noi. Conta quindi il legame.  Ti sarà più chiaro quando inizierai a camminare, su, inizia a muoverti, basta parlare! 

 
 
 

Dolorose emorragie

Post n°316 pubblicato il 08 Maggio 2010 da ex_pre
 

°°° 25 Sulle perdite (a)


Se è così doloroso quello che viene richiesto per poter camminare nella Cittadella allora non dobbiamo stupirci se le persone fuggono a gambe levate!
Infatti le persone non lo fanno volentieri ed è per questo che la Montagna stessa ci viene incontro facendoci il favore di toglierci tutte le cose alle quali teniamo di più.

Beh,  direi che è un po' audace chiamarlo favore! 
In effetti questo è uno dei più grandi atti di misericordia che riceviamo nella nostra vita. In effetti la nostra vita nella Cittadella non consiste nel aggiungere ma nel togliere. Noi non avremmo la forza di abbandonare con le nostre forze le cose che ci sono più care. Sono proprio questi legami che hanno il peso maggiore nella nostra vita, sono proprio questi che non ci fanno andare avanti, ci tengono perennemente fermi, ci fanno fare dolorosi compromessi, ci assorbono moltissime energie. Sono talmente importanti che la gente rinuncia a scalare la Montagna Sacra.

A cosa si riferisce quando dice di "rinunciare alle cose più care" ?
Gli stacchi più dolorosi riguardano le persone care come genitori, parenti, amici, partner di una vita, figli. Sono quelle persone che amiamo, quelle alle quali affidiamo la nostra gioia, quelli che ci sostengono ecc. Capita che le persone più importanti della nostra vita una dopo l'altra ci lascino perché muoiono, ci abbandonano, ci deludono o ci tradiscono e noi ci ritroviamo sempre più soli. Invece che trovare qualcuno al quale appoggiarci dobbiamo sempre più spesso trovare la forza dentro di noi. Ci viene messa davanti la dura realtà di dover fare da soli. Queste perdite ci feriscono proporzionalmente all'importanza che hanno nella nostra vita; a volte è davvero difficile rimettersi in piedi dopo una di queste perdite.

In effetti perdere una persona cara è una tra le cose peggiori che ci può succedere. Sembra quasi che più andiamo avanti con gli anni e più diventiamo soli e senza appoggi! Cos'altro ci può succedere?
Ah, la vita ha tante sorprese in serbo per noi! Altri eventi ci costringono a fare a meno del benessere che ci siamo guadagnati con fatica: la casa, il posto di lavoro, la carriera, la sicurezza economica. Questa rinuncia non è solo rivolta al passato e alle cose che abbiamo acquisito, a volte dobbiamo rinunciare ai progetti di vita, dobbiamo fare compromessi con ciò che speravamo un giorno di ottenere, dobbiamo rinunciare a ciò che crediamo che un giorno ci avrebbe resi felici. Ci costa anche tanto quando perdiamo la stima o il consenso dell'ambiente nel quale viviamo. L'amor proprio ci è molto caro e ci interessa molto che gli altri ce lo confermino.

Si, perdere il rispetto degli altri è una cosa davvero tremenda, comunque fin che c'è la salute...
La salute! Quella è l'ultima frontiera!

Cosa vuol dire?
La cosa più terribile è quando non possiamo controllare neanche ciò che da sempre ci compete ossia le funzioni del corpo. Il dolore fisico ci isola dal mondo e da noi stessi. La sofferenza si prende tutto: il corpo e la mente. Nella malattia non possiamo fare affidamento neanche su noi stessi perché è proprio il corpo a tradirci. Nelle situazioni più gravi non sappiamo neanche quanto tempo ci rimane da vivere. 

Anche la vecchiaia allora!
Già, anche la vecchiaia ci rende sempre più dipendenti dagli altri, sempre meno liberi di poter decidere per se stessi i nostri limiti si stringono sempre di più attorno a noi.

 
 
 

Prepararsi alla scalata

Post n°315 pubblicato il 27 Aprile 2010 da ex_pre
 

°°° 24) False sicurezze

Il discorso dello spogliamento è duro!

Si, lo so, è una cosa molto difficile. Tanta gente si ferma in questa fase! Noi amiamo attaccarci alle cose perché ci sembra che possano assicuraci la sopravvivenza come se fossimo naufraghi su un'isola deserta; anche un chiodo, un secchio bucato, un pezzo di spago ci sembrano preziosi... siamo tentati di pensare che la nostra vita dipenda da quelle cose. Siamo profondamente insicuri e abbiamo una paura terribile della morte.
Al di la della metafora, cosa sarebbero questi "oggetti" all'interno della Cittadella?
All'esterno di noi sono oggetti, persone, situazioni, luoghi. All'interno essi si traducono in attaccamento, bisogno, dipendenza. Quindi essi rappresentano un peso, un legame, un laccio che impedisce il cammino. Per qualcuno questi legami sono come case entro le quali rinchiudersi. La paura stessa di perderli ci blocca.
Come si fa a liberarsi da questi legami?
A ogni passo che compiamo corrisponde un legame tagliato. A volte sono sottili ragnatele che ci danno fastidio ma non sono un problema e a volte invece si tratta di profonde radici che quando vengono recise provocano dolorose emorragie.

 
 
 

Iniziamo a spogliarci

Post n°314 pubblicato il 27 Novembre 2009 da ex_pre
 

 

 

°°° Dell'inizio del cammino

Ha detto che è importante agire e non conoscere!
Bisogna incamminarsi, non basta riflettere e parlare. Più si parla e più le parole nascondono la Sacra Montagna. Più si sta a riflettere e si cerca di capire e più è facile che ci si perda nei sobborghi e nella periferia. 

Cosa vuol dire incamminarsi?
Incamminarsi vuol dire fissare bene nella mente la cima della Montagna e fissare bene la volontà di raggiungerla a qualunque prezzo. I

Fissare una cosa nella mente non dovrebbe costare fatica!
Infatti non è quello che costa, costa invece la fedeltà, la costanza, il dover compiere delle scelte. Costa anche il senso di solitudine, d'incomprensione.

Quindi questo percorso non si compie con spontaneità e gioia?
All'inizio si, all'inizio sembra di avere le ali ai piedi, ci sembra tutto facile ma poi i tempi si allungano ed iniziano i compromessi. I compromessi ci legano, ci appesantiscono, ci frenano. All'inizio siamo focalizzati e vediamo solo una cosa: la Montagna. Poi si prosegue perché l'abbiamo deciso, si prosegue per forza di volontà. Per questo far parte di una comunità, seguire le scritture, le celebrazioni, i momenti di preghiera, meditazione ecc ci aiuta. Tutto ciò rappresenta una realtà alla quale appoggiarci proprio quando si fa fatica. Abbiamo bisogno a volte di impalcature esterne che ci sostengano.

Come si cammina nella Cittadella?
Incamminarsi vuol dire iniziare a fare scelte. La prima fase di questo cammino inizia con l'abbandonare le cose che ci appesantiscono. Bisogna iniziare a spogliarci. Questo processo di spogliazione arriverà fino nel più profondo del nostro essere. Solo chi è del tutto e perfettamente spoglio può sperare di scalare la Montagna.

 
 
 

Bisogna essere pratici

Post n°313 pubblicato il 29 Ottobre 2009 da ex_pre
 




°°° 22) Sulle religioni
Ha detto che bisogna restare nella nostra contrada, questo comprende anche la religione?
Si esatto, la contrada comprende anche la religione con la quale siamo cresciuti. Ognuno di noi ha una religione di riferimento sia che i nostri genitori l’abbiano praticata sia che ci troviamo a vivere in un luogo nella quale essa viene praticata.

Lei sta dunque dicendo che tutte le religioni sono ugualmente buone!
Le grandi tradizioni religiose non sono tutte uguali ma vanno ugualmente bene.

Certo, qualcuno avrebbe da ridire su questa posizione!
Si, ne sono certo, è del tutto normale che ai credenti suoni un campanello d’allarme se si dice che tutte le religioni vanno bene. Noi giudichiamo le religioni e siamo abituati a considerarle vere o false. Questa preoccupazione deriva dal fatto che noi cristiani, ma anche ebrei o islamici, abbiamo una Rivelazione che viene “dall’alto”. Avere una fonte così autorevole fa si che esista solo una verità assoluta che non può essere messa in dubbio da alcuno. Oltre alla questione della verità e quindi della dottrina noi scegliamo la religione a seconda della sua capacità di portarci o guidarci verso la salvezza. La verità e la salvezza sono legate profondamente. 

Quindi non si può dire che sia indifferente se siamo nati dentro una tradizione religiosa o l’altra!
Non è indifferente ma fatto sta che nessuno abbandonerà la fede alla quale ha aderito profondamente per cercarne un’altra. Il motivo è che egli ritiene che quella sua sia buona e vera. Sarebbe un gran spreco di tempo e forse ingiusto cercare di convincere e far cambiare l’idea dell’altro. In questo modo capita che si facciano ingiustizie e molto torto alle persone. 

Sembra che si preoccupi più del lato pratico che di ciò che sia vero o buono!
Infatti… non importa quanto sia vera un’idea ma cosa te ne fai.


 
 
 

Bisogna essere leggeri

Post n°312 pubblicato il 13 Settembre 2009 da ex_pre
 



°°° 22) Sulla semplificazione
Perché è importante rimanere nella propria contrada?
E'importante perché quellla contrada è ciò che ci è più vicino, ciò che ci appartiene, ciò che già conosciamo. Siccome già conosciamo possiamo dedicarci ad approfondire. 

Ma non è bene conoscere altre cose?
E'molto meglio approfondire la conoscenza piuttosto che allargarla. Nella Cittadella non è tanto importante essere larghi quanto essere profondi. Bisogna essere affilati come punte di lancia per penetrare sempre più in profondità. Per scalare la montaga bisogna essere leggeri. Bisogna spogliarsi dagli orpelli, dalle cose non necessarie. Bisogna imparre a riconoscere l'essenziale e semplificare tutto.

Non è una cosa negativa semplificare?
Non è una cosa negativa è invece un grande segno di saggezza perché chi è semplice ha capito l'essenziale. Chi vuole scalare la montagna diventa semplice, leggero, essenziale, povero. Quando il tutto diventa uno solo allora diventa tagliente tanto da penetrare l'impenetrabile.

Cosa vuol dire in concreto essere semplice?
Chi non è semplice è diviso, tra il cuore e la mente, tra il presente e il passato, tra i bisogni e le aspirazioni... Chi scala la montagna è una persona unificata in se stessa. 

Come si fa ad essere unificati?
Questo è ciò che si impara nella propria contrada e ciò che si deve fare prima di avvicinarsi alle pendici della Montagna. Non si va molto lontano se ci portiamo dietro troppi pesi. E' necessario avere dentro di noi un tale desiderio di arrivare alla cima da essere più forte di qualsiasi cosa, da sopportare qualsiasi sacrificio. Questo desiderio ci deve far abbandonare tutto fino ad arrivare ad abbandonare addirittura ciò che crediamo essere il nostro io.

Bisogna abbandonare il nostro io? Ma come è possibile se siamo noi stessi a dover fare questo cammino, come possiamo quindi rinunciare al soggetto stesso di questo cammino?
Questa è una cosa molto dolorosa e difficile perché il nostro io è abituato ad attirare tutto e non lasciare niente. Da soli non possiamo farcela. E'per questo che dobbiamo restare nella nostra contrada e diventare discepoli. Bisogna imparare l'obbedienza e la disciplina. Per questo se rimaniamo nella nostra contrada possiamo iniziare a spogliarci delle cose mentre se andiamo in un'altra non facciamo altro che accumulare senza esserci prima spogliati. 

 
 
 

Delle contrade

Post n°311 pubblicato il 26 Agosto 2009 da ex_pre





°°° Di come ognuno abbia una contrada di partenza
Quando si penetra dentro le mura della Cittadella ci si trova dentro una contrada o quartiere. Il quartiere corrisponde alla nostra cultura, la nostra società e la nostra religione.
- Vuole dire che entrando da un'altra parte e in un altro quartiere troveremmo una cittadella diversa?
Esatto, è molto importante valutare e prendere in considerazione da quale lato si entra nella città. Il lato dal quale si entra ci segna per sempre.
- Entrando da un altro lato possiamo avere dei vantaggi?
Assolutamente no. A parte che non è possibile entrare da un altro lato, ma anche se fosse possible ci troveremmo spiazzati. Capita che coloro che vagano nella città s'addentrino in altri quartieri, a volte ne traggono beneficio ma molto spesso è una perdita di tempo e loro s'illudono d'aver fatto qualcosa di utile per se stessi. In effetti è nella nostra contrada che riceviamo i maggiori vantaggi. Nessuno di noi può fare tutto, tutti noi abbiamo delle caratteristiche che ci fanno fare meglio una cosa. Un atleta può essere un ottimo corridore ma se s'impegnasse ad es. nel nuoto rischerebbe di togliere punti alla corsa e rimanere un mediocre nuotatore.
- Ci spieghi meglio cosa sono queste contrade.
Le contrade rappresentano il nostro mondo di riferimento. Noi europei non siamo indiani o africani, abbiamo la nostra cultura, la nostra lingua, il nostro sistema di interpretare e capire il mondo. Le nostre basi culturali e religiose ci hanno segnato profondamente quindi è bene rimanere nel proprio.
- Ma non è meglio conoscere anche altre cose?
Può essere interessante, certo, avere nuovi spunti, altre prospettive, diversi paradigmi ecc ma molto spesso tutto ciò non fa altro che distrarci, metterci confusione. Non si possono seguire tante vie se ne può seguire una. Ci sono tante cose interessanti da conoscere ma la cosa più importante è approfondire una. 
- Quindi studiare è una cosa negativa?
Studiare per approfondire la propria via non è negativo anche se lo studio ci porta apparentemente all'infuori della nostra contrada, è negativa la curiosità che non porta a nulla.   
- Qual'è quindi il consiglio che ci da?
Prima di andare a cercare altre cose bisogna fermarsi nella propria contrada, imparare a conoscerla ed amarla perché essa ci appartiene e noi apparteniamo a lei. Se anche andassimo in altre contrade inevitabilmente dovremmo ritornare alla nostra perchénon si può ignorare la nostra origine. 

 
 
 

Quindi ora siamo soli

Post n°310 pubblicato il 22 Luglio 2009 da ex_pre
 




°°° 20) Un primo sguardo alla città e alla nuova situazione

- Quant’è grande la città?

È sufficientemente grande da perdersi e passare tutta la vita a vagare per le sue vie.
- Come mai le persone si perdono?
Perché le vie sono intricate e soprattutto queste vie sono piene di venditori e giocolieri.
- Cosa sono questi venditori e giocolieri?
Essi sono coloro che hanno il compito di distrarci, per farci perdere la direzione e farci dimenticare  la Montagna.
- Come possono farci dimenticare la Montagna, non si innalza essa in mezzo alla città?
Si, essa si trova in mezzo alla città ed è grande ma il nostro sguardo viene attirato da altre cose.
- Come è possibile nascondere una montagna!
E’impossibile ed è proprio per questo che veniamo circondati dai venditori e dai giocolieri.
- Chi sono i venditori?
Sono coloro che ci offrono cose che crediamo utili o belle ed in cambio ci chiedono soldi. 
- E i giocolieri?
Sono coloro che non ci danno niente, essi ci distraggono e mentre ci divertiamo dai nostri borselli vengono rubati i soldi.
- Parli di soldi, cosa sono i soldi?
I soldi sono una cosa preziosa e  limitata, nella cittadella la moneta corrente è il tempo. Il tempo che abbiamo è limitato.
- Questa città è pericolosa? 
Si, perché ci possiamo perdere ed è fatta per ingannarci.
- Ci si può perdere la vita?
Si, in questa città la nostra vita sarà sempre in pericolo e la morte è una possibilità prevista dalle regole. Ma all’inizio il più grande ostacolo sono i venditori e i giocolieri, quelli per la maggioranza delle persone sono più che sufficienti. Si perdono i soldi e non si va da nessuna parte, è molto più efficace che mettere in allarme la persona interessata spaventandola o aggredendola.

 
 
 

Della bestemmia

Post n°309 pubblicato il 10 Luglio 2009 da ex_pre
 




°°° 19 Di coloro che si sentono derubati
Ciò che ho descritto rappresenta più la diversità direazioni e atteggiamenti piuttosto che categorie distinte di persone, come sempre si tratta di schemi che mi aiutano a descrivere ciò che accade nella Cittadella. Esistono tante altre sfumature e modalità di comportamento ognuno mette in atto il proprio.

4)  C’è un ultimo atteggiamento che voglio descrivere e riguarda quelli che si sono illusi dipossedere in modo permanente l’influsso benefico e l’esperienza della Vetta. Costoro si sentono privati di una cosa che credevano loro e quindi provano rabbia. Credono che essere entrati nella Cittadella sia già il traguardo e che l’hanno raggiunto con la propria astuzia, con le proprie capacità. Queste persone si sentono beffate e non è detto che non provino rancore nei confronti della Vetta ma questo atteggiamento negativo è la prova che essi non hanno colto la vera natura di ciò che hanno visto.

Quindi dopo la promessa la persona si trova da sola tra le vie della città.

 
 
 

Un colpo di fortuna

Post n°308 pubblicato il 05 Luglio 2009 da ex_pre



°°° 18) Di coloro che non sanno cosa hanno visto e cosa devono fare
3) Ci sono persone che sentono che quello che hanno visto è stata una grazia troppo grande e si sentono profondamente indegni nei confronti della Montagna.
Costoro fanno esperienza della propria inadeguatezza e provano quasi un senso di pudore per aver posato lo sguardo su una cosa tanto stupenda.

Questi soggetti, a differenza delle due tipologie precedenti sono tendenzialmente passivi perché credono che essi non possono fare nulla. Queste persone possono provenire da un ambiente religioso o possono avere simpatie verso varie filosofie di qualunque tipo ma in genere queste persone sono del tutto impreparate a questo nuovo ambiente e per questo non hanno alcun strumento per capire ne cosa hanno visto oppure che possono fare. La chiarezza e la genuinità dell’esperienza che hanno avuto poiché non ha avuto mediazioni razionali di nessun tipo è un vantaggio ma queste persone in questa situazione sono estremamente fragili. Il rischio è che queste persone lascino svanire l’esperienza come fosse un sogno senza darle alcun seguito.

 
 
 

Trovare la combinazione giusta

Post n°307 pubblicato il 26 Giugno 2009 da ex_pre
 



°°° 17) Di coloro che credono che tutto dipenda da loro
2) Ci sono persone che pensano di aver perso la visione della Vetta perché loro stessi in qualche modo hanno distolto lo sguardo e si sono allontanati dalla luce e che non è stata la luce ad allontanarsi o a reagire a qualche loro atteggiamento sbagliato. Queste persone credono che il loro errore sta nel essersi occupati troppo di se stessi o di altre cose ed è per questo che hanno perso la direzione. Spesso queste persone credono che l’azione più giusta sia cercare di riprodurre le stesse condizioni del passato e con ciò s’illudono di riavere la stessa esperienza o condizione che avrebbe permesso loro di avere la grazia della prima visione. Queste persone credono che la cosa dipenda esclusivamente da loro e che basti trovare la giusta combinazione per riavere quella luce.

Anche queste persone hanno una visione sbagliata anche se è positiva. L’errore è credere che la perdita dipenda da loro e questo è in comune con la prima tipologia e il secondo errore è credere che la situazione iniziale può riproporsi. L’elemento  positivo sta nella consapevolezza di essere i protagonisti di questa situazione e che quindi, loro possono fare tutto ed è così ma sia una categoria di persone che l’altra rischiano di fare lo stesso errore e cioè quello di stare fermi. La Vetta della Montagna è invece apparsa per attirarli a se e quindi loro devono mettersi in cammino.

Seguono anche altre reazioni

 
 
 

Al di la della giustizia

Post n°306 pubblicato il 18 Giugno 2009 da ex_pre
 





°°° 16) Di come certe persone reagiscono alla scomparsa della Vetta
Abbiamo visto la Vetta per un periodo di tempo e siamo stati beneficiati della sua luce. Dentro di noi sono avvenuti grossi cambiamenti e ci siamo illusi che questa sarebbe stata la nostra definitiva condizione di vita invece la situazione cambia perché entro breve rimaniamo senza quella luce e ritorniamo ad essere soli. Ecco uno schema che riassume le varie reazioni a questa perdita.

1) C’è chi pensa d’aver fatto qualcosa di sbagliato o sgradito alla Vetta e quindi  essa per punire o per manifestare l’indegnità del soggetto si sottrae allo sguardo. Questo tipo di persone ha un senso di colpa nei confronti della Montagna e crede d’aver peccato contro una realtà così meravigliosa. Costoro quindi  pensano che la cosa giusta sia quella di mostrarsi pentiti e magari di espiare la propria colpa infliggendosi addirittura delle pene. Essi vogliono manifestare la propria buona volontà e facendo così credono di attirare nuovamente su di se la luce benevola della Montagna. In genere questa reazione è propria di chi ha un retroterra religioso.

Questo modo di comportarsi ha qualcosa di buono perché queste persone sono predisposte ad un atteggiamento devoto e umile nei confronti della Montagna, essi sentono di potersi relazionare alla Vetta e che questa non è una cosa muta e indifferente. L’errore che fanno è illudersi che attirare su di se la benevolenza della Montagna li sottrarrà dal faticoso cammino che devono appena iniziare, cammino che li trasformerà profondamente. Un altro errore è credere che non ci sia null’altro da aggiungere alla situazione che hanno vissuto e che tutto si risolva in una serie di regole legali per le quali essi sono giusti o hanno torto ma in effetti questo tipo di leggi nella Cittadella non contano troppo perché la Montagna è li per essere scalata e questa è una cosa che fanno gli audaci e i violenti.

 
 
 

Toccare non è possedere

Post n°305 pubblicato il 05 Giugno 2009 da ex_pre





°°° 15) Della Promessa che ci viene fatta una volta dentro
Cosa significa Promessa? Ci viene concesso di toccare ma non di possedere. Coloro che entrano nelle mura della Cittadella possono intravedere la alta Vetta della Montagna che si trova alta sopra i tetti della città, oltre i limiti delle cinte murarie superiori. Le nuvole perenni che nascondono la Vetta si scostano e ci viene elargita la luce e il calore che inebria l’anima e la pervade di una dolcezza impareggiabile. Da quel momento noi sprizziamo gioia e energia, la gente si accorge che è cambiato qualcosa dentro di noi e il nostro entusiasmo sembra inesauribile e incontenibile. Questa situazione però non dura a lungo. Dopo un po’ di tempo (qualche mese in genere e a volte anche un anno o più) le nuvole veleranno di nuovo la Vetta. 

In questo periodo particolarmente felice si riceve il dono più grande che è allo stesso tempo dolce e amaro; assieme alla dolcezza della visione noi riceviamo un sigillo che dentro di noi  sanguina e ci fa soffrire.  E’il sigillo della nostalgia perché i nostri occhi non potranno più vedere la vetta ed esserne illuminati, non voleremo più con il cuore, la grande luce che ci ha pervaso per un tempo. piano piano svanisce. Se per un certo periodo noi ci siamo sentiti oggetto del favore divino ora ci accorgiamo di essere soli. Dopo un periodo di felicità segue una grande prova... e questo è normale.

 
 
 

Il mondo dietro la porta

Post n°304 pubblicato il 11 Maggio 2009 da ex_pre
 




°°° 14) Della felicità e della promessa
Se aprendo l’armadio nella nostra camera ci trovassimo, invece delle solite cose di sempre, un mondo sconosciuto; una vasta città, con al centro un’altissima e meravigliosa montagna? 

Quelli che hanno fatto il passaggio e si ritrovano aldilà del muro della cittadella vivono questa sensazione; lo stupore e forse la più grande gioia che si possa provare. Essi iniziano a capire le cose da un nuovo punto di vista, scoprono qual è la verità delle cose che prima apparivano sconnesse e prive di un disegno coerente. Improvvisamente si sciolgono nodi che impedivano al cuore di aprirsi e alla mente di capire. Essi prendono contatto con una nuova dimensione della propria esistenza ossia quella parte che hanno sempre cercato. Questa fase di profonda gioia ed entusiasmo, che è solo l’inizio del progresso spirituale, è caratterizzata dalla Promessa. 

La Vetta della Montagna permette di essere vista per un po’ di tempo ed essa dirige su di noi i suoi raggi, per questo il cuore e la mente viene inondato di luce e felicità.  Ma questo è solo una promessa che ci viene fatta e ben presto svanirà.

 
 
 

Un prima ed un poi

Post n°303 pubblicato il 30 Aprile 2009 da ex_pre
 




°°° 13) Del grande evento ossia dell'attraversare la porta
Lei ci sta parlando per immagini ma cosa vuol dire: “attraversare la porta”? 
Questo evento ha tanti nomi, ogni esperienza spirituale usa i propri. Alcuni nomi, tra i più frequenti, sono: risveglio, entrare in se, conversione, iniziazione, illuminazione, diventare consapevoli ecc Alcune espressioni si completano a vicenda mentre altri termini si prestano a malintesi. 

A me non interessano i termini perché le parole spesso sono motivo di incomprensione. Voglio parlare di cosa accade alla persona in concreto, m'interesso delle azioni e operazioni dell'individuo. Tutti questi termini vogliono indicare un passaggio nella vita della persona per la quale esiste un prima e un dopo. Si tratta di un evento che sconvolge profondamente  e positivamente la persona. Da quell’evento in poi la persona riorganizza il suo mondo interiore, in lei si crea un sistema nuovo fatto su basi nuove; si assiste ad una trasformazione profonda della persona, cambia il suo modo di comprendersi, di interpretare il mondo. La gerarchia dei valori e delle priorità viene modificata o perfezionata, nascono nuovi interessi e quindi nuove relazioni ecc. Il risultato di questa riorganizzazione interiore è sempre un’esplosione di energia, entusiasmo, desiderio di agire, desiderio di rendere participi gli altri di questa novità. 
A costoro sembra di toccare il cielo con un dito… ed è così perché si entra nella natura di Dio.

 
 
 
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