Creato da BevetePocaColla il 27/11/2004

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Post N° 109

Post n°109 pubblicato il 13 Novembre 2007 da BevetePocaColla
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Calcio e tifo

credo di avere la soluzione a tutti i problemi che il calcio comporta.

secondo me occorrono delle nuove regole, in sostanza, i giocatori dovrebbero disputare le partite con le proprie palle.

certo all'inizio fa un pò male ma poi ci si abitua e lo spettacolo é garantito.

 
 
 

Post N° 108

Post n°108 pubblicato il 07 Novembre 2007 da BevetePocaColla
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é meraviglioso fare l'amore con una contorsionista.

anche la posizione più normale é carica di erotismo, sensualità e mistero ...specialmente quando vi trovate dei piedini che vi accarezzano i capelli, le orecchie e la schiena...

 
 
 

Post N° 107

Post n°107 pubblicato il 15 Ottobre 2007 da BevetePocaColla
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Care Amiche di Blog,

E' davvero apprezzabile come in questo mondo, anche se virtuale, ci si faccia in 4 per aiutare chi soffre.

Ora sono io che chiedo aiuto a voi.

Da qualche tempo soffro per la macata attuazione di un mio desiderio...

Perché anche l'erotismo é importante, ma purtroppo lo devo soffocare, col rischio della più subdola delle patologie. La frustrazione.

la mia richiesta é molto semplice e conta sul vostro altruismo e disponibilità.

C'é tra di voi una contorsionista che mi possa aiutare?

Potremmo BereTantaColla!

 
 
 

Post N° 105

Post n°105 pubblicato il 11 Ottobre 2007 da BevetePocaColla
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LE MAMME...

di mamma ce n'é una sola...Ve lo immaginate con tre o quattro? saremmo a post!!! e poi campano a lungo... piu degli uomini...

una volta c'erano quelle belle epidemie che decimava popolazioni intere...che tempi!!! oggi é rimasto solo busch a portare avanti questa lotta, e per di piu  tanti gli sono contro....ma possibile non si possa fare una guerra in santa pace? 

conclusione... non ho problemi con mia madre, io l'avevo gia fatta a pezzi parecchi anni fa...ora é tutto a posto. (e chi capisce...capisce)

 
 
 

Post N° 104

Post n°104 pubblicato il 06 Ottobre 2007 da BevetePocaColla
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LA MAMMA

Io ho una mamma anziana, si è sposata tardi ed ha avuto i figli più tardi ancora (quel che si dice “un miracolo della natura”e, mio padre aveva addirittura dodici anni in più di lei, ma questa è storia comune.

Di tanto in tanto la vado a trovare in casa di cura, quando ne ho voglia e mai per dovere, lei lo sa.

Mi chiede sempre come vado e si fa un casino di problemi per niente.

Dice che prima di morire vorrebbe vedermi sistemato, al che ho sempre pensato al suo egoistico attaccamento alla vita che è, a dir poco, arrogante, in sostanza mi dice di non sistemarmi perché in tal caso lei non  morirebbe.

Per stare al gioco le dico sempre che mi sistemerò dal momento in cui lei toglierà la foto del papa che da sopra il letto pare incombere su ogni parola, le chiedo sempre come fa a sopportarlo, insomma un po’ di privacy.

Oggi,  per esempio, ecco come sono andate le cose dopo averle risposto la solita solfa  sulle immagini religiose.

-Andrai all’inferno-  sostiene in modo risentito e leggermente disgustato. È’  anche più agguerrita del solito.

-Non hai rispetto ne per Cristo ne per la Madonna… sei un miscredente-

Giuro che il vero significato della parola miscredente non l’ho mai capito, lo so che significa non credere nelle religioni o comunque in concetti largamente a accettati, ma viene usato in modo offensivo, ricattatorio, se fosse un ingrediente della cucina dire che è disgustoso, ma questa è un’altra faccenda.

-È  vero mamma, non credo in loro ma credo nei Santi- Le rispondo

-Nei santi?

-Sii…nei santi, ho scoperto che con certi Santi vado d’accordo, sono dei santi nuovi, moderni …che tu nemmeno conosci… hai mai sentito parlare di San Severo, San Gemo, San Giovese, San Colombano, Santa Sofia Amarone e Santa Cristina…ce n’è anche uno francese Saint Emilion…- la rassicuro sbuffando un po…

-Non li ho mai sentiti, quando parli cosi mi fai stare male, non devi scherzare su queste cose- Ora mia mamma ha un tono più calmo, ma, come sempre quando è perplessa inarca le sopracciglia come a rivolgere lo sguardo al cielo ed anch’io sto male perché mi viene in mente il soffitto di casa che devo tinteggiare.

- Mamma…Se ti dico che esistono…Esistono! Ti assicuro sono dei Santi DOC -

- e cosa avrebbero fatto questi Santi? -

- Miracoli mamma…hai presente il paradiso? Ecco con loro ti senti in paradiso-

- Ma allora un po’ ci “credi”?-

Ora mia mamma ha un’espressione leggermente rassegnata  e siccome io non voglio…

- Ma certo mamma…”credo” che al mondo non ci sia una mamma “boccalona” come te…ah come faccio a sopportarti…-

Ecco ora mia mamma  è contenta perché sono quello di sempre…

- Però devi sistemarti…promettilo…-

E su di me incombe il solito pensiero …”se non la uccido ora non la uccido più…”

La prossima volta le farò BereUnPodiColla…

 

 
 
 

Post N° 101

Post n°101 pubblicato il 01 Ottobre 2007 da BevetePocaColla
Foto di BevetePocaColla

Senza Titolo

(racconto a puntate)

N.7

…e gia le brillavano gli occhi,  si guardò come a compiacersi, ed anche se il suo  sguardo indugiava sulla pancia leggermente pronunciata, non venne meno a posare le mani sui fianchi come a simulare un fisico perfetto.

Era davvero felice, nonostante avesse intuito che l’apprezzamento era un po’ forzato le fece egualmente piacere ma,  mentre Antracite  annuiva con la testa in segno di condivisione, senza distogliere lo sguardo, istintivamente, anzi bruscamente lei cambiò discorso.

-dai smettila di cinquantarla… o mi fai vedere o lasciamo perdere-

Antracite è uno di poche parole, non perché non parla, ma perché parla poco, gli piace osservare, osservare e pensare, gli piace leggere tra le parole ed i gesti, costruendosi interpretazioni e considerazioni del tutto personali.

Serena si accostò a lui per vedere meglio il monitor e con molta naturalezza si appoggiò col gomito alla sua spalla.

Antracite sentiva che quel contatto lo stava mettendo a disagio, come schiacciato da due forze opposte e non capiva il perché,

...ma come? Si domandava, proprio io che trovo risposte persino dove non ci sono domande.

Eppure sentiva il disagio dal quale svincolò tornando alla richiesta di Serena.

-         sono delle foto che faccio in giro, sono queste… guarda – disse aprendo qualche fotografia.

Una carrellata di immagini passò davanti agli occhi di Serena che guardava con perplessità, erano tante, e non capiva come mai lui non gliene avesse mai parlato.

-         però!

-         e tu mi tieni nascosto tutto questo! -Esclamò Serena

Quel disagio oscuro di Antracite si trasformò subito in un altro tipo di disagio, molto chiaro e preciso, era un misto di viltà e bassezza, era uno schiaffo all’amicizia.

-         non capisco, io ti racconto tutto di me, persino se mi scappa la pipì e tu invece …?

-         Senti! Ma ti ricordi che dobbiamo andare? che ci stanno aspettando…?

In quel preciso istante Antracite si rese conto di come il flusso dei rapporti in qualche modo trovasse una sua  via d’uscita, una reimpostazione naturale… (segue)

 
 
 

Post N° 100

Post n°100 pubblicato il 24 Settembre 2007 da BevetePocaColla
Foto di BevetePocaColla

Mi manca questo ragazzino cosi per bene...

mi bastava leggere un suo post e subito entrava aria fresca dalla finestra.

EnneGramma...sì parlo di lui... ma ennegramma é anche un grafico in cui vengono rappresentati i  9 punti per la crescita personale, ma lui sicuramente avrà aggiunto il decimo punto che é al centro del triangolo e l'undicisimo che é un' ipotetico punto di vista situato all'esterno del grafico.

mi auguro di leggerlo presto sul suo sito www.gabrio.org 

 
 
 

Post N° 99

Post n°99 pubblicato il 18 Settembre 2007 da BevetePocaColla
Foto di BevetePocaColla

lo so...é nello spirito di tutti credere che il ritornare insieme sia cosa gradita.

penso che in Italia, oltre al divieto di fumo nei locali pubb., dovrebbero vietare di cercare di fare tornare insieme coppie che non funzionano. é come voler mischiare l'acqua della pozzanghera (habitat naturale della sanguisuga), con l'acqua santa (io) e poi... ho altre cose per la testa

Ps... le immagini me le aveva inviate un amico qualche tempo fa e non so da dove vengano

 
 
 

Post N° 98

Post n°98 pubblicato il 10 Settembre 2007 da BevetePocaColla
Foto di BevetePocaColla

eccomi al ritorno...

(figurati se non contraccambiava)

 
 
 

Post N° 97

Post n°97 pubblicato il 06 Settembre 2007 da BevetePocaColla
 
Foto di BevetePocaColla

...devo trovarmi con la mia futura ex moglie.

mi pare giusto portarle un regalino

(a volte basta un piccolo pensiero)

 
 
 

Post N° 96

Post n°96 pubblicato il 27 Agosto 2007 da BevetePocaColla
Foto di BevetePocaColla

Al centro commerciale

 

Il centro commerciale è per me fonte d’ispirazioni e, non a caso, alcuni dei miei precedenti scritti hanno raccontato il senso ed il contesto, di quelle circostanze di cui i supermercati abbondano.

Proprio questo tardi pomeriggio, insoddisfatto come sempre per i prodotti sempre più cari e sempre meno sostanziali, mentre uscendo dal parcheggio per inserirmi nella corsia, quella con le freccioline e la scritta “Uscita”, notai che ad una ventina di metri da me, due donne di colore, che parevano essere madre e figlia, mi precedevano a piedi portando la loro spesa.

La figlia, ammesso che di figlia si tratti, ma é cosi che intendo chiamare la donna più giovane, reggeva due borse non troppo colme, mentre la madre, ammesso che di madre si tratti ecc. ecc. reggeva con tutte e due la mani un pacco apparentemente pesante e che faceva pensare ad una confezione di due pacchi di carta del formato A4.

Era gradevole sbirciare il loro “parlarsi” apparentemente solidale ed affettivo.

La madre, ad un certo punto, con evidente fatica, ma non priva di disinvoltura, si mise in testa il pacco, credo con l’intento di mostrare alla figlia usanze e costumi delle loro origini.

La figlia, vedendo la madre impegnata nel cercare il giusto equilibrio, osservava e sorrideva, ed anch’io sorridevo nel vedere quel pacco traballante, ma prudenzialmente assicurato a breve distanza dalle sue mani , un po’ come quando si sta attenti ai primi passi dei bambini.

Poi, la madre, tenendo fermo il pacco sulla testa, pareva dire alla figlia che sapeva fare di meglio, e così, mettendo tutto l’impegno e la necessaria concentrazione, liberò il pacco dalle mani, che porto ai fianchi, ed iniziò a camminare con passo fermo, continuo e privo di oscillazioni. La figlia guardava stupita ed anch’io ero stupito ed ero proprio ad  un passo da loro.

È stato più forte di me, non seppi resistere alla tentazione e cosi suonai il clacson con quel suono di chi vuole segnalare un pericolo.

Lei ebbe uno scatto inconsulto ed il  pacco cadde rovinosamente per terra, poi si girarono verso la macchina che aveva suonato, la mia,  ed io feci finta di salutare con la manina un gruppo di persone poco più avanti di me, che, pure loro in quel momento si erano girate.

La figlia appoggio la spesa per terra e coprendosi la bocca con la mano scoppiò in una incontrollabile risata, mentre la madre, visibilmente spaventata, dato il suo precedente stato di concentrazione, raccolse quello che era rimasto del pacco.

Io sorridevo loro ma dentro di me avevo un subbuglio goliardico di beffarde risate che nemmeno potete immaginare, è quel demone che di tanto in tanto si fa meschinamente sentire, un demone senza forma e senza età.

Alla fine anche loro mi sorridevano come fosse stata una semplice fatalità.

Ma non vorrei fosse interpretato come una forma di razzismo, per me sarebbe stata la stessa cosa se al loro posto ci fossero state delle vecchiette della Val Brembana con la  gerla in spalla.

È che certe situazioni vanno prese al volo, come dose di vitamina per lo spirito sennò finisce ed il tutto prende la forma di una sogliola. Una scialba sogliola.

Che volete farci, a volte mi soddisfo così, e poi certe soddisfazioni non hanno prezzo, l’importante è che nessuno ti scopra, è come interpretare in segreto il “sabotatore dei supermercati”  e poi ora ho un gruppo di amici in più, si, perché quel gruppetto che avevo finto di salutare mi ha cortesemente e amichevolmente contraccambiato con tanto di manina e sorriso proprio come vecchi amiconi.

 

Che belli i centri commerciali e…senza BereTantaColla

 

 
 
 

Post N° 94

Post n°94 pubblicato il 27 Agosto 2007 da BevetePocaColla
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un caro saluto a tutti voi

sono contento per voi che abbiate passato delle buone vacanze...ammesso che anche voi siate contenti...

io non le ho fatte...sono cose da repressi...

 
 
 

Post N° 92

Post n°92 pubblicato il 30 Luglio 2007 da BevetePocaColla
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Quando la cultura cattolica è piu forte della propria consapevolezza.

 

Può succedere  che parlando del piu o del meno abbia involontariamente offeso una persona.

Il problema è stato quando, riflettendo ho pensato:

“Dio santo, cosa ho fatto…”

Mi sono fatto una considerazione da prete.

Prete… capite?

Che il mio “IO” mi perdoni

Domani faro un po di meditazione e gli spiegherò per bene come sono andate le cose, sono sicuro che “lui” capirà.

Ma certo che capirà, io c’ho un “IO” magnanimo.

Mi perdona tutto.

Quasi tutto

Ok…domani Ti raggiungerò nell' olimpo con una tavoletta di cioccolato fondente.

(LUI va matto per il cioccolato fondente)

 
 
 

Post N° 91

Post n°91 pubblicato il 20 Luglio 2007 da BevetePocaColla
Foto di BevetePocaColla

"Senza Titolo"

racconto a puntate

n.6

…ma intanto alcuni lacrimoni dall’aria smarrita sembravano sgorgare dal nulla che, come smarriti, parevano indaffarati a tracciare strade sul suo viso. Quando furono vicini,  Serena lo tirò a se voltando il viso di lato, per non farsi vedere, fino ad aggrapparsi letteralmente abbandonandosi col viso sulla sua spalla,  senza dire parole.

E senza parole lui cercava di rassicurarla accarezzandole le spalle mentre alcune  lacrime attraversando la camicia gli bagnavano la pelle.

E sempre senza parole da una parte era dispiaciuto e dall’altra era felice di averla tra le braccia,  il perché non lo sapeva o l’amicizia tra uomo donna non deve saperlo e cosi, senza parole, anche i pensieri tacciono.

-un attimo- rispose osservandola da capo a piedi.

-che buon profumo…ma stai anche dimagrendo o sbaglio?- rincalzò Antracite unendo il vero al falso. in effetti costatò che Serena aveva un profumo fresco, di solito aveva profumi che avocavano mistero, spregiudicatezza sempre dalle sfumature intriganti. Quella sera invece aveva   l’aroma della mattina in un campo di fiori selvatici, e trovò che quella fragranza fosse la conferma della sua trasformazione, conferma del fatto che ora Serena aveva superato la crisi ed era davvero libera, consapevolmente libera, come i fiori selvatici. La bugia stava viceversa nel “dimagrire” . Serena era perfettamente come prima ed Antracite sapeva di averle tirato un colpo basso, sapeva che il fisico è il punto debole delle donne…

-Trovi?- rispose rivolgendosi lo sguardo al proprio corpo….(segue)

 
 
 

Post N° 90

Post n°90 pubblicato il 13 Luglio 2007 da BevetePocaColla
Foto di BevetePocaColla

"Senza Titolo"

racconto a puntate

N.5

…più per dire qualcosa che per sapere

- una foto…- rispose in maniera disinteressata,  come a dimostrare che l'argomento non fosse degno di interesse alcuno.

Quelle foto erano il suo hobby, e l’aveva sempre fatto sembrare un semplice passatempo di secondaria importanza. Non aveva mai voluto che gli altri sapessero e mettessero il naso in ciò che per lui era ed è passione, tormento, meraviglia, gioia, dolore, impegno. Insomma tutto quel necessario per ottenere soddisfazioni ed appagamenti.

Per di più,  gli sembrava che rivelando quella sua “esplorazione”,  significasse pure mettere a nudo alcuni aspetti della sua intimità.

Poi, i suoi amici avrebbero fatto il possibile per creare quel sarcasmo di gruppo, approfittandone, come hanno sempre approfittato e come del resto é giusto fare tra amici piuttosto affiatati.

-fammi vedere- disse avvicinandosi.

Non avrebbe mai voluto sentire quella domanda, si sentiva in trappola. Tutto il suo impegno e la sua disinvoltura non erano serviti a nulla, per di più lei stava anche scrutando il monitor che esponeva in bella mostra una schermata con l’ anteprima di una serie di foto di quel pomeriggio.

Non poteva più fare finta di niente, in particolare con lei, erano amici da troppo tempo, e si erano spesso scambiati confidenze piuttosto profonde.

-sono le foto che ho fatto oggi, però ora dobbiamo andare, ci aspettano- rispose cercando di ovviare il discorso e al contempo consapevole di un sicuro esito negativo.

-dai dai!  fammi vedere-

Non aveva via di scampo e non trovava nemmeno corretto eluderla in modo risoluto.

Del resto lei si era sempre comportata da amica e per un attimo percepì ancora l’umidità sulla pelle di alcuni mesi prima quando Serena, distrutta da una storia sbagliata pianse a lungo sulla sua spalla. Non era la prima volta, ma avvertiva perfettamente, come fosse appena successo. di quel tardi pomeriggio, mentre stava preparandosi la cena e la vide entrare con  aria abbattuta e disorientata, non parlava, e nemmeno lui sapeva cosa dire, intuiva ma non capiva, e voleva capire. Lei non fece parola e quando Antracite le chiese semplicemente – cosa c’è?- lei continuo a tacere, forse non riusciva nemmeno a parlare o non ne aveva la forza ma intanto alcuni lacrimoni... (segue)

 
 
 

Post N° 89

Post n°89 pubblicato il 08 Luglio 2007 da BevetePocaColla
Foto di BevetePocaColla

"Senza Titolo"

N. 4

…-è in ritardo! Meglio!- pensò.

Il suo “meglio” non era da prendere come un disinteresse nei confronti dell’amica ma nell’avere a disposizione quel poco di tempo per riguardarsi l’immagine.

Tornò al PC pensando allo sguardo della mendicante, aprì l’immagine, ritaglio il viso e fece un ingrandimento.

Era uno sguardo diretto ma al contempo disteso, quasi quieto. Continuò ad osservarlo, in cerca di un’emozione, di un dettaglio che lo appagasse, ma niente da fare, comprese solo che ciò che poteva sembrare uno sguardo sereno, era in realtà uno sguardo di chi dalla vita non si aspetta nulla, anzi non vuole nulla. In quel preciso istante ebbe una certezza, si, doveva assolutamente rivedere quella vecchia, ad ogni costo doveva parlarle.

Mentre la stampante gracchiava udì la voce della sua amica chiamare.

-Si sono qui- rispose.

Serena, era l’unica delle sue amicizie che lo chiamava col suo vero nome perché Antracite é il soprannome che la sua compagnia gli avevano appioppato da quando, in una delle tante noiose serate,  passate nel solito e noioso bar, si mise a parlare di un libro, un racconto ambientato in Pennsyilvania, in un periodo di tremendi scontri fra gruppi terroristi, centri monopolistici, bande rivali e movimenti sindacali, il tutto per mettere le mani su un grosso giacimento minerario di grande importanza sociale ed economica.  Quella sera raccontava con  foga,  come se una forza suprema gli avesse dato l’incombenza di trasmettere ai suoi amici tutto quello che aveva letto e capito da quel libro. I suoi amici non ne potevano più perché di quel libro non gliene importava proprio un bel niente e per alcuni di loro la pazienza stava confluendo in reazioni violente. Quel libro si intitolava “Antracite”.  In seguito, gli amici cominciarono a soprannominarlo “Antracite” e lui fu oggetto di sottili battute e grandi risate di gruppo, in seguito le battute e le risate si affievolirono fino a scomparire, ma il soprannome rimase.

-cosa stai stampando?- chiese Serena…(segue)

 
 
 

Post N° 88

Post n°88 pubblicato il 04 Luglio 2007 da BevetePocaColla
Foto di BevetePocaColla

"Senza Titolo"

n.3

…e mentre automaticamente continuava ad insaponarsi,  il pensiero ritornava assillante sull’immagine. Sapone e pensiero. Più pensava e meno si accorgeva di averlo quasi consumato del tutto. Il ritmo costante di qui movimenti faceva da culla ai suoi pensieri, ma qualcosa sfuggiva, qualcosa di importante che non aveva ne forma ne colore. Neppure domande.

La vera passione o per meglio dire, l’ossessione di Antracite, consisteva nel realizzare in continuazione album e collage il cui tema é “riprendere le persone che a loro volta stanno fotografando”. Trovava interessante cogliere le pose “dei fotografi”, trarre profili psicologici dalle espressioni dei loro visi, dalle pieghe della pelle intorno ai loro occhi, le loro  bocche chiuse o spalancate, le loro smorfie a volte ridicole a volte di vera e propria sofferenza, le loro mani e le loro braccia che roteano in cerca di un’inquadratura migliore, l’impostazione delle loro gambe,  a volte dritte a volte con una gamba piegata in avanti tipo spadaccino, i loro corpi eretti o moderatamente protesi in avanti, appena sbilanciati, giusto un accenno, la loro finta tolleranza per le persone che passano davanti all’ obiettivo,

Certo, pensava Antracite, negli ultimi anni la “fotocamera-digitale-compatta” ha completamente stravolto l’impostazione dei “fotografi”, ora non sono più così espressivi, ora la maggior parte non guarda più attraverso l’obiettivo mutando il viso a seconda delle necessità fino quasi a plasmarsi in un tutt’uno con la macchina fotografica o addirittura,  come per i più coinvolti, hanno la capacità  di adattarsi in una vera e propria breve metamorfosi, dove fotocamera, viso e mani non hanno confini ed il tutto si fonde in un equilibrio in cui il sodalizio fra tecnica e corpo umano non hanno mai conosciuto eguali.

Ora, continuava a pensare Antracite con non poca delusione,  sembrano tutti dei preti in borghese durante le messe all’aperto che innalzano verso Dio una specie di scatoletta prima della comunione.

Una cosa, in entrambi i casi lo attraeva,  era il rischio che correva in molte circostanze quando i “fotografi” si accorgevano di essere a loro volta fotografati. Alcuni  avevano reagito malamente e lui doveva lasciare perdere e defilarsi il più presto possibile, anzi a volte riusciva a scattare ancora alcuni fotogrammi mentre era rincorso. Quei fotogrammi davano ad  Antracite  ancor  più soddisfazione, non si trattava solo di fotografia ma gli pareva di essere ad una battuta di caccia grossa e quelle raffiche di foto erano i suoi  trofei.

Della sua amica ancora niente…(segue)

 
 
 

Post N° 87

Post n°87 pubblicato il 04 Luglio 2007 da BevetePocaColla
Foto di BevetePocaColla

la mi amica  M& D   http://digiland.libero.it//profilo.phtml?nick=MARIONeDAMIEL  parlando del governo e delle cose che non vanno, cita Kant in:
"Coloro che dicono che il mondo andrà sempre
così com'è andato finora...contribuiscono
e far si che l'oggetto della loro predizione si avveri"

Immanuel Kant.

Ho riflettuto a lungo sul significato di Kant... ed ho capito che,  se per esempio, io e te siamo amici e pertanto ci rispettiamo…in sostanza io non dovrei mai pensare di venire a letto con te, in quanto contribuirei ad avverare questa predizione mettendo in serio pericolo la nostra amicizia… ora la mia domanda è la seguente…siccome a volte certi pensieri scappano, per essere sicuro che il pensiero non si trasformi in una triste realtà, tii chiedo:  ma quante volte al giorno uno lo deve pensare? E per quanti giorni? e poi deve pensare con intensità fino a visualizzare in concreto le posizioni o basta leggere un promemoria scritto da portare con se?   Cara amica un grazie di cuore perché so che mi risponderai con sollecitudine. Bpc

 
 
 

Post N° 86

Post n°86 pubblicato il 01 Luglio 2007 da BevetePocaColla
Foto di BevetePocaColla

"Senza Titolo"

n.2

Decretò senza indugio che quella foto era la migliore. Immortalava uno scorcio della piazza, il corridoio dei portici, la giapponese che fotografava e, alle sue spalle, una sua amica che  allegramente sembrava suggerirle parole enigmatiche. Ad un metro da loro,  per terra, una donna anziana mendicava l’elemosina . Aveva uno sconclusionato cappello, la sua gonna bislunga e pesante le copriva  le gambe fino alle scarpe le quali, grazie a quel miracolo chiamato ingrandimento, grossolanamente tagliate sulle punte a mo di ciabatta, parevano vomitare le sudice dita dei piedi. La sua mano era tesa verso le giapponesi, per l’elemosina mentre il suo sguardo mirava  dritto come una fucilata l’ obiettivo della sua macchina fotografica.

In quella foto percepiva la bellezza del contesto, la vita e le contraddizioni della metropoli.

Si stava facendo tardi e doveva ancora prepararsi per la serata. Sbirciò l’orologio e si accorse che era tremendamente in ritardo. Da lì a poco sarebbe arrivata la sua amica. Spense il PC ed aprì la porta di casa cosicché, durante la doccia, la sua amica potesse entrare liberamente. Lo scorrere dell’acqua lo riportò alla giornata appena trascorsa…(segue)

 
 
 

Post N° 83

Post n°83 pubblicato il 26 Giugno 2007 da BevetePocaColla
Foto di BevetePocaColla

"Senza Titolo "

(Racconto a puntate)

 

N. 1

Antracite sali le scale di corsa le scale, con un balzo approdò sul quarto gradino e gliene  bastarono altri due per trovarsi sul pianerottolo del suo appartamento. In quel preciso istante udi la porta d'ingresso chiudersi.

Aveva uno slancio tale che gli pareva di volare, come se un'energia interna, nel liberarsi, fungesse da propulsore per i suoi salti e si meravigliava di come, in quei momenti, venisse fuori tutta quella carica.
Per un attimo ebbe un'esitazione dovuta alla macchina fotografica riposta nello zainetto, la sua soddisfazione era tutta in quel aggeggio, tutto il suo lavoro o, per meglio dire,  il suo hobby,  era concentrato in un centinaio di foto e, se per un motivo o l' altro fosse andato perso, non se lo sarebbe mai perdonato.

In quel pomeriggio aveva dato il meglio di se, certo in parte era programmato ma alcune inaspettate sorprese avevano coronato tutto il suo lavoro.
Entrò in casa, raccolse una busta da sotto la porta con scritto “ per Antracite” la mise accanto al telefono e si diresse subito al computer.

Mentre il PC succhiava immagini dalla fotocamera, si precipitò in bagno per dare sfogo alla sua vescica che da almeno un paio d’ore era sottoposta a violenti tentativi di sfondamento.

Il senso di liberazione fu tale che gli scapparono alcune lacrime, era felice per quei momenti cosi intensi e appaganti; le fotografie, lo stipendio appena ricevuto, l’amica con cui avrebbe passato la serata e l'indomani giorno di festa.

Antracite ritornò al PC,  fece scorrere velocemente le immagini sullo schermo e da subito notò che le qualità era superiore alle sue aspettative.  Ebbe  la certezza che i soldi spesi per la sua digitale reflex, erano spesi bene. Si fece subito prendere la mano e, dai risultati a   Pensò pure a quante idee avrebbe potuto realizzare in seguito.

Le fotografie erano molte di cui  almeno sei o sette sembravano davvero interessanti.

Lentamente ricominciò a rivederle e quando giunse al fotogramma della giapponese che, all’ombra dei portici,  a sua volta  fotografava la piazza del Duomo di Milano…(segue…)  

 
 
 

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