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KUNG, RATZINGER E OBAMA

Post n°23 pubblicato il 09 Febbraio 2009 da blog8

 KUNG, RATZINGER E OBAMA

Nell'intervista che Hans Küng ha rilasciato a Lucia Annunziata a TV Rai 3 il celebre teologo cattolico tedesco oltre a intervenire sulle questioni riguardanti lil governo di papa Ratzinger e la questione dell'eutanasia ecc, ha paragonato la necessità di leadership per un papa di ogi a come gestisce Obama: riportiamo il brano relativo a questa parte dell'intervista - ma chi desidera avere tutta l'intervista la può richiedere alla redazione della rivista Alba Magica  albamagica@iol.it - non é possibile inerire sul blog l'intera intervista per la sua lunghezza (5 pagine):

 Dall'Intervista di Lucia Annunziata al TG3 del 8 2  2009 h.14,45-15,10<........LA (Lucia Annunziata). Parlando del malessere della chiesa o dei cattolici o non cattolici – perché poi questo coinvolge tutti, è un grande problema - l’idea di chiamare lei è venuta dal fatto che la cancelliera Merkel una settimana fa ha preso un’iniziativa del tutto irrituale, ha fatto una conferenza stampa breve per chiedere al papa, lei che peraltro è luterana dell’est, la cancelliera, di essere ancora più specifico sulla questione dell’olocausto. Intanto a lei è sembrato un buon gesto questo della Merkel?  

K.( Hans Küng) Io penso che ha fatto...aveva ragione, perché ha espresso prima l’opinione della maggioranza del popolo cattolico dei nostri paesi, ma poi evidentemente ha espresso l’opposizione molto seria dei giudei a questi passi del papa, e poi evidentemente la cancelliera è molto sensibile alla questione che c’è precisamente un papa tedesco che fa questi passi verso un gruppo che è praticamente antigiudeo. 

LA. Possiamo allora dire che se il papa non fosse stato tedesco e quindi di un paese che è stato obiettivamente colpevole dell’olocausto, forse questa cosa sarebbe scoppiata differentemente o forse magari il papa non avrebbe fatto il gesto di riportare i lefreviani. Conta la radice tedesca del papa? 

K. Molte volte gli italiani non sanno cose dove si vede già che c’è dopo una certa …..io penso che il papa adesso, secondo la statistica che ho visto, la perdita del 20% di consenso nel popolo tedesco, non era necessario…, io sarei molto contento se il papa fosse proprio adesso un leader che guida la chiesa, noi abbiamo bisogno di un papa che va avanti, che non sta dietro e vuole frenare il rinnovamento, ed io non capisco  perchè lui non ha fatto un elogio di Giovanni 23° in questi giorni, lui ha completamente dimenticato o ignorato questo papa più grande del secolo XX, non ha detto niente sulla convocazione del concilio, non ha fatto un discorso, niente, sui risultati importantissimi del concilio vaticano II, e in  questo contesto è ancora più difficile vedere l’utilità di questo intervento verso i lefreviani. LA. Certo. Mi spieghi una cosa professore. E’ una cosa che io non capisco. Perché è così importante per i lefreviani essere anche negazionisti. Qual’è il legame tra chiesa conservatrice e negazionismo. Non sono poi necessari…perché allora?  K. Questi lefreviani sono rimasti nel modello del paradigma medioevale della chiesa, sono antiriformatori, sono antimoderni, e a causa di questo sono contro il concilio vaticano II. Si deve vedere che c’é, secondo il papa stesso, una certa affinità delle sue posizioni, lui anche è un uomo che è molto radicato nel medioevo, ha lavorato su Sant’Agostino, San Bonaventura, lui ammira la liturgia latina medievale, lui anche ha una posizione non…..per la riforma, non vuole una riconciliazione con Lutero, non vuole parlare positivamente sull’illuminismo, sulla rivoluzione francese, tutto questo non è per lui cristianesimo. E in questo senso c’è una certa affinità tra lefreviani e questo papa. Purtroppo. 

LA. Si, però non mi ha risposto. Io vorrei capire perché negare anche l’olocausto da parte dei lefreviani. Cioè, lei lo sa? Io non ho capito perché. Perché si può essere conservatori ma non necessariamente negare l’olocausto. Che cos’è questo? 

K. Si, si. Io posso credere al papa che non ha saputo che questo vescovo ha proprio negato pubblicamente l’olocausto. Questa era proprio la specialità di questo vescovo britannico. Non tutti hanno affermato questo. Anzi hanno detto che non condividono la posizione di questo vescovo  Williamson. Però l’antigiudaismo è un fatto più di questo: dicono ancora che i giudei hanno ucciso Dio, dicono molte cose che sono praticamente antisemitiche, e in questo senso evidentemente questo britannico vuole sminuire l’importanza dell’olocausto in questo contesto dell’antigiudaismo. 

LA. Ho capito un po’ di più. Che cosa dovrebbe fare il papa ora per convincere davvero che non sapeva e per riparare i guasti. Perché dopo il discorso di Ratisbona in qualche modo è riuscito a recuperare con il mondo islamico. Oggi che cosa dovrebbe fare per recuperare questo? 

K. Certamente queste scuse che ha fatto non bastano. I giudei stessi hanno detto che questo non basta. Lui dev’essere veramente distaccato da questo gruppo. Non è possibile che questi sono vescovi della chiesa cattolica. Anche se sono sospesi dalle funzioni non è accettabile che restino vescovi della chiesa cattolica. E questo sarebbe un atto coraggioso del papa: dire, ecco vediamo questo non è possibile, lasciamo questa gente fuori dove vogliono essere. 

LA. Quindi lei chiede che si ritorni indietro sulla posizione, sostanzialmente. Che rinneghi…questo secondo lei sarebbe un gesto da fare? 

K. Si. Non penso che tutto questo basti. Questo si deve vedere in un contesto più generale. Io penso che questo papa deve imparare dal presidente Obama. Lui è piuttosto sulla linea del presidente Bush. Io non ho capito perché lui ha celebrato il suo anniversario nella Casa Bianca col presidente che ha iniziato la guerra in Iraq, ecc. ecc. Lui ha una certa comune opinione sull’aborto, sulla pillola, ecc. Lui anche non vuole avere dei … come Bush. Negli Stati Uniti abbiamo visto che c’è adesso un change, un cambio. Anche la chiesa cattolica ha bisogno di un cambio, non possiamo andare avanti così, perché come ho detto la miseria nelle parrocchie e anche nell’opinione pubblica, la chiesa cattolica ha tanto bisogno…..quando Joseph Ratzinger e io stesso siamo stati i periti più giovani al concilio vaticano II. Lui si ricorda che la chiesa cattolica aveva un prestigio immenso a causa di questo papa, a causa di questo concilio. Ma adesso è proprio l’opposto. Noi siamo in una certa terribile esposizione. Ci sono atei che adesso ripetono le vecchie accuse. Questo penso non è necessario. E’ necessario che il papa veda i problemi, come Obama ha detto noi abbiamo gli stessi problemi. E poi una visione di speranza e alcuni atti come adesso fa il presidente degli Stati Uniti. 

LA. A questo proposito, ai tempi di Giovanni 23° il presidente degli Stati Uniti era Kennedy. E credo che questa sia stata una combinazione che abbia formato una generazione. Oggi invece sottolineo quello che mi ha detto: il papa già ha sfidato Obama. Lei pensa che tornerà indietro rispetto a Obama?  O anche li si andrà oggi ad uno scontro tra il vaticano e Obama? 

K  Io spero che nel vaticano riflettano sulla situazione della chiesa cattolica nel mondo. Vedano che c’è di nuovo una grande speranza. Anche gli Stati Uniti erano in una situazione molto difficile, lo sono ancora. Però hanno veramente nuovo credito grazie al nuovo presidente che ha cambiato, che vuole cambiare, che vuole una nuova partnership e non solamente questa acquisizione che anche molti nel vaticano hanno….che mette contro di noi. Tutto questo di Bush penso non è la posizione giusta, noi abbiamo la necessità di collaborazione, di conciliazione. E perché il papa cerca di avere riconciliazione con questo piccolissimo gruppo settario di lefreviani, però non fa progresso con le chiese evangeliche che sono state deluse che un papa tedesco non fa niente per quelli della riforma. 

LA. Su questo mi rifaccio a quello che lei ha detto prima, che vorrei riportare qui a un certo punto: che il papa è isolato. Ha usato il termine ‘isolato’. Perché ha usato questo termine. Isolato dentro la curia? 

K. E’ stato 20 anni nella curia romana e vede tutto dal punto di vista del vaticano. Adesso come papa è ancora di più in questa visione. Praticamente lui non ha nessuno tra i suoi collaboratori che non sia un destro. Tutti sono molto obbedienti, nessuno può criticare il papa, lui è senza critiche. E’ un po’ come questi del Kremlino che non vedono il mondo com’é. Hanno nella mente le loro dottrine, il loro sistema dogmatico, però non vedono il mondo e noi siamo veramente in pericolo che la chiesa avrà un danno molto più serio se il papa non collabora in collegialità con i vescovi, se lui non ha periti in vaticano che abbiano il coraggio di pronunciare una critica seria, se lui non fa altro che solamente ricevere la gente, scrivere libri e fare funzioni. Noi vogliamo avere un leader nella chiesa, un leader che guida la chiesa in  questo periodo molto difficile per tutto il mondo. 

LA. Un’ultima domanda. A lei è piaciuta moltissimo la prima enciclica del papa dedicata all’amore di Dio. L’ha addirittura definita bellissima. La seconda è in preparazione pare sui temi sociali e sulla globalizzazione. Potrebbe essere un momento per il papa di fare quell’appello che lei chiede. Lei cosa si aspetta che dica il papa di questo? 

K. Non posso dire cosa posso aspettare, posso dire cosa sperare. E io veramente spero che lui presenti una visione non ottimistica, però una visione di speranza concreta pratica. Non basta solamente parlare sulla speranza in genere, però si vogliono anche fare atti concreti. Ci sono per esempio milioni e milioni di divorziati che hanno difficoltà perché non sono ammessi alla comunione. Sarebbe molto meglio fare una riconciliazione con questi  divorziati piuttosto che con questi lefreviani. O se lei pensa a tutti questi sacerdoti che hanno lasciato solamente perché sono mariti: sarebbe possibile riconvocare tutti questi. Noi siamo in questa difficoltà, in questa penuria di fedi, sarebbe un atto molto bello. Così auguriamo atti pratici di coraggio, di carità e di speranza; e io spero che lui dopo questa crisi troverà un metodo per dare più speranza e anche più felicità di essere cattolici.  

 

BIOGRAFIA  di  Hans Küng:  http://it.wikipedia.org/wiki/Hans_K%C3%BCng

       

Hans Küng (Sursee, 19 marzo 1928) è un presbitero e teologo svizzero. È noto soprattutto per le sue posizioni in campo teologico e morale, spesso in contrasto con la dottrina ufficiale della Chiesa cattolica.

 

 
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