Creato da Caino2007dgl il 26/10/2010
LA SOVRANITA' POPOLARE E LA COSTITUZIONE

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Ultime visite al Blog

pollock10Baloor84Caino2007dglg1b9ippigalippialdettorejac.pictuso.angeloArianna1921david.1960mbmanagementcassetta2mooonizginko56070erriso0
 

Chi puņ scrivere sul blog

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

SECOLO XXI - ANNO 2024 -GUERRA DI GAZA NON SI RISOLVE CON L'AVVENTO DUE POPOLI E DUE STATI

Post n°1396 pubblicato il 05 Maggio 2024 da Caino2007dgl

 

LA GUERRA IN PALESTINA SCOPPIATA PER COLPA ESCLUSIVA DEL GRUPPO TERRORISTICO DI HAMAS

 

 

SENTO ORMAI COME UNA VECCHIA E STANCANTE LITANIA CHE LA SOLUZIONE DELLA CRISI A GAZA E CISGIORDANIA, SARA’ SOLO SE SI ARRIVERA’ A “DUE POPOLI” E “DUE STATI”.

 

MA NEL DEFINIRE QUESTO MODO DI OTTENERE PACE ED ARMONIA PERMANENTE IN QUELLE ZONE MARTORIATE DA ANNI DI LOTTE E DI UCCISIONI E DI FERITI DA ENTRAMBI LE PARTI, MI PARE CHE TUTTO SIA FATTO IN MODO SUPERFICIALE E SEMPLICISTICO.

 

 

NON CI SARANNO MAI “DUE POPOLI” E “DUE STATI” , PER LA BANALE E SEMPLICE RAGIONE CHE I FATTI TERRIBILI E DISUMANI LEGATI ALL’AGGRESSIONE INGIUSTA MESSA IN ATTO DAL TERRORISMO DI HAMAS CONTRO UNA PARTE DEL POPOLO EBRAICO , E’ STATO POSSIBILE ANCHE GRAZIE AL FAVOREGGIAMENTO ED ALL’APPOGGIO CHE DAL 2006 IN POI, IL GRUPPO BASTAR...E SCHIF...DI HAMAS HA AVUTO DA PARTE DEGLI SCIOCCHI O STUPIDI PALESTINESI DEL POSTO.

 

E L’ODIO ED IL DISPREZZO CHE TALE AGGRESSIONE INUSITATA VIOLENTA E VIGLIACCA CHE HA PRODOTTO MOLTI MORTI E FERITI, ANCHE DI BAMBINI APPENA NATI, NON HA FATTO ALTRO CHE AUMENTARE A DISMISURA I RANCORI E GLI ODI PRESISTENTI.

 

MI CHIEDO ALLORA DI CHE CAVOLO STANNO PARLANDO I GOVERNI OCCIDENTALI E QUELLI ARABI QUANDO PROPONGONO COME SOLUZIONE LA POSSIBILITA’ DI CREAZIONE DI DUE STATI CON DUE POPOLI CHE POSSANO VIVERE IN PACE E RISPETTANDOSI A VICENDA , CON TUTTI QUESTI PREGRESSI DI VIOLENZA E DI BRUTALITA’ COMMESSI ANCHE DAGLI EBREI SPECIALMENTE DAI COLONI DELLA CISGIORDANIA CONTRO I PALESTINESI ?

 

E’ EVIDENTE CHE STANNO PREFIGURANDO UNA POSSIBILITA’ IMPOSSIBILE DA ATTUARE MATERIALMENTE.

 

E QUESTO LO SI RICAVA ANCHE DALLA SEGUENTE RIFLESSIONE CHE PARTE DA LONTANO MA E’ ANCORA ATTUALE E VERA FATTA DAL PSICHIATRA DR. GIANNI GUASTA E CHE SI RIPORTA PER DIMOSTRARE IL MIO ASSUNTO:

 

E CHE QUESTA AMARA CONSTATAZIONE E’ FONDATA E VERA, LO DIMOSTRA ANCHE IL GRUPPO DI HAMAS , NON MOLLERA’ MAI IL GOVERNO CONQUISTATO DOPO IL 2006, CON LA VIOLENZA DELLE SUE ARMI FORNITEGLI DALLA DITTATURA IRANIANA E DA ALTRI SOGGETTI NOSTRI NEMICI PER TENTARE DI ABBATTERE ISRAELE.

 

 

Palestina – Israele: due popoli, due Stati non è la soluzione

30 novembre 2012, di Piergiorgio Grossi

Scriveva a metà novembre, durante la crisi di Gaza, Gianni Guasto (uno psichiatra genovese che ha sposato una docente universitaria di origini palestinesi) [1]: «Non ci sarà mai lo Stato Palestinese. Troppo avanti si è spinta la colonizzazione: ha ormai superato il punto di non-ritorno. Ogni insediamento israeliano è un fatto compiuto dal quale non si ritorna, e nessuna convivenza sarà mai possibile in Cisgiordania, per il troppo odio accumulato. Come potranno mai vivere i palestinesi di Gaza sotto la pena dell’embargo?»

Negli stessi giorni ho letto di un ricercatore palestinese che lavora negli Stati Uniti, Ahmed Moor [2], che ha scritto: «Now I’m working on the idea of federalism in Palestine-Israel, just one model. I am now working on a book together with some Israeli and Palestinian partners. It’s still in the early stages, but it’s about developing a concrete proposal on what a one-state could look like. So what I’m working on is taking the American or Indian models, and thinking about four federal states; the West Bank, the Gaza Strip, and then the Tel-Aviv northern quarter and central Israel and the Negev (with Jerusalem as an independent capital a bit like Washington DC).»

Dopo aver letto queste due osservazioni mi sono chiesto: ma siamo sicuri che la soluzione “due popoli, due Stati” sia la via giusta?

Tutti, dai pacifisti alle diplomazie, sostengono che la soluzione della “questione palestinese”, cioè la convivenza pacifica di israeliani di religione ebraica e arabi di religione musulmana, si raggiungerà solo attraverso la costituzione di due Stati indipendenti, che si riconoscano reciprocamente e con la garanzia internazionale dei rispettivi confini.

Questa “soluzione” incontra difficoltà enormi: (i) gli insediamenti dei coloni ebrei nei territori della Cisgiordania sono ormai numerosissimi e una divisione territoriale su base etnico-religiosa è impraticabile (ii) non c’è continuità territoriale dei territori oggi amministrati dalla Autorità palestinese (iii) non c’è riconoscimento di Israele da parte di Hamas (iv) non c’è maggioranza all’interno di Israele disponibile a concedere sovranità ai palestinesi (v) non c’è una garanzia internazionale credibile che tuteli la sicurezza dei due Stati (vi) non è mai stata firmata una pace tra Israele e Siria per i confini del Golan.

Se a tutti questi motivi aggiungiamo i divergenti interessi delle potenze regionali e mondiali che interferiscono pesantemente in quell’area, ne risulta che il problema è molto complesso.

Per dipanare la matassa proviamo a vedere di trovare nella storia recente degli esempi di pacificazione riusciti per vedere se è possibile ripercorrere strade già sperimentate. La mente va alla pacificazione franco-tedesca in Europa attuata dopo la seconda guerra mondiale. Ci sono sia similitudini che grandi differenze.

Anche in Europa vi erano due nazioni che si erano confrontate in passato in guerre sanguinose. Anche in Europa non c’erano famiglie che non avessero avuto morti, feriti o prigionieri per causa del “nemico”. Anche in Europa lo stato vincitore (la Francia) non voleva la ricostruzione della potenza del vicino tedesco.

Le differenze tra lo scontro israelo-palestinese e quello franco-tedesco consiste nel fatto che:

Francia e Germania sono entità statali consolidate e riconosciute,

  • le differenze etnico-linguistico-religiose non hanno in Europa peso rilevante,

  • alla fine della guerra c’era una Germania sconfitta e occupata dalle truppe alleate

  • c’era un comune nemico, l’URSS.

  • Israele e Palestina non hanno un comune nemico,

  • la Palestina non è mai esistita come stato indipendente,

  • il contrasto religioso pesa fortemente (partiti confessionali),

  • non c’è un paese che ha vinto e uno che ha perso.

Queste differenze vanno considerate, ma prima di affermare che non ci può essere un paragone vediamo quali sono le tappe della riconciliazione franco-tedesca e vediamo se tali tappe potrebbero essere ripercorse in Palestina pur con le diversità esistenti tra le due situazioni.

A fine guerra gli USA lanciarono un piano di ricostruzione dell’Europa (19 miliardi di dollari di allora) a condizione che i fondi fossero gestiti e coordinati da una autorità comune europea (ERP - European Recovery Plan, più noto come Piano Marshall). Questo permise a francesi e tedeschi non solo di affrontare il problema alimentare, ma anche di far ripartire le industrie e le infrastrutture. Essenziale fu la condizione imposta dagli USA di gestire i fondi attraverso una comune autorità, perché questo permise a francesi e tedeschi di lavorare insieme ad un comune progetto dopo sette anni di guerra.

Decisiva ai fini della pace fu però la seconda iniziativa, lanciata da Robert Schuman il 9 maggio del 1950 : unire sotto un’unica autorità la gestione delle risorse carbonifere e siderurgiche di Francia e Germania, proposta da cui nacque la prima comunità europea, la CECA – Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio. La proposta di Schuman era frutto di un compromesso intelligente fra l’esigenza di non permettere alla Germania di ridiventare una potenza indipendente e temibile e l’esigenza di sfruttare il potenziale industriale tedesco ai fini dello sviluppo dell’economia europea e del contrasto al pericolo sovietico. La soluzione della CECA permetteva la rinascita della Germania e nello stesso tempo la sicurezza della Francia, in quanto energia (carbone) e industria di base (acciaio) non sarebbero più state in mano a due diversi Stati “nemici”, ma amministrate da un’Autorità sovranazionale nell’interesse di entrambi i popoli.

Ma perché Francia e Germania accettarono di “cedere sovranità” nei due fondamentali campi dell’energia e dell’industria ? Non certo perché lo volessero gli USA (l’Inghilterra infatti ne restò fuori), ma perché la CECA non era fine a sé stessa, ma fin dalla Dichiarazione Schuman era indicata la prospettiva di una unione federale fra i due Stati con pari dignità. Solo in questa prospettiva il tradizionale nazionalismo francese e l’orgoglio ferito della Germania poterono essere messi a tacere.

Piano Marshall, CECA e Prospettiva Federale, hanno creato le condizioni per una pace fra i popoli europei che dura tuttora e che verosimilmente è irreversibile.

Possiamo ripercorrere una via simile anche per i popoli israeliano e palestinese ? Si possono riprodurre le tre condizioni anche in terra palestinese? Io penso che sia una strada percorribile.

Il finanziamento di un “ Piano Marshall “ non è certo un problema: oggi se mettiamo insieme i fondi che USA, Paesi arabi e Unione Europea elargiscono a Israele, Autorità palestinese e Hamas abbiamo una massa finanziaria cospicua; tale massa non è purtroppo indirizzata allo sviluppo (come fu l’ERP) ma prevalentemente ad armare i contendenti, inoltre non è legata ad una unica programmazione (come fu l’ERP) ma disperso in tante iniziative. Se le potenze su indicate che oggi finanziano Israele e Palestinesi concordassero di convogliare i loro finanziamenti in un unico fondo e condizionassero l’elargizione ad una gestione comune pensate che Hamas, Autorità Palestinese e Israele non si siederebbero ad un tavolo di trattativa ?

Mettere in comune le risorse. Anche questo è fattibile; le risorse sono essenzialmente l’acqua e le infrastrutture: un problema più semplice del carbone e dell’acciaio del dopoguerra europeo.

La prospettiva federale. Di fronte allo stallo in cui ci troviamo continuando a insistere sulla soluzione dei due Stati, la prospettiva federale può farsi strada. Il piccolo gruppo di studiosi palestinesi e israeliani che ci sta lavorando negli Stati Uniti e che ho citato all’inizio può essere il germe da cui può nascere una proposta forte a condizione di sostenerli e diffondere la loro idea. Del resto la proposta non è né nuova né bizzarra: era stata in passato sostenuta da Johan Galtung, che citava proprio l’esempio della CECA come esempio di riconciliazione [3].

Uno stato federale Israelo-Palestinese dovrebbe adottare un sistema analogo al bicameralismo USA, con un Senato in cui gli stati sono rappresentati in egual misura indipendentemente dalla popolazione rappresentata, e con una Camera proporzionale alla popolazione. In questo sistema necessariamente i temi della sicurezza e della politica estera sarebbero affidati al solo Senato e le questioni economiche e sociali al bicameralismo. In tal modo si salvaguarderebbero le ossessioni sulla sicurezza degli israeliani da una parte e si garantirebbero scelte democratiche che integrino i palestinesi in uno stato che inevitabilmente sarebbe inizialmente costruito prevalentemente sulla burocrazia israeliana.

Per questa soluzione servirà una reale garanzia internazionale (analoga, per continuare il parallelo, a quella che nel dopoguerra garantirono le truppe USA in Europa). Garanzia non solo economica ma anche militare, per scoraggiare coloro (e ci saranno, ad iniziare dall’IRAN) che fomenteranno ogni forma di opposizione alla riconciliazione. In questo scenario si può anche parlare di “due Stati”, ma solo come passaggio iniziale verso la prospettiva di uno Stato Federale, come già ipotizzato da Uri Avnery nel 2009 [4], che proponeva anche un nome per il nuovo stato “Semitic Union”.

Fonte immagine Flick

Informazioni sull’autore

Piergiorgio Grossi

Attualmente è segretario regionale della sezione MFE - Liguria.

Parole chiave

Note

[2www.resetdoc.org/story/00000022124#.UK1X5Dw3Yk0.facebook Ahmed Moor is a Palestinian-American student at Harvard Kennedy School of Government, co-author of After Zionism: One State for Israel and Palestine and co-organizer of the One State Conference at Harvard University in March 2012

[3http://www.namir.it/KLEE/oriente.htm Johan Galtung è un sociologo e matematico norvegese, fondatore dell’International Peace Research Institute (PRIO) e della rete Transcend per la risoluzione dei conflitti.

[4http://www.transcend.org/tms/2009/11/federation-why-not/ Uri Avnery è un giornalista israeliano fondatore del movimento pacifista Gush Shalom (che significa “Blocco della Pace”)

ELEMENTI INFORMATIVI TRATTI DAL SITO WEB:

 

https://www.eurobull.it/Palestina-Israele-due-popoli-due-Stati-non-e-la-soluzione,05370?lang=fr

 

PER CHI NON NE FOSSE INFORMATO:

 

Che cos'è Hamas?

 

ISPI

https://www.ispionline.it › che-cose-hamas-147295

– 2006: La conquista di Gaza da parte di Hamas è seguita alla sua vittoria alle elezioni parlamentari palestinesi del 2006, ultima volta in cui si sono tenute.

 

Che cos'è Hamas?

 

Wired

https://www.wired.it › Diritti › Terrorismo

9 ott 2023 — Dopo un breve conflitto con Fatah, Hamas ha preso il potere a Gaza ed è ancora al governo. Fatah, invece, continua a governare in Cisgiordania ...

 

 

 

QUINDI DA QUANTO SOPRA SE NE DEDUCE CHIARAMENTE CHE E’ UNA PIA E DRAMMATICA ILLUSIONE CHE IL CASO DI GAZA POTRA’ RISOLVERSI NEL SENSO AUSPICATO DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI GOVERNI OCCIDENTALI E NON SOLO.

HAMAS E’ E RESTERA’, PURTROPPO, L’UNICO PROBLEMA PRINCIPALE NON SCORDANDO CHE NEL SUO STATUTO COME QUELLO DEL MALEDETTO GOVERNO IRANIANO C’E’ SCRITTO CHIARO E TONDO CHE IL LORO PRIMO PUNTO DA ATTUARE E’ LA DISTRUZIONE DELLO STATO EBRAICO.

 

COSA CHE DIVENTERA’ FRA POCO TEMPO DAVVERO INQUIETANTE E TRAGICO VISTO CHE IL PERICOLOSISSIMO ISLAM RADICALE IRANIANO HA PRATICAMENTE GIA’ FATTO ACCORDI CON IL NIGER PER OTTENERE GRANDI QUANTITA’ DI URANIO CHE GLI SERVIRANNO SICURAMENTE ANCHE PER REALIZZARE IL SUO SOGNO DI SEMPRE: COSTRUIRE LA BOMBA ATOMICA E LANCIARLA CONTRO GLI EBREI PER SPAZZARLI VIA PER SEMPRE DALLA TERRA.

 

CHI VIVRA’ VEDRA’ E PUTROPPO SAPRA’

 

CUNEO,LI 05.04.2024

 

RINALDO

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

SECOLO XXI - ANNO 2024 - A SEGUITO DEI GRAVI FATTI LEGATI ALL'UCRAINA E PALESTINA,ANDREMO ALLA III^ GUERRA MONDIALE ?

Post n°1395 pubblicato il 04 Maggio 2024 da Caino2007dgl

 

UCRAINA E PALESTINA, DUE FOCOLAI DI GUERRA CHE CI FARANNO MOLTISSIMO MALE, PROVOCANDO DANNI IMMENSI ED IRREPARABILI ?

 

 

 

IL DISORDINE INTERNAZIONALE CAUSATO SIA DALLA GUERRA ILLEGALMENTE AVVIATA DALLA MALEDETTA SCHIFOS...RUSSIA IN DANNO DEL GENEROSO ED EROICO POPOLO UCRAINO , SIA DA QUELLA OGGI PRESENTE IN GAZA PER COLPA SICURAMENTE ED ESCLUSIVAMENTE DEL PERICOLOSISSIMO GRUPPO CRIMINALE DI HAMAS, APPOGGIATO E FAVORITO DAL 2005, IN MODO SCELLERATO , SBAGLIATO E PREOCCUPANTE DALLA RESTANTE POPOLAZIONE PALESTINESE, COME POTRA’ ESSERE RECUPERATO , PER TORNARE AD UNA NORMALITA’ GEOPOLITICA CAPACE DI RASSICURARE TUTTE LE GENTI DEL MONDO ???

 

SENZA SCORDARE CHE, PRATICAMENTE DA QUALCHE TEMPO, LA MALEDETTA DITTATURA COMUNISTA CINESE NON FA ALTRO CHE PROVOCARE IL GOVERNO DI TAIWAN , INVADENDO CONTINUAMENTE IL SUO SPAZI AEREO CON DECINE E DECINE DI VELIVOLI MILITARI ED ANCHE QUELLO MARINO CIRCOSTANTE, CON MOLTEPLICI NAVIGLI MILITARI.

 

E QUESTO, ALLO SCOPO CHIARO ED EVIDENTE DI INTIMORIRE I SUOI ABITANTI ED INDURLI A CEDERE LA LORO SOVRANITA’ ALLA STESSA SCHIF...CINA COMUNISTA, PER MOTIVI ECONOMICI, FINANZIARI ED INDUSTRIALI VISTO CHE IN TAIWAN SI PRODUCONO COMPONENTI ELETTRONICI DI ALTISSIMA QUALITA’ CHE SERVONO SIA NELL’INDUSTRIA MODERNA SIA PER LA COSTRUZIONE DI AUTO DI OGNI TIPO ED ALTRO ANCORA, A CUI NOI ORMAI SIAMO STATI ABITUATI DA MOLTO TEMPO.

 

 

 

MA TEMO CHE SPECIALMENTE CON IL CASO GUERRA IN UCRAINA , NOI OCCIDENTALI TRAMITE LA NATO O CON SINGOLI PAESE, VERREMO INVISCHIATI IN TALI VICENDE DRAMMATICHE SE IL CRIMINALE ASSASSINO PUTIN RIUSCISSE A SFONDARE LE LINEE DI DIFESA APPRONTATE LUNGO LA NOTA LINEA DEL DONBASS FINO A D ODESSA E SI RIFIUTASSE DI SMETTERE DI COMBATTERE E RESTITUIRE I TERRITORI OCCUPATI “MANU MILITARI” AL LEGITTIMO GOVERNO UCRAINO.

 

E’ QUESTO IL SENSO DELLE RECENTISSIME DICHIARAZIONI FATTE DAL DR. MACRON , PRESIDENTE DELLA FRANCIA CHE QUI SI RIPORTANO:

 

“Se Mosca sfonda, daremo soldati”. L’offerta di Macron scuote la Ue. La Nato avverte: “Minacce ibride dal Cremlino”

dalla nostra corrispondente Anais Ginori

 

L’Eliseo avverte di nuovo gli alleati: “Il nemico è pronto a tutto”. Zakharova: “Parole che seguono un ciclo settimanale”. Salvini prende le distanze: “Mai un militare morirà in suo nome”. Ma la Nato avverte sulle interferenze del Cremlino

03 Maggio 2024 alle 01:30 2 minuti di lettura

PARIGI — Emmanuel Macron torna a parlare del possibile invio di truppe occidentali in Ucraina. E lo fa in un’ intervista all’Economist, in modo più circostanziato: «Se la Russia dovesse sfondare la linea del fronte, e se ci fosse una richiesta da parte dell’Ucraina, cosa che oggi non avviene, allora dovremmo legittimamente porci la domanda». Nonostante le reazioni tiepide, se non ostili, di molti alleati in Europa, il presidente francese ribadisce che «nulla può essere escluso». È l’ormai famosa «ambiguità strategica» che Macron ha inaugurato a fine febbraio, concludendo il vertice sull’Ucraina all’Eliseo. Un summit che si era chiuso tra le polemiche proprio per le sue dichiarazioni sull’ipotesi boots on ground.

Da allora Macron ha avuto più occasioni di rivendicare questa posizione, contestualizzandola dentro a un allarme sempre più forte per un eventuale tracollo sulla resistenza ucraina. Il presidente francese ripete che il livello della minaccia russa si è alzato, come ha registrato ieri anche la Nato denunciando «azioni ibride» in varie parti del continente, tra cui «sabotaggi, atti di violenza, interferenze informatiche ed elettroniche, campagne di disinformazione».


"Il nemico non ha limiti”

Macron insiste quindi sulla necessità di non porre limiti alle opzioni possibili nel campo occidentale, compreso l’invio di truppe sul territorio ucraino. «Escluderlo a priori significa non imparare la lezione degli ultimi due anni», spiega Macron, ricordando che inizialmente i paesi Nato rifiutavano l’ipotesi di invio a Kiev di carri armati e caccia. «Come ho detto, non escludo nulla, perché siamo di fronte a qualcuno che non esclude nulla», ribadisce Macron, riferendosi a Vladimir Putin.

Macron incoraggia gli alleati a un «risveglio strategico», indicando il suo obiettivo: «La Russia non può vincere in Ucraina». «Se la Russia vince, non avremo più sicurezza in Europa» scandisce il capo di Stato che ha creduto in passato a un dialogo possibile con Putin. «Chi può pretendere che la Russia si fermi lì? Quale sicurezza ci sarà per gli altri paesi vicini, la Moldavia, la Romania, la Polonia, la Lituania e tanti altri? E oltre a questo, che credibilità abbiamo noi europei che avremmo speso miliardi, che avremmo detto che era in gioco la sopravvivenza del continente e che non ci saremmo dati i mezzi per fermare la Russia? Quindi sì, non dobbiamo escludere nulla».

La prudenza Ue

Se nelle ultime settimane, con l’aggravarsi della guerra in Ucraina, alcuni governi del Nord e dell’Est Europa hanno dato ragione a Macron, la prudenza continua a prevalere in molte capitali del continente. Mosca ha liquidato le nuove dichiarazioni del presidente francese come una non notizia. «Sono in qualche modo legate ai giorni della settimana, è una sorta di ciclo», ha commentato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. A Budapest, il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjártó, ha definito “minacciosa” la posizione del leader francese. «Se ci sono truppe occidentali sul territorio ucraino, la guerra diventerà più grande», ha commentato. Dall’Italia, Matteo Salvini ha postato: «Mai un soldato italiano a morire nel nome di Macron. Io la penso così».

Nell’intervista, il leader francese ha speso parole di apprezzamento per Giorgia Meloni che, osserva, ha dimostrato un «approccio europeo», al contrario di altri leader nazionalisti che quando «sono intorno al tavolo», prendono in ostaggio l’Europa. «Dico agli europei: svegliatevi!», incalza Macron, la cui lista per le europee è quasi doppiata nei sondaggi da quella di Marine Le Pen. «Tutti i nazionalisti europei sono Brexitisti nascosti», aggiunge il presidente francese che la settimana scorsa ha anche paventato la “morte” dell’Europa in un discorso pronunciato alla Sorbona.

La visita di Xi

Ieri sera il leader francese ha sondato le posizioni di Olaf Scholz in una cena a Parigi. Il cancelliere tedesco aveva bocciato la prima uscita di Macron sull’invio di truppe occidentali in Ucraina. L’incontro definito «privato» dall’Eliseo si tiene a pochi giorni dall’arrivo in Europa del presidente cinese Xi Jinping, atteso domenica in Francia e poi in Serbia e Ungheria. Scholz è tornato dalla Cina, dove ha incontrato Xi, in aprile. Macron ha chiesto a Ursula von der Leyen di essere presente a Parigi per l’arrivo del presidente cinese e potrebbe tentare di convincere anche il cancelliere ad unirsi.

NOTIZIE TRATTE DAL SITO WEB: https://www.repubblica.it/esteri/2024/05/04/news/macron_soldati_nato_ucraina_russia-422806014/


E RISPETTO AL DRAMMATICO CASO DELLA GUERRA SCOPPIATA IN PALESTINA DOPO IL BRUTALE E DISUMANO ATTACCO IMPROVVISO E VIGLIACCO DEI TERRORISTI DI HAMAS IN DANNO DI VILLAGGI ISRAELIANI IL 7.0.10.2023, ORMAI E’ CHIARO CHE IL GOVERNO EBRAICO , SARA’ COSTRETTO A DEFINIRE UNA VOLTA E PER SEMPRE LA FINE DEL GRUPPO ID HAMAS, SE VORRA’ AVERE UNA SPERANZA DI VITA FUTURA, UCCIDENDO TUTTI I TERRORISTI DI HAMAS OGGI PRESENTI MINACCIOSAMENTE IN GAZA SOPRATTUTTO QUELLI CHE SONO NASCOSTI COME SORCI NEI TUNNEL MILITARI DA LORO STESSI COSTRUITI CON DENARO OCCIDENTALE .

E, PER OTTENERE QUESTO RISULTATO CHE COSTERA’ ALTRE MIGLIAIA DI VITE IN DANNO SOPRATTUTTO DEI PALESTINESI SCIOCCHI E MAL GUIDATI E MAL CONSIGLIATI, L’ESERCITO ISRAELIANO HA GIA’ PRONTO I PIANI PER ENTRARE NELLA CITTA’ DI RAFAH – AL CONFINE CON L’EGITTO - OVE SI SOSPETTA CHE SI SIANO NASCOSTI ALMENO ALTRI DUE BATTAGLIONI DI TERRORISTI DI HAMAS, PRONTO A COLPIRE DI NUOVO NEL CASO CHE SI PERVENISSE AD UNA TREGUA OVVERO AL CESSATE IL FUOCO SENZA ALCUNA CHIARA E PRECISA CONDIZIONE , AMMESSO CHE CON HAMAS SI POSSANO SOTTOSCRIVERE ACCORDI SERI, ONESTI , LOGICI E RAZIONALI VISTO CHE, FINORA, HA SACRIFICATO MIGLIAIA DI VITE DI PALESTINESI INUTILMENTE.

ECCO COSA SI PROSPETTA:

Trattativa in bilico. Da Erez entrati camion di aiuti

 

Avvenire

https://www.avvenire.it › israele-gaza-raid-su-rafah-hamas

2 giorni fa — Netanyahu, da parte sua, ha ribadito l'intenzione di entrare a Rafah con l'esercito per sgominare gli ultimi battaglioni di Hamas. Oggi è ...

Netanyahu: "Entreremo a Rafah con o senza accordo ...

 

RaiNews

https://www.rainews.it › Esteri › Guerre e conflitti › Guerre

3 giorni fa — Antonio Guterres: " Incoraggio con forza il governo di Israele e la leadership di Hamas a raggiungere adesso un accordo". "Per il bene del ...

 

RISPETTO AL TANTO DECANTATO DUE POPOLI E DUE STATI,E’ EVIDENTE CHE I GOVERNANTI OCCIDENTALI – TUTTI NESSUNO ESCLUSO – SOPRATTUTTO ADESSO CHE LA TURCHIA CON A CAPO IL DITTATORE ERDOGAN S’E’ POSTO DECISAMENTE CONTRO ISRAELE E TENENDO PRESENTE LE RIVOLTE VIOLENTI DI PSEUDO STUDENTI UNIVERSITARI CHE SONO SCOPPIATE PRO PALESTINA SIA NEGLI SIA SIA IN EUROPA E SOPRATTUTTO L’ATTACCO MICIDIALE – ANCHE SE ANDATO A VUOTO – COMPIUTO DAI DEMONI ISLAMICI RADICALI DELL’IRAN CONTRO IL POPOLO EBRAICO ED ANCHE DELLE CONTINUE AZIONI BELLICHE MESSE IN ATTO DAI TERRORISTI DELLO YEMEN LEGATI A FILO DOPPIO PROPRIO CON L’IRAN E CHE HANNO PRATICAMENTE “BLOCCATO” QUASI DEL TUTTO LA NAVIGAZIONE REGOLARE NEL CANALE DI SUEZ, PRODUCENDO ENORMI DANNI ECONOMICI A NOI TUTTI, IO AFFERMO CHE SI STA PARLANDO DI PIA ILLUSIONE.


E QUESTO FINTANTO CHE NELLA ZONA IN ARGOMENTO , AVRANNO UN PESO SIGNIFICATIVO E DETERMINANTE SIA IL GRUPPO DI HAMAS A SUD, SIA DI QUELLO DEGLI HEZBOLLAH A NORD DI ISRAELE, ENTRAMBI GRUPPI MOLTO NUMEROSI E MOLTO BENE ARMATI ED ADDESTRATI ALLA GUERRA CON INTERVENTO DIRETTO ED INDIRETTO SEMPRE DELLA DITTATURA ISLAMICA DELL’IRAN CHE PRATICAMENTE ORMAI CONTROLLA SIA L’IRAQ SIA LA SIRIA E STA CERCANDO DI ESPANDERE IL SUO DOMINIO ANCHE IN AFRICA.


E SE A TUTTO QUESTO CI SI AGGIUNGE IL FATTO GRAVISSIMO CHE IN NIGER, I MALEDETTI SCIAGURATI E BRUTALI NEO NAZISTI RUSSI HANNO PRATICAMENTE PRESO POSSESSO DI UNA BASE AMERICANA CON ANCORA MOLTO MATERIALE SOFISTICATO AL SUO INTERNO, CON IL PLACET DEI MILITARI CHE SONO OGGI AL POTERE DOPO IL NOTO COLPO DI STATO , CI SI RENDE CONTO DI QUANTO SIANO STRETTISSIME LE STRADE ANZI I VICOLETTI COLLEGATI AD UNA POSSIBILITA’ DI PACE E DI RIPRISTINO DELLE NORME INTERNAZIONALI ONU REGOLANTI I RAPPORTI FRA GLI STATI.

INFATTI , L’ONU, FINORA, NULLA HA POTUTO DI FRONTE A TALI GRAVISSIME CRISI INTERNAZIONALI. ED E’ PER QUESTO CHE DA TEMPO IO VADO SOLLECITANDO ANCHE IL PARLAMENTO EUROPEO DI USCIRE DAL SISTEMA ONU IN QUANTO DIVENTATO UN INUTILE MA DISPENDIOSISSIMO CARROZZONE CHE S’E’ DIMOSTRATO INCAPACE COMPLETAMENTE DI AVERE LA FORZA POLITICA, MORALE ED ETICA NECESSARIA PER IMPORRE LA PACE NEL MONDO.


ECCO DI CHE COSA PARLO:


Niger, le forze russe entrano nella stessa base militare delle truppe statunitensi. Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin ha confermato che le forze di sicurezza russe sono state dispiegate nella stessa base aerea delle truppe statunitensi nella capitale nigerina, Niamey.11 ore fa


Niger, le forze russe entrano nella stessa base militare delle ...

 

Euronews.com

https://it.euronews.com › Notizie › Mondo › Niger


RISPETTO AI TERRORISTI DELLO YEMEN, ECCO DI CHE COSA PARLO:


L'attacco dei pirati Houti sta bloccando il Mar Rosso

 

Esquire

https://www.esquire.com › News › Attualità

4 mesi fa — Nell'ultima settimana, i ribelli Houthi dello Yemen ... di quello di Israele, che ... Canale di Suez per circa un quarto dei suoi guadagni in valuta ...

 

Chi sono gli Houthi dello Yemen e perché stanno ...

 

Geopop

https://www.geopop.it › houthi-nel-mar-rosso-chi-sono-...

4 mesi fa — Scopriamo chi sono gli Houthi, il gruppo dello Yemen, di matrice sciita zaydita e sostenuto dall'Iran, che sta rallentando e bloccando le navi …

 

SIAMO VERAMENTE SULL’ORLO DELL’ABISSO CHE TEMO NON SI RIUSCIRA’ AD EVITARE PER IL TRAGICO INTRECCIO DI SERISSIME E GRAVISSIME SITUAZIONI CHE NEL TEMPO SONO STATE LASCIATE MARCIRE PUR CONOSCENDONE LE POTENZIALI CONSEGUENZE INTERNAZIONALI.

 

E PER QUESTO IO SONO MOLTO PREOCCUPATO SOPRATTUTTO PER IL FUTURO DELLE FAMIGLIE DELLE MIE AMATISSIME FIGLIE E DEI MIEI CARISSIMI NIPOTI CHE VI SI TROVERANNO INCAGLIATI PERICOLOSAMENTE CHISSA’ PER QUANTI ANNI ANCORA, CON IL RISCHIO IMPOSSIBILE DA EVITARE DI ESSERE ANCHE SOPRAFFATTI MORTALMENTE.

 

VERGOGNA VERGOGNA

Cuneo,li 04.05.2024

Rinaldo

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

SECOLO XXI - ANNO 2024 - NEGLI USA ORMAI COMANDANO GLI STUDENTI UNIVERSITARI ISLAMICI RADICALI

Post n°1394 pubblicato il 03 Maggio 2024 da Caino2007dgl

 

ATTENZIONE I MONDI ISLAMICI RADICALI STANNO SOTTOMETTENDO ANCHE MOLTE DELLE MAGGIORI UNIVERSITA’ DELL’AMERICA, SENZA CHE L’INCAPACE GOVERNO FEDERALE A GUIDA DEI DEMOCRATICI SE NE SIA ANCORA RESO PIENAMENTE CONTO, AVENDO FINORA OMESSO DI REAGIRE EFFICACEMENTE PER IL LORO ESAGERATO E NOTO TROPPO BUONISMO E TROPPA TOLLERANZA IN UN’AMERICA ORMAI IMPREGNATA PERICOLOSAMENTE DI ANTISEMITISMO VIGLIACCO E SCANDALOSO E VERGOGNOSO IN MODO IMPUDENTE ED EVIDENTE.

 

 

 

USA – IN UN MONDO FEDERALE GUIDATO DA UN VECCHIETTO DEMOCRATICO, CIOE’ DA JOE BIDEN, ORMAI CENTINAIA DI PSEUDO STUDENTI UNIVERSITARI, FRA CUI MOLTISSIMI CRIMINALI, HANNO PRATICAMENTE OCCUPATO E BLOCCATO LE ATTIVITA’ DI MOLTE DELLE MAGGIORI UNIVERSITA’ AMERICANE, CON DANNI D’IMMAGINE ED ANCHE FINANZIARI E GESTIONALI DI ENORME PORTATA.

 

 

MA DURANTE LE INDAGINI DI POLIZIA, S’E’ ORMAI APPURATO CHE MOLTI DI QUESTI SEDICENTI STUDENTI GIOVANI, SONO ISLAMICI RADICALI CHE SONO RIUSCITI AD INTROMETTERSI PERICOLOSAMENTE NEL MONDO UNIVERSITARIO AMERICANO PER SOBILLARE LA RIVOLTA GENERALE CONTRO I MONDO ISRAELIANI PRESENTI NEGLI USA ED OVVIAMENTE CONTRO IL GOVERNO FEDERALE USA, CON ESITI CHE ALLE PROSSIME PRESIDENZIALI DEL NOVEMBRE 2024, NON SI SA QUALI EFFETTI DISASTROSI SOTTO OGNI PUNTO DI VISTA , ESSA AVRA’.

 

 

ECCO DI CHE COSA PARLO:

 

Mondo

  • Giovedì 2 maggio 2024

Le università americane non sanno come gestire le manifestazioni pro PalestinaAlcune amministrazioni universitarie hanno provato approcci permissivi, altre duri e securitari, ma quasi tutte hanno fallito

 

Le proteste contro la guerra a Gaza che da settimane si stanno svolgendo in molte università statunitensi sono probabilmente le più diffuse e significative da quelle del 1968 contro la guerra in Vietnam, e stanno avendo serie conseguenze sul mondo accademico e politico in tutti gli Stati Uniti. Davanti alla diffusione delle proteste, che sono cresciute in varie forme in decine di campus, le amministrazioni universitarie hanno adottato approcci molto differenti: alcuni più duri e altri più permissivi, ma molto spesso fallimentari.


I problemi nella gestione delle proteste mostrano le difficoltà di grandi istituzioni come le università americane, che devono tenere insieme i diritti degli studenti (quello di esprimersi e manifestare liberamente, ma anche quello di studiare senza subire disagi e impedimenti) ma devono anche garantire gli interessi di varie parti in causa, non tutte legate al mondo accademico.

 

Alcune amministrazioni universitarie hanno adottato un approccio più permissivo. È il caso dell’Università della California di Los Angeles, meglio nota come UCLA, che fino a un paio di giorni fa, come ha raccontato il New York Times, aveva deciso di non interferire con le proteste che erano cominciate nel suo campus. L’amministrazione era convinta che un approccio tollerante avrebbe contribuito al dialogo e a mantenere pacifiche e serene le attività degli studenti.


Ma nella notte tra martedì e mercoledì nel campus di UCLA sono cominciati violenti scontri tra manifestanti pro Palestina e pro Israele, ai quali hanno partecipato molte persone che non fanno parte del corpo studentesco. L’amministrazione ha chiamato la polizia e interrotto le lezioni, ed è diventata oggetto di grosse polemiche sulla gestione della situazione.

Approcci differenti sono stati usati alla Columbia University di New York, un’altra delle grandi università americane, dove in più di un’occasione la rettrice — Nemat Shafik, musulmana di origini egiziane — ha chiesto l’intervento della polizia per sgomberare gli accampamenti dei manifestanti, che sono stati arrestati a decine. L’ultimo sgombero, particolarmente grosso, è avvenuto dopo che alcuni studenti avevano occupato un edificio dell’università. Tutte le volte però i manifestanti sono tornati.



Varie università hanno adottato questo approccio di sgomberi ripetuti: soltanto di recente, al City College di New York, alla Tulane University di New Orleans, alla University of Wisconsin, all’University of Utah e così via. Secondo una stima del New York Times, da metà aprile nelle proteste nelle università sono state arrestate circa 1.600 persone (e quasi tutte rilasciate poco dopo).


Ad ogni modo, gli sgomberi non hanno placato le proteste, e anzi hanno spesso danneggiato le amministrazioni.


Per esempio Nemat Shafik, la rettrice della Columbia, che è la dirigente universitaria in assoluto più esposta in questo periodo, è stata criticata sia da sinistra, per aver chiamato la polizia contro gli studenti che stavano protestando in maniera tutto sommato pacifica (fino alle occupazioni di questa settimana), sia da destra, per aver dato corda a manifestazioni che in alcuni casi hanno assunto toni antisemiti e per aver consentito che un gruppo minoritario di studenti causasse problemi a tutti gli altri: attualmente il campus della Columbia è chiuso a tutti tranne gli studenti che ci abitano.

Varie altre università hanno interrotto temporaneamente le lezioni, modificato il proprio calendario accademico o chiuso biblioteche e altri edifici amministrativi a seguito delle proteste.

Questo mostra quanto sia complesso per le amministrazioni universitarie barcamenarsi tra due diversi diritti degli studenti: da un lato quello di protestare, manifestare ed esprimere liberamente il proprio pensiero; dall’altro quello di tutto il corpo studentesco di poter frequentare l’università senza interruzioni o problemi.

Le università che sono riuscite a trovare una sintesi sono quelle che hanno negoziato con i rappresentanti dei manifestanti, e in alcuni casi fatto anche concessioni: è il caso della Brown University, nello stato del Rhode Island, dove i manifestanti hanno smobilitato il loro accampamento a seguito di un accordo con l’amministrazione, che ha acconsentito a discutere le loro richieste.

Non sempre è facile, tuttavia. Più o meno tutte le amministrazioni universitarie stanno parlando e negoziando con i loro manifestanti: sempre alla Columbia i negoziati vanno avanti da una decina di giorni, ma finora è stato impossibile trovare un accordo.

Una delle richieste principali degli studenti è che le loro università smettano di fare investimenti che abbiano a che fare con Israele, e che interrompano le collaborazioni accademiche con istituzioni israeliane. Alla Columbia, per esempio, gli studenti chiedono all’università di bloccare tutti i suoi investimenti a scopo di lucro in Israele, oltre che gli scambi accademici con l’Università di Tel Aviv.

Per l’amministrazione universitaria molte di queste richieste sono irricevibili, sia per questioni di principio (l’amministrazione ha fatto sapere di non essere disposta a interrompere i rapporti con un’altra università solo perché israeliana) sia per questioni economiche: le università americane sono di fatto grandi e ricche imprese, che gestiscono strategie di investimento finanziario complesse, e per molte bloccare gli investimenti verso Israele sarebbe complicato ed eticamente discutibile

Anche per questo, la questione economica finisce per complicare ulteriormente la gestione delle proteste: le università non devono rispondere soltanto a studenti e professori, ma anche a investitori, consulenti finanziari, donatori. Subiscono inoltre grosse pressioni politiche, come si è visto nei mesi scorsi quando la rettrice di Harvard è stata costretta a dimettersi perché inizialmente accusata di non aver contrastato a sufficienza l’antisemitismo nel suo campus.

 

NOTIZIE SALIENTI RICAVATE DAL SITO WEB: https://www.ilpost.it/2024/05/02/universita-stati-uniti-manifestazioni/

 

 

VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA

 

Cuneo,li 03.05.2024

 

Rinaldo

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

SECOLO XXI - ANNO 2024 - A GIUGNO SI VOTERA' PER EUROPEE 2024 ED IN PIEMONTE ANCHE PER LE REGIONALI

Post n°1393 pubblicato il 01 Maggio 2024 da Caino2007dgl

 

MANIFESTO PRO PARTITO FRATELLI D’ITALIA DELLA SIGNORA GIORGIA MELONI IN VISTA DELLE PROSSIME EUROPEE 2024

 

 

 

ANCH'IO E LA MIA FAMIGLIA SICURAMENTE VOTEREMO PER FRATELLI D'ITALIA, ALLE  VICINE ELEZIONI PER IL RINNOVO DEL PARLAMENTO EUROPEO.

 

MA IL CONSIGLIO DI ISCRIVERE SULLA SCHEDA IL SOLO NOME "GIORGIA" PER ME è SBAGLIATO IN QUANTO NE SONO SICURISSIMO CENTINAIA DI SCRUTATORI SINISTROIDI STANNO SOLO ASPETTANDO QUESTO DATO PER POTERE CONTESTARE A DECINE DI CASI LA VALIDITA' DEL VOTO ESPRESSO IN QUESTO MODO RITENENDOLO INDETERMINATO E NON CERTO. ASPETTARE PER CREDERE. QUINDI CONSIGLIO A TUTTI DI SCRIVERE GIORGIA MELONI E NON SOLO GIORGIA SE PROPRIO SI VUOLE RIPORTARE IL NOME BENEMERITO DELLA NOSTRA LEADER.

 

E PER CHI SARA’ CHIAMATO ANCHE A RINNOVARE IL CONSIGLIO REGIONALE DEL PIEMONTE INSIEME ALLE EUROPEE 2024, PUBBLICO QUESTO MIO AVVISO CHE SPERO RISULTI POSITIVO:

 

 

 

Infatti, mi permetto di ricordare che a giugno oltre che per le europee 2024, si voterà contemporaneamente per le regionali del PIEMONTE . Quindi avremo due schede fra le mani al momento di entrare nel seggio. Senza apparire presuntuoso , io consiglio di non sovrapporre le due schede per segnare il proprio voto in quanto questo modo di agire potrebbe portare ad un ricalco negtivo sulla scheda sottostante e quindi provocare l'ANNULLAMENTO DEL VOTO , disperdendolo impropriamente.

 

BUON VOTO A TUTTI.

 

Ciao, buona giornata

 

Cuneo,li 01.05.024

 

Rinaldo

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

SECOLO XXI - ANNO 2024 - LA SCHIAVITU' IN TOSCANA DA PARTE DI UNA BANDA DI LURIDI PACHISTANI.

Post n°1392 pubblicato il 30 Aprile 2024 da Caino2007dgl

 

LA TOSCANA TERRA DI SINISTRA CHE NON HA MAI FATTO VERAMENTE NULLA DI SERIO PER LIBERARSI DEI TANTI CRIMINALI STRANIERI IMPEGNATI SCANDALOSAMENTE A SFRUTTARE ATRI POVERACCI STRANIERI CLANDESTINI O MENO, IN LAVORI SVOLTI SPESSO CHIARAMENTE IN STATO DI VERA SCHIAVITU’.

 

INDECENTEMENTE E VOLGARMENTE E BRUTALMENTE.

E QUANTO SEGUE, SEMBRA DIMOSTRARLO IN PIENO:

 

LA TOSCANA – LA TERRA DEI SINISTROIDI CHE DOVREBBERO ESSERE PRO SOCIETA’ LAVORATORI ED A FAVORE DEI PIU’ DEBOLI , PER LA SUA TROPPA TOLLERANZA E BENEVOLENZA ED ESAGERATO BUONISMO , SECONDO LO SCRIVENTE, HA PRODOTTO ANCHE IL FENOMENO DISUMANO DEL SISTEMA DELLA SCHIAVITU’ DI NUMEROSI STRANIERI NON COMUNITARI GIUNTI DA CLANDESTINI IN ITALIA ED IMPEGNATI IN LAVORI DEI CAMPI DELLA CITTA’ DI PIOMBINO E DINTORNI, DA PARTE DI UNA BANDA DI CRIMINALI SCHIAVISTI , SCHIFO….E FIGLI DI PUTT…… DI ORIGINE PACHISTANA, CHE, A SUO TEMPO , CON MOLTA PROBABILITA’ IL SISTEMA SOCIALE TOSCANO , FINANZIATO ANCHE DAL NOSTRO STATO , LI AVEVA ACCOLTI AMOREVOLMENTE E BENEVOLMENTE .. VERGOGNA

 

 

 

ECCO DI CHE COSA PARLO:

 

29 aprile 2024 12:31

Caporalato in agricoltura, 10 arresti in Toscana: 67 extracomunitari sfruttati nei campi tra Livorno e Grosseto

 

Ospiti del Cas di Piombino venivano impiegati fino a 10 ore al giorno senza contratto e senza il rispetto delle normativi di sicurezza e igiene

 

Operazione dei carabinieri di Livorno contro il caporalato.

I militari hanno eseguito una misura di custodia cautelare in carcere nei confronti di 10 persone gravemente indiziate, a vario titolo e in concorso tra loro, del reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro di 67 extracomunitari ospitati nel Cas di Piombino, impiegati per la raccolta di ortaggi e olive e per la pulizia di vigneti nelle province di Livorno e Grosseto. Tutte di nazionalità pakistana le persone arrestate, loro connazionali e bengalesi gli stranieri che sarebbero stati sfruttati.

Dieci ore al giorno nei campi

 I 67 extracomunitari ospiti del Centro accoglienza straordinaria di Piombino venivano tenuti al lavoro senza contratto fino a dieci ore al giorno, senza pause, pagati sempre molto sotto i 10,56 euro previsti: in un caso meno di un euro l'ora. L'indagine, denominata "Piedi scalzi", coordinata dalla Procura e condotta dal Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Piombino con il supporto del Nucleo carabinieri ispettorato del Lavoro di Livorno, ha consentito di ricostruire il sistema creato da sei titolari di ditte individuali attive nell'agricoltura. Utilizzando anche altre persone per il reclutamento, il trasporto giornaliero e il controllo dei lavoratori, hanno impiegato 67 tra pakistani e bengalesi approfittando del loro stato di bisogno. 

 

Violate le norme di sicurezza e igiene

 E' stata inoltre riscontrata la sistematica violazione delle norme in materia di sicurezza e igiene. E' stato poi eseguito un decreto di sequestro preventivo di 45mila euro quale profitto accertato dall'Inps in seguito al mancato versamento dei contributi previdenziali e assicurativi.

 

NOTIZIA TRATTA DAL SITO WEB. https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/caporalato-in-agricoltura-10-arresti-in-toscana_81451092-202402k.shtml

 

 

ED ANCORA SULLO STESSO DRAMMATICO TEMA SOCIALE E LAVORATIVO:

 

 

Il caporalato in Toscana. analisi di un fenomeno locale che ha radici globali

Mercoledì 11 maggio dalle ore 10.00 alle ore 12.00, Regione Toscana ospita in Sala Pegaso con diretta streaming

Condividi

Il seminario che si inserisce nelle attività di progetto finanziato dal Ministero del lavoro per la realizzazione di interventi di integrazione socio-lavorativa finalizzati alla prevenzione e al contrasto dello sfruttamento lavorativo e del capolarato in agricoltura e rivolto a cittadini provenienti da paesi terzi.

Caporalato, intermediazione illecita, riduzione in schiavitù sono tutti aspetti ben presenti in Toscana anche se geograficamente concentrati in alcune aree della regione a maggiore vocazione agricola.Al di là delle forme più eclatanti di sfruttamento, il caporalato in Toscana è  una piaga subdola: si nasconde dietro pparvenze legali, occupando zone grigie dai confini incerti, tra sfruttamento e forme contrattuali apparentemente regolari.

La Regione Toscana nel 2021 si è dotata di un Protocollo sperimentale contro il capolarato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura, linee di indirizzo approvate Giunta Regionale e sottoscritte un anno fa da Regione Toscana, Ispettorato interregionale del lavoro di Roma, Inps, Inail e parti sociali.

Il VII incontro di formazione, partendo dalle caratteristiche territoriali specifiche del fenomeno e dall’esperienza dei partner di progetto -in particolare Ases e la sua partecipazione a Before you go (AMIF internazionale)- ne intende approfondire la dimensione transfrontaliera che ha in qualche modo favorito sinergie fra le mafie c.d. tradizionali con le mafie straniere o di nuovo insediamento che si sono attivate per il reclutamento dei lavoratori stranieri direttamente nei loro paesi d’origine.

Il seminario sarà trasmesso in diretta streaming e potrà essere seguito direttamenti su questa pagina o dalla pagina preposta >>

NOTIZIA IN ESTRATTO RILEVATA DAL SITO WEB: https://www.regione.toscana.it/-/il-caporalato-in-toscana.-analisi-di-un-fenomeno-locale-che-ha-radici-globali

 

ED ECCO ALCUNI LINK CHE RIGUARDANO TALE SCANDALOSO E VERGOGNOSO FENOMENO SOCIALE E LAVORATIVO ESISTENTE PURTROPPO ANCHE NELLA TOSCANA A GUIDA DI SINISTRA:

 

ED ECCO ALTRI LINKS SUL MEDESIMO TRAGICO TEMA SOCIALE E DI LAVORO:

 

 

FORME DI CAPORALATO IN AGRICOLTURA IN TOSCANA

 

laboratorio sulle disuguaglianze

https://www.laboratoriosulledisuguaglianze.unisi.it › ...

PDF

di AIN TOSCANA — sfruttamento lavorativo nelle rinomate terre della Toscana e, ... della terra e alle condizioni di vita di ... dello sfruttamento di manodopera illegale nelle ...

150 pagine

La Toscana contro la tratta e lo sfruttamento. I numeri e le ...

 

Toscana Notizie

https://www.toscana-notizie.it › la-toscana-contro-la-tratt...

10 mesi fa — Sono 203 le situazioni di sfruttamento gestite dal sistema antitratta toscano ... Toscana terra di diritti significa in primo luogo essere terra ...

 

stranieri: caporalato e sfruttamento in agricoltura in toscana ...

 

Coldiretti - TOSCANA

https://toscana.coldiretti.it › news › stranieri-caporalato-e...

1 anno fa — E' la dea della terra ... Sono 277 i soggetti extracomunitari, vittime o potenziali vittime di sfruttamento ... di Siena, dell'Osservatorio ...

 

FORME DI CAPORALATO IN AGRICOLTURA IN TOSCANA

 

laboratorio sulle disuguaglianze

https://www.laboratoriosulledisuguaglianze.unisi.it › ...

PDF

di AIN TOSCANA — l'inserimento lavorativo degli stranieri in Toscana ci porta a parlare delle diuse pratiche di sfruttamento che appaiono talvolta più visibili e brutali, ...

DA CITTADINO DI DESTRA, VOGLIO SPERARE ED AUGURARMI CHE QUESTI BASTAR….PACHISTANI COINVOLTI NEI FATTI SUDDETTI , UNA VOLTA SCONTATA LA LORO PENA OVVERO NEL CASO CHE VENISSERO RIMESSI IN LIBERTA’ DA GIUDICI FORSE TROPPO ACQUIESCENTI E TROPPI BUONISTI INCONSAPEVOLI DEI PROBLEMI REALI CHE STANNO TRATTANDO, VENGANO IMMEDIATAMENTE ESPULSI DALL’ITALIA VERSO IL PACHISTAN TERRA DI LORO PROVENIENZA.

 

SAREBBE UN VERO AFFRONTO ED OFFESA  SIA AL POPOLO ITALIANO, SIA ALLA LOGICA, ED ALLA RAGIONEVOLEZZA ED ALLA GIUSTIZIA SOCIALE E CIVILE E MORALE ED ETICA, SE QUESTI FARABUTTI VERI SCHIAVISTI DEL XXI SECOLO , DOVESSERO AVERE LA POSSIBILITA’ DI PERMANERE ANCORA IN ITALIA.

 

VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA

 

Cuneo,li 30.04.2024

 

Rinaldo

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963