Creato da maryrose.ms il 14/05/2008

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GLI ORCHI

Post n°89 pubblicato il 22 Ottobre 2008 da maryrose.ms
 
Tag: Mostri




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LA MANO ADUNCA DEI PEDOFILI
  SIAMO IN UN PAESE DOVE GLI ORCHI SI MUOVONO AGILMENTE

 DAVIDE RONDONI

I

bambini sono le nostre vittime. Siamo in un mondo dove i bambini
vengono violati. Tra un mese a Rio de Janeiro si terrà una grande
conferenza mondiale voluta dall' Unicef e da altre organizzazioni sul
tema dello sfruttamento sessuale dei minori. A Roma ne hanno parlato
ieri in un seminario dedicato al tema. I dati fanno impressione. Il
fenomeno­ complesso e non di facile rilevazione. L'orrore ha molte
facce, molti tentacoli. Il fenomeno della pedopornografia e pedofilia
virtuale si mescola velenosamente sempre con reati che virtuali non
sono per nulla, e con traumi e drammi realissimi. Nel mondo, come si
sa, la tratta dei nuovi schiavi­ un business in espansione. Quasi tre
milioni di persone, secondo le Nazioni Unite sono vittime della tratta.
L'80% di questi sono bambini. Molti finiscono poi nel giro dello
sfruttamento sessuale. E si stima che siano molte decine di migliaia i
bambini che nei paesi meta dell'imponente fenomeno del turismo sessuale
cadono sotto le grinfie di questa categoria di orchi in viaggio, molti
dei quali italiani. In Italia, del resto, sono oltre 400 i reati legati
alla pedofilia denunciati nel 2006, e ben 11.769 i siti attivi nel
nostro paese rilevati come pedofili. La mano adunca e tremenda dei
pedofili può pure contare sullo spalleggiamento di campagne
apparentemente innocue dedicate alla tenerezza verso i bimbi e verso i
minori. I fenomeni di ineducazione e di miseria favoriscono in molti
luoghi trattamenti crudeli verso i più piccoli. Ma come può un adulto
piegare alla propria voglia oscura un minore? Come­ è possibile che non
ci si fermi, che non si opponga al montare ignobile di un desiderio
infame, il tremore di un rispetto, il dubbio di un rimorso? Da che
forza nera si lasciano impadronire questi sfruttatori? Malati, si dice.
Ma è ­troppo poco, o troppo semplice. Perchè questa è  ­una malattia
dell'anima, non un handicap congenito. E le dimensioni del fenomeno
indicano che la malattia­ è in espansione. Ci sono motivi culturali e
sociali. In Italia, dicono gli esperti, ci sono le leggi giuste per
perseguitare i reati. E molto viene fatto. Può e deve aumentare la
collaborazione tra i vari organismi. E soprattutto deve crescere
l'attenzione sociale e culturale al fenomeno.
  Ogni tanto, la
cronaca ci desta dal torpore. Come nel caso del ragazzino di otto anni
sorpreso ieri a spacciare per conto del nonno a Palermo. Si devono
colpire i singoli casi, ma l'emergenza educativa di cui si parla spesso
anche nel nostro paese indica che la priorità di costituire luoghi di
riferimento scolastici e no, per i minori e le loro famiglie­ è una
priorità sociale. Un paese dove è ­debole la rete di luoghi attenti
allo sviluppo dei minori­, un paese dove gli orchi possono muoversi
meglio. Alla guerra - che di questo si tratta - sul fronte poliziesco
si deve affiancare una guerra combattuta dallo Stato e dai soggetti
privati e pubblici sul fronte della costruzione di luoghi educativi che
servano i minori e gli adolescenti. Pensando a quanti soldi ed energie
gli enti pubblici e spesso anche i privati investono per manifestazioni
o faccende di poca durata, viene da chiedersi se non ci si stia
concentrando su fronti meno importanti, mentre alle nostre spalle
divampa l'incendio e l'attacco che stermina. La guerra va combattuta
cercando di capire quali sono i fronti importanti, magari quelli di cui
si parla poco sui media. Da tempo scrivo che la bomba su cui siamo
seduti, più ancora che la crisi economica o le querelle della politica,
sono i nostri ragazzini. La bomba­ quella che si agita nei loro occhi,
e nei loro corpi. Guardare, capire il fenomeno­ è una prima urgente
responsabilità. Così che oltre a fermare la mano con l'artiglio che si
alza sui nostri bambini, si possa togliere forza alle mani che hanno la
tentazione di alzarsi.

Fonte    Avvenire


 
 
 
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VERGINE MADRE

«Vergine madre, figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu se' colei che l'umana natura nobilitasti sì, che 'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l'amore per lo cui caldo ne l'eterna pace così è germinato questo fiore. Qui se' a noi meridïana face di caritate, e giuso, intra i mortali, se' di speranza fontana vivace. Donna, se' tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia ed a te non ricorre, sua disïanza vuol volar sanz'ali. La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s'aduna quantunque in creatura è di bontate».
 

LA MADRE

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"Cari amici,
Ciò che mi preoccupa principalmente della vicenda del sito islamico legato ad Al Qaeda in cui il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed io siamo stati minacciati di morte, indicati come "due morti che camminano, proprio come si autodefiniva Falcone", è la sottovalutazione del fatto che si tratta di un testo in lingua italiana e che l’autore è verosilmente un italiano convertito all’islam terroristico di Osama bin Laden.
La mia impressione è che in generale, a livello di potere esecutivo, legislativo e giudiziario, immaginando che questo terrorismo islamico "Made in Italy" potrebbe essere l’opera di una testa calda e magari di un cane sciolto, nel senso di un fanatico non organico a un gruppo terroristico noto, il pericolo viene valutato al ribasso e si ritiene quindi che non ci si debba preoccupare più di tanto. Questo è un errore gravissimo. Non si comprende che anche se fosse presente un solo aspirante terrorista e magari un terrorista suicida, sarebbe di per sé sufficiente per avere la certezza che si tratta della punta di un iceberg, dove l’iceberg è una realtà ben radicata territorialmente e ideologicamente che dovrebbe preoccuparci." Magdi Cristiano Allam
 
 

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