DON CAMILLO'S BLOG
"Che la tua vita non sia una vita sterile - Sii utile - Lascia traccia" San Josemaria Escrivà
Post n°211 pubblicato il 18 Dicembre 2010 da Il.Don.Camillo
Durante i Vespri con gli universitari romani in preparazione al Natale ROMA, venerdì, 17 dicembre 2010 (ZENIT.org).- L'Italia ha bisogno di “una nuova classe di intellettuali”. Lo ha detto Benedetto XVI nell'omelia per i Vespri celebrati giovedì sera nella Basilica Vaticana, alla presenza di cinquemila tra studenti e docenti delle università di Roma, accompagnati dal Cardinale Vicario Agostino Vallini. In questo tradizionale appuntamento prenatalizio, iniziato con Giovanni Paolo II nel 1979, il Papa ha sottolineato la necessità di una profonda azione educativa e di un continuo discernimento, che “devono coinvolgere tutta la comunità accademica, favorendo quella sintesi tra formazione intellettuale, disciplina morale e impegno religioso”. "Nei nostri tempi – ha sottolineato infatti – si avverte il bisogno di una nuova classe di intellettuali capaci di interpretare le dinamiche sociali e culturali offrendo soluzioni non astratte, ma concrete e realistiche. L’Università è chiamata a svolgere questo ruolo insostituibile e la Chiesa se ne fa convinta e fattiva sostenitrice”. All'inizio della celebrazione, Renato Lauro, Rettore dell'università di Roma Tor Vergata, aveva rivolto un breve saluto al Papa, sottolineando come “il credere non si oppone al pensare e all'impegno intellettuale, ma li esige e li impegna a nuovo titolo con alte motivazioni, come la storia di duemila anni dell'Occidente ha dimostrato attraverso filosofi, teologi, artisti e uomini di scienza profondamente credenti”. Nella sua omelia Benedetto XVI ha invitato i presenti a fissare lo sguardo sulla Grotta di Betlemme e a intraprendere quel cammino verso il Signore nascente che libera “il cuore da ogni fermento di insofferenza e di falsa attesa”, che può sempre annidarsi se si dimentica “che Dio è già venuto, è già operante nella nostra storia” e “chiede di essere accolto”. “Tornare lì, in quel luogo umile e angusto, non è un semplice itinerario ideale – ha avvertito –: è il cammino che siamo chiamati a percorrere sperimentando nell’oggi la vicinanza di Dio e la sua azione che rinnova e sostiene la nostra esistenza”. “Andiamo anche noi verso Betlemme – li ha quindi incoraggiati – con lo sguardo rivolto al Dio paziente e fedele, che sa aspettare, che sa fermarsi, che sa rispettare i tempi della nostra esistenza. Quel Bambino che incontreremo è la manifestazione piena del mistero dell’amore di Dio che ama donando la vita, che ama in modo disinteressato, che ci insegna ad amare e che chiede solo di essere amato”. Al termine della preghiera una delegazione universitaria africana ha consegnato l’icona Maria Sedes Sapientiae a un gruppo di studenti spagnoli, dando così inizio simbolicamente al pellegrinaggio dell’effigie mariana in tutte le Università di Spagna, in vista della XXVI Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) che si svolgerà nell'agosto del 2011 a Madrid. |
Post n°210 pubblicato il 05 Dicembre 2010 da Il.Don.Camillo
Sfogliando casualmente il quotidiano free-press Leggo, ho trovato in prima pagina una specie di editoriale inneggiante al preservativo, manifesto di una ignoranza gratuita. L'autore del pezzo raccontava di come all'Università di Bologna sia stata vietata la distribuzione di preservativi, proprio durante la Giornata mondiale della lotta all'Aids. Insomma! Nel 2010, quando "perfino Papa Benedetto XVI sull'argomento contraccezione molla un po' la presa". Desiderio precisare che il Papa non ha fatto alcuna apertura sulla contraccezione (dal momento che il caso citato iel nuovo libro parla di prostituti, e tra uomini - evidentemente - la contraccezione non si può dare) e inoltre diffondere preservativi in funzione anti-Aids è del tutto irresponsabile: promuove l'illusione di rapporti sicuri, che però non sono affatto tali: i preservativi hanno un tasso di inefficacia superiore al 10%. |
Post n°209 pubblicato il 05 Dicembre 2010 da Il.Don.Camillo
Monicelli, la grottesca mancanza di pietas dell’establishment italiano. Clericalismo verboso della chiesa secolarista. Perfino Napolitano si fa firmatario di questo tetro e ipocrita manifesto ideologico
Giuliano Ferrara. Il Foglio. 2 dicembre 2010 |
Post n°208 pubblicato il 24 Aprile 2010 da Il.Don.Camillo
La pedofilia è un regalo del ’68 Il sesso tra piccoli e adulti venne giustificato in nome di una rivoluzione che ha inquinato anche la chiesa Partiamo da un dato di fatto: i casi di pedofilia nella chiesa, seppur molti meno di quello che si vorrebbe far credere, risalgono per lo più agli anni Sessanta e Settanta e si sono verificati, soprattutto, negli Stati Uniti. Questi avvenimenti terribili si iscrivono in un aumento degli abusi sessuali contro minori generalizzato, che interessa la società tutta, famiglia, single, preti, laici, nessuna categoria esclusa. Basti pensare che ogni giorno nascono decine e decine di nuovi siti pedofili con violenze sessuali sui bambini dai tre ai dodici anni e che ogni anno milioni di occidentali partono per Cuba, la Thailandia e altri paesi in cui prospera il turismo sessuale. Ecco, solo questa banale constatazione, oggettiva e non strumentale, dovrebbe portare a una domanda che invece per lo più si preferisce evitare: perché? La risposta mi sembra obbligata: tutto va ricondotto, oltre che ovviamente alla peccaminosità intrinseca nell’uomo, all’origine della mentalità attuale, cioè alla cosiddetta “rivoluzione sessuale”. Dobbiamo andare con la mente agli anni Sessanta, in quel periodo di incubazione che portò poi al 1968 e a tutto quello che ne seguì. L’America e l’Europa sono pervase da queste grida: “Abolire i tabù”, “liberare il sesso”, distruggere le vecchie tradizioni, concezioni, istituzioni… La critica investe i rapporti sociali, economici, scolastici, ma soprattutto la famiglia. E’ lei la grande imputata, a cui, in nome di Marx, Engels, Marcuse, Reich, Cooper, ecc., si contrappone l’assoluta possibilità per ogni individuo di fare le esperienze sessuali più varie, frequenti e “alternative” possibili… La “monogamia cristiana”, spiegano i teorici delle comuni, molte femministe e rappresentanti dei nascenti movimenti gay, non è per nulla più naturale, più giusta, della poligamia, della poliandria, dell’amore di gruppo, del rapporto istantaneo e diversificato… Il matrimonio diviene così per molti simbolo di oppressione e la generazione dei figli una schiavitù, un limite, una maledizione: nasce così la cultura della contraccezione, del divorzio e dell’aborto. I bambini saranno, a breve, le vittime designate delle nuove “libertà”: abortiti, separati a forza dai genitori, sballottati sempre di più da una casa all’altra, e un giorno progettati addirittura a tavolino, da una donna single, da due uomini, o da due donne, grazie alle banche degli ovuli, del seme, agli uteri in affitto e domani, chissà, a quelli artificiali. Se si sfoglia “La cultura degli Hippies” (Laterza, 1969), florilegio di scritti degli anni Sessanta negli Stati Uniti, si possono leggere articoli così intitolati: “In difesa dell’oscenità”; “Sei professori in cerca di… osceno”; “Applauso per l’orgia”… dovunque inni alla “liberazione sessuale”, alla pornografia, all’omofilia, ai “rapporti sessuali aperti in modi non tradizionali”, persino all’incesto. Insomma, è in questi anni di profonda secolarizzazione, di odio verso ciò che resta della tradizione cristiana, che si collocano i primi aperti sostenitori delle più varie perversioni, dall’adulterio come atto legittimo, alla zoofilia, dalla necrofilia alla pedofilia. Qui dobbiamo cercare i precursori di Asia Argento che si bacia appassionatamente con un cane, in uno dei suoi film, oppure di quella marea di film pornografici in cui non mancano scene di personaggi che fanno sesso con i morti. Qui dobbiamo cercare l’origine dell’educazione sessuale nelle scuole, intesa spesso come spiegazione, a ragazzini ancora piccoli, di cosa sia tecnicamente l’atto sessuale; oppure come possibilità per i piccoli di incontrare a scuola transessuali o “esperti” chiamati a raccontare, come è recentemente avvenuto in una scuola italiana, “cosa avviene quando la coppia è atipica ed entrano in gioco gli animali” (Corriere della Sera, 22/1/2010). Qui dobbiamo cercare il perché di libretti distribuiti per esempio nelle scuole spagnole, in cui si invitano i giovani, a partire dagli 11 anni, a masturbarsi e ad avere relazioni omosessuali e lesbiche, in nome dell’idea per cui “la normalità è scambiare amore e relazioni sessuali con qualunque persona, dell’altro sesso, o del proprio”, a qualunque età (Libero, 4/11/2005). E la pedofilia? Non è già chiaro che si tratta di un altro personaggio dell’affresco? Se si guarda bene ci sta perfettamente. E’ lì, sotto la voce “liberazione sessuale”; vicino agli slogan sessantottini “Il sesso è tuo, liberalo”, “Vietato vietare”, “Lotta dura contro natura”, “Inventate nuove perversioni”, “Né maestro né Dio, Dio sono io”; è accanto ai proclami contro la “sessuofobia cristiana” e ai discorsi contro il diritto naturale e a favore del relativismo; è insieme alla desacralizzazione di ogni relazione affettiva, all’aumento dei rapporti precoci tra minori e degli aborti delle minorenni… Insieme alla cultura del sesso liberato, cioè fine a se stesso, della sessualità ridotta materialisticamente a genitalità, e dell’altro visto anzitutto come oggetto di piacere. E’ lì insieme al disprezzo dei bambini, così facilmente eliminati, così spesso trascurati in nome del “benessere” dei grandi! Infatti sono sempre questi gli anni in cui nascono, accanto agli asili “antiautoritari”, quelli in cui vengono insegnati ai bambini “giochi erotici” per “liberarli dai tabù”; in cui un leader studentesco, oggi europarlamentare, come Daniel Cohn-Bendit, descrive i suoi toccamenti con bambini piccoli di un asilo “alternativo” e scrive su Libération, insieme ad altri intellettuali francesi di sinistra, da Jean-Paul Sartre a Jak Lang, da Simone de Beauvoir a Michel Foucault, un manifesto in difesa della pedofilia (vedi il Giornale, 16/1/2005 e M. Picozzi, M. Maggi, “Pedofilia, non chiamatelo amore”, Guerini, 2003)! Sono gli anni in cui diviene di moda “La rivoluzione sessuale” di W. Reich, stampata in Italia da Feltrinelli nel 1963, che predica la distruzione del modello familiare naturale, ritenuto oppressivo anzitutto per la libertà sessuale del bambino, per la sua “genialità spontanea e priva di complessi di colpa”, negata brutalmente dalla concezione cristiana e “borghese” della famiglia. In Italia nasce proprio ora, col sostegno dei Radicali, il F. u. o. r. i. di Mario Mieli, recentemente esaltato dal quotidiano Liberazione, aperto cantore, contro la “norma eterosessuale” e l’antropologia cristiana, dell’omosessualità, ma anche della coprofilia, della necrofilia e, appunto, della pedofilia. Sono gli anni, ancora, in cui l’ideologa femminista Shulamith Firestone, nel suo “La dialettica dei sessi” (1970), propone di separare sessualità da riproduzione e difende una sessualità “liberata”, senza confini, arrivando coerentemente ad auspicare, come avevano già fatto anche alcuni illuministi, la liceità dell’incesto, cioè della pedofilia. L’incesto, infatti, sarebbe un “tabù” che serve “solo a preservare la famiglia”. Scrive ancora la Firestone, sempre in nome della “liberazione sessuale di donne e bambini”: “Dobbiamo includere anche l’oppressione dei bambini in ogni programma della rivoluzione femminista… il nostro passo deve essere l’eliminazione della stessa condizione di femminilità ed infanzia…”, e si deve arrivare a far sì che “tutti i rapporti intimi”, anche quelli tra genitori e figli, adulti e piccini, includano “anche la fisicità” in senso lato. Sono gli anni, per finire, in cui molti attivisti del nascente movimento gay, come racconta Paul Berman nel suo “Sessantotto” (Einaudi), sperimentano sin da piccoli, a scuola, o nei parchi, il “sesso tra giovanissimi e adulti”, nel clima appunto di sessualità sfrenata e “liberata” di quegli anni. Così insomma è nato il boom della pedofilia, della pedopornografia, di cui oggi continuiamo a vedere gli effetti: insieme ai nuovi “diritti civili”, alle nuove “libertà”, alla lotta a tutto campo alla purezza e alla famiglia naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, come disegno immodificabile di Dio. Insieme a quella negazione della fede e della morale cristiana di cui Benedetto XVI non cessa di ripetere ogni giorno le ragioni. Si dovrebbe riflettere, al riguardo, sul fatto che nell’epoca della crisi della famiglia, la pedofilia è divenuta una emergenza, come dimostrano tutti gli studi sull’argomento, proprio nella famiglia stessa, essendo che la gran parte delle violenze sui minori avvengono per mano di genitori, parenti e non di rado dei nuovi “genitori” acquisiti in seguito a un divorzio. E la pedofilia praticata da uomini di chiesa? Anzitutto è bene ricordare che cattolici e protestanti furono senza dubbio quasi gli unici avversari della “rivoluzione sessuale”. Proprio perché la libertà del cristiano è, almeno in teoria, e quindi più facilmente anche in pratica, tutt’altra cosa: si realizza nella fedeltà a una relazione, non nella intercambiabilità e nella frequenza delle esperienze fisiche individuali; si concretizza nella sessualità ordinata e finalizzata, non nella genitalità solo istintiva e animale. Basta leggere qualche scritto di quegli anni: sovente i “liberatori” si scagliano con virulenza proprio contro la chiesa, contro i “puritani”, contro il pensiero cristiano in generale, reo di opprimere la libera sessualità, di imporre regole e divieti. E’ però vero che anche la “liberazione sessuale” entra nel tempio, insieme alle altre novità. Sempre negli stessi testi di cui sopra possiamo trovare l’elogio di quei cristiani, di quei pastori protestanti, di quei preti cattolici, che hanno finalmente capito i “nuovi tempi”, che non rimangono stoltamente ancorati alla morale tradizionale, disobbedendo, se cattolici, a Roma! Il Los Angeles free press del 23 giugno 1967, per esempio, pubblica un articolo intitolato “Un sacerdote underground dice: ‘La chiesa è morta’”. In esso il prete in questione spiega che la chiesa “ha danneggiato la gente dal punto di vista sessuale, razziale e politico”. Un articolo dell’Open city di Los Angeles del 24 agosto 1967, invece, narra di un “prete hippy”, uno dei tanti protestanti presbiteriani che ha deciso di sposare le nuove idee rivoluzionarie. Nel mondo cattolico il tanto decantato aggiornamento, la tanto pubblicizzata “apertura al mondo”, diventano per molti ecclesiastici e per molti credenti “adulti” un dovere irrinunciabile. Non tutti hanno capito che secolarizzazione fa rima con tristezza, e “liberazione sessuale” con disgregazione della famiglia, pornografia, pedofilia, esplosione del numero dei divorzi, instabilità dei bambini ecc. Inevitabilmente, poi, l’“aggiornamento” nella fede diventa anche aggiornamento nella morale. Ecco così che migliaia e migliaia di sacerdoti abbandonano la veste talare, si spretano, attaccano il celibato, chiedono una revisione della morale della chiesa, leggono ed elogiano i testi di Reich, per poi finire con lo schierarsi apertamente e violentemente a favore della legalizzazione del divorzio e dell’aborto. Questi religiosi trovano grande accoglienza sulle pagine dei quotidiani progressisti, gli stessi che oggi molto ipocritamente fanno la guerra, a ogni piè sospinto, a Benedetto XVI. Un libretto di un famoso benedettino, “Arcipelago Chiesa. A quarant’anni dal Concilio”, di padre Stanley Jaki (Fede & Cultura), può aiutarci a comprendere meglio queste vicende, specie per quanto riguarda l’America. Jaki mette anzitutto in luce la perdita di fede propria di quegli anni, e la detronizzazione del Santissimo dal centro degli altari: essa gli appare il simbolo più evidente della perdita del senso del soprannaturale. In secondo luogo Jaki nota la perdita fortissima, nel mondo cattolico, del senso del peccato, “il quale soltanto chiede a gran voce una redenzione”. “Ha poco senso – scrive – parlare dello stato decaduto dell’uomo quando la sua caduta originaria è minimizzata in luoghi consacrati”: se il peccato non esiste più, né per il mondo, né per molti uomini di chiesa, è chiaro che il compierlo diventa più semplice, più banale, più automatico. E’ chiaro che, mentre nella società si inizia a sottovalutare, per esempio, la sacralità del matrimonio, e l’adulterio diventa sempre più normale, se non addirittura un “diritto”, analogamente molti religiosi perdono il senso della loro missione, e quindi anche il significato della loro verginità. Il grave è che non esiste quasi più nessuno che li richiami e che li punisca. Soprattutto perché in tutta la cristianità, negli Stati Uniti e in Germania in particolare, la ribellione al magistero diventa fortissima e investe molti vescovi. Tra costoro Jaki, in questo libretto del marzo 2008, cita proprio l’arcivescovo di Milwaukee, Robert Weakland: un beniamino della stampa progressista di allora, per le sue posizioni, come ha ricordato anche Roberto de Mattei su questo giornale, a favore della “rivoluzione sessuale”. Tale vescovo, oggi, è ancora più lodato, visto che le sue dichiarazioni sono servite ad attaccare violentemente Benedetto XVI, nonostante la verità sia che egli fu dimissionato nel 2002 “dopo che un ex studente di teologia l’aveva accusato di violenza carnale, rompendo il segreto che lo stesso Weakland gli aveva imposto in cambio di 450 mila dollari detratti dalle casse dell’arcidiocesi”. La ribellione di molti ecclesiastici alla morale cattolica, racconta Jaki, raggiunge il culmine con la pubblicazione dell’enciclica “Humanae Vitae”, rispetto a cui la risposta è lo scisma strisciante di tantissimi preti e laici credenti, in tutto l’occidente. Nel 1976 si arriva addirittura al punto che “cinque arcivescovi americani e quindici vescovi erano pronti ad annunciare la formazione di una chiesa cattolica americana”, separata da Roma. “Da parte di molti cattolici, affermava l’allora cardinal Ratzinger nel 1985, parlando con Vittorio Messori, c’è stato in questi anni uno spalancarsi senza filtri e freni al mondo, cioè alla mentalità moderna dominante, mettendo nello stesso tempo in discussione le basi stesse del depositum fidei che per molti non erano più chiare”. La crisi di fede, è giusto dirlo, ha toccato tutti: laici e credenti, e tra costoro cattolici e protestanti. Nel caso specifico della pedofilia, però, è interessante, rimanendo solo ai credenti, il fatto che il fenomeno abbia coinvolto maggiormente i pastori protestanti, liberi di sposarsi, rispetto ai preti cattolici, votati al celibato. Mentre infatti molte chiese protestanti hanno ceduto enormemente nei principi, e quindi, di conseguenza, anche nella pratica, al contrario nella chiesa cattolica, nonostante gli errori, propri dell’uomo e dei tempi, è sempre rimasta viva una voce controcorrente, a contrastare la crisi delle fede e la rivoluzione sessuale: quella del magistero romano. Non è proprio per questa fermezza, perché la chiesa cattolica ha ceduto meno di altre, che tantissimi anglicani rientrano oggi, sotto Benedetto XVI, nella chiesa romana, in polemica con le loro gerarchie, troppo aperte verso la “rivoluzione sessuale”? Quanto al fatto che la stampa progressista, da sempre in prima fila nella “liberazione sessuale”, oggi identifichi tendenziosamente nella chiesa cattolica il luogo per eccellenza della pedofilia, fingendo di dimenticare i “bei tempi” in cui la chiesa veniva accusata di imporre troppi tabù, si tratta, come è facile capire, di una vendetta postuma, di chi si improvvisa moralizzatore, strumentalmente, dopo aver contribuito alla demolizione sistematica dell’umano e dell’affettività vera. Il fatto è così chiaro che per un lapsus rivelatore, su Repubblica, il cardinal Bernardin, uno dei tantissimi prelati cattolici accusati ingiustamente di pedofilia, per soldi o altro, è stato recentemente confuso con l’eroe del momento, perché antiromano ed antipapista, cioè il vescovo liberal Robert Weakland, lui sì, come si è visto, veramente colpevole di atti contro la morale, cristiana e naturale. |
Post n°207 pubblicato il 12 Aprile 2010 da Il.Don.Camillo
ROMA — Il cardinale Julian Herranz, membro autorevole del Sacro collegio, per oltre vent'anni a fianco di san Josemaría Escrivá de Balaguer, fondatore dell'Opus Dei, da testimone diretto, afferma che Benedetto XVI è stato il campione della lotta alla pedofilia nella Chiesa, «esempio anche per altre istituzioni». Proprio pochi giorni fa il Papa ha deciso di affiancare un presule dell’Opus Dei, José H. Gomez, di 59 anni, come coadiutore, e designato alla successione, dell’arcivescovo di Los Angeles (una diocesi che deve risarcire con 660 milioni di dollari le vittime degli abusi).
Monsignor Javier Echevarria, prelato dell'Opus Dei, in una lettera inviata pochi giorni fa afferma che «certamente vi sono momenti in cui si intensificano gli attacchi alla dottrina cattolica, al Papa e ai Vescovi, sono messi alla berlina i sacerdoti; si ostracizzano i laici cattolici che, usando della loro libertà, si propongono di illuminare con la luce del Vangelo le leggi e le strutture civili ».Qualcuno ha scritto che soprattutto negli Stati Uniti da dove sono partiti gli attacchi più forti al Papa ci sono gruppi che vogliono contrastare l'influenza «cattolica» nel mondo degli affari e della finanza. Può essere una chiave di lettura? Cinque anni di Pontificato e una serie di incomprensioni e di attacchi (oltre la pedofilia, Pio XII, poi la liturgia, ancora prima l'Islam). Qual è il suo giudizio? Ci spieghi... TRATTO DAL CORRIERE DELLA SERA |
Post n°206 pubblicato il 06 Aprile 2010 da Il.Don.Camillo
Intervista al cardinale decano
di Giampaolo Mattei "È ormai un contrasto culturale: il Papa incarna verità morali che non sono accettate e così le mancanze e gli errori di sacerdoti sono usate come armi contro la Chiesa". Alza la voce il cardinale Angelo Sodano, decano del collegio cardinalizio, che all'inizio della messa del giorno di Pasqua ha espresso a Benedetto XVI l'affetto e la fedeltà di tutti i cattolici. "Dietro gli ingiusti attacchi al Papa - sottolinea nell'intervista rilasciata al nostro giornale - ci sono visioni della famiglia e della vita contrarie al Vangelo. Ora contro la Chiesa viene brandita l'accusa della pedofilia. Prima ci sono state le battaglie del modernismo contro Pio X, poi l'offensiva contro Pio XII per il suo comportamento durante l'ultimo conflitto mondiale e infine quella contro Paolo VI per l'Humanae vitae". Tratto da l'Osservatore romano |
Post n°205 pubblicato il 05 Aprile 2010 da Il.Don.Camillo
“Ai sacerdoti, travolti in questi giorni dallo scandalo dei preti pedofili, il Papa ricorda, nel Lunedì dell'Angelo, che sono chiamati ad essere «angeli», e «messaggeri di Cristo», e della «sua vittoria sul male e sulla morte»” Riportando il messaggio odierno del Papa da Castel Gandolfo, l’Ansa e il Corriere.it non possono fare a meno di parlare di uno scandalo, quello della pedofilia, che “travolge” i sacerdoti. A chiarire le cose ci pensa Radio Vaticana, che ribadisce ancora una volta come i casi di pedofilia accertati legati a sacerdoti siano di percentuali da prefisso tele fonico in un’America dove – per quel che passano i mass media – pare che i preti siano tutti compromessi. La realtà è che contro al Chiesa si sta scatenando una nuova ondata di persecuzione. Sono 400.000 i sacerdoti nel mondo, e i 300 preti coinvolti in casi assolutamente non accertati di pedofilia non possono coinvolgere e trascinare nel fango santità di tutti quegli uomini che, lontano da riflettori e microfoni, ignorati dal New York Times e dagli scoop da prima pagina, ogni giorni si alzano e cominciano una giornata di servizio sacrificato, di sorriso, di carità. Il testo seguente è tratto dal sito di Radio Vaticana (http://www.radiovaticana.org/it1/Articolo.asp?c=369830) Da tutto il mondo continuano a giungere al Papa testimonianze di affetto e solidarietà per gli attacchi subiti in questi giorni a causa degli abusi su minori perpetrati da alcuni esponenti del clero. Ce ne parla Sergio Centofanti. |
Post n°204 pubblicato il 05 Aprile 2010 da Il.Don.Camillo
Il punto sulla pedofilia nella Chiesa di Bruno Mastroianni, 26.3.10 Il dibattito ha assunto toni tali da richiedere una rimessa in ordine degli elementi principali. Secondo i dati e i fatti quello sulla pedofilia è un allarme ingiustificato. La Chiesa vi sta mettendo mano in modo efficace da tempo. I numeri negli USA: 54 condanne in 42 anni |
Post n°203 pubblicato il 05 Febbraio 2010 da Il.Don.Camillo
Il Blog di Don Camillo è lieto di pubblicare di nuovo qualcosa, dopo mesi di giustificabile assenza, in questa serata milanese investita dall'incessante e allegra cascata di neve-pioggia. Pubblichiamo di seguito un articolo comparso sul Corriere di ieri, che parla di Alessandro D'Avenia e del suo nuovo romanzo (Bianca come il latte, rossa come il sangue), uscito il 26 gennaio scorso e già in arrampicata sulle classifiche dei libri più venduti.
«Racconto l' amore, non ho sbagliato»
«Penso al dolore di una madre che ha perso la figlia e posso immaginare che questo romanzo l' abbia in qualche modo rinnovato, ma non credo di aver fatto nulla di male, nulla di sbagliato». Alessandro D' Avenia non ha più parlato con la madre di Irene, la ragazza romana morta di leucemia nel 2004, che ha ispirato la figura di Beatrice nel suo romanzo Bianca come il latte, rossa come il sangue. «Posso solo immaginare il dolore che c' è dentro di lei e lo rispetto profondamente» dice D' Avenia ricostruendo la genesi del libro e cercando di interpretare l' amarezza della madre. Un romanzo nato da un' ora di supplenza al liceo Dante di Roma, quando uno studente gli racconta la vicenda di una compagna di scuola che l' anno precedente si era ammalata di leucemia. Taglietti Cristina Pagina 39 |
Post n°202 pubblicato il 15 Settembre 2009 da Il.Don.Camillo
Riconsegnare le prime case agli abitanti di Onna dopo circa cinque mesi dal terribile terremoto del 6 aprile "è stata una promessa ardita ma grazie a Dio mantenuta". Con queste parole il presidente del Consiglio ha portato il suo saluto ai cittadini della ‘nuova’ Onna, entrati in possesso oggi delle casette realizzate dalla Provincia di Trento nell'ambito del protocollo siglato con la Croce Rossa ed il Dipartimento nazionale della protezione civile. "Sono case fantastiche - ha aggiunto il premier - dove c'è tutto: bicchieri, pentole, asciugamani, shampoo, sapone, dentifricio, carne e frigoriferi pieni di ogni ben di Dio".
“Consegno a lei la chiave”, ha aggiunto Berlusconi rivolgendosi ad una delle famiglie assegnatarie “con l'augurio che questo sia un nido d'amore per una nuova vita e per guardare avanti. Qui avete tutto quello che potrà servirvi per crescere i vostri figli, speriamo per poco, fino a quando non sarà ricostruita Onna". "Guardate al futuro – ha concluso il presidente del Consiglio – affinché sia questo un luogo d'amore, per stare insieme e guardare avanti con speranza e serenità".
Durante la visita, il presidente Berlusconi, dopo la deposizione di una corona di fiori presso “l’albero della memoria” che ricorda le vittime del terremoto del 6 aprile, ha inaugurato anche l'asilo "Giulia Carnevale", intitolato alla memoria di una studentessa deceduta nel sisma. Nel corso della cerimonia di commemorazione è stato scoperto un monumento in acciaio realizzato dal padre della studentessa. Hanno preso la parola la signora Angela Bove (mamma di Giulia), il signor Giustino Parisse (padre di due studenti deceduti ad Onna), il signor Franco Papola (Presidente della Onna Onlus) e Monsignor Molinari (Arcivescovo di L’Aquila).
Berlusconi ha concluso la visita nel cantiere di Bazzano, dove sono in costruzione gli appartamenti del progetto C.A.S.E. |
Post n°201 pubblicato il 13 Settembre 2009 da Il.Don.Camillo
In vista della giornata di domani, 14 settembre, in cui ricorre la festa dell'Esaltazione della Santa Croce, pubblico di seguito un testo tratto dal libro Via Crucis di San Josemarìa Escrivà (1902-1975), fondatore dell'Opus Dei. II STAZIONE - GESU' E' CARICATO DELLA CROCE Fuori della città, a nord-ovest di Gerusalemme, vi è un piccolo colle: in aramaico è chiamato Golgota; in latino, locus Calvariae: luogo dei Teschi o Calvario. |
Post n°200 pubblicato il 11 Settembre 2009 da Il.Don.Camillo
In questi giorni, con una lettera del sottosegretario Carlo Giovanardi, si è sollevata - molto silenziosamente, poichè Fini che straparla fa più notizia - una questione importante, che riguarda le famiglie italiane, e di conseguenza l'economia di tutto il Paese. Si parla infatti del quoziente familiare. LA LETTERA DI GIOVANARDI. ROMA, 10 SET - Il governo deve dare un ''preciso segnale politico'' nei confronti della famiglia. E' quanto scrive il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi con delega alle Politiche per la famiglia, in una lettera al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. ''Nel programma di Governo, resentato agli italiani, uno degli elementi fondamentali e' l'introduzione del quoziente familiare, promesso al Forum delle Famiglie sin dall'indimenticabile manifestazione di Piazza San Giovanni. Tutte le persone ragionevoli - a aggiunto debbono riconoscere che, purtroppo, la crisi economica mondiale e il calo del Pil non ha ancora reso possibile mantenere questo impegno. E' possibile invece, anzi doveroso, tener conto della differenza fondamentale tra le famiglie che hanno e le famiglie che non hanno figli a carico''. L'APPOGGIO DEL FORUM DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI LA RISPOSTA DEL PREMIER ''Siamo il governo dei fatti - aggiunge Berlusconi nella lettera a Giovanardi - ed e' nostra abitudine mantenere le promesse elettorali che erano comunque in modo esplicito condizionate dalla situazione di bilancio. Purtroppo la crisi economica mondiale e il catastrofico debito pubblico che abbiamo ereditato non ci hanno consentito di avviare da subito questa importante riforma, di cui sono il piu' convinto sostenitore. In questa prospettiva, sono d'accordo con te sulla necessita' di dare quanto prima alle famiglie numerose e monoreddito un segnale positivo, poiche' il governo riconosce nei nuclei familiari con figli, non solo una fonte di solidarieta' e di affetti, ma anche una risorsa preziosa per il futuro della societa'. Il Dipartimento per le politiche della famiglia, sotto la tua guida, dovra' quindi contribuire alle prossime decisioni su questa materia, affinche' le risorse disponibili siano utilizzate soprattutto per dare un sostegno adeguato a chi ha dei figli da crescere''. |
Post n°199 pubblicato il 10 Settembre 2009 da Il.Don.Camillo
Pubblico qui di seguito ciò che è abbastanza scontato, ovvero che in Italia l'ora di religione deve essere sulla fede cattolica e non su un miscuglio multiconfessionale con un retrogusto di "volemose bene". ANSA - "L'insegnamento della religione così come è stato concepito va salvaguardato. Non è un'ora di catechismo, ma un'ora di approfondimento dei valori e dei contenuti della religione cattolica. Farla diventare un'ora in cui si insegnano altre religioni in maniera paritetica non è corretto". Lo ha detto il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini ai microfoni di Radio Anch'io, commentando la possibilità di trasformare l'ora di religione cattolica in un'ora di religione multiconfessionale. "Questo - ha aggiunto il ministro - non avviene nei paesi musulmani, non capisco perché noi dovremmo rinunciare a quello che non è solo religione, ma è qualcosa che ha condizionato fortemente la nostra cultura, la nostra tradizione e la nostra storia". No, quindi all'insegnamento multiconfessionale, "perché nel nostro paese la religione cattolica non può essere paragonata alle altre religioni. Ha una valenza maggiore, é praticata dalla stragrande maggioranza della popolazione e ha un passato attualissimo. Non la si può mettere sullo stesso piano delle altre religioni, che vanno comunque rispettate". |
Post n°198 pubblicato il 10 Settembre 2009 da Il.Don.Camillo
Pubblico qui di seguito un commento che ho lasciato sul blog di lelloazzurro, riferito ad un suo post sul "caso Boffo". Caro lelloazzurro! |
Post n°197 pubblicato il 12 Giugno 2009 da Il.Don.Camillo
ANSA - Benedetto XVI è tornato ancora una volta a strigliare la sua Chiesa e ad evocare pericoli che possono stravolgerne la missione e l'identità. Nel Corpus Domini, celebrato con la tradizionale messa sul sagrato della Basilica di S.Giovanni a Roma e poi con la processione fino a Santa Maria Maggiore, papa Ratzinger ha denunciato il rischio di una strisciante secolarizzazione che sta pervadendo anche la Chiesa, col risultato di affievolire il senso della fede, di rendere 'formale' e 'vuoto' il culto. ZENIT - Benedetto XVI ha messo in guardia questo giovedì, festa del Corpus Domini, di fronte al pericolo della “secolarizzazione strisciante” che penetra nella Chiesa e si manifesta “in un culto eucaristico formale e vuoto”. Il Pontefice ha partecipato alla processione del Santissimo Sacramento nel centro di Roma dopo aver presieduto la Santa Messa sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano, Cattedrale del Vescovo di Roma. Nell'omelia, ha illustrato con immagini suggestive l'importanza della fede nella presenza reale di Gesù nell'Eucaristia, spiegando alle migliaia di pellegrini che “non bisogna dare per scontata questa fede”. Raccomandiamo tutti noi suoi figli la persona e le intenzioni del Romano Pontefice, fiduciosi nello Spirito Santo, che ispira e guida la Chiesa che attraversa la storia. |
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