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C'era una volta l'italiano-14

Post n°123 pubblicato il 04 Settembre 2011 da tino.pos

 

C’era una volta … l’Italiano
Considerazioni un po’ amare
di Nino L. Bagnoli

(14)

 

Al di là da (al di qua da –al di sotto di –al di sopra di) Sono francesismi, non solo, ma sono anche più dispendiosi in termini di parole da usare. Le corrette locuzioni avverbiali o preposizionali (che brutto termine!) sono più brevi e sono: di là da – di qua da – sotto – sopra. Le locuzioni sbagliate lasciatele ai canzonettisti (“Al di là del bene più profondo, ci sei tu” e via con il lagno). Ma, devo ricordare ai parolieri moderni che un vecchio canto alpino diceva: “di là, di là dal Piave, ci stava un’osteria; là c’è da bere e da mangiare, ed un buon letto per riposar …”

BurtBurton Sono nomi e cognomi anglosassoni che vengono sempre “storpiati” nella pronuncia dai nostri compatrioti. Costoro, in buona fede (pochi) o in malafede (la maggior parte), convinti di conoscere l’Inglese, non si sognano mai di andare a controllare su un buon vocabolario la corretta pronuncia, e la sbagliano puntualmente. Burt è pronunciato /bart/  anzi che /bɜ:t/; Burton non si pronuncia /bàrton/ ma /bɜ:tn/, per intenderci, la stessa di bird (uccello): /bɜ:d/. È la “normale” pronuncia della /u/ , della /e/ e della /i/ seguite da /r/ più un’altra consonante.             

Credo che non ce ne sia di bisogno  (Gelmini – “L’ultima parola”) – È una tipica espressione lumbàrd che potremmo (a fatica) perdonare a Bossi, o ad un suo compagno “di lotta e di governo”. Sentirla uscire dalla bocca delicata di Maria Stella Gelmini, ci ha fatto aggricciare la pelle. Va bene che è laureata in Legge e che è andata a Reggio Calabria a sostenere l’esame di abilitazione alla Professione forense (perché in quel capoluogo gli esaminatori sono piuttosto di manica larga), ma se consideriamo che presentemente è Ministro della pubblica Istruzione e che ha da poco attuata una riforma della Scuola  nella quale si sostiene la necessità di “tornare al merito”, la nostra pelle si è lacerata. Ma che sia la poltrona di viale Trastevere (a Roma) a giocare brutti scherzi ai Ministri? Perché ricorderete che tempo fa rendemmo noto lo stupefacente “ non essere in grado a parlare” pronunciato a Porta a Porta da un altro ex Ministro (anch’egli della Pubblica Istruzione) Giuseppe Fioroni.
Avvocato (sia pure grazie a Reggio Calabria) Gelmini, andiamo, vediamo di liberarci delle scorie del dialetto. Almeno fino a che rimarrà a viale Trastevere. Perché sarebbe bastato solo togliere di mezzo quel di, e la “faccia” si sarebbe salvata.

Salubre – aggettivo che significa  “Che dà salute, che giova alla salute: clima, aria, ambiente salubre”.  Questo aggettivo, come il suo “contrario” Insalubre (“Che è nocivo alla salute: zona paludosa e insalubre”) sono parole piane e quindi si accentano sulla /u/: salùbre e insalùbre. Sono “in servizio” nella lingua italiana fin dal 1481, quindi non dall’altro ieri, e pure moltissimi, compreso qualche presunto o soi-disant intellettuale continuano a pronunciarle come sdrucciole; sàlubre e insàlubre. L’etimologia non fa sconti, le due parole discendono –anzi, sono dei veri e propri “calchi”- dagli aggettivi latini salūbre(m)  e insalūbre(m). Gli avvocati-giudici di Forum dovrebbero stare più attenti.

Defenestramento questo termine, che non esiste nella lingua italiana,  è stato usato da Lilli Gruber nella sua trasmissione “8 e 1/2” al posto di “defenestrazione”, deverbale di “defenestrare”, che significa, letteralmente, “gettare dalla finestra”, ma che, in senso traslato, sta per  “privare qualcuno di un ufficio, di una carica e sim., spec. in modo brusco e inatteso”, in breve, cacciare, licenziare. L’origine di questo verbo si fa risalire all’episodio della “defenestrazione di Praga” quando, nel 1618, i protestanti boemi insorti, gettarono dalla finestra del Palazzo reale di Praga due dei Governatori imperiali provocando in tal modo l’inizio della Guerra dei Trent’anni. Per la verità storica, però, va ricordato che quella del 1618 non fu la prima “defenestrazione” praghese e neppure l’ultima. Se ne ricordano due precedenti: la prima nel 1419, quando un folto gruppo di praghesi Hussiti -cioè seguaci del riformatore Jan Huss, (1371-1419), poi finito sul rogo come eretico- “defenestrò” sette membri del consiglio cittadino; la seconda, sempre ad opera di radicali Hussiti, i quali, nel 1483, entrati nel Municipio praghese, defenestrarono il Borgomastro ed alcuni consiglieri. 
In epoca più vicina a noi, va ricordato  il caso di Jan Masarik, ministro degli esteri cecoslovacco, che venne rinvenuto senza vita sotto una finestra del ministero a Praga il 10 marzo 1948. Masaryk era l'unico ministro non socialista nel governo comunista del Paese, e si sapeva che non era del tutto “allineato”. Non è stato mai chiarito come sia precipitato dalla finestra. E, forse, non lo sarà mai.
A proposito di Jan Huss, val la pena di ricordare una curiosità poco nota ai più: Mussolini, allora trentenne e acceso “mangiapreti”, scrisse un libretto intitolato “Giovanni Huss – il Veridico”, pubblicato a Roma da Podrecca e Galantara, nel 1913.

Establishment È un vocabolo inglese la cui pronuncia corretta è con l’accento tonico sulla “a”: estàblishment  e che indica la classe dirigente, la dirigenza di una società. Per Michele Emiliano, sindaco di Bari ed ex magistrato, in un suo intervento a “L’ultima parola”, la trasmissione di approfondimento condotta da Gianluigi Paragone, l’accento, invece, doveva cadere sulla “i”, Establìshment, con grave fastidio di molti ascoltatori, noi per primi.
Qualcuno potrebbe dire: “Ma c’è forse l’obbligo di sapere l’inglese”? Eccoci pronti, qui, a dar ragione a questo “qualcuno”; no, non c’è alcun obbligo. E ci mancherebbe altro! C’è, però, un altro obbligo: quello di non usare parole di altre lingue se non si è in grado di conoscerne il significato e la corretta pronuncia. La Lingua italiana è talmente ricca di vocaboli da poter soddisfare qualunque esigenza di traduzione di parole straniere.

Governance  Altra parola inglese che da un po’ di tempo a questa parte è entrata nel lessico di molti nostri “politici” e di “uomini d’affari”. In Italiano si traduce con “dirigenza”, “amministrazione”, di un Ente, di un’Azienda, di una Società. Il termine inglese si pronuncia, come molti altri del suo gruppo (govern, government, governor, governable, governess ) con l’accento tonico sulla prima sillaba: /go/. Questo vale per qualsiasi studente, dalle medie in su. Non vale, evidentemente, per i professori universitari, se uno di loro, sia pure “prestato” alla politica, può tranquillamente pronunciare, in Tivvù, govèrnans”.  E non trovare un interlocutore che glielo faccia notare, come invece fa lui quando qualcuno, in sua presenza, sbagli –che so- una citazione latina.

Ha vissuto a Napoli – È un errore molto comune, ma non per questo giustificabile. Il verbo vivere è un verbo intransitivo, e come tale, nei tempi composti, si coniuga con il verbo ausiliare  “essere”, non già con “avere”. Dopo le Elementari (o, per bontà d’animo, dopo le Medie) un errore del genere dovrebbe portare ad una solenne bocciatura. Che l’errore, poi, lo commetta un  Avvocato (per giunta con la toga di Giudice Arbitro di “Forum”) è molto, molto grave.

Ho ribattuto a tutte le accuse – Errore molto grave: ribattere è verbo transitivo, perciò regge il complemento oggetto, non certo il complemento di termine. La frase corretta è “Ho ribattuto tutte le accuse”.

(14 - Continua)

 
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