Il Cinecaffettino

La buona tazza di caffè...al gusto di cinema

 

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Il Cinecaffettino è frutto dell'attività creativa, libera e gratuita dell'autore.
Il suo contenuto appartiene unicamente all'autore e ogni sua pubblicazione (in parte o in toto, commerciale o non commerciale) fuori di questa sede è vietata senza il previo assenso autorizzativo dell'autore medesimo.
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Messaggi di Marzo 2024

LA SANTA SETTIMANA: ALMOST BLUE (2000)

Post n°302 pubblicato il 31 Marzo 2024 da EmmeKing
 
Foto di EmmeKing

Rassegna molto articolata dal punto di vista delle paure psicologiche questa Santa Settimana.
Dopo l'handicap motorio di casa in Bloody Calendar, in ALMOST BLUE ci si affronta con la cecità di uno sfortunato Claudio Santamaria.

Alex Infascelli mette a fuoco in modo convincente le dinamiche seriali tratteggiate nell'omonimo libro da Carlo Lucarelli.
Si gioca con le emozioni di più persone, oltre che con quelle dell'assassino di studenti universitari.

Si gioca altresì coi colori, a partire dal titolo.
Qui la (sofferta) canzone di Chet Baker è il chiodo fisso di colui che percepisce le presenze identificandole con i cromatismi.
Quindi ecco la voce verde, quella che il pool di poliziotti diretto dall'inesperta ma coriacea Lorenza Indovina cerca di affibbiare al killer, al fine di definirne l'identità.

La parte iniziale rasenta il capolavoro, con un vento di tensione che spira refoli da brividi.
Ogni movimento di macchina è geniale.
Anche le porte girevoli creano atmosfera.

Poi ci si assesta su una narrazione piuttosto convenzionale, con Rolando Ravello ad impersonare un folle con cuffiette e musica a palla dal passato infernale e dal presente sanguinoso.
Il finale è poetico, senza parole, con carrellate sui vari interpreti prima di trovare degna conclusione con l'abbrivo della colonna sonora.

Opus pregnante.

 
 
 

LA SANTA SETTIMANA: BLOODY CALENDAR (2021)

Post n°301 pubblicato il 31 Marzo 2024 da EmmeKing
 
Foto di EmmeKing

Si parte con l'idea di vedere qualcosa di innovativo.
Si arriva con la certezza di aver visto qualcosa di innovativo.
Nel mezzo un bellissimo viaggio tra le inquietudini di una giovane ragazza paralizzata (Eugénie Derouand) alle prese con un pezzo da collezione assai tremebondo.


BLOODY CALENDAR
(Le Calendrier), di Richard Ridremont, appartiene ad una dimensione che bordeggia sia la realtà (i lutti, le disgrazie, le disabilità, l'amore) che la fantasia (le maledizioni, i mostri di origini misteriose), senza mai rimanere intrappolato tra parafernali e déjà vu.
L'idioma tedesco è perfettamente idoneo alla bisogna, con i suoi suoni poco morbidi e le sue cadenze imperative, che inevitabilmente riportano ai fattacci della Seconda Guerra Mondiale.

Il djinn che si cela tra i vecchi tiretti legnosi di quel Calendario dell'Avvento è spietato nel suo modus agendi.
Dà e prende con la stessa facilità, con la stessa leggerezza d'animo (anche se di animo qui si fa fatica a parlare), seguendo un programma fitto di regole che non prevede alcuna possibilità di errore.
Si appalesa poche volte, quando lo fa mette i brividi, colpendo, afferrando e annegando, dietro a quella maschera antigas che copre il suo volto ustionato.

Il film non è breve ma non perde mai di ritmo, spinto da una carica di curiosità che cresce giorno dopo giorno, come il gioco stesso ricorda.
E il finale rimanda ad un'inevitabile perpetuazione del male che, come si sa, non smetterà mai di propagarsi secondo lo schema demoniaco del pactum.

Spaventosamente bello ed avvincente.

 
 
 

LA SANTA SETTIMANA: DARLIN' (2019)

Post n°300 pubblicato il 28 Marzo 2024 da EmmeKing
 
Foto di EmmeKing

Terza serata di rassegna, terza partenza con il forte profumo di conticinio sulle spalle.
C'è DARLIN' di Pollyanna McIntosh in programma.
Terza parte di un'ideale trilogia che abbrivò dieci anni prima con Offspring di Andrew van der Houten per proseguire nel 2011 con The woman di Lucky McKee, mostra la crescita di una ragazza dai modi alquanto bizzarri tra le segrete di una scuola cattolica femminile.

Lauryn Canny si muove come una bestia impaurita per i corridoi illuminati a giorno del pronto soccorso, morde e scappa appena le è possibile, sebbene comprenda subito la dedizione amorosa che un infermiere (Cooper Andrews) le riserva.
La vita dedicata a Nostro Signore le fa imparare la lettura e la comprensione dei testi ma amplifica altresì la consapevolezza della sua natura.
Incinta di un ragazzino che ha poi divorato non vuole saperne di mettere al mondo la sua creatura.

Le parti più tremende sono quelle esangui, dove l'orrore risiede nella lascivia di un vescovo (Bryan Batt) e nei racconti di un'altra futura suora relativamente agli abusi subiti in quell'istituto.
Il finale, invece, riporta tosto all'exploitation più ferino, con dita masticate, corpi infilzati e altre delizie di analoga portanza.

Bello ed efficace, non regala nemmeno un secondo di sonno a Morfeo prima dei titoli di coda.

 
 
 

LA SANTA SETTIMANA: ACQUE MORTALI (2009)

Post n°299 pubblicato il 27 Marzo 2024 da EmmeKing
 

E' sempre tardi quando tutte le luci si spengono, tranne che nella sala di proiezione della rassegna della Santa Settimana dove, invece, danno risalto alla seconda pellicola in tabellone: ACQUE MORTALI - TOD AUS DER TIEFE di Hans Horn.

La storia è simile a tante altre, con una serie di contagi che arrivano dritti dritti dalle acque marine.
Solo che qui siamo nel Mare del Nord e la gente vomita sangue prima di lasciarci le penne.
Una creatura mostruosa sta infestando quei luoghi o sono proprio i residui tossici dell'attività umana ad aver reso quella piccola porzione di Mondo così esiziale?

La risposta arriva attraverso novantasei minuti di girato, tra sequenze ad effetto (senza eccessi di sorta) e traumi socio-familiari a ripetizione (suscita emozione in tal senso veder dare un ceffone rabbioso ad un uomo in barella, esanime, per non aver protetto a dovere la figlioletta), virando verso un epilogo piuttosto scontato ma non privo di curiosità.

In Italia questo film è stato trasmesso sulle reti satellitari e terrestri col titolo di cui in premessa mentre all'estero lo si conosce più semplicemente come Death water.
Gradevole e poco impegnativo.

 
 
 

LA SANTA SETTIMANA: THE LOFT (Erik Van Looy, 2014),

Post n°298 pubblicato il 26 Marzo 2024 da EmmeKing
 
Foto di EmmeKing

Tardi, molto tardi.
Le luci della città sono ormai quasi esclusivamente quelle dei lampioni.
Ma la Santa Settimana inizia.


Il film in rassegna (il primo di sette film, che si susseguiranno fino alla serata di Pasqua) abbriva con una stanza ampia e luminosa, sospesa su un palazzo di lusso, sul tetto del quale spunta anche una splendida piscina riscaldata.
Alcuni uomini si interrogano sul da farsi dopo aver ritrovato il cadavere di una donna, una bellissima donna che loro tutti conoscevano, coperto di lividi e sangue, adagiato sul divano bianco del loft eponimo.
Pare di rivivere parte delle emozioni che Peter Berg ci raccontava nel suo "Cose molto cattive", con la differenza che qui non si sa chi abbia procurato la morte di Isabel Lucas, gettando sul tavolo le più svariate ipotesi, le medesime che affollano la testa degli investigatori.
Il film è interessante nel suo approccio, con una sovrapposizione di piani temporali tra analisi attaule sul campo e retrocessione ai fatti che ne stanno alla base.
Karl Urban, James Marsden, Eric Stonestreet, Matthias Schoenaerts e Wentworth Miller sono gli artefici di questa spedizione nei menadri della perversione e del vizio, ossessionati dal sesso prima e dalla paura adesso.
La solutio è assai complicata, spinge a sospettare di tutti, un po' come fanno gli stessi protagonisti, puntando sulle debolezze che sono palesi anche allo spettatore dopo qualche minuto.
Ma l'eccessiva durata rende il gioco un po' bolso, perdendo quella carica morbosa ed esplosiva che caratterizzava la prima ora di girato.


E' ancora più tardi quando i titoli di coda chiudono la prima serata di questa cinerassegna.
Le luci della città sono esclusivamente quelle dei lampioni...


 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: EmmeKing
Data di creazione: 07/02/2013
 

OCCHIO AI COLORI!!!

Se durante la lettura dei post trovate un topolino colorato nell'incipit significa che il Cinecaffettino, in quell'occasione, ha voluto indirizzare la sua proposta ad una specifica fascia di età...
Un topino verde per ciò che riguarda gli argomenti destinati a tutti, uno giallo se le utenze di riferimento riguardano un'età di almeno 14 anni ed infine la maggiore età è consigliata se compare quello rosso.
Questo esperimento grafico è stato utilizzato nei primi nove mesi dell'anno 2016.
Dal Gennaio 2017, invece, è la proposta stessa (ovverosia il titolo del film che ha dato il nome al post) a contraddistinguere i vari suggerimenti di utenza: verde, arancione o rosso, a seconda che sia consigliabile a tutti, ai soggetti maggiori di 14 anni o infine ad un pubblico adulto.

N.B.
Essendo le proposte unicamente indicazioni personali, la legenda testé descritta va interpretata come semplice consiglio.
Sia chiaro che ognuno si comporterà sempre e solo secondo propria coscienza.

 

Ricordo che le locandine dei film, quando inserite, rappresentano immagini di esclusiva titolarità in capo ai legittimi proprietari, qui utilizzate ad esclusivo fine dimostrativo e divulgativo.
Grazie dell'attenzione  e buona lettura.

 
 

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