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Versi romani di Vincio Pittalis

Post n°155 pubblicato il 19 Giugno 2014 da cineciclista
 

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Aladin, "Intervento site specific per sala concerti di Metropoliz"

 

Fine pena: mai

 

 

un omo solo

dentro ‘na gabbia

ascolta er verdetto:

ergastolo

 

urla er maledetto

 

‘na catastrofe de macerie

l’abisso ner cervello

e sullo sfondo er cristo

che annaspa sur golgota

 

la vita morta

in quer momento

ergastolo

manco un lamento

 

Vinicio Pittalis

 

 

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Ricevuto in data 20/06/14 @ 21:03
ieri sera sono andato a Villa Bellati ad ascoltare il Magnasco Trio in "Tanghi e Musiche da Film"...

 
Commenti al Post:
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 20/06/14 alle 07:46 via WEB
Un urlo disperato ,un urlo di dolore,ma quale dolore se non c'è nessuno che lo sente.....ecco la morte....la vita morta...nessuno che ascolti il nostro dolore,che raccolga l'urlo,l'indifferenza,il vuoto,il non-senso.All'orizzonte un cristo che annaspa...l'unico che ci possa fare sperare ,una piccola luce che rimane accesa ,lui per noi,noi per lui....e allora il dolore ritorna....vivo ,lui,si'.....senza pena,noi...mai.Una carezza al poeta.
 
 
cineciclista
cineciclista il 24/06/14 alle 23:34 via WEB
In Dostoevskij, Eva, il Cristo è una figura che non parla, che non spiega, va solo tra la gente e ne partecipa il dolore, se ne fa parte, se lo mette sulle proprie spalle. Non è esattamente una redenzione ma una condivisione della disperata condizione umana: quell’urlo inascoltato, quell’indifferenza, quel non-senso di cui parli tu.

Lo scrittore russo diceva che se doveva scegliere tra la verità e Cristo, lui sceglieva il Cristo. Questo fa capire che per Dostoevskij non c’è una verità che redima il dolore, la crudeltà del mondo. Ci può essere solo una verità euclidea, cartesiana, ma questa non è in grado di redimere l’insensatezza della sofferenza che condanna l’uomo.br>
Neanche il Cristo dei versi di Pittalis dice mai una parola, o lancia un urlo, un’imprecazione. È lì, sui selciati e il bitume del dolore che asfalta le città del mondo. Non solo non dice niente, ma in Pittalis neanche quasi si vede: s’intravede appena come una opalescenza nell’aria, una dissolvenza agli angoli delle strade, dei corridoi di un carcere o di un tribunale. Per esserci non ha bisogno di dire o apparire: c’è e basta. Più il poeta non lo fa apparire, più ce ne fa sentire la necessità.

Voglio dirti, però, cara Eva, che per me non si tratta di alcuna scelta tra Cristo e la verità, perché quest’ultima ce la abbiamo iscritta nel nostro stesso essere, anche se sepolta sotto un ammasso di macerie – del quale Cristo e tutte le chiese sorte su lui fanno parte.
 
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 26/06/14 alle 15:41 via WEB
C'è sempre un cristo dove c'è dolore e in questi versi se ne avverte la presenza....si sente.La verità? Riccardo...tra Dio e un uomo-dio...io scelgo il primo.
 
 
cineciclista
cineciclista il 26/06/14 alle 17:08 via WEB
Non e' certo un'alternativa di scelta, Eva, che io ho posto per me nella mia risposta al tuo commento. Tu sei libera di porla per te stessa, anche nel mio blog, se vuoi, ma non in mio nome. Per me me, infatti, e' solo una falsa alternativa, falsa quanto il dio che tu presupponi e poni.
 
   
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 26/06/14 alle 20:52 via WEB
Ti ringrazio della possibilità che mi dai ,Riccardo.E' davvero difficile per come sono fatta,che io esprima un pensiero mio in nome di altri....La vita e' una questione di presupposti e il mio presupposto e' uno solo,ma certamente non esclude il tuo.
 
     
cineciclista
cineciclista il 26/06/14 alle 21:26 via WEB
Forse sono statu un po' ruvido, Eva, e te ne chiedo scusa, ma tu l'alternativa tra Dio e uomo-dio l'hai fatta precedere proprio dalla chiamata in causa del mio nome, ossia espressamente “Riccardo”. Siccome e' alternativa che io non ho posto nella mia risposta al tuo commento, ne' altrove, forse sarebbe stato meglio che tu avessi spiegato meglio quello che intendevi, altrimenti se ne può dedurre una indiretta e subdola attribuzione a me. Allo stesso modo per i presupposti: il tuo Dio lo si può soltanto prima fideisticamente presupporre e poi porre (e anche imporre), dato che in nessuna altra maniera si può giungere a esso. In questo senso, io non ho alcun presupposto di questo tipo che tu possa includere o escludere. Il rispetto di una fede, di un credo, della sua libera manifestazione, qui e ovunque, non ne esclude la critica.
 
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 26/06/14 alle 22:26 via WEB
Ti ho chiamato per nome perché è a te che mi sono rivolta.Dio c'è o non c'è ,ma mi fanno orrore gli uomini-dio....il mio presupposto non esclude il tuo,anzi se ne alimenta.
 
 
cineciclista
cineciclista il 27/06/14 alle 18:48 via WEB
Bene, Eva, adesso è più chiaro. Grazie del commento e dello scambio. :)
 
   
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 29/06/14 alle 09:50 via WEB
Grazie ...a te!
 
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