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Messaggi di Maggio 2015
Post n°171 pubblicato il 23 Maggio 2015 da cineciclista
La vertigine del paradiso tecnologico e il limite estremo dei nostri cinque sensi di Riccardo Tavani Abbiamo visto alla 8a Edizione del Festival del Cinema Spagnolo un film vertiginoso che spinge a una riflessione che va ben oltre la critica cinematografica, l’apprezzamento o il rifiuto dell’opera.. Si tratta di "EL SOMNI DEL CELLER DE CAN DE ROCA" di Franc Aleu. Il titolo è in catalano, la lingua di Barcellona, la città al centro della scena. In italiano significa: “Il sogno del ristorante ‘EL Celler de Can de Roca’". E perché si tratti di un vero vertiginoso sogno tradotto in una cena unica- irripetibile, lo spieghiamo subito dopo. Questo film è realmente qualcosa che all'improvviso squarcia le possibilità inaudite che la tecno-scienza può offrire per il concepimento e la realizzazione di un'"opera totale", che tocchi i limiti estremi di tutti i nostri sensi, compresi il tatto, l'olfatto e il gusto. Musica, e immagine, ossia udito e vista, si uniscono, attraverso l'alta cucina dei fratelli Joan e Jordi Roca di Barcellona, uno chef, l'altro pasticciere, entrambi di prestigio mondiale. È concepita una sala da pranzo circolare, ma come fosse una navicella spaziale, con un tavolo rotondo elettronico, interattivo, sul quale scorrerà una continua vertiginosa varietà di canti, danze, immagini Anche sulle pareti circolari scorrono immagini, musica composta con strumenti tecnologici d'avanguardia, canti di voce umana da brividi, danze di corpi reali e virtuali, anche fusi insieme. Attorno al tavolo siedono dodici commensali, dodici apostoli, rappresentanti di ogni campo del sapere umano: astrofica, biomedicina, poesia, narrativa, regia, recitazione, antropologia, psicologia, musica, chimica, tecno-ingegneria... e... cucina, nella persona dello chef-stellare per eccellenza, lo spagnolo Ferran Adrià. Piatti, scodelle, stoviglie, disposizione delle pietanze, il tutto è realizzato da altri artisti, pittori, scultori, ecc, di prestigio mondiale, tra cui Miquel Barcelò. Continua a leggere anche altri articoli su STAMPA CRITICA
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Post n°170 pubblicato il 02 Maggio 2015 da cineciclista
La maestra di danza e di vita e il corpo offeso della sua Argentina Fortuna che alcuni bravi e sensibili registi cinematografici abbiano mogli o compagne ancora più brave e sensibili di loro. Wim Wenders ha conosciuto Pina Bausch attraverso la moglie Donata Schmidt che l’ha trascinato a uno spettacolo della grande danzatrice e coreografa tedesca. Così è successo anche Ivan Gergolet. Ha conosciuto María Fux attraverso la moglie Martina Serban, danzatrice, che è andata in Argentina a seguire un seminario di questo mito della danza e gli ha chiesto di accompagnarla. Wenders, però, ha realizzato il suo famoso film “Pina 3D” quando la Bausch era già morta. Gergolet, invece, realizza il suo “Dancing with Maria”, quando la Maestra ha 93 anni, ma è più viva che mai, tanto da fare ancora piegamenti alla sbarra nella sala della sua scuola ad Avenida Callao 289, secondo piano, in pieno centro di Buenos Aires. Continua a leggere su |
Inviato da: Recreation
il 08/02/2018 alle 13:38
Inviato da: sexydamilleeunanotte
il 05/10/2016 alle 16:25
Inviato da: cineciclista
il 04/05/2015 alle 16:12
Inviato da: filo_rosso14
il 03/05/2015 alle 21:09
Inviato da: cineciclista
il 05/04/2015 alle 01:09