Creato da davidaliuslosyano il 01/06/2009
 

Il Lessicantropo

Il mattino si sveglio' con un kamasutra di rughe sul volto diafano...[davidalius]

 

 

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Abbasso la scrittura!

Post n°6139 pubblicato il 02 Maggio 2012 da davidaliuslosyano

E' Natale. I tacchini oggi bestemmiano come turcomanni. Fickle, dice lo zio Steve inseggiato alla tavola imbandita, intendendo una diluizione nell'attenzione, quasi un rilassamento emozionale ovvero una deprivazione dei sensi. Insomma la pratica disonesta dell'inganno ingannoso. E' stato uno scoppio a dinner. Boom! Un altro ancora [boom!] e ancora [boom!] e le corone finiscono per fasciare le teste frescofestive dei commensali ingordi. Era tutto un trarre, un sottrarre, un tirare da una parte all‘altra, e per finire un pulsare di interiora proprio sotto al cuore. Un cuore dal software malizioso e pulsante. La malattia che rende saggi i Lessicantropi come me. E che cosi' facendo, ti accomunano alla specie, quella santa, quella animale, per intenderci. Tutti uniti nella polvere dei Tempi dall'inserto filosofico che uccide. Ante, apriori, noumeno, atomo, Circolo degli Idioti, per giunta ramificato e interinale. Refine ur search e' piu' della perfezione, ti racconta il compagno Teodorov, di ritorno dalla Siberia mongola. Ha in mano un mazzo di malvasia del deserto, attecchita per caso vicino alla tomba di un furfante comunista, scampato alla depurazione, ma non al rigido inverno. E' qualcosa d'altronde, un'onda magnetica che ti porta alla deriva lontane dalle coste salvifiche. L'Adrift pelagico inselvaggiato nella Ronf-Valley della Distruzione. Ravaged Londinium. Rioter, banchieri, travert, bibliotecari, manager, staff d‘ogni genere, puttane devote, principi, duchesse, patriarchi, pope, clienti, customer, brocker allupati, comici linguacciuti, fiche al galoppo, cab, taxi, pornoattori in gita, banane e succo di pompelmo... dappoiche' il diario della vita va keptato in maniera completa. Liquoroso accidente. Come i baci che mi dono' il giorno del Santo Christmas dopo il pranzo dell‘oca. Un cosciotto da mangiar piu' tardi e che riempie lo stomaco di pensieri. Balia asciutta, beata tra le coltri del sepulchral-inverno. Quell'albero minuzioso, brancolante nel buio vero di campagna. Un'arancia votiva che balla al ritmo di un carillion-meccano di legno. Un motore imballato sbudellato nello spazio siderale. Su e giu' per la montagna sacra, a rotolar di pietra in pietra come faceva Monsieur Sisifo, dopo il divorzio dalla moglie minugia Antione de Gut. Odiato dagli dei, istigati dal doge Senofonte il Veccio, il prosseneta infame, fu costretto all‘ingrato compito. Salgo sul taxi che mi porta a destinazione a Staines, dove le puttane camminano sul filo dei ricordi e i drogati diventano santi e navigatori nelle righe incerte dei poeti. Lenzuola alle finestra per la processione. Il piu' bello della dote. Coi ricami e gli origami di pizzo. Consumammo alla sveltina dietro la siepe rugiadosa. Le natiche fasciate di pioggiagocciante. Alla moda inglese, insomma. Donne allocche. Scalze e culoallocate quasi interrate nul bruno acciottolato, come si vede fare al cinema. Si fasciano di faar-mascara per un make-up a buon mercato. Si agghindano di vuoto. Puttaneggiando coi loro tatuaggi fonzuti del cazzo, si strollano tutto il giorno lungo il catwalk della stazione in cerca di qualcuno con cui parlare di corna e di cuori annichiliti. Con le fiche finte di gelatina esplosiva, e le faccette alla biuoxine, s'assomigliano tra di loro mentre assommano dolcezza glabra e parlare forbito. Tranne ovviamente quando si imbambolano nell'alcool dozzinale e lezioso dei venerdi sera. Allora diventano di colpo facili meretre lascive. Non piu' matriarche, ma bambole sushy, brodose e fallichefreudiane "del senso che"! A Marylebone l'amai. Tuttavia. Scrivi trentatre!, le dissi. Li dove ti trovi. Li dove sei sempre stata. Sotto l'albero dell'usignolo, preciso' Prevert. Senonche' senza pensare un attimo. Di getto. Come un aggettante aggettivo a gettone manifestamente revocante, s'allontano'. Il cadavere galleggiava, anzi veleggiava. Una ferita al costato. Sulle colline di Getsemani. E sulle colline andammo a bere. Tutti e tre. Quando la musica sfinita dalle bocche sbrodolate svani‘. Nessun rimpianto per Buddy. N-novelle. Nella mia mente e' un suono altero. Lei ballava e de retro mi sembrava porcellona abbastanza per una botta alla marinara. Il pulviscolo si muove in senso ascendente, a volte, per via della falsa gravita'. Scammami amor! Scammami, degradami, fammi male, depilami. Fottimi, mi diceva, mentre lisciava con la blacca mano il pomello, in coscienza intenerita dall'acume puntuto del suddetto. Un catetere per aprirsi le vene, per morire prima all‘uso romano, in barba al destino che vorrebbe la sua parte! Il vitello d'oro e i suoi quattro assi per incominciare, sarebbe una buona posta per il poker del principiante. Poi - rotto in cuffia- una vittoria sul filo di lana. Detta anche Rasoio di Occam, naturalmente spuntato. Figlio mio -mi ricorda- sii professionale e non commettere ne' peccanza, ne‘ aberranza. Anche se la politica costa, tu non farla soffrire. Si mamma, me ne ricordero', sta tranquilla. Adesso levati dai coglioni. Gli auguri te li do un'altra volta. Ci saranno ancora cento natali e ancora cento. Curva. Che in polacco stretto significa "spaccimme". Vanno tutti a Napoli a sedersi nella funicolare. Arrivati fin su, in cima ai torrioni della citta' del bel canto, si baciano e si inammorano del landscape. Il camorro dialettale di Sal mi salvo' all'istante da quella sdolcinata melassa. E io per risarcirlo gli donai un presepe, con i soldatini romani, le barbe finte e la pistola di ordinanza che uso' per il colpo in banca, alla maniera di Bunker. Quello che ti mette a posto per sempre e cosi' puoi ritirarti tra i palmizi di Santa Lusia caraibica. Basta una password e il gioco e' furto, ragazzi. Puttane a gogo. Margaritas e olio di palma rupestre. Microfort e iene. Per due rupie andremo a scopare! Gli avvocati ballettano a Bedford tra le drume lisergiche della downtown. Un mezzo litro a te e un quarto a me. Bell toll e la campana suona anche per loro. Il coltello col manico di cristallo a Malaga i cerusici lo usano per il dwell d'amore! Sai distinguere una salamandra dal muro? Ne avverti la presenza quando e' ormai troppo tardi. L'occhio se ne accorge in tralice. Traliccio, no radicchio! Non centra un cazzo. Quella freccetta prende la mira sbagliata e non va mai al suo posto. Sempre dimentica che e' stata fatta per colpire il bersaglio-zen. Lo stesso succede col birillo. Non il berillio. Ch'e' un'altra cosa. Trambusto di trombe sulle calli iraniche che annunciano l'atomica di Allah, il Grande condottiero. Il duce degli eserciti di Giuda e Limosene [cap. I, vers. 5]. Arricchita ad uranio! Urano no, por favor! Giri di valzer nel cosmo affollato da settantasette pianeti. Alla pineta, alla pineta! Tutti insieme a mangiare le cozze al prezzemolo e limone. Uno spruzzato di rabarbaro e vin santo a botti. Il novizio castrato che si dimentico' di accendere le candele votive alla Madonna. Un fascio di serpi cupe in seno! Costolette in salsa pariglia. Vino bianco della Mosella. Il commisaire lo beveva alle dodici di notte, l'ora dei fantasmi intalamati nelle alcove d‘orate. Embrioni di mammiferi, Mammutti, serpenti oceanici, streghe atlantidi. Pescioni puzzosi sulla main street per lo shopping al freezersklept di Sir Ivan Guitsowsky. Dobry wieczór!, mi disse, credendo che fossi dell'est. Risposi: Domo arigato!, credendo -in cuor mio- che fossi nella terra del sol levante. Lo spermatozoo primitivo, disceso dalla nave spaziale intergalattica, si combino' col corione per formattare il cordone ombellicale-N, che aderi' alla placenta-R. Blastidi, linfociti, cellule veloci infagottate nel protoplasma si incartarono in combinazioni binarie. Tripodi, dodecambi, sestine monche, dodecasillabi enterinari, insomma l'intera teoria poetica vi partecipo'. E, di colpo, fu la luce. E fu il lumen. All lessicantropaz reserved. Il buon Dio Creatore, si assicuro' l'esclusiva pagando sottobanco, trenta dinari, all'esattore publicano. Poi arrivarono sulla scena le puttane e incomincio' un'altra era, quella del piacere godurioso. Iniziarono le razzie di femmine lussuriose da destinare ai marciapiedi per far ricchi i re e le regine. Si gioco' fino a tardi. Poi con una mossa a sorpresa, un twist in E-3 il cavallo perse la posizione e la torre lo mangio'. Nei bordelli della quinta strada si insegno' alle fortunate l‘arte dello stantuffo. Furono proibiti i denti sporgenti, per via dell'inevitabile dolore che avrebbe arrecato all‘organo primigenio. Zombi ubriachi, dai cervelli incatramati... e dal viso rosolato dal nequiziosa... ambrogia, sculettano entrando nella stazione. Rimangono per ore in attesa dei treni che li dovrebbero portare nella terra zomba. Nel pub Dietrolangolo di O'Mac Ruth & O‘Mac Kaffie. Un melenco Malachia armeggia, ombreggia, ambula su e giu' da par suo. Ha palpeggiato a lungo i seni delle missus regali l'intero giorno. Ora e' stanco e affatico. Welcome al centro del Paradiso, profferisce, dove gli arcangeli fanno i modelli per conto di una nota casa di moda. Ha in una mano due ante di pane abbrustolito, con in mezzo qualcosa a pois, si direbbe salame, e nell'altra un caffale di birra alle rose spine di Alcantara. Innalza inni di lode e regala pezzi di liquirizia biancolescente. Si tocca gli attributi. E' buon segno! Due corvi delle Canarie si masturbano col becco ad uncino. Fallo cosi', l'uno dice all'altro. La pettirossina ricciuta del Labrador orientale. L'aquila regina delle Montagne Rocciose. La sparviera baffuta delle Ande peruviane. Il nibbio femmina dell'Andalusia. La colombina rosea delle Antille. Fallo cosi'. Sqirk!!! La divagazione e' per gli eunuchi, cosi' come la riflessione. La castita' e' per la casta. La contrazione atrabiliare... bada bene non e' quella ristretta delle lunghezze, ma qualcosa di piu'. E' il dolore della luce che si riduce proporzionalmente nell‘interspazio. La castita' della luce che genera altra luce che verra' deformata dal vuoto circostante che spezzera' il circolo chiuso delle idee che nella scala cromatica diventa suono con basi clonate che ...

 
 
 
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