Creato da davidaliuslosyano il 01/06/2009
 

Il Lessicantropo

Il mattino si sveglio' con un kamasutra di rughe sul volto diafano...[davidalius]

 

Messaggi del 03/05/2015

specchi specchio delle mie...

Post n°6567 pubblicato il 03 Maggio 2015 da davidaliuslosyano

Cosa vedrebbe uno specchio se senza enfasi quietamente con decoro si specchiasse in noi? Vedrebbe l’albume di una non ancora accesa partorita verita’ il caos brulicante del divin preconcettuale l’ontologico “far niente” della specie. Vedrebbe balbuzianesimi ballerini non ancora strutturati in lingua saggia aloni di peccato non ancora diventati virtu’ vereconda fiumi di significato arbitrario come anche lava di pensiero non ancora cristallizzato in forme mondane. Vedrebbe citta’ e tesori strade lastricate di miele. Vedrebbe ori e stelle e comete alito di draghi e volenterose potenze. Vedrebbe uomini e donne  colorati in preda alla gioia dell’origine genitori di se stessi inseminati di logos e di pianto smarriti nella pienezza della totalita’ univoci e mai cosi’ plurimi assetati di attesa paziente rinvigoriti dall’ideale lealta’ verso se stessi santi e pii lestofanti …

 
 
 

il mattoso io

Post n°6566 pubblicato il 03 Maggio 2015 da davidaliuslosyano

depresso il mattoso io cinguetta. Lascito della triplice alleanza freudiana (per quanto depennata dal ruggente lacanico logos) cinguetta sul pulpito ovvero sul ramo della narrazione narrata smerdandosi di immondizia sFilosofica senza più la forza di un brutale vigoroso coito con la svenduta verità (almeno quello era un risultato o un indizio di potenza volenterosa)

 
 
 

perlappunto poeti

Post n°6565 pubblicato il 03 Maggio 2015 da davidaliuslosyano

o si è arte noi stessi quindi affrancati dallo svogliato pensiero perlappunto poeti o finiremo sNarcisi nello strapiombo del volerame detritico-alluvionale del concettualesimo humanistoide altro che rinascenza o rinascimento solo acqua putrida insabbiata 

 
 
 

ex falso quodlibet

Post n°6564 pubblicato il 03 Maggio 2015 da davidaliuslosyano

darei tutto il vogliame shopernaueriano per una fetta di puro logos e perchèno! parimenti l'io-fotto-dunque-ano non potrebbe rappresentare il rivoluzionario approccio a una verità certa ricordate l ' ex falso quodlibet (a forza di decantarla la verità si farà avanti....)

 
 
 

logos

Post n°6563 pubblicato il 03 Maggio 2015 da davidaliuslosyano

smarriti nei postulati di senso cartaceo o detto ci illudiamo di combaciare ovvero baciare sulla bocca il logos non facciamo altro che inseguirlo col pensiero di rastremate parole in un folle giuoco ad incastro col suo alone

 
 
 

porno denaro paesaggio

Post n°6562 pubblicato il 03 Maggio 2015 da davidaliuslosyano

porno: "il di là ironico che interrogandosi millanta specie per pece" la concertistica di concetti poderosi che sull'albero delle mele e del male trovò una targa: ilfigliod'adamo dalla semenza semerà popoli e popoli fino all' avvento avventizio di un nuovo padrone col divin porporino che irromperà e con trapasso s'internerà pervadendo pervaderà intrapassando il seme semantico nella cavità che perdendosi dilagherà intramoenia con voglia vogliata di pruriginoso uzzolo per un penetrare dallo stentoreo al fievole pornoatto che con pornoazione s'arrogherà il coattoso eros bambino

denaro: teleologia allo stato puro (wb) circolo semantico bibbia capovolta dei poveri ovvero babele inversa di una precettistica insulsa (in forma d'abominio per alcuni)  forma satellite per eccellenza (bd parlava di "rotondità" per l'appunto) che ci appartiene come seme-forma-struttura liquida in quanto adattantesi al logos (non rincorrendolo col pensiero pensato depensato) (sl) che risolve le microconflittualità per una felicità inadeguata

paesaggio: passaggio dall'unità al particolare al lembo del logos-rottame giurisdizione-dominiata depensata a modalità modale frammentazione deinterposiziata ritaglio cartaceo detrito di margini estremità da ciglio a falda un'area filosofica di formazione un'idea montante in un territorio analitico di carne lacerata dimora di un dio in vena di scherzi balenantesi come un cip cip di attimi sottratti alla babele orizzontale di un tempo all'indietro che non cattura più ma è per sempre catturato un quadro unitario che abdica a se stesso un seme piantato in un paradiso decaduto di rango "il più vita e il più che vita" di tutti i paradossali mondanismi

 
 
 
 

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