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Regola numero zero

Post n°144 pubblicato il 15 Ottobre 2012 da DaMe

Dicono un amico sia per sempre. Dicono che chi trova un amico trova un tesoro. Dicono tante cose.

Per tanto tempo ho basato la mia vita lavorativa su due semplici regole. Le ho osservate rigorosamente, come un fedele osserva i canoni della religione, quell'insieme di dogmi a cui, se hai fede, ti abbandoni senza domande e senza dubbi.

La prima regola diceva: il compagno di scrivania è un collega, sempre e solo un collega. lo devi rispettare e considerare come tale. Mai confondere il rispetto o l'ammirazione lavorativa con il sentimento di amicizia. Questo potrà esistere soltanto dopo e fuori. Al limite mai.

La seconda regola diceva: mai voltarsi indietro. Qualunque siano le vicissitudini, presa una decisione occorre rimanervi fedele. Giusta o sbagliata che sia, una volta presa ne devi accettare le conseguenze, perchè il ritornare sui propri passi confonderà il sentiero e ti farà perdere la strada.

Ho sempre pensato di essere troppo rigido. Ho sempre pensato che, data la mia formazione poco umanistica e la mia educazione rigida e troppo improntata al razionale, non sarei mai stato capace di infrangere quelle regole. Ma sarei stato sempre salvo, non avrei mai avuto troppi problemi. Arida consolazione.

Ma succede che il tempo passa. Succede che la corazza un po' alla volta arruginisce e d'altra parte l'artiglieria diventa più forte. O semplicemente succede che qualcosa di strabigliante accade.

Ho trovato finalmente un amico, che per giunta è amica.

Ripeto la regola numero uno ogni sera, ricordando la regola numero due come conseguenza. Ma poi cedo. Perchè in fondo so che le religioni non hanno senso, sono solo un castello di regole per limitare la voglia di capire della mente.

Scopro quale droga possa essere per la mente e per l'anima avere un'amica con cui parlare ogni giorno. Scopro che si può avere, senza infrangere alcuna regola al di fuori di quelle due sciocche e tutte mie,  un confidente, una sorella con cui parlare di tutto e sempre, con cui piangere e ridere, con cui vivere un rapporto che si chiama amicizia.

Solo che quelle regole sciocche che mi avevano protetto per tanto tempo erano anche valide.

Già perchè finche rimani sul razionale tutto funziona, come logica conseguenza delle regole del gioco. Ma se ci metti il cuore, se fai prevalere l'affetto e le emozioni, allora tutto cambia. E succede che le divergenze diventano problemi, i diverbi diventano litigi, le osservazioni diventano offese. Ed ancora peggio se con il lavoro non hanno niente a che fare.

E l'amico ti ferisce e tu ferisci l'amico. E stai male, ma male da morire. E non puoi neppure scegliere di non sentirlo o vederlo più. Perchè sei costretto a vederlo e sentirlo ogni giorno.

Dicono un amico sia per sempre. Dicono che chi trova un amico trova un tesoro.

Avevo trovato un tesoro di amica, e l'ho persa per una stupida parola di troppo.

E ci ho guadagnato un sacco di problemi, oltre ad un dolore immane.

Regola numero zero: mai violare le regole.

 

 
 
 
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