Der Steppenwolf

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EMILE CHARTIER

 

Niente è più pericoloso di un'idea quando è l'unica che si ha.

Emile Chartier

 

 

 

Se io potrò impedire

Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano-
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena-

o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano.


Emily Dickinson

 

 

FELICITÀ

Felicità: finché dietro a lei corri
non sei maturo per essere felice,
pur se quanto è più caro tuo si dice.

Finché tu piangi un tuo bene perduto,
e hai mete, e inquieto t'agiti e pugnace,
tu non sai ancora che cos'è la pace.

Solo quando rinunci ad ogni cosa,
né più mete conosci né più brami,
né la felicità più a nome chiami,

allora al cuor non più l'onda affannosa
del tempo arriva, e l'anima tua posa.

H. Hesse

 

 

LAO TZE

Niente esiste al mondo più adattabile dell'acqua. E tuttavia quando cade sul suolo, persistendo, niente può essere più forte di lei.

 

 

RIDERE

 

L'unica cura contro la vanità è il riso, e l'unico difetto ridicolo è la vanità.

Henri Bergson

 

 

FËDOR DOSTOEVSKIJ

Se avete in animo di conoscere un uomo, allora non dovete far attenzione al modo in cui sta in silenzio, o parla, o piange; nemmeno se è animato da idee elevate. Nulla di tutto ciò! - Guardate piuttosto come ride.

 

 

 

Messaggi di Febbraio 2018

Andrew Vachss - Contro il male

Post n°110 pubblicato il 27 Febbraio 2018 da ixtlann
 

 

Una buona storia che come per gli altri romazi di Andrew Vachss vede come protagonista Burke, ( qui investigatore anomalo,  cattivo e duro, ma con l'etica dell'ex carcerato) dato per morto da amici e nemici di New York, è nascosto a Portland .   Il modo di scrivere risulta sempre piacevole, con periodi brevi e determinati e dovrebbe far scorrere il romanzo che invece risulta un po' difficile da seguire, innanzitutto per l'assenza di capitoli, poi per alcuni suoi salti,  per il linguaggio che a volte da per scontato la conoscenza di schemi legati al luogo e all'ambiente, in ultimo la qualità della stampa, piena di refusi, spesso con vocali sbagliate, consonanti mancanti, frasi di cui non si capisce il senso a causa di una pessima traduzione. "Ebbene ora che mi sono fatto vivo io, i ribelli erano accerchiati" . Peccato la storia poteva essere avvincente e interessante visto che tocca anche temi importantio come la gestione delle medicina da parte del sistema,  ma il prodotto finale è  scadente. 

 
 
 

Onestà

Post n°109 pubblicato il 27 Febbraio 2018 da ixtlann
 
Tag: Onestà

 

In questi giorni di campagna elettorale sento spesso la parola "onestà" e mi interrogo sul suo significato, o meglio mi chiedo se chi la sua ne conosce il significato.

Quando i leader che passano in televisione parlano di malaffare, fanno riferimento solo alla "mafia" e ai grandi scandali che affliggono il paese, ma nessuno fa riferimento al diffuso costume della raccomandazione e del nepotismo, che altro non è se non un sistema accettato e consolidato di gestione "mafiosa" della burocrazia (la spina dorsale della repubblica) e che porta a un lento inesorabile degrado della stessa e del sistema!

Vivo in una Regione che si potrebbe definire di "centrosinistra" alle ultime elezioni (2013) hanno preso 12 seggi su 20, vale a dire che possono fare il bello e il cattivo tempo! Anche se a dire il vero gli altri non si sono mai fatti sentire, quindi tutto sommato si può immaginare che accettino di buon grado quanto veniva fatto!

Ma torniamo alla domanda principale, cosa è l'onestà, cosa è la morale. Secondo la Treccani l'uomo onesto è colui che "agisce con onestà, lealtà, rettitudine, sincerità, in base a principî morali ritenuti universalmente validi, astenendosi da azioni riprovevoli nei confronti del prossimo, sia in modo assoluto, sia in rapporto alla propria condizione, alla professione che esercita, all'ambiente in cui vive".

Nelle pubbliche amministrazioni oltre alle qualifiche ufficiali date da anzianità e/o titoli, e a cui si dovrebbe accedere tramite concorso interno, ci si è inventati delle figure intermedie tra l'impiegato e il dirigente chiamate posizioni organizzative, che dovrebbero riconoscere ad alcuni, in base al merito, ai titoli e ad altre caratteristiche "misurabili ed obiettive" la capacità di gestire, organizzare, dirigere, parte delle attività dell'ufficio e delle sue risorse a fronte di un indennità economica.

Ora mi chiedo se sia un comportamento onesto il prevedere delle "posizioni organizzative" (un bel gruzzoletto in più all'anno) "fiduciarie"?

Il solo fatto che vengano istituite tali posizioni lascia perplessi, la persone a cui vengono assegnate tali cariche devono avere la "fiducia" di chi? E poi nient'altro?

Se le "commissioni" fossero (come dovrebbe essere) l'espressione di una pluralità politica, quale sarebbe il senso di lasciare ad "un" politico la scelta di tali nomi, e perché non permettere a tutti di candidarsi secondo i meriti e le capacità, forse non tutti siamo degni di fiducia? Wow!

Si potrebbe avere il sospetto che ciò che conta, ancora una volta sia essere "amici di amici", e che contino più le relazioni che le capacità!

Ma il "Consiglio" è un'istituzione politica, quindi non si può discutere delle sue scelte!?!?

Ma la stessa cosa succede anche per le più classiche posizioni organizzative della Giunta, già quelle che non sono state assegnate con regolare procedimento, non vengono rimesse in gioco, no, vengono gestite in modo tale da ricadere nella logica dell'arbitrarietà. (Infondo è sempre una buona merce di scambio).

ARTICOLO 5 - ESITO DELLA SELEZIONE (Delibera di Giunta Regionale 560/2016 - AVVISO DI SELEZIONE PER IL CONFERIMENTO DEGLI INCARICHI)

[...]

In mancanza di autocandidature o di presentazione di unica candidatura ritenuta non idonea, il C.I.C.O. - integrato con il Dirigente generale del Consiglio - sentito il Dirigente dell'Ufficio presso cui la PO/AP è incardinata, proporrà l'attribuzione degli incarichi nell'ambito di tutte le altre autocandidature presentate particolarmente attinenti - per titoli ed esperienza - agli incarichi da ricoprire.

 

Quindi la morale è: cos'è l'onesta?

È più importante crearsi un curriculum o una serie di "amicizie"?

È più conveniente studiare o frequentare ... "il partito"?

Alcuni politici nei loro programmi includono la scuola per tutti fino all'università, a che pro? E in che modo, visto che ormai non si boccia più? Si standardizzano in basso le qualifiche e si pensa solo ai numeri di diplomati che siano adeguati ai numeri europei, a prescindere dai contenuti! Del resto a che serve essere preparati?  Salvo se si vuol emigrare. Tanto varrebbe mandare i diplomi a casa alla maggior parte dei nostri giovani, mentre chi può già sceglie una università, un master, un dottorato all'estero!

La Basilicata è la regione da cui fuggono più giovani (percentualmente), forse sono pochi quelli che riescono a trovare una adeguata raccomandazione, e forse non sono neanche i migliori!

Meditate gente, meditate, c'è qualcuno che parla di meritocrazia? Di eliminare il sistema corrente di raccomandazioni e amicizie? Che significa "corruzione"? Che futuro volete per i vostri figli/nipoti?

 

 

 
 
 

David Safier - L'orribile karma della formica

Post n°108 pubblicato il 22 Febbraio 2018 da ixtlann
 

Alla continua ricerca di libri che mi facciano quantomeno sorridere, mi sono imbattuto in questo libro di un non più giovane esordiente, libro per vegetariani & C., a meno che non si voglia corre il rischio di cambiare le proprie abitudini alimentari! Chiaramente scherzo, il libro è leggero, simpatico e ... a tratti quasi divertente! Magari verso la fine vira un po' sul romantico/rosa, ma ciò non inficia il giudizio totale che rimane comunque gradevole, un libro per una lettura non impegnativa, con una protagonista che se anche risulta un po' odiosa, specie all'inizio, riesce comunque a catturare la nostra benevolenza.

Forse non si affrontano grandi tematiche, ma come ogni libro, qualche spunto di riflessione lo dà, sui rapporti, sull'importanza e la priorità delle cose, sulla capacità di vedere chi siamo e che tipo di rapporti instauriamo con chi ci sta intorno, sulla difficolta di gestire la pluralità di voci in noi presenti e di come spesso le nostre scelte siano irrazionali. Sul mangiare carne!

Detto così sembra quasi un libro impegnativo, nella realtà scorre via veloce ed è facile non pensare a niente mentre lo si legge!

 

Per il Nirvana non serve alcun Nirvana!

 

 

 

 
 
 

Sandor Marai - Il sangue di san Gennaro

Post n°107 pubblicato il 21 Febbraio 2018 da ixtlann
 

 

"Eppure nello straniero che attende la posta si nasconde un proposito più oscuro, una sorta di tentativo di corruzione. Non del postino, ma del destino, che va corrotto affinché la posta giunga."

 

Difficile definire questo scritto!

Si potrebbe parlare di due libri, o di uno diviso in due parti, la prima delle quali sembrerebbe quasi un saggio su Napoli e la "napoletanità", una passeggiata in una galleria dove vengono esposti una serie di "quadri" che ci mostra Napoli e si suoi abitanti in aspetti e modi che facilmente potrebbero sfuggire a un occhio poco attento, è incredibile come Marai, che è vissuto a Napoli poco più di tre anni, abbia saputo cogliere tali aspetti!

Le descrizioni e le scenette sono veloci, sagaci, a volte strappano anche un sorriso, e il tutto fa sì che la lettura scorra molto velocemente, nutrendoci più di impressioni che di riflessioni!

 

"Sanno quanto la vita sia grandiosa. E che morire non è la cosa più importante."

 

Inoltre sempre nella prima parte ci comincia a mostrare quello che sarà il protagonista della seconda parte, ma sempre di sfuggita, senza dargli grande rilevanza, mentre segue piccole storie di personaggi secondari, nel loro semplice quotidiano, povero ma al contempo ricco di calore umano!

 

"Un'identità presa in prestito, un continuo "io sono questo e quello". E nel frattempo scoprivamo che non eravamo né questo né quello, bensì altro."

 

La seconda parte ci parla del "protagonista", visto con gli occhi di altri, un giovane agente, un prete amico e compagno di discussioni, la sua amica/compagna con cui divide la casa e la sua vita da esiliato, che ci raccontano di questo persona particolare (in parte autobiografico, ripensando a se stesso intellettuale sradicato dall'ambiente sociale e culturale da cui proviene, a causa del suo volontario esilio) che vede nella redenzione l'unica possibilità dell'uomo per riscattarsi e riscattare al contempo il mondo dalla deriva che sta prendendo!

 

"Non hanno tempo per lavorare, perché cercano lavoro."

 

Si parla di tante cose, dei miracoli che dovrebbe colmarci di stupore e riempire le nostre vite, ma ai quali ci si può abituare privandoli del lor valore e rendendoli semplicemente una messa in scena con le sue regole, i suoi tempi più simili a quelli teatrali che a quelli dello spirito, dell'opulenza della chiesa, di santi e scelte.

Si parla di sacrificio, parola che ai nostri giorni sembra priva di significato, solo il sangue può redimere!

Si parla di identità, dell'importanza di potersi riconoscere e dello stravolgimento emotivo che si prova nel non riuscirci degli accenti modificati sui propri nomi che trasformano in altri e che impediscono di identificarsi; nel bisogno di riconoscersi in qualcosa, nei ricordi e negli oggetti che ci legano e ci definiscono dell'importanza del senso di appartenenza, di avere delle radici.

 

"È chiaro che la vita è bella. Non è facile vivere, ma c'è qualcosa di eccezionalmente bello nella vita."

 

Un libro strano, senza una vera trama, o se c'è non è la cosa principale, in cui ciò che conta sono i temi toccati, le immagini rese, la capacità di introspezione che rende! Bella la scrittura che rende facile e veloce la lettura, salvo poi il fermarsi a riflettere sui contenuti!

 

"perché la calda umidità del mare si deposita come una patina nelle gole e annebbia le parole."

 

"Un'identità presa in prestito, un continuo "io sono questo e quello". E nel frattempo scoprivamo che non eravamo né questo né quello, bensì altro"

 

P.S.: bella la recensione di ANTONIO DONATO SCIACOVELLI che chiude il libro nell'edizione Adelphi!

 

 

 
 
 

Kazuo Ishiguro - Il gigante sepolto

Post n°106 pubblicato il 13 Febbraio 2018 da ixtlann
 

 

"Poco fa dicevate - proseguì Beatrice - del vostro dovere di interrogare le coppie in attesa di traghettare. Della necessità di scoprire se il loro legame d'amore è tale da permettere che dimorino insieme anche sull'isola. Ebbene, signore, mi chiedevo. Come li interrogate per scoprirlo? Per un po' il barcaiolo parve esitare. Poi disse: - Francamente, gentile signora, non conviene che parli di queste cose. // Se si tratta di una coppia che vanta un legame tanto forte, devo chiedere a entrambi di farmi partecipe dei loro ricordi più cari. Lo chiedo prima a uno poi all'altro. Devono rispondere separatamente. In tal modo è facile conoscere la vera natura del loro legame."


Di cosa parla questo libro che viene definito fantasy, ma in cui nessun lettore di fantasy troverebbe gli ingredienti base a cui è abituato?

Questa è la domanda da porsi, che cosa stiamo leggendo? Il mio approccio iniziale era stato appunto quello verso un fantasy, ma subito ho dovuto ricredermi, innanzitutto per il ritmo, lento, troppo lento, appunto quello dei protagonisti, anziani! Anziani e lenti, così il romanzo prende la loro andatura. Ma Ishiguro gioca, gioca con il genere, Fantasy epico, facendoci quindi imbattere in tutti gli elementi caratterizzanti il genere. Ci sono i cavalieri, (addirittura del ciclo arturiano), si c'è un drago e altre fantastiche creature, c'è l'avventura, ma non si ha mai l'impressione di trovarsi in un fantasy, straordinario, tutti gli elementi sembrano  puramente casuali e marginali. Un fantasy, sicuramente ma di un livello tale che il genere viene trasceso, un romanzo da proporre a chi sentendo fantasy ... storce il naso.

 

"Una coppia può vantare grandi legami di amore, ma noi barcaioli siamo in grado invece di intuire rabbia, rancore, odio perfino. O una profonda aridità. A volte, la paura della solitudine e nient'altro. Amori duraturi che sfidano il passare degli anni: di quelli ne vediamo raramente."

 

Il libro parla di tutt'altro, parla innanzitutto della memoria e dell'oblio, dell'importanza di ricordare o di dimenticare.

Già dimenticare le cose spiacevoli che ci sono accadute e che ci potrebbero predisporre al male, all'odio, gigante che l'oblio può seppellire, ma che la memoria può riportare in vita con tutte le complicazioni che ne derivano.

Già normalmente la nostra memoria fa delle scelte e con il tempo tende a rimuovere tutto ciò che è doloroso per poterci permettere di vivere serenamente, là dove il ricordo di cose fatte, vissute e non accettabili ci tormenterebbe! I sensi di colpa potrebbero consumarci, e quindi forse ben venga l'oblio se ci permettere di continuare a vivere.

 

"- Ma siete proprio certi, mia buona signora, di volervi liberare di questa nebbia? Non è forse meglio che le cose rimangano nascoste alle nostre menti?

- Sarà così per qualcuno, padre, ma non per noi. Axl e io desideriamo riavere i bei momenti vissuti insieme. Ne siamo stati derubati, come se un ladro nottetempo fosse entrato in casa a portarci via quel che avevamo di più prezioso.

- Ma la nebbia copre tutti i ricordi, i brutti come i belli. Non è così, mia signora?

- Che tornino anche quelli brutti, seppure ci faranno piangere o tremare di rabbia. Non è comunque la vita che abbiamo vissuto insieme?

- Dunque, signora, non avete paura dei brutti ricordi?"

 

L'amore, esiste una amore senza colpe, che possa resistere alle prove del tempo senza macchiarsi di colpa alcuna, la possibilità di dimenticare ci permette di vivere con passione questo nostro a more, di dimenticare i momenti spiacevoli e di ricordare solo quelli belli, ma se ricordassimo tutto, ci sarebbe coppia che possa resistere e dire di aver vissuto una storia senza colpe?

Forse è troppo facile sbagliare creare una frattura che rompe l'insieme e il pentimento non elimina gli errori, e per contro il saper di aver subito un torto, ci permetterà mai di ignorarlo veramente! Solo l'oblio può permetterci di vivere serenamente, e per sempre "insieme".

Molto bella la scelta stilistica della scrittura, ti dà un senso di antico, riesce facilmente a trasportarti nell'epoca a cui fa riferimento! Un romanzo che lascia più di qualcosa, a me personalmente ha cambiato il modo di vere la mia scarsa memoria di cui tanto mi lamnetavo e che ora all'improvviso ammiro e mi fa sentire fortunato!

 

"In caso i ricordi dovessero tornare e tra di essi anche quelli di quando ti ho delusa. O di brutte azioni che posso aver commesso in passato per cui guardandomi non dovessi più vedere l'uomo che vedi ora. Promettimi una cosa almeno. Prometti, principessa, che non dimenticherai quello che hai nel cuore per me in questo momento. Perché a che serve un ricordo se riaffiora dalla nebbia solo per scacciarne un altro? Me lo prometti, principessa? Prometti di custodire sempre ciò che provi per me adesso, indipendentemente da quanto vedrai quando svanirà la nebbia."


 

 

 
 
 
 
 

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SENECA

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.

 

 

 

BERTRAND RUSSEL

Temere l'amore è temere la vita, e chi teme la vita è già morto per tre quarti

 

OSCAR WILDE

Regala la tua assenza a chi non dà valore alla tua presenza

 

SE TU AVESSI DORMITO?,

Se tu avessi dormito?,

E se, nel sonno, tu avessi sognato?

E se, nel sogno,

tu fossi entrato nel paradiso

e lì avessi colto uno strano, bellissimo fiore?

E se, al risveglio,

ti ritrovassi quel fiore in mano?


Samuel Taylor Coleridge

 

 

IL MOMENTO

Se ne va, se ne va, se ne va!

Se n'è andato!

E col momento,

se n'è andata l'eternità!

            Juan Ramòn Jiménez

 

 

N.NUR-AD-DIN

 

Nasciamo senza portare nulla,

moriamo senza poter portare nulla,

ed in mezzo,

nell'eterno che si ricongiunge

nel breve battito delle ciglia,

litighiamo per possedere qualcosa.

                              

 

 

IL RAGGIO VERDE

In particolari circostanze,

quando il sole scompare dietro l'orizzonte,

nel preciso momento in cui l'ultima luce diretta ci colpisce,

può da esso generarsi un raggio verde

che passando attraverso i nostri occhi,

ha la capacità di illuminare la nostra essenza,

permettendoci di dare uno sguardo

dentro di noi e

vedere chi siamo!

 

 

STRANO VAGARE NELLA NEBBIA

È strano vagare nella nebbia!
Solo è ogni cespuglio e pietra,
Nessun albero vede l'altro,
Ognuno è solo.

Pieno di amici era per me il mondo,
Quando la mia vita era ancora luminosa;
Adesso, che la nebbia cala,
Nessuno si vede più.

In verità, nessuno è saggio
Se non conosce il buio,
Che piano ed inesorabilmente
Da tutti lo separa.

Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è essere soli.
Nessuno uomo conosce l'altro,
Ognuno è solo.

 

H. Hesse

 

 

AMBROSE BIERCE

Riso:  Convulsione interna che altera i lineamenti del viso ed è accompagnata da suoni inarticolati.

È infettivo e, seppure intermittente, incurabile.

 

 

 

OVIDIO

La Fama, che gode con le sue calunnie

a confondere vero e falso, e che dal nulla si dilata

per forza di menzogna

 

 
 

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