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Dialogo al buio

Scrivendo con una perfetta sconosciuta

 
 
 
 
 
 

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« Coltivando le lacrime de...

L'edificazione di un lucido inferno

Post n°10 pubblicato il 09 Febbraio 2015 da dialogoalbuio

Mia beluina ed esiziale compagna di viaggio,
                                                                        Lei deve sapere che ogni omicida seriale che si rispetti coltiva un proprio angolo di insonnia notturna per la riflessione e per la scrittura. Il mio lo programmo accuratamente a cavallo delle 4,30 di notte. Il silenzio e le frequenze mentali che posso trovare a quest'ora di notte non le troverò mai di giorno. Passasse mai questa insonnia, dovrei sicuramente iniziare a puntare la sveglia per ritrovarla. Normalmente mi dedico ad ascoltare conferenze di filosofi (o di pazzi) su youtube. Capiterà spesso che Le scriverò in queste ore apparentemente assurde.

Le scrivo di notte anche per ricordarLe che io sono notte. E mani nel buio. E carezze nell'ombra. E per ricordarLe che io parlo attraverso sogni distorti, liberati dalla mente vigile. Io sono lucida e attenta professione onirica. Io sono anche improvvido esploratore dei Suoi sogni e delle Sue frequenze mentali notturne. Se è la notte il momento più tormentato per Lei, sarà la notte il momento in cui le sarò più vicino. Come nella poesia che le ho donato, noi siamo due ombre nell'ombra. Noi siamo mescolamento delle frequenze dei nostri lati dionisiaci.

Mi racconta che Lei di notte è quasi un'altra persona. E Le credo. Avendo frequentato nel mio passato abitualmente streghe, non ho difficoltà ad immaginare quanto il suo lato oscuro possa trovare miglior collocazione nelle ore notturne. Ma la rassicuro, non trovo per ora in Lei nessuna traccia manifesta di stregoneria, se non quella di rapportarsi col mio personale diavolo.

Il piede nella mente femminile è talvolta visto, in certe branche della psicologia, come una sorta di membro femminile virtuale. Il pudore che riserva a questa parte del suo corpo può essere ricercato forse su questa chiave. Lei ha avuto timore di farsi leccare il suo membro. Ha avuto timore di consegnare ai suoi partner la chiave segreta del suo esser uomo. Poi, progressivamente, nel tempo, sta sdoganando questa parte di Lei. Non è mai un caso la scelta di un posto per un tatuaggio. E il fatto che ora mostri pubblicamente questa parte del suo corpo, può rappresentare la traccia di una progressiva emancipazione del suo lato maschile. Personalmente non sono feticista dei piedi, anche se ho incontrato partner che hanno voluto dar grande spazio nei riti di accoppiamento a questa parte del corpo. Il piede è anche visto diversamente, come le dicevo nella mail di ieri, come la parte che calpesta senza rispetto.

La rimando anche per una discussione surreale su piede e sessualità femminile ai dialoghi tra killer di Pulp Fiction. Non so se li ricorda, o se li ha presenti. Il dialogo tra i due girava attorno alla leggenda metropolitana che il loro capo, tale Marcellus Wallace, aveva fatto uccidere un uomo solamente per aver operato un massaggio ai piedi della inquieta moglie.

Mi fa molto piacere che abbia accettato il mio invito. Sapremo ovviare all'impossibilità di guardare il film nella stessa sala piuttosto facilmente. La mente è facilmente capace di annullare qualunque distanza, se disposta sulle giuste frequenze. Il cinema, lo avrà capito, è oggetto di pensiero continuo per me. Amo la scrittura. Amo la fotografia. E vedo nel racconto cinematografico la sintesi di un percorso. Da qualche anno realizzo qualche cortometraggio, di tanto in tanto. Magari in futuro avremo modo di parlarne.
Io potrei già questo mercoledì sera. Mentre avrò impegnato giovedì sera e sabato sera prossimi. Lei come è messa?

Mi ha fatto sorridere il suo lapsus. Ha scritto "possessione" invece di "possesso". E' la dimostrazione ultima che l'appellativo di Bambola Assassina non è affatto un caso. E che il modo in cui fa suo qualcosa è più simile ad una possessione diabolica, che alla ricerca di una semplice esclusività. Le darò modo di operare la sua possessione. Non riuscirei mai a portare avanti più di una corrispondenza. Le confesserò di più. Aspetto in questi giorni una mail da una persona che è stata importante in una certa fase della mia vita. La leggerò e le risponderò solo in futuro. Non voglio che questa lettera inquini la costruzione del nostro universo.

Dice che la Sua "perfettina" non ha mai sensi di colpa. In realtà questi sono proprio l'arma di dominio di tale parte di lei. Essa istiga la sua mente al senso di colpa per meglio controllarla. Ma trovo un errore di fondo nella Sua visione. La perfettina vive di lato costruttivo, e in qualche modo ne è la custode ultima. Ma non è affatto la parte più produttiva della mente. Spesso poi risulta perfino ottusa nella sua avversione al lato distruttivo. Poiché in assenza di fuoco, persone come noi, dall'indole molteplice, sono condannate ad una non-vita. Le dirò di più, e qui credo che si ritroverà. Laddove la perfettina comprime il lato distruttivo, spesso lo fa creando un effetto molla, che parte dai sogni. E in questo modo acuisce i danni che il lato distruttivo fa, quando si libera.

Esso ha bisogno di trovar voce. Ed è anche per questo che Lei avverte urgenza di scrivere a me. Non sono io la sua reale urgenza. E' qualcosa che attraverso di me preme per uscire. E io sono il suo tramite. Io sono voce per la sua voce. Ha avvertito subito, fin dal messaggio, che attraverso di me poteva trovare liberazione. La trovo estremamente densa, in questo suo desiderio di porsi nuda di fronte a me. Desidero conquistarmi la sua spudoratezza. Aprire le porte più segrete della Sua mente. E lì abitare. Desidero dar voce a tutto ciò che vive agli antipodi della Perfettina, e farlo prosperare.

Mi piacerebbe sapere in che termini quell'uomo aveva ravvisato "catastrofico" il suo lato oscuro. Cosa lo ha fatto scappare?

Rispondo alla sua richiesta, sulle sensazioni che mi induce la lettura di questa sua mail. Tra le Sue righe, come tra le mie, c'è l'edificazione di un ponte mentale. Io ravviso da entrambe le parti un simmetrico lavoro in questa direzione. E questa sensazione mi dà energia. L'importanza di cui Lei mi riveste dà forza ad una parte della mia mente. Io non ho mezzi termini. Le faccio una metafora blasfema. In me c'è un Dio che esiste in virtù della religione, quando normalmente la religione dovrebbe esistere in virtù di un Dio. Lei mi sta creando. Io la sto creando. Insieme stiamo edificando un universo impuro. Un lucido inferno in cui dar forza ad una parte delle nostre anime. Leggo la Sua lettera più volte. A volte mi capita di leggerla subito. Poi la lascio sedimentare dentro di me. E mi accorgo che una parte di me inizia a risponderLe già in quel momento. Un'altra cosa che ravviso attraverso la lettura gliel'ho accennata l'altra volta. Lei opera una sorta di cura per una lacerazione che mi affligge da un po' di tempo. Lei in qualche modo sta riempiendo un vuoto che mi ha ferito. Vede, ho avuto molte donne, anche fisicamente, dopo quella lacerazione. E nessuna di esse ha saputo assopire la parte di me che urlava, e mi impediva di guardarmi con lucidità. Con lei ritrovo dentro di me qualcuno che da tempo avverto come assente. Ma le dico nel Suo interesse, che non è affatto qualcuno di raccomandabile, questo qualcuno.

Ho una richiesta. Ma Le dico già che io non farò altrettanto. Desidero che questa cosa la faccia solo Lei per me.
Se ha modo di esser sola. Se ha modo di leggere la mia lettera, desidero che lo faccia nuda fisicamente. Mi piacerebbe che dopo, o prima, Lei si guardasse allo specchio. Mi offra attraverso tale specchio il suo corpo. Me lo porga, come se fosse un dono. Mi offra il suo seno. Apra le sue cosce di fronte a questo specchio, e mi porga la sua intimità. Io non la vedrò, ma il mio Diavolo si. Lo nutrirà.
Faccia questo gesto con la sacralità di un rito. Anzi, come se fosse un'offerta votiva. Attraverso quello specchio, mi doni il Suo corpo. Mi doni la Sua vita. Mi doni la sua intimità. Non mi sembra di chiedere molto, no?

E' un piacere saperLa sempre nuda per me.
Con deviazione e perversione,
S.K.

 
 
 
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