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COMPLESSITA' GENETICHE DAL VICINO ORIENTE

Post n°1278 pubblicato il 26 Luglio 2016 da diegobaratono

DA: "classicult.it"


Link: 

Complessa storia genetica del Vicino Oriente all’alba dell’agricoltura | ClassiCult



COMPLESSA STORIA GENETICA DEL VICINO ORIENTE ALL’ALBA DELL’AGRICOLTURA

JULY 26, 2016 



Il primo studio su larga scala dei genomi completi da resti umani nel Vicino Oriente, pubblicato su Nature, ha individuato tre popolazioni distinte di agricoltori, vissute nel Vicino Oriente all’alba dell’agricoltura, tra 12 e 8 mila anni fa.


Uno dei tre gruppi era già stato individuato in Anatolia (attuale Turchia), gli altri due invece sono descritti per la prima volta e provengono dall’Iran e dal Levante. Similmente a quanto evidenziato da un altro recentissimo studio, sembrerebbe che la diffusione dell’agricoltura sia legata al fatto che gruppi esistenti la inventarono o adottarono le tecnologie agricole. Non si sarebbe dunque trattato di sostituzione di popolazioni.




Ron Pinhasi dell’University College Dublin spiega che alcune delle prime pratiche agricole possono essere osservate nei Monti Zagros e nel Levante, in Giordania e Israele: si tratta di due confini della Mezzaluna Fertile. Con lo studio si voleva vedere se i primi agricoltori fossero geneticamente simili o se assomigliassero ai cacciatori raccoglitori che abitavano le aree in precedenza. Ne è risultato che gli attuali abitanti dell’Eurasia occidentale discendono da quattro gruppi principali: cacciatori raccoglitori dell’odierna Europa Occidentale, cacciatori raccoglitori dell’Europa orientale e della steppa russa, agricoltori dall’Iran e agricoltori dal Levante. Queste popolazioni, così diverse tra loro, costituiscono oggi la popolazione relativamente omogenea dell’Eurasia.


Nonostante i progressi tecnologici negli strumenti per lo studio del DNA antico, gli studiosi si sono ritrovati ad affrontare un problema: il clima caldo del Vicino Oriente aveva degradato molto del DNA nelle ossa dissotterrate. I ricercatori lo hanno superato estraendo il DNA dalle ossa dell’orecchio: qui esso è presente in percentuali fino a 100 volte superiori che in altre parti del corpo. Si sono inoltre utilizzate tecniche combinate per ricavare informazioni di alta qualità dai genomi di 44 abitanti del Vicino Oriente che vissero tra 14 mila e 3.400 anni fa.


Nei 5.000 anni successivi, i gruppi di agricoltori dal Vicino Oriente si mescolarono tra loro e coi cacciatori raccoglitori in Europa: al tempo dell’Età del Bronzo le popolazioni somigliavano a quelle attuali. Gli agricoltori dell’Anatolia si diffusero poi in Europa, mentre quelli del gruppo di Levante si mossero a sud in Africa Orientale, le popolazioni relazionate a quelle in Iran e Caucaso si spostarono nella steppa russa, e le popolazioni relazionate a quelle in Iran e ai cacciatori raccoglitori della steppa si diffusero nell’Asia Meridionale.


Pinhasi spiega che il Vicino Oriente era l’anello mancante per comprendere molte migrazioni umane. La ricerca fornisce pure indizi su una popolazione, ancora più antica e al momento a livello di ipotesi, visto che i resti relativi non sono ancora stati ritrovati: si tratta degli Eurasiatici di base (in Inglese: Basal Eurasians). Ogni singolo gruppo nel Vicino Oriente sembra avere antenati di questo tipo, fino al 50% nei gruppi più antichi. Sorprendentemente, gli Eurasiatici di base non avevano DNA proveniente da Neanderthal, al contrario degli altri gruppi non africani che hanno almeno un 2% dello stesso. Questo potrebbe spiegare perché gli Eurasiatici occidentali hanno meno DNA da Neanderthal degli abitanti dell’Estremo Oriente, anche se i Neanderthal vissero nell’Eurasia occidentale. Gli Eurasiatici di base potrebbero essere vissuti in aree del Vicino Oriente che non entrarono in contatto coi Neanderthal.



Lo studio “Genomic insights into the origin of farming in the ancient Near East”, di Iosif Lazaridis, Dani Nadel, Gary Rollefson, Deborah C. Merrett, Nadin Rohland, Swapan Mallick, Daniel Fernandes, Mario Novak, Beatriz Gamarra, Kendra Sirak, Sarah Connell, Kristin Stewardson, Eadaoin Harney, Qiaomei Fu, Gloria Gonzalez-Fortes, Eppie R. Jones, Songül Alpaslan Roodenberg, György Lengyel, Fanny Bocquentin, Boris Gasparian, Janet M. Monge, Michael Gregg, Vered Eshed, Ahuva-Sivan Mizrahi, Christopher Meiklejohn, Fokke Gerritsen, Luminita Bejenaru, Matthias Blüher, Archie Campbell, Gianpiero Cavalleri, David Comas, Philippe Froguel, Edmund Gilbert, Shona M. Kerr, Peter Kovacs, Johannes Krause, Darren McGettigan, Michael Merrigan, D. Andrew Merriwether, Seamus O’Reilly, Martin B. Richards, Ornella Semino, Michel Shamoon-Pour, Gheorghe Stefanescu, Michael Stumvoll, Anke Tönjes, Antonio Torroni, James F. Wilson, Loic Yengo, Nelli A. Hovhannisyan, Nick Patterson, Ron Pinhasi & David Reich, è stato pubblicato su Nature.

Link: NatureEurekAlert! via Harvard Medical School



 
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