Creato da ghjsa il 09/12/2013

e se Dio esistesse?

Trovare Dio nella quotidianità.

 

 

Il Corpo

Post n°7 pubblicato il 29 Gennaio 2014 da ghjsa
 

Il nostro corpo: che meraviglia! solo per il fatto di occupare uno spazio denuncia il nostro esserci nel mondo, e attraverso un piccolo particolare ci permette di essere riconosciuti come prototipi. L'unica parte che non possiamo vedere del nostro corpo, ma che è immediatamente visibile agli altri, è anche quella che solitamente non copriamo: il nostro viso,la parte di noi stessi che più di ogni altra lascia trasparire ciò che proviamo interiormente.

Vergogna, imbarazzo, felicità, noia, tristezza, eccole lì, le nostre emozioni, tutte dipinte a chiare pennellate sul nostro volto. È un corpo che parla: concreto, misurabile, fotografabile, sostanzialmente sincero!

Le parole possono  anche mentire, ma non il corpo: è più semplice mentire al telefono, o via sms, che mentire guardando l'altro negli occhi.

I gesti, gli sguardi, avvicinarsi o allontanarsi, toccarsi, sono tutti atteggiamenti che esprimono sentimenti ed emozioni, ed emozionarsi, anche se può manifestare la nostra vulnerabilità, afferma il nostro "esserci" non solo nello spazio, ma nella relazione con il mondo e con gli altri.

Il corpo, che ci piaccia o no, è quindi un formidabile striumento di relazione. Se pensiamo alla dimensione sessuale che assume il linguaggio del corpo, l'argomento si fa più intrigante. Capita allora che questo corpo non ci piaccia per niente, forse perchè ciò che esprime potrebbe non essere sufficientemente apprezzato.

Ecco allora mille tentativi per sottometterlo alla nostra volontà e renderlo un'autentica opera d'arte, la nostra opera d'arte: taglio di capelli, trucchi, tatuaggi e piercing, diete, sport...tutto per decorare, abbellire, modellare il nostro corpo.

Solo che in questo percorso rischiamo di investire troppo sull'esteriorità, perdendo di vista ciò che davvero potremmo esprimere, perennemente alla ricerca della forma perfetta, che non esiste, o dell'ammirazione degli altri, che non sarà mai abbastanza. semplicemente non ci resta più tempo per coltivare un'interiorità.

Già, perchè il nostro corpo è inscindibile dalla nostra anima. Le sensazioni che sperimentiamo attraverso il corpo creano la base per elaborare pensieri e ragionamenti, prendere decisioni: plasmano la nostra anima.

Attraverso i nostri gesti, allora, quale relazione vogliamo esprimere? quali gesti sono leciti, quali vanno evitati? il bacio, per esempio.

Universalmente riconosciuto come manifestazione d'amore, può assumere diversi significati. il neonato sperimenta le prime sensazioni piacevoli proprio attraverso la bocca, e non se ne dimentica.

Il bacio risulta affascinante: promette il piacere fisico, ma anche la gioia dell'amore che chiede comunione. Il contesto in cui viviamo spesso offre una visione svalutante del bacio come puro esercizio fisico: si bacia per fare come fanno tutti, per sedurre, per curiosità, per dimenticare la solitudine.

Sono baci poveri, infantili o possessivi, simili alla rassicurazione del bimbo che si succhia il pollice. Il bacio, però, nel suo significato più profondo, può rappresentare ancora un potente gesto di amore, segno dell'unione intima e profonda delle persone, che richiede dono e accoglienza: un bacio non è veramente dato se non è accolto.

Possiamo metterci tutta l'anima in un bacio ma, se manca l'anima, cosa resta di un bacio?

 
 
 

Sposati o No

Post n°6 pubblicato il 09 Gennaio 2014 da ghjsa
 

Matrimonio

"Mentre mia moglie mi serviva la cena , le presi la mano e le dissi:” Devo parlarti”.
Lei annui e mangio’ con calma.La osservai e vidi il dolore nei suoi occhi….quel dolore che all’improvviso mi bloccava la bocca…Mi feci coraggio e le dissi:” Voglio il divorzio”.Lei nn sembro’ disgustata dalla mia domanda e mi chiese soavemente: ” Perche’?”.Quella sera nn parlammo piu’ e lei pianse tutta la notte.
Io sapevo che lei voleva capire cosa stesse accadendo al nostro matrimonio, ma io non potevo risponderle ….aveva perso il mio cuore a causa di un’altra donna …Giovanna!Io ormai non amavo piu’ mia moglie…mi faceva solo tanta pena…mi sentivo in colpa, ragion per cui sottoscrissi nell’atto di separazione che a lei restasse la casa, l’auto e il 30% del nostro negozio.Lei quando vide l’atto lo strappo a mille pezzi ! ”Come ?! avevamo passato dieci anni della nostra vita insieme ed eravamo ridotti a due perfetti estranei?!”.
A me dispiaceva tanto per tutto questo tempo che aveva sprecato insieme a me …per tutte le sue energie….pero’ non potevo farci nulla…io amavo Giovanna!All’improvviso mia moglie comincio’ a urlare e a piangere ininterrottamente per sfogare la sua rabbia e la sua delusione….l’idea del divorzio cominciava ad essere realta’.Il giorno dopo tornai a casa e la incontrai seduta alla scrivania in camera da letto che scriveva…non cenai e mi misi a letto…ero molto stanco dopo una giornata passata con Giovanna.Durante la notte mi svegliai e vidi mia moglie sempre li’ seduta a scrivere…mi girai e continuai a dormire.La mattina dopo mia moglie mi presento’ le condizioni affinche’ accettasse la separazione.Non voleva la casa, non voleva l’auto .tantomeno il negozio…soltanto un mese di preavviso..quel mese che stava per cominciare l’indomani.Inoltre voleva che in quel mese vivessimo come se nulla fosse accaduto!Il suo ragionamento era semplice : ”Nostro figlio in questo mese ha gli esami a scuola e non e’ giusto distrarlo con i nostri problemi”.
Io fui d’accordo pero’ lei mi fece un ulteriore richiesta.” Devi ricordarti del giorno in cui ci sposammo , quando mi prendesti in braccio e mi accompagnasti nella nostra camera da letto per la prima volta…in questo mese pero’ ogni mattina devi prendermi in braccio e devi lasciarmi fuori dalla porta di casa ”.Pensai che avesse perso il cervello , ma acconsentii per non rovinare le vacanze estive a mio figlio per superare il momento in pace.Raccontai la cosa a Giovanna che scoppio’ in una fragorosa risata dicendo: ”Non importa che trucchi si sta inventando tua moglie…dille che oramai tu sei mio…se ne faccia una ragione!”.Io e mia moglie era da tanto che non avevamo piu’ intimita’, cosi’ quando la presi in braccio il primo giorno eravamo ambedue imbarazzati ….nostro figlio invece camminava dietro di noi applaudendo e dicendo:”
Grande papa’, ha preso la mamma in braccio!”.Le sue parole furono come un coltello nel mio cuore….camminai dieci metri con mia moglie in braccio ….lei chiuse gli occhi e mi disse a bassa voce:”Non dirgli nulla del divorzio ..per favore…Acconsentii con un cenno , un po’ irritato, e la lasciai sull’uscio.Lei usci’ e ando’ a prendere il bus per andare al lavoro.Il secondo giorno eravamo tutti e due piu’ rilassati …lei si appoggio’ al mio petto e..potetti sentire il suo profumo sul mio maglione.Mi resi conto ch era da tanto tempo che non la guardavo ….Mi resi conto che non era piu’ cosi’ giovane…qualche ruga ..qualche capello bianco….!Si notava il danno che le avevo fatto!ma cosa avevo potuto fare da ridurla cosi’?Il quarto giorno , prendendola in braccio come ogni mattina avvertii che l’intimita’ stava ritornando tra noi….questa era la donna che mi aveva donato dieci anni della sua vita, la sua giovinezza, un figlio….e nei giorni a seguire ci avvicinammo sempre piu’.
Non dissi nulla a Giovanna per rispetto!.Ogni giorni era piu’ facile prenderla in braccio e il mese passava velocemente.Pensai che mi stavo abituando ad alzarla , e per questo ogni giorno che passava la sentivo piu’ leggera.Una mattina lei stava scegliendo come vestirsi…si era provata di tutto, ma nessun indumento le andava bene e lamentandosi disse:”I miei vestiti mi vanno grandi, ”.Li’ mi resi conto che era dimagrita tanto…ecco perche’ mi sembrava cosi’ leggera!Di colpo mi resi conto che era entrata in depressione…troppo dolore e troppa sofferenza pensai.Senza accorgermene le toccai i capelli …nostro figlio entro’ all’improvviso nella nostra stanza e disse :” Papa’ e’ arrivato il momento di portare la mamma in braccio( per lui era diventato un momento basilare della sua vita). Mia moglie lo abbraccio’ forte ed io girai la testa …ma dentro sentivo un brivido che cambio’ il mio modo di vedere il divorzio.Ormai prenderla in braccio e portarla fuori cominciava ad essere per me come la prima volta che la portai in casa quando ci sposammo…la abbracciai senza muovermi e sentii quanto era leggera e delicata …mi venne da piangere!
L’ultimo giorno feci la stessa cosa e le dissi:” Non mi ero reso conto di aver perduto l’intimita’ con te….Mio figlio doveva andare a scuola e io lo accompagnai con la macchina…mia moglie resto’ a casa.Mi diressi verso il posto di lavoro ..ma a un certo punto passando davanti casa di Giovanna mi fermai ..scesi e corsi sulle scale…lei mi apri’ la porta e io le dissi:”Perdonami..ma non voglio piu’ divorziare da mia moglie…lei mi guardo’ e disse: Ma sei impazzito?Io le risposi :” No…e’ solo che amo mia moglie…era stato un momento di noia e di routine che ci aveva allontanato ..ma ora ho capito i veri valori della vita , dal giorno in cui l’ho portata in braccio mi sono reso conto osservandola e guardandola che dovevo farlo per il resto della mia vita!Giovanna pianse mi tiro’ uno schiaffo e entro’ in casa sbattendomi in faccia la porta.
Io scesi le scale velocemente , andai in macchina e mi fermai in un negozio di fiori.le comprai un mazzo di rose e la ragazza del negozio mi disse: Cosa scriviamo sul biglietto?le dissi:”Ti prendero’ in braccio ogni giorno della mia vita finche’ morte nn ci separi”Arrivai di corsa a casa…feci le scale entrai e di corsa mi precipitai in camera felicissimo e col sorriso sulla bocca……ma mia moglie era a terra …morta!.Stava lottando contro il cancro …ed io che invece ero occupato a passare il tempo con Giovanna senza nemmeno accorgermene.Lei per non farmi pena non me lo aveva detto, sapeva che stava per morire e per questo mi chiese un mese di tempo…si un mese…affinche’ a nostro figlio non rimanesse un cattivo ricordo del nostro matrimonio….affinche’ nostro figlio non subisse traumi…..affinche’ a nostro figlio rimanesse impresso il ricordo di un padre meraviglioso e innamorato della madre.”
Questi sono i dettagli che contano in una relazione…non la casa….non la macchina….non i soldi…queste sono cose effimere che sembrano creare unione e invece dividono. Cerchiamo sempre di mantenere il matrimonio felice…ricordando sempre il primo giorno di questa bella storia d’amore.A volte non diamo il giusto valore a cio’ che abbiamo fino a quando non lo perdiamo….
Condividilo sulla tua bacheca affinche’ magari questa triste storia possa salvare una separazione. una storia tutta da leggere qui’ c’e’ solo da imparare…(Se pensi che possa essere utile anche ad altri…condividi anche tu)

da www.curiosandoinrete.com

 
 
 

I Sogni non Dormono Mai

Post n°5 pubblicato il 02 Gennaio 2014 da ghjsa
 

Un imprevisto inaspettato, un accadimento malvagio, possono stravolgere i nostri e la nostra vita; un incontro impresto e un dialogo sorprendente possono riaccendere i sensi e un desiderio buono per la nostra vita.


(tratto da una catechesi di don Derio Olivero)


Zucchero – Un Soffio Caldo

L'alba e i granai,
filtra di qua dal monte.
Piano si accende,
striscia e dà vita al cielo.
Scende e colora
vivida il fiume e il ponte.
Oh è tempo per noi di andare via.
Un respiro d'aria nuova.
Chiudo gli occhi e sento di già
che la stagione mia si innova.
Un soffio caldo che va,

un sogno caldo che va.

Dopo una notte tremenda, ora c'è l'alba che musicalmente viene rappresentata da Zucchero come un crescendo della musica, e da un movimento che percorrendo tutta la canzone pian piano invade il paesaggio; poi la musica sale, entrano le percussioni e finalmente la luce, la gioia. È un inno alla speranza:”Oh è tempo per noi di andare via, un respiro d'aria nuova. Chiudo gli occhi e sento di già che la stagione mia s'innova”; qualunque notte stiamo portando in cuore, essa volge al termine, viene l'alba, e la nostra stagione ritrova “un soffio caldo di libertà”, ovunque ci troviamo nella vita, in qualsiasi situazione, siamo qui a chiedere al Signore che ci aiuti a scegliere e ripartire.

Sogni che a volte
si infrangono al mattino;
spengono l'alba, ci spengono pà.
Ma quanti cani
mordono il nostro cammino.
Ohoh, ma i sogni sai non dormono mai.

Un respiro d'aria buona.
Chiudo gli occhi e sento di già
che la stagione mia ritrova
un soffio caldo di libertà.

Sotto un cielo d'aria nuova
apro gli occhi e sento di già,
sento pace nell'aurora.
Un soffio caldo di libertà,
Un sogno caldo di libertà
ohohoh, la libertà.

Prima o noi ci saranno “cani a mordono il nostro cammino”. Bestie che correndoci dietro vorrebbero addentarci alle caviglie. La vita è così, ogni tanto c'è qualcosa o qualcuno che morsica le nostre ferite, e ognuno conosce le fratture e i tagli che si porta in cuore; però, questo è un inno alla speranza, perché dice che la notte prima o poi passa e arriva la luce.
Infine, “ma i sogni sai non dormono mai”: come a dirci che i sogni, anche quando arriva il buio, restano accesi, e se da soli non ci crediamo, possiamo chiedere : “Ti prego, tieni acceso i nostri sogni”. Anche quando i sogni si spengono Dio continua sognare per noi, perché è certo che dentro di noi un sogno c'è.

Dal Vangelo di Gv 4,5-17.28

[5]Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio:

[6]qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno.
[7]Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere».
[8]I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi.
[9]Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani.
[10]Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva».
[11]Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva?
[12]Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?».
[13]Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete;
[14]ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna».
[15]«Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua».
[16]Le disse: «Và a chiamare tuo marito e poi ritorna qui».
[17]Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito";
[28]La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente:...

Può arrivare la notte nella nostra vita, possono arrivare la fatica e la sete, e i pozzi o fontane che sembrano chissà cosa ci danno solo sabbia.
A volte sulle questioni fondamentali dell'esistenza, sugli affetti, sul desiderio di sentirci validi (il bisogno che qualcuno ci riconosca per quel valiamo, in famiglia come al lavoro), sulla voglia di trovare senso alle cose quando la nostra vita va bene oppure quando va male, ci sentiamo nella notte, sentiamo come la mancanza di un'acqua che ci disseti in quella situazione. Il brano di Vangelo dice proprio questo: una donna assetta e un pozzo, una donna ferita negli affetti e un uomo seduto; una donna che attraversava un momento difficile della vita e Gesù che fa di tutto per dirle: “Sono qua per te”. Di fronte alle questioni difficoltà della vita, in genere andiamo alla ricerca di qualcuno che ce le risolva, ma Dio immediatamente non risolve nulla, dunque cosa ce ne facciamo? Non ha il secchio!
Questo perché noi pensiamo che la vita funzioni bene solo e sempre se abbiamo soluzioni o chiarimenti; spesso, invece, la vita è aver forza per reggere e sognare ancora, e in questo Dio è onnipotente. Quella donna si sente finalmente e veramente amata, e le si apre un
orizzonte tale per cui lascia li la sua anfora; era andata per prendere acqua e se ne dimentica!
Gesù le ha aperto un orizzonte, la samaritana ha capito che può ri-sognare sul suo problema, che non è andare a prendere acqua da bere, ma un'altra acqua, gli affetti; forse era delusa, dopo cinque volte andate in quel modo, adesso invece riprende fiducia e speranza.

 
 
 

O Gesù

Post n°4 pubblicato il 23 Dicembre 2013 da ghjsa
 

O Gesù, a Betlemme
Tu hai acceso una luce,
che illumina definitivamente il volto di Dio:
Dio è umile!
Mentre noi vogliamo essere grandi,
Tu, o Dio, ti fai piccolo;
mentre noi vogliamo essere i primi,
Tu, o Dio, ti metti all’ultimo posto;
mentre noi vogliamo dominare,
Tu, o Dio, vieni per servire.
Quanta differenza tra noi e Te, o Signore!
O Gesù, mite e umile,
noi ci fermiamo sulla soglia di Betlemme
e sostiamo pensosi e titubanti:
la montagna del nostro orgoglio
non entra nell’angusto spazio
della grotta.
O Gesù, mite e umile,
donaci la Tua umiltà
e noi incontreremo Te e i nostri fratelli,
e sarà Natale e sarà festa!
Amen.

Angelo Comastri

 
 
 

Il Mondo di Oggi: Comunicazione Senza Relazione

Post n°3 pubblicato il 22 Dicembre 2013 da ghjsa
 

Chiudi gli occhi e ASCOLTA.


Togli l'audio e GUARDA il video, presta particolare attenzione a tutte le persone , come si comportano, dove vanno e che cosa fanno.


Fai un ulteriore passo, immagina che Dio abbia scritto e canti questa canzone solo per te.

- Ma dove guardano quegli occhi spenti che hai?

Nessuno sa dove andare, capo chinato, quasi tutti con gli occhi incollati al telefonino. La maggior parte cammina, con passo svelto, avanti e indietro. L'uomo delle pulizie addirittura fermo quasi sul ciglio della strada. Una cosa gli accomuna, sono tutti senza meta. Vagano, ma non vanno da nessuna parte. Il telefonino la fa da padrone, ha catturato l'attenzione di tutti, c'è comunicazione, tanta comunicazione, troppa comunicazione, ma non c'è relazione. Una comunicazione fine a se stessa che pare non sfociare in nulla. Nessuno si cura delle persone che ha accanto, le tre ragazze sedute al tavolino del bar si ignorano anche se tutto fa pensare che ci conoscano, forse sono pure amiche, ma non si scambiano neanche una parola, uno sguardo, nulla. Hanno di meglio da fare. Figuriamoci provare a interessarsi anche sono minimamente dello sconosciuto che si avvicina e chiede loro qualcosa.

- Dov'è quel buio che ti attraversa? Perché quel pianto asciutto?

Non c'è gioia nei loro volti, anche perché nella maggior parte dei casi il volto non si vede affatto. Solo in un caso si presenta un sorriso, ma viene da chiedersi se è una felicità che durerà. Non c'è sicuramente gioia, ma neanche sofferenza. Più che altro si percepisce un'apatia diffusa. Per paura di soffrire o far soffrire nessuno vuole mettersi in gioco, non hanno deciso dove andare. Hanno anestetizzato i loto cuori. Nessuna sofferenza, ma anche nessuna gioia.

Ma ad un tratto la svolta. Il cellulare che viene gettato via e tutto cambia. Nascono relazioni, una comunicazione che porta frutto. I problemi però rimangono gli stessi. La relazione, il dialogo non elimina o risolve i problemi ma aiuta a superare la sofferenza, il dolore.

Dio in questo è liberante, non ci obbliga, ma chiede, quasi lo implora, “...se vuoi, se vuoi, se vuoi...”. Dio vuole relazionarsi con noi, ci viene incontro, donandoci la preghiera, “...provaci almeno per un po' non ti giudicherò...”. La preghiera deve essere come un dialogo e non solo comunicazione a senso unico, “...non tenetevi dentro tutto, vorrei capire di più quel malessere che è dentro di te...”. Dio si fa carico delle nostre sofferenze, delle nostre colpe e di quelle degli altri, “...perché se una colpa c'è non si può dare solo a te...”.

La vita è più o meno difficile per tutti, Dio non lo nasconde. Non è facile decidersi per la propria vita. Non è semplice scegliere la propria strada, ma in ognuno di noi un desiderio c'è, “...io non ci credo però che almeno un sogno tu non l'abbia in tasca...”. È dentro di noi, magari ben nascosto, ma c'è. Se vogliamo trovarlo prima però dobbiamo guarire da questa apatia. “...se vuoi guarire però, prova un po' a innamorarti di te...”.

 
 
 
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