La rivoluzione (dal tardo latino revolutio, -onis, rivolgimento) è un mutamento improvviso e profondo che comporta la rottura di un modello precedente e il sorgere di un nuovo modello.
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Post n°37 pubblicato il 11 Luglio 2012 da cittafuturabagheria
Post n°36 pubblicato il 22 Giugno 2011 da cittafuturabagheria
Articolo di Rossano Ercolini Nel programma di uno dei 2 candidati al ballottaggio per la carica di sindaco di Bagheria è inserito la costruzione in project financing di un inceneritore a torce al plasma nel territorio spacciandolo con la denominazione di "Ossigenatore". Non stiamo parlando di cosa da poco: faccio presente che trattasi di una tecnologia pericolosissima che, nonostante sia nata oltre 30 anni fa, finora nel mondo non è stata implementata in nessun impianto di incenerimento tranne che in alcuni piccolissimi impianti utilizzati per la distruzione di rifiuti tossici o di sostanze radioattive. Inoltre lo stesso funzionamento dell’impianto è sempre stato messo in serio dubbio dalle poche ricerche effettuate in quanto l’acidità dei gas di sintesi dalla pirolisi con torce al plasma potrebbe provocare continui danni alla turbina a gas, la velocità a 100 km/h di questi gas nei condotti in assenza di ossigeno è sorgente di rischi di detonazioni alla minima perdita di tenuta degli stessi. E' anche per questi motivi di sicurezza che nel mondo praticamente questa tecnologia non si è mai diffusa.
Post n°35 pubblicato il 09 Giugno 2011 da cittafuturabagheria
Costruire il nuovo con i mattoni vecchi... Senza una assemblea cittadina costituente, prologo di un confronto vero fra cittadini non avverrà nessun cambiamento a Bagheria:Costruire Bagheria con i mattoni vecchi dell'Altra Bagheria e di chi vuol cambiare direzione è l'ennesima verifica che questa città non vuole cambiare: il confronto da Noi auspicato molti mesi fa non c'è stato e la conseguenza è sotto gli occhi di tutti: tutte chiacchiere buttate al vento, senso civico zero, collettività zero, impegno civile zero, responsabilità zero, sotterfugi ad iosa, funzione dei partiti zero - sono tutti divisi al loro interno e non riescono a cavare un ragno dal buco- senza idee e prospettive- chiusi ognuno nelle proprie rendite di posizione e convergenti solo a mantenere il solito Comitato d'Affari perchè tutto cambi senza cambiare nulla: desolante prospettiva per una città, che passerà i prossimi cinque anni a lamentarsi delle cose che non funzionano e magari a chiedere a Noi delle risposte che non siamo deputati a dare. Comunque Auguri a entrambi i partecipanti a questa ennesima gara truccata (ormai di vero non c'è più nulla , è tutto virtuale). Il risultato elettorale del primo turno è lo specchio di quanto avevamo previsto ed è per questo che siamo voluti uscire dal tavolo del solito gioco politico truccato dagli esiti scontati, in attesa che anche a Bagheria scoppi una Politopoli , che possa fare uscire la città da questo stallo e permettere un normale esercizio del gioco politico , con la reale possibilità di creare una vera alternativa democratica , che liberi questo Paese da questa cappa , che la sta soffocando fino a farla morire. Il risultato elettorale del ballottaggio , sia che vinca Lo Meo o vinca Di Salvo, (persone senza dubbio stimabili per impegno e moralità personale) non cambierà il sistema politico-amministrativo del nostro Paese e la festa del vincitore ( chiunque esso sia)durerà poco, non sorriderà nessuno, e la città si ritroverà con tutte le problematiche di sempre:anche gli elettori-tifosi dell'uno e dell'altro ,alcuni contenti (per un giorno) altri delusi torneranno a fare i conti con il quotidiano triste,degradato,senza speranza per il futuro e soprattutto soli con i loro problemi: Bagheria, come sapete è assurto a Comune nel 1817 ma come comunità ancora non ha una sua identità. D'incanto sembra che tutti i problemi siano stati risolti : basta non parlarne. Noi finchè possiamo continueremo a batterci, con le armi che conosciamo meglio (la cultura , la lungimiranza e la coerenza ideale) per raggiungere quella Città Futura, che tutti vogliono a parole, ma nei fatti rimane nei ns. sogni utopici. Gli Autori dello Sfascio dell' ultimo ventennio a Bagheria tornano , per risolvere i problemi che loro stessi hanno creato con la complicità di quei cittadini, che fino al giorno prima li contestavano: Bagheria è come quel malato che per curarsi non ricorre al medico, ma al mago- guaritore : la morte del paziente è assicurata. Un grosso in bocca al lupo ai contendenti. Noi andremo a votare SI SI SI SI al referendum e saremo numerosissimi.... Considerazioni a - 3 gg.dall'evento. La danza dei nuovi saltimbanchi bagheresi è alla conclusione. Alla prossima. Dalla sede della Città Futura Bagheria lì 09.06.2011
Post n°34 pubblicato il 26 Maggio 2011 da cittafuturabagheria
In un'era dove la politica somiglia più allo sport, coi partiti sempre più squadre e i cittadini sempre più tifosi, non possiamo restare con gli occhi chiusi continuando a disinteressarci dei problemi che affliggono il nostro Paese, affidandoci solo al pensiero dell'amico/a di turno. Dobbiamo prendere noi le redini di un'Italia che non è più nostra, ma che è di una Casta. Per il nostro bene, e per il bene collettivo, c'è bisogno che ognuno di noi tiri fuori la propria maturità, e non quella degli altri, c'è bisogno che si crei tra di noi cittadini e comuni mortali il dialogo che manca dentro quel bar quale è il Parlamento, dove a frequentarlo ci sono Dei immortali venerati dai classici lecchini nelle ultime legislature neanche eletti da noi cittadini, ma scelti da apparati di partito. C'è bisogno di distinguere la differenza tra sportivo e politico: la squadra o l'atleta restano o resta sempre dentro di noi, è un qualcosa di unico. Ma con la politica non deve essere così: bisogna distaccarci dai colori o dalle bandiere politiche e riprenderci la nostra obiettività, dobbiamo riprenderci quel sapere giudicare che non ci appartiene più, perché se una cosa buona non viene fatta dal politico da noi votato ma dal politico dell'altro schieramento noi la facciamo passare per brutta. Un classico esempio è l'Alitalia con Air France, ma se vogliamo non essere di parte bilanciamo le sorti con l'indulto (occhio a chi l'ha votato, anche l'allora FI lo votò compatta). Scelte sbagliate, ma che quando vengono associate alle bandiere di cui noi ci sentiamo rappresentati diventan giuste. Se volete un esempio dal quale capire che i nostri rappresentanti se ne fregan di me e di Voi, chiedetevi perché ancora né di qua né di là si son abbassati gli stipendi, e ragionate. Certamente se volevano difendere i Vostri interessi l'avrebbero fatto, ma Loro non sono come noi, sono immortali, e si dimentican subito che devon tener fede ad un mandato datogli da Noi. Chiedetevi perché al Sud non c'è lotta all'evasione, e allo stesso tempo vengono fornite tabelle ministeriali col tasso di evasione calabrese che supera il 90%. Bene, questi soldi, grazie a chi ci governa (sia di là che di qua), non rientrano più in circolo, e chi ci rimette siamo noi. Invece di dire che il Sud evade, perché non iniziamo a dire che nessuno manda controlli? Ecco, ho fatto qualche piccolo esempio, non l'ho fatto per una questione politica, ma per una questione morale. Tutti noi dobbiamo prender coscienza che la politica non è uno sport, e non dobbiamo vergognarci a protestare o a criticare scelte fatte dal rappresentante da noi votato, ma dobbiamo tirare fuori gli attributi, perché altrimenti il peggio è sempre nostro. E ammettere gli errori è sintomo di maturità, ricordandoci che le critiche, se fatte nel modo giusto, non possono esser altro che costruttive.
Post n°33 pubblicato il 19 Maggio 2011 da cittafuturabagheria
Da wikipedia La rivoluzione in politica è un radicale cambiamento nella forma di governo di un paese, comportando spesso trasformazioni profonde di tutta la struttura sociale, economica e politica di un sistema, al sorgere di un nuovo tipo di cultura politico-sociale. Le rivoluzioni comportano spesso azioni violente, anche se esistono le cosiddette "rivoluzioni nonviolente". Possono essere associate ad un colpo di stato che cambi in maniera netta il governo. Secondo Raymond Aron: "sembra opportuno riservare il termine colpo di Stato al cambiamento di Costituzione decretato illegalmente dal detentore del potere (Napoleone III nel 1851), o alla presa del potere da parte di un gruppo di uomini armati, senza che questa conquista (sanguinosa o no) comporti necessariamente l'avvento di un'altra classe dirigente o di un altro regime. La rivoluzione implica molto più del 'togliti di là, così mi ci metto io'".[1] Una rivoluzione si distingue da una rivolta in quanto quest'ultima è generalmente priva di organizzazione e mancante di teorizzazioni ed ideologie che la identifichino o la trasformino in un fenomeno più complesso dell'azione immediata.
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