Creato da: cittafuturabagheria il 26/06/2010
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« Cambiamo direzione o fac...Prevenire è meglio che curare »

Dossier:Rifiuti Zero

Post n°36 pubblicato il 22 Giugno 2011 da cittafuturabagheria

Articolo di Rossano Ercolini
L’INIZIO DELLA SVOLTA DI NAPOLI
I primi passi della giunta De Magistris vanno nella giusta direzione. Per prima cosa ha nominato l’amico TOMMASO SODANO (con cui la Rete Nazionale Rifiuti Zero ha a lungo collaborato nel momento in cui è stato presidente della Commissione Ambiente del Senato) assessore all’ambiente e vicesindaco (auguri Tommaso!), poi ha incaricato Raphael Rossi (collaboratore del Centro di Ricerca Rifiuti Zero del Comune di Capannoli) di presiedere l’azienda ASIA (non sarà una passeggiata ma augurissimi anche a te Raphael!) ) ed infine ha approvato una prima delibera che estende il porta a porta su oltre 320.000 abitanti del comune capoluogo e prepara una generalizzazione del sistema a breve su tutto il comune cancellando la previsione di un inceneritore nell’area est della città.
Sostanzialmente ci troviamo di fronte alla messa in atto delle proposte che la Rete Italiana Rifiuti Zero ha elaborato fin dal 2004.
L’altro passaggio che suggeriamo è quello di prevedere UNA RICONVERSIONE DEGLI STIR (gli impianti di tritovagliatura) sul modello di quanto approvato dalla provincia di Benevento che trasforma questi attuali impianti in IMPIANTI A FREDDO con trattamento meccanico biologico dotato di linee di estrusione (del sopravaglio) e di stabilizzazione della parte organica sporca.
Nello stesso tempo occorre trar tesoro dalla mobilitazione civile delle associazioni e dell’intera comunità individuandola come perno per il risanamento democratico del tessuto sociale e vero “valore aggiunto” su cui impostare l’uscita dal disastro. Altro accorgimento da adottare è quello di intessere una forte unità tra tutta l’area vesuviana (dove da tempo sono partite le “buone pratiche”) il comune capoluogo e i comuni della cintura come quello di Acerra (dove sta partendo il porta a porta) dove vanno poste in tempi brevi le condizioni per la chiusura dello sciagurato megainceneritore.
In questo quadro l’approvazione in corso da parte di molti comuni vesuviani del “protocollo rifiuti zero” rappresenta un indirizzo chiaro e coerente da indicare e da replicare il più possibile. Con GAIA (Global Alliance Incinerator Alternatives) avevamo detto che la “crisi di Napoli può essere l’inizio della svolta rifiuti zero” e questa “partenza” sancita dalla nuova giunta ci autorizza a ben sperare.
La Rete Italiana Rifiuti Zero, la Zero Waste Italia, GAIA Europe ed il Centro Ricerca Rifiuti zero del comune di Capannori offrono il più sincero spirito di collaborazione
.

Totò Aiello

Nel programma di uno dei 2 candidati al ballottaggio per la carica di sindaco di Bagheria è inserito la costruzione in project financing di un inceneritore a torce al plasma nel territorio spacciandolo con la denominazione di "Ossigenatore". Non stiamo parlando di cosa da poco: faccio presente che trattasi di una tecnologia pericolosissima che, nonostante sia nata oltre 30 anni fa, finora nel mondo non è stata implementata in nessun impianto di incenerimento tranne che in alcuni piccolissimi impianti utilizzati per la distruzione di rifiuti tossici o di sostanze radioattive. Inoltre lo stesso funzionamento dell’impianto è sempre stato messo in serio dubbio dalle poche ricerche effettuate in quanto l’acidità dei gas di sintesi dalla pirolisi con torce al plasma potrebbe provocare continui danni alla turbina a gas, la velocità a 100 km/h di questi gas nei condotti in assenza di ossigeno è sorgente di rischi di detonazioni alla minima perdita di tenuta degli stessi. E' anche per questi motivi di sicurezza che nel mondo praticamente questa tecnologia non si è mai diffusa.
Il prof. Francesco Recchia, noto oncologo, dichiara che le elevate temperature a cui l’impianto lavora fanno sì che vengano immesse nell’atmosfera polveri talmente sottili (nanopolveri) che una volta entrate nell’organismo riescono ad attraversare le membrane cellulari e causare gravi danni come malformazioni fetali, gravi allergie e malattie del sangue.
Questi inceneritori o “Ossigenatori” producono fumi che vengono immessi nell’aria e, per quanto puliti o innocui possano sembrare, le molecole contenute negli stessi possono ricombinarsi con gli elementi e i gas già presenti in atmosfera, innescando reazioni chimiche che possono dar luogo a quello che tecnicamente viene definito inquinamento indiretto.
Ad oggi, nonostante gli studi più recenti sulle torce al plasma risalgano a qualche anno fa, gli impianti operativi presenti nel mondo sono individuati in poche unità, distribuite tra l’Inghilterra, il Giappone e gli Stati Uniti. L’altissimo livello tecnologico dell’impianto, unitamente agli alti costi di realizzazione e di gestione, hanno frenato l’entusiasmo iniziale sulla fattibilità di interventi simili.
Contrariamente a quanto scrive il candidato in argomento tutti i tipi di inceneritori richiedono grossi investimenti di capitale, ma creano relativamente pochi posti di lavoro al confronto di riciclo e del compostaggio.
Perchè queste società fantasma propongono la costruzione di questi impianti proprio in Sicilia? Forse perchè il Nord evoluto cerca un'alternativa alla Campania per distruggere i propri rifiuti speciali?

 

 
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