Creato da fra873 il 19/01/2008

RHO CRISTIANA

UN CONFRONTO SUI PROBLEMI DELLA VITA

 

CE N'E' PER TUTTI

Post n°652 pubblicato il 11 Novembre 2015 da fra873

Mutrire il pianeta.

Problematiche, sfide, soluzioni e progetti.

Qualcuno ha detto che "noi siamo gli infelici schiavi del nostro stomaco" (J. Klapka)

Scandali, corruzioni e malumori indicano che l'uomo è pure schiavo del dio denaro che impedisce un'equilibrata distribuzione delle risorse.

Ma bisogna pur mangiare! Il cibo è considerato la forma più primitiva di conforto, perciò fondamentale che tutti ne abbiano a suffficienza. Ma esiste un confronto che va oltre una pancia piena, infatti il motto millenario recita: "Non pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio" (Matteo 4:4). A volte una buona parola vale più di un pasto prelibato.

Tante voci che pretendonop di soddisfare la fame e sete di pacem di giustizia, di amore e di perdono nell'animo umano spesso si rivelano cibo spazzatura che peggiora la situazione.

Ma esiste un popolo numeroso, proveniente da ogni nazione, etnia, lingua e tribù che proclama la Parola di Dio come unica soluzione a tutti i ptoblemi dell'umanità. Essa afferma che il peccato è la causa primaria di fame, malattie, povertà e guerre poichè ci separa dalla fonte della vita, Dio stesso. Essa presenta inltre un cibo che non perisce nelle parole di Gesù: "Chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai sete....Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno" (Vangelo di Giovanni &)

Gesù, Dio fatto uomo, ha sacrificato la sua vita sulla croce per risolvere il problema principale, morendo per i nostri peccati e risorgendo vittorioso su ogni forma di male. Solo il suo invito dà una soddisfazione piena: "Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi darà riposo" (Matteo 11:28)

E' stato detto che la "scoperta di un piatto nuovo è più preziosa per il genere umano che la scoperta di una nuova stella";ma scoprire il cibo di Gesù è come incontrare il Padrone dell'universo intero!

Non disprezzarlo poichè i potenti del mondo, maestri di sapere, esperti della finanza, magnati dell'industria, guru della medicina, colossi dell'alimentazione...mè altri mai saranno in grado di produrre qualcosa di simile!

Gesù è il vero pane della vita. Buono. Fresco. Abbondante. Indispensabile. Sempre! Ce n'è per tutti. Anche per te. NE VUOI? Parliamone

 
 
 

NON COMMETTERE ADULTERIO. UNA SCELTA DI VITA

Post n°651 pubblicato il 07 Novembre 2015 da fra873

Viviamo un paese così detto "cristiano", ma a dir il vero viviamo in un paese che nomilamente è inquadrato in una religione senza mai avuto una vera relazione con Gesù. Ci hanno inquadrati fin dalla nascita con un battesimo, comunione e cresima, sicuri di fare di noi dei cristiani.
Ahimè!!! I risultati sono quelli che sono e sono sotto gli occhi di tutti. Paolo scrivendo alla chiesa di Roma, poteva dire: Si sono dati a vari ragionamenti  e credendosi savi si sono dimostrati stolti (Romani !)
L'adulterio fa parte di questa stoltezza, perchè denota un degrado della vita sociale e morale dell'uomo. 
Il matrimonio vissuto fuori dalla guida di Dio, è come una barca sballottata alla deriva che prima o poi andrà a naufragare.
Quali sono i segnali di pericolo o i motivi di questo tipo di infedeltà? È chiaro che l’infedeltà non capita per caso né per destino. È sempre il risultato di un processo (spesso inconscio) e poi di una scelta. Il processo, di solito lungo, è composto da varie combinazioni, come stanchezza, trascuratezza, noia, offese non risolte. Il campanello d’allarme e composto di solito da due elementi: l’incapacità fra coniugi di comunicare liberamente e tranquillamente l’uno all’altro i propri sentimenti e le possibili insoddisfazioni, senza sfociare in una litigata, e la diminuzione continua del numero e della qualità dei rapporti intimi sessuali.
L’apostolo Paolo ha scritto e insegnato che, nella normalità, i rapporti sessuali fra coniugi, per evitare il pericolo di tentazioni e tradimenti, dovrebbero esser frequenti e mutuamente soddisfacenti. Il marito o la moglie che si sottraggono a questo impegno d’amore non soltanto feriscono profondamente il loro matrimonio, ma probabilmente rivelano che il loro matrimonio è già seriamente ammalato. E, molto spesso, aprono la strada verso l’infedeltà.
È stato Gesù che ha rivelato che l’infedeltà matrimoniale non è necessariamente quella fisica. Ha detto che “chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore” (Matteo 5:27). Lo stesso si può dire anche di una donna che fantastica di unirsi con un altro uomo che non è suo marito.
L’infedeltà è, dunque, il risultato di un lungo processo, più o meno inconscio. E poi di una scelta. Basta una lontananza da casa, un’occasione inaspettata in cui il tradimento potrebbe essere nascosto, oppure la vicinanza giornaliera con una persona simpatica e comprensiva, magari una collega o un collaboratore. E il pensiero inconscio diventa una spinta quasi incontrollabile.
Però l’adulterio è sempre anche il risultato di una scelta. Molti lo negano e, appunto, parlano di attrazione fatale, irresistibile, travolgente per cui vale la pena bruciare tutti i ponti col passato. Ma la voce di Dio, che tu sia credente o no, sconvolge ogni ragionamento. Egli, nella sua onniscienza, ti dice forte e chiaro, per il tuo bene: “Non commettere adulterio!”.
La scelta è sempre tua. Nessuno ti può forzare a disubbidire a Dio. Sei tu che scegli.
Ma se hai già commesso adulterio, che fai? Se hai disubbidito, non cercare scuse e giustificazioni. La colpa è tua e Dio ti offre il suo perdono. Sia che tu lo abbia commesso nei fatti o solo col pensiero, devi confessare il tuo peccato al Signore e abbandonarlo, senza cercare e, naturalmente trovare, “se” e “ma”. L’unico modo per vincere la tentazione è fuggire da essa, darle un taglio netto.
Poi, corri a riparare le brecce nel tuo matrimonio. Esaminati senza pietà: dove sono le tuecolpe e le tue mancanze? Nella trascuratezza? Nell’egoismo? Nel rifiuto di perdonare? Nella durezza nel trattare tua moglie o marito? Nel rifiuto di chiedere perdono? Nella critica? Nel rifiuto di comunicare francamente e apertamente?  Nel rifiutare le relazioni sessuali frequenti e di mutua soddisfazione? Ricorda che le peggiori cattiverie, sia da parte femminile che maschile, si fanno proprio in camera da letto. 
Il settimo comandamento dichiara che Dio è sovrano anche della tua vita sentimentale, della tua vita sessuale, della tua vita famigliare. Lo è?
Se non lo è, e desideri che la tua famiglia ritrovi quella serenità e quell'unione entro la quale l'amore regni, affida la tua vita e quella della tua famiglia a Gesù.
Vuoi sapere come fare?   Scrivimi
DIO TI BENEDICA

 

 
 
 

GESU': SALVATORE E GIUDICE

Post n°650 pubblicato il 06 Novembre 2015 da fra873

Gesù quindi rispose e disse loro: «In verità, in verità vi dico che il Figlio non può da se stesso fare cosa alcuna, se non la vede fare dal Padre; perché le cose che il Padre fa, anche il Figlio le fa ugualmente. Perché il Padre ama il Figlio, e gli mostra tutto quello che egli fa; e gli mostrerà opere maggiori di queste, affinché ne restiate meravigliati. Infatti, come il Padre risuscita i morti e li vivifica, così anche il Figlio vivifica chi vuole.

 

Inoltre, il Padre non giudica nessuno, ma ha affidato tutto il giudizio al Figlio, affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio non onora il Padre che lo ha mandato.

In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.
In verità, in verità vi dico: l’ora viene, anzi è già venuta, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio; e quelli che l’avranno udita, vivranno. Perché come il Padre ha vita in se stesso, così ha dato anche al Figlio di avere vita in se stesso; e gli ha dato autorità di giudicare, perché è il Figlio dell’uomo. Non vi meravigliate di questo; perché l’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori; quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio. Io non posso fare nulla da me stesso; come odo, giudico; e il mio giudizio è giusto, perché cerco non la mia propria volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

(Giovanni 5:19-30 – La Bibbia)

I Giudei avevano cominciato a disprezzare fortemente Gesù perché aveva guarito un uomo in giorno di sabato e perché nel suo parlare chiamava Dio suo padre facendosi uguale a Dio. In risposta, Gesù ribadì ancora una volta che Figlio e Padre operano in sintonia. Se Gesù aveva operato di sabato ciò significa che anche il Padre opera di sabato. Inoltre Gesù preannunciò che il Padre avrebbe fatto altre opere attraverso di Lui e ne sarebbero stati meravigliati.

In particolare Gesù tirò in ballo un’opera che solo Dio può fare, quella di dare vita a chi Egli voglia e di riportare addirittura in vita coloro che sono già morti. Inoltre, l’affermazione secondo cui il Padre ha vita in sé stesso ed anche il figlio ha vita in sé stesso è un’indicazione del fatto che Gesù è la sorgente della vita così come il Padre è la sorgente della vita. Se Gesù non fosse Dio, come sarebbe possibile spiegarlo? Quale creatura potrebbe avere in sé stessa la sorgente della vita? Queste parole di Gesù richiamano alla nostra mente le parole del Prologo di Giovanni che ci informava del fatto che la Parola è la sorgente della vita, quando scrisse che nella Parola “era la vita e la vita era la luce degli uomini”.

Quando Gesù fece questa affermazione i suoi interlocutori dovettero essere molto sorpresi. Essi lo stavano accusando di farsi uguale a Dio e Gesù, invece di difendersi, fece un’affermazione che ai loro occhi doveva apparire ancora più blasfema, attribuendosi il diritto di ridare la vita a chiunque egli avesse voluto, anche ai morti, così come il Padre può fare! Come potrebbe una creatura avere la vita in se stesso e il potere di donarla anche ad altri, risuscitando addirittura i morti?

Gesù andò avanti e fece una seconda affermazione ugualmente stupefacente! Il Figlio può giudicare in vece del Padre e deve essere onorato come si onora il Padre! Ci rendiamo conto della portata di queste parole? Se Gesù fosse solo una creatura, come potrebbe reclamare per se stesso lo stesso onore che deve essere riservato a Dio? Inoltre, come può esserci una creatura alla quale Dio demanda il giudizio sulle altre creature? Il giudizio appartiene solo a Dio, al creatore dell’universo! Egli è il Giusto Giudice (Sl 7:11, Gr 11:20, 2Ti 4:8). Pensare che il culmine della storia umana, il giudizio finale, sia affidato ad una creatura, non ha alcun senso.

Eppure Gesù dice che sarebbe stato Lui a giudicare perché è il Figlio dell’uomo. Gesù in questo brano applica a se stesso sia l’espressione “Figlio di Dio” con riferimento alla sua divinità che l’espressione “Figlio dell’uomo”, un chiaro riferimento alla sua piena umanità ma anche al testo di Daniele 7:13-14 in cui il Messia viene proprio chiamato “Figlio d’uomo”.

Gesù concluse il suo dire unendo le due affermazioni precedenti, la capacità di risuscitare i morti e la capacità di giudicare. Tutti gli uomini devono essere giudicati alla fine dei tempi e sarà proprio il Figlio a giudicarli. Tutti i morti saranno risuscitati per andare incontro a due destini diversi a seconda della loro posizione nei confronti di Dio: Gli uni risorgeranno per ottenere vita eterna, gli altri per essere giudicati.

Gesù ha vita in sé stesso e ha autorità di giudicare. Egli risusciterà gli uomini e li giudicherà in perfetta sintonia con il Padre, il suo giudizio sarà giusto. Qual’è sarà il criterio per il giudizio? Chi ascolta la parola di Gesù e crede a colui che lo ha mandato, ovvero riconosce la persona e l’opera di Gesù Cristo come inviato dal Padre, “ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita”, gli altri saranno giudicati. Nessuno può resistere al giudizio di Dio, per cui l’unica alternativa è credere in Gesù. O si conosce Gesù come salvatore o lo si incontrerà come giudice. Molti ritengono troppo semplicistico il fatto che l’uomo possa passare dalla morte alla vita con un atto di fede nella persona e nell’opera di Cristo, ma di fatto è proprio quello che Gesù stesso ha affermato! Questa è la grazia di Dio per l’uomo, non basata sulle nostre opere ma sull’opera di Cristo! Tu di quale gruppo farai parte? Di coloro che hanno creduto in Gesù per avere vita eterna, o di coloro che saranno giudicati e condannati da Dio? Gesù è il tuo salvatore o sarà il tuo giudice?

 
 
 

ALLA RICERCA DELLA FELICITA'

Post n°649 pubblicato il 04 Novembre 2015 da fra873

Quello che è stato è quel che sarà; quello che è fatto è quel che si farà; non c’è nulla di nuovo sotto il sole” (Ecclesiaste 1:9)

Il libro delle Ecclesiaste contiene le esperienze fatte dal re Salomone nel suo tentativo di trovare felicità“sotto il sole”. L’espressione “sotto il sole, si riferisce semplicemente a ciò che si svolge soltanto nell’ambito della vita terrena.

Re Salomone, ebbe da Dio saggezza per governare secondo i suoi insegnamenti, ma nel corso della sua vita abbandonò la comunione con Dio per assaporare i piaceri della vita. Quando scrisse questo libro, ormai vecchio e stanco, si fermò per fare un bilancio della sua vita e amaramente concluse in un primo tempo che. “Poi considerai tutte le opere che le mie mani avevano fatte, e la fatica che avevo sostenuto per farle, ed ecco che tutto era vanità, un correre dietro al vento, e che non se ne trae alcun profitto sotto il sole” (Esslesiaste 2:11).

 

>SALOMONE PROVO’ LA RICCHEZZA

 Egli colmò il suo portafogli di denaro. La sua ricchezza era immensa,

il suo palazzo sontuoso, il suo entourage enorme. Se voleva togliersi      qualche “capriccio” non aveva alcun problema per poter realizzare i suoi sogni. Se ci fosse stato un essere umano che che avrebbe potuto scoprire una gioia permanente nelle cose materiali, questi era Salomone.

 

SALOMONE PROVO’ LA SICENZA

S’impegnè ad accumulare conoscenza sperando di scacciare in questo modo la monotonia che affliggeva la sua vita terrena. Salomone era diventato un allievo molto diligente, conosceva l’ambiente naturale dell’animale selvaggio, comprese il volo degli uccelli, conosceva le abitudini dei pesci del mare, ma neanche ciò gli procurò quella pace e felicità che bramava. Una formazione accademica certamente è utile r necessaria quale preparazione per esercitare numerose attività. Tuttavia la formazione della mente non garantisce la pace del cuore.

 

SALOMONE PROVO’ LE DEVANDE ALCOOLICHE

Si legge a tal proposito “Io presi in cuor mio la decisione di abbandonare la mia carne alle attrattive del vino” (Ecclesiaste 2:3) Poteva quindi disporre di ogni sorta di bevanda, anche la più raffinata ed aveva deciso di abbandonarsi ad esse; in ogni modo scoprì ben presto (come tanti uomini dopo di lui) che“Il vino è schermitore, la bevanda alcolica è turbolenta, chiunque se ne lascia sopraffare MOM E’ SAGGIO” (Proverbi 20:1). L’alcool alla fine non soddisfa mai. Chi indugia nel consumo di alcool per scappare alla realtà, s’inoltra in un mondo del sogno nel quale potrà ridere in faccia ai suoi problemi, almeno per un po’. Appena l’ebbrezza causata dai fumi dell’alcool svanisce, egli deve di nuovo affrontare la situazione dalla quale voleva sfuggire. Quindi non è la via per risolvere i problemi.

 

SALOMONE PROVO’ I PIACERI DEL SESSO

Egli sposò 700 donne e mantenne 300 concubine (Vedi 1^ Re 11:1_3) e infatti egli scrive che siprocurò ciò che fa la delizia degli uomini, cioè donne in gran numero. Ma nemmeno questo riuscì a riempire il suo cuore con la gioia e la pace, Ci sono persone che s’illudono che sarebbero più felici con un altro/a sposo/a  il massimo del piacere avere diversi partners. Ma poi, tutto resta come prima; noia, vuoto, solitudine.

 

SALOMONE INFINE SI RIVOLSE A DIO.

Il messaggio della Bibbia è che yba vita senza Dio sarà colmata di malessere e delusioni nonostante le ricchezze terrene. Re Salomone era dotato di una mente acuta ed era un esperto negli affari della vita umana; gioiva delle squisitezze che il mondo offre. Ma non vi è niente sotto il sole che può soddisfare in profondità un cuore malato. Salomone scopri che la vita, con tutte le sue esperienze, era vuota e un correre dietro al vento, se si vive senza Dio. Salomone però non si fermò lì, avendo cercato la felicità nel lusso, nella scienza, nelle orge, nell’alcool e negli sforzi di compiere grandi cose sulle terra , alla fine stanco e deluso si rivolse al Signore dicendo“So che il bene è per quelli che temono l’eterno”:

 

Tu caro amico che sei qui, stai correndo anche tu dietro al vento senza una meta precisa?, Stai anche arrancandoti nella tua vita nella speranza di placare il tuo cuore che si stringe e non ti lascia mai tranquillo. Speri forse ti trovare la soluzione al tuo disagio “sotto il sole”; fai come Salomone, considera attentamente la tua vita e dove essa ti condurrà e come lui corri al Signore per chiedere il suo intervento risolutore.

 

Prega così “Signore riconosco che la mia vita è un correre dietro al vento, è un correre dietro cose vane,nel mio cuore sento tanto vuoto, ti prego Signore, tu che mi ami, di intervenire nel mio cuore per togliere ogni cosa che mi impedisce di assaporare la vera gioia e la vera pace. Ti chiedo perdono dei miei peccati, di chiedo di prendere possesso del mio cuore come mio personale Signore e Salvatore e donami la certezza della vita eterna. AMEN!

DIO TI BENEDICA!!!!


 

 
 
 

AVERE FIDUCIA NELLE DIFFICOLTA'

Post n°648 pubblicato il 30 Ottobre 2015 da fra873

 
 
 

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