EYES IN THE MOON

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Ritorno su queste pagine nelle occasioni più importanti, quelle che lasciano in qualche modo un segno nei miei pensieri, così rimetto in ordine le mie pagine, do un'occhiata e tolgo un po' di polvere, una passatina veloce, guardo che sia tutto a posto, mi soffermo ad osservare lo scorrere dei miei giorni. Il ricordo del vetro del mio tetto apribile l'altra sera mi ha scombussolato tutto, per 12 anni non l'ho mai lavato, l'ultimo giorno che l'avevo ancora si leggevano le nostre scritte, così osservo i dettagli, in questo giorno per qualche anno ero vicino a te, era il tuo regalo, ma era anche il mio, prepotente, onnipresente, stressante, ricordo molti particolari dei miei viaggi in auto, così come ricordo una fermata in una piazzola, una fermata al distributore per raccogliere la forza di rischiare ancora una volta. Non sapevo cosa mi aspetasse era quello il dubbio, la fermata in cui mandavo giù la saliva e procedevo impavido. Le scommesse si vincono e si perdono, in ogni caso hanno un prezzo da pagare, sia che vada male, sia che vada bene, perchè il ritorno e il silenzio successivo hanno un rimbombo che non lascia scampo.

Ed è di nuovo questo giorno, quello in cui la persona a cui penso costantemente da 13 anni passa da anta a... no è vero è sempre anta, non facciamo confusione, potrei rischiare l'osso del collo a distanza. Qualche mese fa osservavi la terra che passava fuori dal finestrino e ti chiedevi dove fossi, io quando mi affaccio alla finestra osservo gli appennini e so che tu sei li, vorrei che i miei pensieri avessero l'intensità di viaggiare e di superare gli ostacoli, vorrei potessero planare su un tappeto soffice di presenza, in cui la mia mano si stringe alla tua, mentre scrivo nella mente ho fotogrammi di istanti, i pini, il sole che tramonta mentre percorro una superstrada mentre la maga alle mie spalle osserva scura e viva, la luna, i profili di paesi, i sapori, le persone incontrate, un libro troppo pieno di emozioni e di vita per essere messo da parte, troppo travolgente per non segnare per sempre la vita, riuscire a non farsi travolgere è impossibile, come fai a non arrenderti a tutto quello che ogni cosa ti porta a capire l'abisso tra il sogno reale e la realtà piatta di una vita senza quel battito irregolare? Scrivo e penso. Scrivo e ascolto. Scrivo e sono a chilomentri di distanza. Scrivo e non so se tutto quello che voglio dire ha un senso, se rispetto la punteggiatura, se scrivo senza strafalcioni, scrivo come ho sempre fatto, alla fine devo capire io i miei pensieri, sono sempre usciti come un fiume ingrossato dalle piogge e non mi sono mai preoccupato di controllarlo. 

Stasera, ho ricreato le stesse condizioni in cui per parecchi anni avvolto dai muri della mia cantina, dal calore della stanza scrivevo, forse è per quello che non mi sono ancora fermato, forse anche quei ricordi compaiono così. Penso che tutto quello che ho vissuto abbia una sola risposta, per una persona come me che, nonostante profondamente testa di cazzo, ritiene di avere una spiccata lucidità e coscienza di ciò che sento dentro.
Rimane ancora un momento alla fine di una giornata come questa, in cui stringo il cuscino con il mento e osservo le mie parole ed immagino il tuo viso, sento la tua voce, che strano pensare esista una persona al mondo che sai sarà sempre ad anni luce dagli altri.

TANTI AUGURI.

ANGEL.